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domenica 20 ottobre 2019

PIOGGIA AUTUNNALE



Autunno la stagione più ricca di piogge e di colori: giallo, rosso nei colori delle foglie, come grigio e smorto in quelli del cielo e, per giunta, brumoso, nebbioso e fradicio di umidità. Vi si raccolgono, mediamente, 343,7 mm di precipitazioni . A contendersi la seconda piazza sono inverno e primavera: la spunta l’inverno, per pochi millimetri di pioggia (300 contro 289). In realtà, nel panorama dell’Italia centro-settentrionale, l’inverno non è che poco spesso più piovoso della primavera, stagione per antonomasia variabile e bizzarra, ricca di rovesci ed acquazzoni.

Ma valutiamo la questione sotto un altro punto di vista: i giorni di pioggia. L’inverno è la stagione di norma con più giorni di cattivo tempo (ben 31); segue la primavera con 29; poi troviamo l’autunno con 27 e l’estate con 17. La quantità di precipitazioni di una giornata invernale è mediamente inferiore a quella di una tipica giornata autunnale, vale a dire che l’umidità contenuta nelle correnti d’aria che solitamente provocano le piogge in autunno è più elevata che in inverno. L’autunno è la stagione in cui l’Atlantico risulta più attivo alle nostre latitudini, con abbondanti precipitazioni sui versanti montuosi occidentali italiani esposti alle correnti occidentali. D’inverno, pero, il cielo è più spesso nuvoloso (un giorno su tre): ecco perché molti sono convinti che la stagione più piovosa sia proprio quella invernale.

Le precipitazioni medie annue sono maggiori nelle zone montuose. Grazie al pluviometro, si può constatare come le zone più piovose d'Italia (media annua tra 2500 e 3 500 mm) siano collocate sulle Alpi Carniche e Giulie, nella fascia prealpina tra il Lago Maggiore e il Lago di Como, sull'Appennino Ligure orientale, sulle Alpi Apuane, sull'Appennino campano e nelle località più elevate dell'Appennino Tosco-Emiliano.





Invece godono di una minor quantità annua di piogge le zone di pianura lontane dai monti. Nella Pianura Padana cadono mediamente fra 700 e 1200 mm annui a seconda delle aree, le località meno favorite non ne ricevono che 700 mm circa, mentre le aree di media pianura come nella città di Milano, ricevono circa 1 000 mm annui. Stessa osservazione vale anche per la Maremma Grossetana e laziale, dove lungo la fascia costiera i valori si aggirano tra i 500 e i 600 mm annui; restano poi sotto i 500 mm le coste meridionali della Sardegna (il minimo assoluto medio annuo dell'intero territorio nazionale italiano si registra a Capo Carbonara con poco più di 250 mm), la zona compresa tra il Basso Molise e la Puglia centro/settentrionale (escluso il Salento), le coste occidentali e sud orientali della Sicilia, il promontorio dell'Argentario, le isole meridionali dell'Arcipelago Toscano (Pianosa, Montecristo, Giglio e Giannutri) e alcune zone della bassa Val Padana, poste nei dintorni del Delta del Po.

La frequenza annua delle precipitazioni in Italia vede più di 120 giorni sulle vette più alte delle Alpi Carniche, dell'Appennino settentrionale e dell'Irpinia.

Si registrano tra i 100 e i 120 giorni di pioggia su gran parte dell'arco alpino nord-orientale e lungo l'intero asse della dorsale appenninica tra la Liguria di levante e l'Aspromonte, mentre si verificano tra 80 e 100 giorni di pioggia su tutte le aree prealpine, su gran parte delle zone interne peninsulari, sull'Italia nord-orientale a nord del Po, sulla bassa pianura emiliana e romagnola, sulla Riviera di Levante, la Toscana settentrionale, l'Umbria settentrionale e centro-orientale, sul Basso Lazio, la Campania, gran parte della Calabria e sui rilievi più elevati di Sicilia e Sardegna.

Frequenze di pioggia tra i 60 e gli 80 giorni all'anno interessano gran parte della Pianura Padana, la Riviera di Ponente, la Toscana centrale, l'Umbria sud-occidentale, il Lazio centrale, gran parte del litorale adriatico e ionico, la Basilicata e gran parte della Sicilia e della Sardegna.

Si contano, invece, frequenze inferiori ai 60 giorni di pioggia in alcune aree della Riviera di Ponente e della Pianura Padana, tra la Maremma grossetana e laziale, lungo il litorale del Molise, sul Tavoliere delle Puglie, nel Salento, lungo le coste ioniche della Basilicata e della Calabria centrale, sulla Sicilia meridionale e sud-orientale e lungo le coste orientali e meridionali della Sardegna.

In Italia si distinguono cinque diversi regimi pluvometrici.

