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giovedì 5 marzo 2015

PONTI SUL TICINO : IL PONTE DI FERRO

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Il ponte di ferro collega la Lombardia (Tornavento) e il Piemonte (Oleggio).

Per molti secoli il passaggio del Ticino a Tornavento era stato effettuato tramite il "porto natante", costituito da due barconi accostati, congiunti da un soprastante palco di legno. Essi si muovevano da una sponda all'altra, agganciati ad una fune tesa attraverso il Ticino, con l'opportuna manovra di un lungo timone che sfruttava lo scorrere dell'acqua del fiume.

Nell'Ottocento tale modalità di transito andò sempre più mostrando la sua insufficienza e la sua precarietà, soprattutto a seguito delle piene straordinarie del 1868 e del 1872: si ricordi che l'attività del "porto" veniva sospesa durante le "burrasche" (piene) del fiume.

Fu cosi che, a partire dal 1874, si comincià a pensare alla sua sostituzione con un ponte che assicurasse in modo stabile i collegamenti tra le due sponde, ed in particolare tra Oleggio, Gallarate e Busto Arsizio. Risulta da documenti d'archivio che già nel 1882 l'ing. Vincenzo Soldati, torinese, aveva presentato un suo progetto di ponte in ferro, secondo i nuovi indirizzi circa i materiali utilizzati nella costruzione di simili strutture.

A seguito dei rilievi mossi dalla commissione incaricata di vagliare il progetto, l'ing. Soldati nel giugno del 1886 provvide alla sua modifica, proponendo la costruzione di un ponte in ferro con "strutture a travate metalliche posizionate su piedritti in muratura, definenti luci di 60 metri" per un doppio transito: via carreggiabile al piano inferiore, via ferroviaria al piano superiore, quest'ultima mai realizzata.
Realizzato negli anni 1887 – 1889 dalla ditta Invitti di Milano, è un ponte in
acciaio a travata reticolare, a via di corsa inferiore, composta mediante chiodatura
di profili angolari ad “L” e lamiere. La struttura costituisce una preziosa
testimonianza di “archeologia industriale” e rappresenta un esempio di quella
radicale innovazione nella tecnica costruttiva dei ponti che, a partire dalla seconda
metà dell’ottocento, fu resa possibile dall’impiego del ferro. E’ l’espressione di
un’epoca, come la torre Eiffel (1889) di Parigi e la statua della Libertà di New
York (1886).
Ha una lunghezza di poco inferiore ai 190 m suddivisa in tre luci uguali, una
larghezza utile di 5,30 m ed una altezza utile di 4,20 m. Il suo stato di
conservazione è precario per la presenza di numerosi ristagni d’acqua.

Il ponte avrebbe dovuto essere ultimato entro il giugno 1889.
I lavori procedettero come previsto, cosicché nell'agosto del 1889 la commissione poteva rilevare che "i lavori di costruzione del Ponte sono ultimati". Eseguite con esito positivo le prove di resistenza della travata metallica, nell'ottobre del 1889 il ponte risultava già aperto al transito, anche se ancora non era avvenuta l'inaugurazione ufficiale.

Oggi esso si presenta con le seguenti misure:

lunghezza complessiva della travata m. 187,50;
altezza m. 6,15;
larghezza m. 6,95 (m. 9 comprendendo anche le passerelle pedonali);
sezione utile all'imboccatura m. 5,33 di larghezza e m. 4,42 di altezza;
le pile sono larghe m. 2,50, lunghe m. 10,50, alte poco più di 6 m.
Il ponte di Oleggio inoltre costituisce una preziosa testimonianza di "archeologia industriale", dopo la distruzione durante la 2° Guerra mondiale dei ponti in ferro di Sesto Calende (1882) e di Turbigo (1887). Esso è un esempio di quella radicale innovazione a partire dalla 2° meta dell'ottocento nella tecnica costruttiva dei ponti, resa possibile dall'impiego del ferro.

I ponti a travate reticolari, come gli attuali ponti di Sesto Calende e Turbigo, di altezza costante, costituiti da aste rettilinee, delle quali le più lunghe sono tese e le più corte compresse, costituiscono una soluzione intermedia tra i ponti ad arco e quelli sospesi.

La struttura del ponte di Oleggio però era ancora diversa: si tratta di una travata a graticcio, derivante dalla tecnologia tradizionale dei ponti in legno statunitensi e perciò detta all'"americana", determinata dalla sovrapposizione di più reticoli (8 in questo caso).

Il ponte di Oleggio non possiede certamente né lo slancio delle grandi arcate, né la razionalità delle campate sospese. Esso ha tuttavia il pregio di essere un oggetto semplice, un parallelepipedo collocato nella natura, senza mimetismi, con una dichiarata artificialità che è anche L'espressione del clima culturale di un'epoca nella quale lo sviluppo tecnologico conferì all'uomo, per la prima volta nella storia, la capacità (o per meglio dire l'illusione) di dominare la natura".


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martedì 24 febbraio 2015

STUDIARE A MILANO - IL POLITECNICO -


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 Il Politecnico di Milano (abbreviato PoliMi) è un'università statale italiana a carattere scientifico-tecnologico, fondata il 29 novembre 1863 a Milano con il nome di "Regio Istituto Tecnico superiore". I suoi campi di studio e ricerca scientifica comprendono l'ingegneria, l'architettura e il design. Il Politecnico rilascia i titoli accademici di laurea, laurea magistrale (ex laurea specialistica) e dottorato di ricerca ed è sede di diversi corsi di dottorato di ricerca e master universitari. L'Università conta circa 41560 studenti iscritti, di cui 900 allievi di dottorato.

