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mercoledì 2 settembre 2015

LE ALPI LOMBARDE



La Lombardia non si può considerare un territorio unitario, nel senso di territorio delimitato da precise conformazioni fisiche, sia per la varietà di paesaggi che l'attraversano senza racchiuderla, sia perché i confini amministrativi, molto spesso, sono il frutto di complesse vicende storiche.

In un viaggio attraverso la regione, da nord verso sud, s'incontrano lungo il cammino per primi i rilievi delle Alpi, poco più a sud le Prealpi seguite da dolci colline che smussano il passaggio dalla montagna alla Pianura Padana. Proprio lungo la fascia prealpina si trovano alcuni dei più grandi laghi d'Italia (come il lago di Garda, il Lago Maggiore e il lago di Como), mentre numerosi fiumi (come il Po, l'Adda, l'Oglio, il Mincio e il Ticino) e torrenti solcano la montagne, formando strette e profonde valli, e attraversano la pianura rendendola rigogliosa di vegetazione. In una piccola area a sud dell'Oltrepò pavese si ergono colline e montagne dell'Appennino ligure.

I nomi delle Alpi della Lombardia derivano tutti dalle popolazioni che, al tempo dei Romani, vivevano tra queste montagne. Le Alpi Lepontine prendono il nome dalla popolazione ligure dei Leponzi stanziata in questa zona e assoggettata da Augusto. Le Alpi Retiche dai Reti, popolazione di origine etrusca rifugiatasi nelle Alpi Centrali durante l'invasione celtica. Le Alpi Orobie dalla popolazione di origine ligure, o forse celtica, degli Orobi.

Le catene montuose rivestono il 40,5% del territorio regionale e sono costituite dalle Alpi, dalle Prealpi e dagli Appennini. Appartengono alle Alpi lombarde una piccola porzione delle Alpi Lepontine e gran parte delle Alpi Retiche. Sul territorio montano della Lombardia spiccano quattro massicci orografici di rilievo: il Badile-Disgrazia, il Bernina, l'Ortles-Cevedale e l'Adamello. I primi tre sorgono sullo spartiacque tra i bacini del Reno e dell'Inn a nord e dell'Adda e dell'Oglio a sud e solo in parte si ergono sul territorio nazionale. L'Adamello, invece, sorge tra i bacini dell'Adda e dell'Adige e si trova completamente in territorio italiano. Il punto più elevato del territorio lombardo è una spalla secondaria del Pizzo Bernina, la Punta Perrucchetti, a 4020 m (la vetta della montagna raggiunge i 4049 m, ma si trova in territorio elvetico). Altra importante vetta è il Monte Cevedale, del massiccio dell'Ortles-Cevedale, che arriva a 3764 m. Il massiccio dell'Ortles-Cevedale ospita il ghiaccia dei Forni che ha un'estensione di circa 12 km² ed è il più grande d'Italia. A sud della Valtellina si stagliano le Alpi Orobie delimitate a est dalla Valcamonica e ad ovest dal bacino del lago di Como.

Le sezioni e sottosezioni alpine che interessano la Lombardia sono:

Alpi Lepontine (Alpi dell'Adula)
Alpi Retiche occidentali (Alpi del Platta, Alpi del Bernina, Alpi di Livigno, Alpi della Val Müstair)
Alpi Retiche meridionali (Alpi dell'Ortles, Alpi dell'Adamello e della Presanella)
Alpi e Prealpi Bergamasche (Alpi Orobie, Prealpi Bergamasche)

Bormio, Livigno, Ponte di Legno, Madesimo, mete ormai classiche di turismo invernale, ben note agli appassionati di sci, snowboard e sport invernali. Eppure le montagne della Lombardia hanno molto da offrire, e non solo per una settimana bianca.

La Lombardia possiede montagne impervie e spettacolari ben note agli appassionati di trekking e arrampicata come le Orobie e le Grigne, luoghi situati a poca distanza da Milano e dall'operosa vita quotidiana dei capoluoghi lombardi, eppure ideali per chi è alla ricerca di un contatto autentico con la vita di montagna.

