mercoledì 24 giugno 2015

BRUNATE



Noto come “il balcone delle Prealpi”, il piccolo borgo di Brunate è situato a 716 metri di altitudine, su un altopiano boscoso presso Como. Grazie alla posizione panoramica e alla quota relativamente alta in cui si trova, Brunate divenne, nel Sette-Ottocento, uno dei maggiori centri di villeggiatura lombardi, tanto da essere riportata tra le più importanti stazioni turistiche d'Italia.
Le origini del toponimo "Brunate" sono alquanto incerte; vi sono a tal proposito tre possibili ipotesi:
per alcuni, Brunate deriva da Prunear, che significa "paese nato tra i pruni";
altri lo traggono dal termine celtico Brunear, che vuol dire "monte a oriente" (si veda anche il termine celtico Brig, che significa "altura", origine di toponimi di altre città come Brescia o Breno oppure della località Brè posta nel comune di Lugano (Svizzera): tutti questi luoghi hanno avuto origine su delle alture, proprio come Brunate);
secondo un'altra teoria, invece, Brunate deriva dal termine di origine germanica Brunnen, cioè "fonte"; questo probabilmente per le molte sorgenti che sgorgano nel territorio comunale.
Durante gli scavi a Brunate per la costruzione di una cantina in pieno centro storico (giugno 1895) e di una villa in via Pissarottino (3 febbraio 1909) sono stati ritrovati reperti che fanno pensare ad un insediamento di tribù celtiche fin dal VI secolo a.C. Nel centro storico furono rinvenute due fibule, due anelli a globetti, un braccialetto, un ciondolo ed un pezzo di catenella; in via Pissarottino invece un'urna cineraria, ciotole e bicchieri in terracotta, una fibula in bronzo, due anelli di bronzo ed una perla d'ambra forata.

Brunate ha origini lontanissime, probabilmente celtiche, con forti influenze etrusche (i reperti archeologici presenti al Museo Civico di Como e in quello di Grosseto dimostrano il forte legame con l’Etruria). Inoltre i reperti archeologici evidenziano una cultura celto-ligure del IV e V secolo a.C. e che Brunate era sede di vita organizzata. Dopo alcuni secoli nella sottostante pianura si cominciarono a costruire capanne, fino a che i Romani risanarono il suolo, fondando la città ed erigendo mura e torri. In quest’epoca Como divenne in effetti una delle più importanti città dell’impero anche grazie alla sua posizione strategica, che la rendeva centro delle strade che portavano in Germania. Nel Medioevo Brunate si costituì a Libero Comune (seconda metà del XII secolo) ma la sua indipendenza fu di breve durata, risultando nel 1240 di nuovo annessa a Como. Per circa mezzo secolo Brunate resta legato alle vicende di Como senza particolari eventi da menzionare se non la presenza del monastero di S.Andrea e della futura beata Maddalena Albrici. La beata Albrici si era fatta religiosa nel monastero di Sant'Andrea a Brunate. Quando ne divenne Badessa, attirando dietro il suo esempio numerose anime femminili, ella dette alla fondazione, con l'aiuto di Bianca, duchessa di Milano, la Regola degli Eremiti di Sant'Agostino, riformando il monastero di Sant'Andrea nel senso di una maggiore austerità di vita e di una più rigorosa povertà. Le donne di Brunate, si ridussero così, volontariamente, a tale evangelica povertà da essere costrette a mendicare per il proprio quotidiano sostentamento. La Badessa Maddalena fu la prima a dare l'esempio di umile questuante, benché ella fosse nata, nel 1409, nella famiglia di Nicola Albrici, massimo magistrato di Como a quel tempo. Maddalena Albrici non era nuova a questi episodi. Bambina, a Como, era stata profondamente commossa dallo spettacolo dell'indigenza dei propri concittadini durante una carestia. Con tutti i suoi mezzi - compreso quello del miracolo - aveva cercato di soccorrere e di consolare, e proprio in quella penosa occasione aveva preso la decisione di entrare in monastero. Nel Comasco e nell'intero Ducato milanese Maddalena Albrici fu una grande calamita di anime, che attirò affabilmente a sé, sul colle impervio di Brunate, simile a un mistico altare innalzato verso il cielo. Un altare sul quale ella per prima venne offerta come vittima, sofferente di una lunga e penosa malattia che la spense nel 1465, e la fece invocare e onorare come una Santa. Dai verbali delle visite pastorali si rileva che più avanti, nel 1716, Brunate aveva solo 164 abitanti, diventati 222 nel 1768. In poco più di un secolo sarebbero aumentati di 300 unità.

Con la colonizzazione della convalle comasca da parte dei Romani, Brunate cominciò a seguire le stesse sorti di Como. Nella seconda metà del XII secolo Brunate riuscì a costituirsi libero Comune, ma già nel 1240 ritornò sotto la giurisdizione di Como, entrando nella circoscrizione cittadina di "Porta Sala".

