domenica 8 marzo 2015

LA VAL BREMBANA

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La Val Brembana (àl Brembàna in dialetto bergamasco) si trova in provincia di Bergamo e deve il suo nome al fiume Brembo dal quale è attraversata.

Il nome Valle Brembana è comparso per la prima volta nel 1213.

Nel secolo successivo, più precisamente nel 1331, la valle passa sotto la Signoria dei Visconti, che le permettono di mantenere una certa autonomia, tutelata dallo Statuto della Val Brembana. Ben presto però si scatenano numerose carestie ed epidemie che portano la valle ad una crisi economica, aggravata anche dalle lotte sociali tra Guelfi e Ghibellini che sfociano in incendi, violenze e devastazioni. Dopo i Visconti la valle passò sotto il dominio della Repubblica di Venezia che la mantenne autonoma rispetto al resto della provincia e della città di Bergamo, ma la divise in due "settori": la Valle Brembana Superiore, con capoluogo Serina, e la Valle Brembana Oltre La Goggia, con capoluogo Piazza Brembana.
In questo periodo molti abitanti della valle migrarono in cerca di fortuna verso i territori nei dintorni della città di Venezia: alcuni si arricchirono adattandosi a lavori di fatica, ma molti si affermarono come artisti, commercianti e imprenditori.

La prima rappresentazione cartografica della valle Brembana si deve a Leonardo da Vinci, e fu tracciata probabilmente intorno al 1509, forse su richiesta del re di Francia allora in guerra contro la Serenissima.

Nella seconda metà del Settecento la Serenissima perse la sua importanza nell'Italia settentrionale e questo declino ebbe pesanti riflessi anche sull'economia della Valle, caratterizzata da questo momento da un'estrema povertà che si protrasse fino alla successiva dominazione francese (1797-1815) e austriaca (1815-1859).

Un aspetto positivo legato alla presenza sul territorio degli Asburgo fu il miglioramento della struttura della viabilità della valle, e tutti i paesi furono collegati con strade carrozzabili.

Successivamente, al momento dell'Unità d'Italia, l'economia della valle continuò ad essere arretrata e l'industria cominciò a diffondersi solamente a partire dal 1907, quando a San Giovanni Bianco arrivò la Ferrovia della Valle Brembana.

Le prime industrie importanti che vi sorsero erano la San Pellegrino, la Cartiera Cima, la Manifattura Val Brembana e l'industria del cemento. Questo fu anche il periodo d'oro del centro di San Pellegrino, che diventò un rinomato centro termale.

L'Iliade brembana è uno scritto del 1882 di Antonio Stoppani, scrittore e scienziato, per sostenere la fattibilità e la necessità di canalizzare le acque del Brembo per rifornire di acqua potabile Milano. La cosa fu a lungo contesa e dibattuta tra Bergamo e Milano a suon di tesi, perizie e controperizie finché il 22 gennaio 1891 ad Almè il Genio Civile misurò una portata di massima magra di 5500 litri, quantità insufficiente persino per far funzionare gli opifici. La cosa chiuse definitivamente la questione.

Paesaggisticamente, la Valle presenta aspetti mutevoli e disparati, anche impervi, che dipendono da variazioni altimetriche ma anche dal differente livello di urbanizzazione.

I connotati ambientali del fondovalle sono compromessi da un'urbanizzazione accentuata e diffusa; molte aree presentano effetti di degradazione ambientale e di riduzione dell'attività agricola. Superato il fondovalle ci si immerge nel paesaggio pre-alpino, dove si rilevano borghi tradizionali caratteristici e paesaggi conservati; appena superati paesi come Villa d'Almè, ci si lascia alle spalle il paesaggio di tipo pedemontano e si passa a un ambiente montano.

La Valle Brembana è limitata a nord dalla catena delle Alpi Orobie (dalle quali sorge anche lo stesso fiume Brembo), dal Pizzo del Diavolo di Tenda, che segna il confine più settentrionale con la Valle Seriana, e dal Pizzo Tre Signori, che segna invece il confine tra le province di Bergamo, di Sondrio e di Lecco. La Valle Seriana marca il confine orientale della Valle Brembana, mentre quello ovest è segnato dalla Valle Imagna.

A sud la Valle Brembana termina nella pianura pedemontana attorno a Bergamo. Il fiume Brembo continua a scorrere fino a gettarsi nel fiume Adda, a sua volta affluente del fiume Po.


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