Paesaggi unici nel panorama alpino italiano, fatti di vette innevate fino a giugno e panorami che si aprono improvvisamente su vallate scoscese e su laghi dall'azzurro intenso. Questo è il paesaggio montano della Lombardia, da gustare in ogni stagione con i suoi paesaggi ancora in larga parte incontaminati, con i suoi parchi e riserve naturali, ma anche con i suoi centri ricchi di cultura e di storia, con al sua gastronomia e i suoi vigneti di montagna.

Le Alpi Lombarde comprendono diversi massicci montuosi ben noti ai praticanti dell'alpinismo e dell'escursionismo in montagna, tra i più noti il Pizzo Badile, il Pizzo Cengalo, il Monte Disgrazia, il massiccio del Bernina, l'Adamello e l'Ortles-Cevedale. Intorno a questi ultimi si estende il Parco Nazionale dello Stelvio, unico parco nazionale in territorio lombardo nel suo versante occidentale. Nella stagione invernale numerose sono le stazioni sciistiche, distribuite principalmente nelle provincie di Sondrio, Bergamo e Brescia. Tra le principali località turistiche di montagna, estive ed invernali, si ricordano:
Aprica, Bormio, Chiesa in Valmalenco, Livigno, Madesimo, Santa Caterina di Valfurva, Val Masino in provincia di Sondrio.
Castione della Presolana, Colere, Foppolo e Selvino in provincia di Bergamo.


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sabato 28 marzo 2015

IL MONTE ADAMELLO

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L'Adamello (in lombardo Adamèl) (3.554 m s.l.m.) è una montagna delle Alpi Retiche meridionali. Costituisce la vetta principale del gruppo omonimo.
Si trova in Val Camonica, Lombardia (Provincia di Brescia).

La vetta dell'Adamello fu vinta per la prima volta da un giovane alpinista boemo, Julius von Payer, assieme a una guida alpina della Val Rendena, Girolamo Botteri, il 16 settembre 1864, tre settimane dopo la conquista della vicina Cima Presanella da parte di un'altra spedizione alpinistica. La squadra che supportò i due primi salitori era composta, oltre a loro, dall'altra guida alpina Giovanni Caturani e da un portatore locale, Antonio Bertoldi. Partita l'8 settembre, la spedizione commise due errori, dovuti alla mancanza di orientamento, scambiando due vette secondarie (il Dosson di Genova, 3419 m, e il Corno Bianco, 3434 m) per la cima principale, conquistandole entrambe prima di affrontare la vera cima. La via di salita scelta da Payer, Botteri e Caturani è quella considerata ancora oggi come una delle più facili (anche se da allora molto è cambiato nella conformazione dei ghiacciai), partendo dalla Val Genova, sul versante trentino, e attraversando il Pian di Neve sino alle vette.

La prima ripetizione, sempre estiva, venne portata a termine, seguendo un percorso simile, da una squadra in gran parte di nazionalità britannica, composta dal londinese Douglas William Freshfield, dal celebre Francis Fox Tuckett, dagli alpinisti Fox e Backhouse, dalle guide svizzere Devouassoud e Michel, e per finire dal portatore Gutmann. Pur rischiando anch'essi di commettere errori nella scelta della via, arrivarono in vetta, il 3 luglio 1865, dichiarando di aver impiegato un tempo minore rispetto alla prima compiuta da Payer l'anno precedente.

Per salire alla cima principale dell'Adamello una vera e propria via normale non esiste, ovvero esiste un itinerario diverso a seconda della valle scelta come punto di partenza.
I primi salitori scelsero la Val Genova, attraverso i ghiacciai dell'Adamello, del Mandrone e del Pian di Neve. Questa è ancora una delle vie più frequentate per raggiungere la cima dal versante trentino, e, a parte l'obbligo di utilizzare l'attrezzatura da ghiacciaio e prestare attenzione alle insidie oggettive che il ghiaccio comporta, si tratta di una lunga e faticosa camminata, tecnicamente elementare.

Un'altra via abbastanza battuta è quella che dal Rifugio Giuseppe Garibaldi (2550 m) sale al Passo Brizio (3147 m) e da qui, seguendo i bordi del ghiacciaio, sale alla vetta del Monte Falcone (3456 m) che precede la cima principale.

La cima dell'Adamello si trova all'interno del territorio comunale di Saviore dell'Adamello, sebbene a pochi metri passi il confine con Edolo. Sulla cima è installata una piccola croce montata su un cavalletto che sorregge anche una campanella e, al di sotto, una piccola targa.


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