Sulle montagne, in particolare sulle Alpi, piove prevalentemente durante l'estate, con un massimo secondario ad inizio autunno e un marcato minimo invernale.
Nelle zone prettamente mediterranee, cioè sulle coste della Sardegna, della Sicilia, di alcune regioni tirreniche del Mezzogiorno, del Mar Ionio e della Puglia meridionale, la maggior quantità di piogge cade in inverno (dicembre-marzo), mentre durante i mesi centrali dell'estate la siccità è molto duratura.
Piove prevalentemente in autunno ed in primavera in quasi tutte le altre zone e solitamente il massimo autunnale (ottobre-novembre) è più accentuato di quello primaverile (marzo-aprile), mentre durante l'estate si ha una riduzione della piovosità ma senza vera e propria siccità.
La fascia costiera della Maremma è generalmente interessata da un lungo periodo siccitoso che, soprattutto nell'area del promontorio dell'Argentario, in alcune annate può avere inizio già nel corso dell'inverno e proseguire quasi ininterrottamente fino all'inizio dell'autunno, salvo temporanee interruzioni dovute ad alcuni episodi temporaleschi.
La Val Padana ha una piovosità costante per tutto l'anno e non si presentano mediamente periodi con precipitazioni scarse o insufficienti la pianura pluviometricamente va divisa in bassa media e alta pianura, le tre aree hanno regimi pluviometrici leggermente differenti. Le aree della media pianura e dell'alta pianura (specie nelle zone a nord del Po) sono caratterizzate da una piovosità più costante con massimi nei periodi più tiepidi dell'anno quindi Primavera Estate e Autunno, con medie di 70-90 e anche oltre i 100 mm nei mesi di luglio e agosto e i periodi di siccità più probabili sono in inverno che in estate, stagione in cui l'area è interessata con una moderata frequenza dal passaggio della coda di sistemi perturbati atlantici associati a fenomeni temporaleschi in transito verso la penisola balcanica e l'Europa orientale. Nella bassa pianura padana, le precipitazioni in estate invece non sono abbondanti come nella media e alta pianura e si riducono a valori di 30–40 mm nel mese di luglio.
A determinare la distribuzione delle piogge durante l'anno contribuisce, naturalmente, oltre all'altitudine anche l'azione dei venti la loro direzione e l'orografia dei vari ambiti territoriali.








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domenica 15 febbraio 2015

PIOVE!!!!!!

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 .



Pioverà? Non pioverà?
Farà brutto? Farà bello?
Dovrò uscire con l’ombrello?
Ma se uscissi con l’ombrelllo
lo so già farebbe bello.
Eppoi questo non è tutto.
Senza ombrello, ci scommetto,
muterebbe in tempo brutto.
Sole, pioggia, ma perchè
vi burlate ognor di me?

State a sentire che dice
la nuvoletta felice:
“Quando la pioggia mi scioglie
lustro le pietre e le foglie.
Per camminare sui tetti
mi metto gli zoccoletti.
Vado per orti e giardini
cantando come i bambini.

I goccioloni han voglia di cantare
rimbalzando, saltellando
delle strade fan fossette
delle scarpe fan barchette.

Cielo grigio. Tempo brutto.
Piove piove dappertutto.
Fan la doccia i fiorellini
nelle aiuole dei giardini
e nell’orto il seminato
beve l’acqua d’un sol fiato.
Io, se piove, non mi cruccio
vado a spasso col cappuccio.

Dopo la pioggia viene il sereno,
brilla in cielo l’arcobaleno:
è come un ponte imbandierato
e il sole vi passa, festeggiato.
E’ bello guardare a naso in su
le sue bandiere rosse e blu.
Però lo si vede, questo è il male,
soltanto dopo il temporale.
Non sarebbe più conveniente
il temporale non farlo per niente?
Un arcobaleno senza tempesta,
questa sì che sarebbe una festa.
Sarebbe una festa per tutta la terra,
fare la pace prima della guerra.

lunedì 10 novembre 2014

MOMENTI D'AUTUNNO : Pioggia




MOMENTI D'AUTUNNO

 . .

La pioggia è la più comune precipitazione atmosferica e si forma quando gocce separate di acqua cadono al suolo dalle nuvole. Il suo codice METAR è RA (dall'inglese rain).

La pioggia gioca un ruolo fondamentale nel ciclo dell'acqua, nel quale il liquido che evapora dagli oceani sotto forma di vapore si condensa nelle nuvole e cade di nuovo a terra, ritornando negli oceani attraverso il ruscellamento, i laghi, i fiumi e le falde sotterranee, per ripetere nuovamente il ciclo. In tal modo si rende disponibile alla biosfera, permettendo lo sviluppo della flora e della fauna e l'abitabilità agli esseri umani.

In meteorologia l'ammontare della pioggia caduta si misura in millimetri attraverso i pluviometri o pluviografi: 1 mm di pioggia equivalgono a 1 litro d'acqua caduti su una superficie di 1 m². La quantità di pioggia ricevuta annualmente nelle varie zone terrestri ne classifica, assieme alla temperatura, il tipo di clima. Una parte della pioggia che cade dalle nuvole non riesce a raggiungere la superficie ed evapora nell'aria durante la fase di discesa, specialmente se attraversa aria secca; questo tipo di precipitazione è detta virga.


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PIOGGIA



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D'Annunzio "La pioggia nel pineto"

Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove sui pini
scagliosi ed irti,
piove sui mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
sui ginestri folti
di coccole aulenti,
piove sui nostri volti
silvani,
piove sulle nostre mani
ignude,
sui nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude 
novella,
su la favola bella
che ieri
l'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione
Odi? La pioggia cade
su la solitaria 
verdura
con un crepitio che dura
e varia nell'aria
secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
nè il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancora, stromenti 
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immersi
noi siam nello spirto
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come un foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.
Ascolta, ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancora trema, si spegne,
risorge, treme, si spegne.
Non s'ode voce del mare.
Or s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta; ma la figlia
del limo lontane,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione. 
Piove su le tue ciglia nere
sì che par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le palpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alveoli
son come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
(e il verde vigor rude
ci allaccia i malleoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri volti
silvani,
piove sulle nostre mani
ignude,
sui nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude 
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.

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