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sabato 16 maggio 2015

IL CANALE VILLORESI

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Eugenio Villoresi  nato a Monza nel 1810  e laureato in matematica  a Pavia, fin  dal suo primo impiego   ebbe modo di occuparsi di problemi di irrigazione in una azienda agricola.  La convinzione di poter migliorare la situazione di aridità dei terreni dell'alta pianura milanese, attingendo acqua dal lago Maggiore,  divenne lo scopo del suo lavoro e della sua vita.

Iniziò  la progettazione nel 1868 ed ottenne  la  concessione dal Ministero delle Finanze per derivare acqua dal Lago di Lugano e dal Lago Maggiore, attraverso i fiumi Tresa e Ticino e  costruire due canali per irrigazione,  per  navigazione dei barconi e per produrre forza motrice.

Per opposizione di proprietari terrieri venne presto  abbandonato il progetto  riguardante il lago di Lugano, mentre i lavori per derivare acqua dal lago Maggiore iniziarono nel 1877.

Eugenio Villoresi  morì  nel 1879  senza aver potuto portare a termine il canale.  Nel frattempo l'impegno finanziario sostenuto aveva ridotto drasticamente  il suo patrimonio e gli eredi furono costretti a cedere i diritti alla "Società Italiana per le Condotte d‘Acqua"  di Roma,  che portò a compimento l'opera  con inaugurazione del primo tratto nel 1884 e completamento nel 1891.

Il  Villoresi prende le acque dal fiume Ticino,  tramite la diga del Pan Perduto, nel comune di Somma Lombardo, in località Maddalena. ( bellissimo e tranquillo luogo) . Dopo aver percorso 86 chilometri, per la maggior parte nella provincia di Milano ma interessando anche le provincie di Varese e   Monza Brianza, si  immette nel fiume Adda   in comune di Cassano D'Adda.

Già nel 1150 si era  iniziata la costruzione di un canale che avrebbe dovuto portare le acqua  del lago Maggiore fino a Milano.  Ma l'onerosità dell'opera  e alcuni errori di progettazione costrinsero ad abbandonare i lavori già iniziati  (esiste ancora parte dello scavo nei boschi di Vizzola Ticino). Da qui il nome "Pan Perduto", ossia fatiche al vento - soldi sprecati.

Il Canale Villoresi permette la distribuzione finale delle acque su un territorio di circa 60.000 ettari. La rete irrigua è costituita da 22 canali derivatori per una lunghezza di 120 km. e da 270 canali diramatori per oltre 800 Km. (canali secondari e terziari).

Il canale si sviluppa orizzontalmente da ovest verso est, nell'alta pianura di Milano. Il canale Villoresi è situato a nord del naviglio Martesana e fu completato nel 1890, in un'epoca successiva a quella del meno imponente naviglio della Martesana, (che ebbe nome dal Contado attraversato, ‘Navilio nostro de Martexana’), terminata nel suo primo tratto (dall’Adda alla Cassina de' Pomm dove incontrava il Seveso) nel 1471. Nel suo percorso il canale interseca, sovrappassando e talvolta cedendo parte delle sue acque, i numerosi corsi d'acqua minori della zona a nord di Milano. Essi sono il torrente Arno o Arnetta, il fiume Olona, il torrente Bozzente, il torrente Lura, il torrente Guisa, il torrente Nirone, il torrente Cisnara, il torrente Lombra, il torrente Garbogera, il fiume Seveso il fiume Lambro, il torrente Molgora, il torrente Trobbia, il rio Vallone ed il naviglio della Martesana. Dal Seveso all'Adda lambisce i comuni che fanno da confine sud della Brianza. A Monza il canale dà il nome all'omonimo Parco creato nel luglio 2010, oltre che al Parco del Grugnotorto-Villoresi tra i comuni di Paderno Dugnano e Cinisello Balsamo.

Sul canale Villoresi ha competenza il Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi.

I lavori di realizzazione cominciarono nel 1877 e vennero completati nel 1890. Nonostante l'irrigazione fosse lo scopo principale dell'opera, la costruzione di alcune conche di navigazione lo rese parzialmente accessibile a barconi per il trasporto di sabbia.

Il canale si estende per 86 km e irriga un bacino di 85.000 ettari; attraverso 120 bocche e rami secondari, estesi per circa 130 km, che diventano 1400 se si considerano anche i canali di terza grandezza.

Negli ultimi anni è in progetto e parzialmente in corso di attuazione una sorta di parco sovraccomunale ad indirizzo agricolo e naturalistico, lungo le rive del canale, contornate da boschi e campi coltivati; lo scopo del parco sarà quello di preservare flora, fauna ed attività agricole dipendenti dal corso d'acqua artificiale. Attualmente però esiste solamente in alcuni tratti, come tra Arconate e Garbagnate Milanese, una pista ciclabile che, quando sarà ultimata, rappresenterà la spina dorsale dell'intera cintura di verde che attraverserà da ovest ad est le province di Milano e Monza-Brianza.

