Quarto Oggiaro (Quart Ogiée in milanese, pr. Quart Ugié) è un quartiere di Milano situato a nord-ovest della città, facente parte della zona 8.
Il nome di Quarto Oggiaro deriva da Quarto Uglerio: la parola Quarto fa palesemente riferimento alla distanza di quattro miglia romane dal centro di Milano, mentre la seconda parte del toponimo, Uglerio, potrebbe invece essere quello di una persona che fu rilevante nella zona, in tempi non documentati.
Nell'odierna suddivisione delle statistiche per il calcolo della popolazione, si ritiene l'asse Via Eritrea - Via Lessona come la via di demarcazione tra Quarto Oggiaro e Vialba, di fatto i numeri pari di queste vie appartengono a Quarto Oggiaro e i numeri dispari al quartiere Vialba. Il nucleo originario di Quarto Oggiaro giace lungo l'asse di Via Aldini dalla parte del quartiere ora ritenuto Vialba. Nulla vieta di riferirsi a quella parte e fino al confine con la Villa Scheibler con il nome originario, Quarto Oggiaro.
Villa Scheibler, l'antica dimora di caccia con il suo Parco, si trova anche storicamente in Vialba. La relazione tra i due quartieri è molto forte: entrambi si estendono dal ponte di Via Palizzi fino all'estrema periferia nord-ovest di Milano. La parte di Vialba confinante con Quarto Oggiaro ha avuto lo stesso piano di sviluppo urbanistico di edilizia popolare e spesso viene ritenuto come parte integrante di Quarto Oggiaro. I vecchi borghi divenuti quartieri con agglomerati urbani continui sono solo parzialmente distinguibili, la divisione tra aree è spesso assente e il confine virtuale tra le vecchie zone diventa di frequente la mezzaria di una via di grandi dimensioni.
Un tempo comunità autonoma, divenne la frazione orientale del Comune di Musocco in seguito alle riforme amministrative volute dall'imperatrice Maria Teresa negli anni Cinquanta del Settecento. La trasformazione da Uglerio a Oggiaro è riscontrabile sulle mappe del 1872.
A partire dal 1757 Quarto Oggiaro, o Quarto Uglerio, faceva parte del comune di Musocco ed era un gruppo di case e cascine intorno alla Villa Caimi-Finoli, una villa patrizia collegata alla più grande Villa Scheibler e alla chiesa dei Santi Nazaro e Celso costruita alla fine del Settecento. Lo sviluppo era attorno all'attuale Via Aldini.
Il comune di Musocco di cui Quarto Oggiaro faceva parte così come l'adiacente località di Vialba rimase autonomo fino al 1923, quando fu incluso in Milano.
Sul finire degli anni quaranta si sviluppò una grande immigrazione dal Sud verso i grandi centri industriali del Nord in cerca di lavoro e le aree di Milano incolte, come quella di Quarto Oggiaro, divennero il luogo per soddisfare il grande incremento demografico della città.
Quarto Oggiaro, come lo vediamo oggi, nacque negli anni cinquanta: nel 1954 furono realizzate le prime case popolari, e grazie agli sviluppi seguenti, in breve tempo questa zona divenne uno dei più grandi quartieri di edilizia popolare di Milano. Il quartiere si è ampliato attraverso una serie di lotti di costruzioni, soprattutto negli anni sessanta, diventando un grande quartiere-dormitorio; occorsero molti anni prima che gli abitanti della zona potessero godere dei servizi essenziali. Il quartiere ha sempre ospitato numerosi immigrati, prima dalle regioni meridionali, successivamente extracomunitari.
Il quartiere con il modello urbanistico pianificato di sole case popolari, i problemi connessi al tentativo di integrazione sociale e economico dei suoi nuovi abitanti nella città, la gestione dello spaccio della droga da parte di alcune famiglie anche con fatti di sangue, lo ha fatto più volte balzare agli onori della cronaca come un ambiente di difficile vivibilità, dimenticando talvolta gli immensi sforzi compiuti dagli abitanti e dalle associazioni per una sostenibilità sociale e ambientale del quartiere. Le immagini dei caseggiati e casermoni di Via Pascarella, Via De Pisis sono state prese dai media come simbolo dello sviluppo urbanistico e sociale di Milano degli anni 50 e 60. Commercialmente la zona si sviluppa in Via De Roberto con numerosi negozi, in Via Fratelli Antona Traversi con il Mercato Comunale e intorno all'incrocio Via Lessona - Via Amoretti.