« Voi darete all'Italia Ingegneri, Architetti »
(sen. Carlo Matteucci)
Il Politecnico, fondato il 29 novembre 1863 per l'impulso fornito dalla Società di incoraggiamento di arti e mestieri, è il più antico ateneo di Milano (la Statale è del 1923). Originariamente denominato "Istituto Tecnico Superiore", aveva la sua prima sede, con 36 studenti, nel Collegio Elvetico e alla sua guida fu nominato il matematico Francesco Brioschi. Inizialmente offriva solo un corso di ingegneria. Alla fondazione contribuirono le amministrazioni locali (Comune e Provincia di Milano), la Camera di Commercio, la Cassa di Risparmio delle Province Lombarde, associazioni culturali e imprenditori. I suoi primi 25 laureati risalgono al 1865. Nello stesso anno viene anche attivato per la prima volta il corso di architettura presso il Politecnico. La sede venne trasferita, nel 1866, al palazzo della Canonica in piazza Cavour. Successivamente, nel 1913, venne stipulata una convenzione tra lo Stato, il Comune e la Camera di Commercio di Milano, con il concorso della Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, per decentrare e accorpare in un unico luogo gli istituti di istruzione superiore sparsi per la città. La scelta dell'ubicazione cadde sull'area periferica delle Cascine Doppie, ossia l'odierna Città Studi.

Nel 1915 fu posata la prima pietra del nuovo complesso, che verrà attivato ufficialmente nel 1927: il nuovo polo di piazza Leonardo Da Vinci in Città Studi divenne sede dell'ateneo, all'epoca Regio Politecnico di Milano. Pochi anni dopo, nel 1933, il Politecnico si suddivide in due distinte facoltà: ingegneria e architettura. Nel 1953 inaugura inoltre il primo centro di calcolo dell'Europa continentale, grazie all'impulso di Gino Cassinis ed Ercole Bottani. Non mancano i riconoscimenti: pochi anni dopo, nel 1963, Giulio Natta, professore ordinario di Chimica industriale, viene insignito del Premio Nobel per i suoi studi sulle materie plastiche. Un anno dopo viene realizzata la nuova sede di via Bonardi per la Facoltà di Architettura. Nel 1977 viene messo in orbita il satellite Sirio, sviluppato dal Politecnico in collaborazione con Telespazio, Compagnia Industriale Aerospaziale e Telettra. Nel 1989 vengono inaugurate le nuove sedi nel quartiere milanese di Bovisa e nelle città di Como e Lecco. Si avvia la strategia del Politecnico a rete che vedrà l'Ateneo aprire sedi anche a Cremona (1991), Mantova (1994) e Piacenza (1997). Nel 2002 viene creata la Fondazione Politecnico. Tra i principali obiettivi vi è il coinvolgimento delle imprese e le strutture pubbliche nell'università. Nel 2004 viene fondata, in collaborazione con il Politecnico di Torino, l'Alta Scuola Politecnica. L'8 aprile 2011 un team di studenti del corso di Ingegneria Gestionale ha vinto a Omaha in Nebraska (Stati Uniti) la finale mondiale della Global Investment Research Challenge tra 500 università di tutto il mondo, una competizione con finalità formative organizzata da CFA Institute, affermata associazione di professionisti della finanza.

A partire dall'anno accademico 2014/2015 le lauree magistrali si tengono esclusivamente in lingua inglese, e il Politecnico diventa così, non senza polemiche, la prima università italiana ad eliminare la lingua italiana da tutti i corsi di laurea magistrale.

Complessivamente il Politecnico può contare su cinque sedi distaccate nel territorio della Lombardia e una in Emilia-Romagna.

La sede centrale si trova a Milano in piazza Leonardo da Vinci (zona Città Studi), dove si trova il Campus Leonardo. La seconda sede milanese è presso il campus Bovisa, nell'omonimo quartiere (via La Masa e Via Lambruschini per ingegneria e via Durando per architettura e design.

Nel 2013 il Politecnico di Milano si è piazzato al 28º posto tra le migliori università nel mondo in ingegneria e informatica (Engineering and Information Technology) nel QS World University Rankings della Quacquarelli Symonds Limited, agenzia specializzata in istruzione superiore che collabora con la Times Higher Education, risultando la 230ª università mondiale oltre a essere la prima e unica università tecnica italiana tra le prime 30 del mondo. Il Politecnico si è inoltre piazzato al 75º posto nella Green Metric World University Ranking 2011, la classifica mondiale delle università più eco-sostenibili redatta dall'Università d'Indonesia, risultando così la prima università italiana. Secondo il rapporto SIR 2013, il Politecnico di Milano riporta un fattore d'impatto normalizzato di tutta la ricerca prodotta tra il 2007 e il 2011, pari a 1,42 (1,4 per la Statale di Milano e 2,03 per il Politecnico di Bari, valore più alto fra i centri di ricerca pubblici in Italia).
A livello italiano, il Politecnico di Milano ha ottenuto degli ottimi risultati in molte classifiche redatte dai maggiori quotidiani nazionali, come quella de Il Sole 24 ORE in cui nel 2012 risulta primo con 856 punti su 1000.

Il logo del Politecnico di Milano riprende un particolare dell'affresco vaticano di Raffaello, La scuola di Atene, che ritrae Euclide (con i tratti del Bramante) circondato da alcuni allievi, mentre illustra loro un teorema con l'ausilio di un compasso. L'ultima versione è del 2000, riprende i tratti dei loghi precedenti in modo stilizzato. La scritta Politecnico di Milano è realizzata con il carattere Futura.



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