Il canale Villoresi ha una ricchissima fauna ittica che comprende grandi quantità di scardole, persici reali, triotti, alborelle, barbi italici e barbi canini, tinche, carpe, lucci, lucioperca, bottatrici, cavedani, pesci gatto, Storioni cobici, cagnette e ghiozzi padani, la quasi totalità dei quali si riversano dal fiume Ticino.

Ogni anno, durante i periodi autunnali ed invernali di asciutta del canale Villoresi, avviene una raccolta preventiva delle specie ittiche rimaste intrappolate nel canale che non potrebbero altrimenti sopravvivere.
 
I percorsi delle piste ciclabili, privi di difficoltà, percorribili da tutti e certamente d’interesse, rientrano nelle prospettive di valorizzazione delle alzaie dei corsi d’acqua da sempre auspicate dai cicloturisti; è inoltre da considerarsi una via di collegamento veloce  tra i vari Comuni bagnati dal canale.
Il percorso verso il Ticino ha un interesse prevalentemente connesso al paesaggio agricolo spesso intatto del nord-ovest milanese, il canale costruito ai lati dei piccoli borghi  presenti, consente con brevi deviazioni il raggiungimento dei centri storici di quelle che ora sono piccole cittadine non prive di interesse.
Il percorso verso l' Adda è certamente più urbanizzato ma permette di raggiungere Monza centro o il parco di Villa Reale, con tranquillità e lontano dal traffico, suggestive le cascatelle che si incontrano attraversando la città.




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venerdì 6 marzo 2015

ADDA

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L'Adda (Ada in lingua lombarda, genere femminile) è un fiume dell'Italia settentrionale, il cui corso è interamente compreso nella Regione Lombardia. Il suo nome deriva dal celtico, lingua delle antiche popolazioni locali, e significa "acqua corrente".

È il più lungo affluente del Po e con un percorso che si sviluppa per 313 km è il quarto fiume italiano per lunghezza dopo Po, Adige e Tevere e il sesto per ampiezza di bacino dopo Po, Tevere, Adige, Tanaro e Arno, limitatamente ai fiumi affluenti (cioè che non sfociano direttamente al mare, ma in un altro corso d'acqua) è quello che vanta la maggior lunghezza nella penisola.

Nella gerarchia degli affluenti del Po si distingue oltre che per la sua lunghezza anche per il suo apporto di acque, in quanto secondo per portata media alla foce (dopo il Ticino). Attraversa le Province di Sondrio, Como, Lecco, Bergamo, Milano, Monza e Brianza, Cremona e Lodi; le sue acque irrigano anche una piccola porzione della provincia di Pavia. Entra nel Po nella località Brevia del comune di Castelnuovo Bocca d'Adda, in provincia di Lodi.

L'Adda nasce dal monte Alpisella nelle Alpi Retiche. Dopo aver disceso la Valle di Fraele giunge nel comune di Bormio, ove raccoglie le acque del torrente Frodolfo, prosegue lambendo anche la parte sud della città di Sondrio attraversando l'intera Valtellina, successivamente si immette presso Colico (Lecco) nel lago di Como. Il tratto di fiume che attraversa il Pian di Spagna per immettersi nel Lago di Como è stato rettificato su volere dell'Imperial Regio governo Austriaco nel 1838 ad opera dell'ingegnere e architetto Giuseppe Cusi.

Le sue acque, dopo aver alimentato questo bacino lacustre, escono come suo emissario dall'estremità meridionale del Lario, nei pressi di Lecco, dove formano i piccoli bacini naturali di Garlate e di Olginate, (da qui fino a dove riceve il Villoresi fa da confine est della Brianza), prima di questi si incontra una piccola isola fluviale denominata Viscontea. Dopo aver attraversato il territorio del Meratese si dirige quindi verso Sud ricevendo il fiume Brembo presso Canonica d'Adda (Bergamo).

Nei dintorni di Fara Gera d'Adda (Bergamo) sbocca nella Pianura Padana e versa la maggior parte delle proprie acque nel canale della Muzza, che riacquisterà a Castiglione d'Adda (Lodi). Da Cassano piega in direzione Sud-Est e perde altre acque in favore del canale Vacchelli a Merlino (Lodi), attraversa la città di Lodi, per poi accogliere le acque del fiume Serio presso Montodine (Cremona). Subito dopo attraversa Pizzighettone (CR) e confluisce nel fiume Po presso Castelnuovo Bocca d'Adda (Lodi) a circa 36 m s.l.m., tra Piacenza e Cremona.