Diversa la sorte della parte sud del quartiere, al confine con il quartiere Villapizzone: la vicinanza con la ferrovia dello stato e la Stazione di Milano Certosa rese l'area sfruttabile dal punto di vista industriale. L'azienda di carburanti Fina acquistò l'area nel 1926 facendone un grande deposito di stoccaggio per gli oli, trasportabili attraverso la ferrovia.
Nel processo di edificazione di Quarto Oggiaro è possibile distinguere diversi lotti di case con un unico costruttore e con un preciso progetto residenziale. Ogni progetto ha un nome:
Quartiere Gescal (Ex Ina Casa), il quartiere di Via Longarone, uno dei più grandi esempi di costruzione di case popolari, nel quale si è tentato di creare un piccolo paese autonomo sul modello dell'urbanistica popolare inglese. Questo quartiere è chiamato anche Vialba II
Quartiere IACP "Quarto Oggiaro" - Le case di Via Amoretti, Capuana e Pascarella
Quartiere Aldini I - Le case di Via Concilio Vaticano II
Quartiere Aldini II - Le case di Via Graf e De Pisis
Torri di Via Lessona - Le torri di Via De Roberto
Più di 50 anni sono passati dalla nascita di Quarto Oggiaro moderno e le generazioni di immigrati sono diventate di seconda e terza generazione o sostituite dall'immigrazione straniera. L'integrazione con la città ormai è avvenuta da anni, i problemi sociali ed economici sono gli stessi della città; nonostante questo Quarto Oggiaro continua ad avere una sua identità di quartiere propria, per la sua collocazione periferica e chiusa dal recinto di ferrovie e per il piano urbanistico iniziale che lo ha fatto nascere.
L'Associazione Quarto Oggiaro Vivibile, presente sin dagli anni 80, gestisce il prato compreso tra il parco dei Villa Scheibler e l'odierna Via Invernizio dalla parte del nucleo originario di Quarto Oggiaro; fino agli anni 70 il prato ospitava un campo nomadi. Il verde è stato attrezzato di un campo giochi, campi di basket, un campo di calcio regolamentare e uno per l'allenamento. È un punto di ritrovo molto frequentato ed è stato un segnale importante per la rinascita del quartiere.
Le case di edilizia popolare all'interno del quartiere sono state tutte ristrutturate, è stata creata un'isola pedonale nel 2008 in Via De Roberto all'altezza della chiesa di Santa Lucia. La Cava Cabassi ai margini del quartiere lungo la ferrovia Nord è stata chiusa nel 1997 e l'area risistemata è diventata il parco Simoni, con superficie circa 20.000 m².
L'opera più rilevante riguarda senz'altro la parte sud del quartiere nell'area della ex raffineria Fina e lungo la vecchia Via Castellamare con i suoi campi in parte coltivati ad orti e in parte incolti. La società EuroMilano, con progetto affidato alla designer inglese Diana Amstrong Bell, tra la fine degli anni 90 e l'inizio degli anni 2000, ha bonificato un'area di oltre 450.000 m², creando un nuovo quartiere residenziale di pregio. Il nuovo quartiere si affaccia sulla Via Eritrea con 6 torri di 15 piani mentre le palazzine più basse sono all'interno, nella Via Perini, per un totale di 1500 residenze. Quasi metà dell'area, 200.000 m², è diventata il Parco Verga che dai binari della Ferrovia dello Stato raggiunge le case, fino ad arrivare alla Via Chiasserini. Il parco è un vero polmone verde e l'opera nel suo complesso è un simbolo di modernità, integrazione con l'ambiente oltre ad essere un bel biglietto da visita per il quartiere.
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