Il regime dell'Adda è di tipo alpino e viene modulato naturalmente dal Lago di Como, di cui è contemporaneamente immissario ed emissario. Il modulo medio annuo presso la foce nel Po è notevole in quanto pari a circa 190 m³/s. La portata minima del fiume tuttavia nei periodi di forte siccità (come ad esempio nell'estate 2003) può scendere anche notevolmente toccando valori di 18 m³/s, mentre quella massima può anche superare i 1.000 m³/s. Tale regime tuttavia è ampiamente modificato da indigamenti costruiti a scopo di sfruttamento idroelettrico, presenti soprattutto nella zona montana, ma anche nel basso corso (Pizzighettone). Non mancano eventi di piena eccezionali: nel novembre 2002 ad esempio forti piogge hanno ingrossato pesantemente il fiume all'uscita dal lago di Como e soprattutto il suo affluente Brembo causando così una violenta piena di 2.500 m³/s che ha sommerso in parte la città di Lodi.

Dopo le Ere glaciali, i mutamenti climatici hanno consentito la formazione di foreste, che ricoprivano anche la zona planiziale, nella Pianura Padana. A partire dal Basso Medioevo questi grandi boschi sono stati via via ridotti, fino a scomparire quasi del tutto nella zona di pianura. Lungo il corso inferiore del fiume esistono due parchi naturali, istituiti il 16 settembre 1983:

Parco Adda Nord, che si estende in lunghezza per 54 km, da Lecco - punto in cui l'Adda lascia il Lago di Como - a Truccazzano (Milano);
Parco Adda Sud, che si estende per 60 km, da Rivolta d'Adda (CR) a Castelnuovo Bocca d'Adda (LO).
La flora presente in questi tratti del fiume è rappresentata da varie specie vegetali: coltivate, come il pioppo bianco (Populus alba) ed il trifoglio comune (Trifolium pratense); selvatiche, come l'acero campestre (Acer campestre), il campanellino estivo (Leucoium aestivum), l'equiseto (Equisetum arvense), l'olmo campestre (Ulmus minor), l'ontano nero (Alnus glutinosa), la quercia farnia (Quercus robur), il salice bianco e grigio (Salix alba e cinerea), il Salicone (Salix caprea), il sambuco nero (Sambucus nigra), il sanguinello (Cornus sanguinea), le tife (Typha latifolia).

Altrettanto diversificata la fauna selvatica: l'airone cinerino (Ardea cinerea), il biacco (Coluber viridiflavus), il colombaccio (Columba palumbus), il cuculo (Cuculus canorus), la donnola (Mustela nivalis), la garzetta (Egretta garzetta), il gruccione (Merops apiaster), la lepre (Lepus europaeus), la natrice dal collare e tassellata (Natrix natrix e tessellata), la nitticora (Nycticorax nycticorax), l'orbettino (Anguis fragilis), il picchio rosso maggiore (Dendrocopos major), la poiana (Buteo buteo), la rana temporaria (Rana temporaria), il ramarro (Lacerta viridis), il tasso (Meles meles), il tritone comune (Triturus vulgaris). Nelle zone adiacenti Rivolta d'Adda e Camairago (Lodi) vi sono boschi protetti e circoscritti in cui vivono animali come il cinghiale (Sus scrofa) ed il daino (Dama dama).


Dei monumenti presenti lungo le sponde dell'Adda sono da ricordare il Forte di Fuentes (Colico), la fortezza di Trezzo sull'Adda e la città murata di Pizzighettone, imponenti esempi di architettura militare che rievocano i periodi in cui il fiume rappresentava una barriera anche militare. Il corso del fiume già sul nascere attraversa la zona montuosa dell'Alta Valtellina immersa nel Parco Nazionale dello Stelvio fino al raggiungimento dell'antico Contado di Bormio, vi sono poi altri parchi naturalistici, come quelli di Rivolta d'Adda, Zelo Buon Persico (Lodi) e Camairago. Interessante pure il cosiddetto «Traghetto di Leonardo», che collega Imbersago (Lecco) a Villa d'Adda (Bergamo), fedele ricostruzione di un progetto ideato da Leonardo da Vinci. Da ricordare anche il Ponte di Paderno, lungo 226 m ed alto 80 sopra il livello del fiume, formato da un'unica campata in ferro.

Già sotto il dominio longobardo, tale fiume era confine tra Neustria ed Austria. Dalla fine del Trecento alla fine del Settecento divise (a parte temporanee conquiste) il Ducato di Milano dalla Repubblica di Venezia, sino all'occupazione napoleonica. Interessante è il capitolo di intensa poeticità de "I promessi sposi" in cui il Manzoni descrive il tentativo di Renzo di raggiungere Bergamo per fuggire dal Ducato di Milano (nel quale era ricercato) alla Repubblica di Venezia.

Attualmente il corso dell'Adda segna approssimativamente il confine linguistico tra i dialetti lombardo-occidentali e lombardo-orientali.

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