A cavallo tra Ottocento e Novecento, da piccolo insediamento rurale medievale Brunate diventa una famosa meta per le famiglie benestanti milanesi, raggiungendo il suo massimo splendore, simboleggiato dalla costruzione di un casinò, che verrà chiuso dopo la seconda guerra mondiale cedendo la licenza a Campione d'Italia.

Il flusso turistico verso Brunate, nonché l'arrivo in paese dell'alta borghesia milanese, venne reso possibile anche grazie alla costruzione, da parte delle Ferrovie Nord Milano, della linea ferroviaria Milano-Grandate, ultimata nel 1896. La linea si congiungeva al tratto Camerlata-Como già realizzato nel 1875. Alle ferrovie bisogna aggiungere l'apertura della Funicolare Como-Brunate nel 1894 e l'inaugurazione del primo tram a Como nel 1899, in occasione del centenario della pila di Volta.

Questo afflusso turistico continuò fino alla Seconda guerra mondiale, quando il paese, protetto contro possibili bombardamenti dalla vicinanza alla Svizzera, divenne meta di molti sfollati. Il 1º agosto 1943, Brunate perse la sua autonomia, diventando frazione di Como; ritornò Comune nel luglio 1947, a seguito di una petizione popolare.

A partire dal secondo Dopoguerra Brunate cominciò a vivere una fase di declino per quanto riguardava la sua peculiarità principale, vale a dire quella di essere una rinomata località turistica gli alberghi di Brunate hanno quasi tutti cessato l'attività. Il paese è passato da località di villeggiatura "d'élite" a luogo da turismo di massa stile "mordi e fuggi". Il visitatore tipico si limita alla visita del centro storico, del Faro Voltiano e dei panorami.

Il nome di Brunate è tornato recentemente alla ribalta nazionale con l'emissione, da parte del Sindaco, di un'ordinanza entrata in vigore il 1º marzo 2008 che vieta l'accesso sul territorio comunale dalle 7 alle 20 delle autovetture più larghe di 184 cm e con ruote dal diametro superiore ai 730 millimetri. Questa ordinanza, contestata da commercianti, albergatori e possessori di fuoristrada e monovolume, mira a escludere l'accesso a Brunate ai mezzi troppo ingombranti, causa la larghezza ridotta delle strade brunatesi. Per questo oggi, data anche la scarsità di parcheggi, il mezzo di trasporto più consigliato per accedere al "Balcone sulle Alpi" è ancora senza dubbio la Funicolare.
All’inizio del 1800 il paese era costituito da poche case e qualche villino, ma nella seconda metà del secolo Brunate era già diventato un luogo di villeggiatura, grazie al suo clima, alla sua posizione geografica e alle vedute panoramiche, specie nelle mezze stagioni e d’estate. Fino alla seconda metà dell'ottocento, Brunate era rimasto un piccolo paese di montagna, isolato dalla sottostante città, luogo ideale di romitaggio. Fu solo nel 1817, anno di dura carestia, che venne realizzata la mulattiera, chiamata via delle Scalette, che dalla città, passando per l'ex eremo cappuccino di S. Donato (costruito nel sec. XV e soppresso nel 1772), conduceva a Brunate. Quasi mezzo secolo più tardi, venne realizzata anche una carrozzabile, che contribui in maniera determinante a rompere l'isolamento di questo piccolo paese rurale. L'evento determinante, però, che trasformò radicalmente Brunate, elevandolo ad importante luogo di villeggiatura, fu la realizzazione della funicolare. Il capitale necessario venne raccolto nel 1891 e l'inaugurazione del servizio avvenne il 6 novembre 1894. Per compiere il percorso di 1074 metri, con un dislivello di circa 500 metri e con pendenza minima del 33% e massima del 55%, le prime carrozze impiegavano venti minuti (oggi lo stesso percorso viene coperto in circa 6 minuti). La funicolare non era stata però pensata come servizio di trasporto per gli abitanti di Brunate, ma come mezzo per incentivare il turismo. E infatti Brunate, tra la fine dell'Ottocento e i primi di questo secolo, vide un'intensa attività edilizia, finalizzata soprattutto alla costruzione di ville ed alberghi, che portarono a riorientare il paese, fino ad allora affacciato a mezzogiorno. Al contrario, le nuove dimore di villeggiatura cercarono lo stupendo panorama del lago e delle Alpi, verso occidente, tanto che Brunate venne ribattezzata col nome di "Balcone delle Alpi". La maggior parte di queste ville venne eretta in forme eclettiche o liberty, a cominciare dalla stessa piccola stazione di Como della funicolare, che ancora oggi accoglie il visitatore con la sua graziosa facciata da chalet di montagna. La stagione turistica di Brunate durò fino al secondo dopoguerra, anche se le avvisaglie del suo declino avevano cominciato a farsi sentire già diversi anni prima.
Giunti a Brunate si può godere di uno splendido panorama che abbraccia un ampio territorio, dalle alpi svizzere alla pianura lombarda e piemontese. Punti panoramici principali sono il Belvedere di via Pirotta, il piazzale Bonacossa e l’ampio sagrato della chiesa di S.Andrea, il Pissarottino, la rotonda di via Monterosa, la rotonda del parco Marenghi a S. Maurizio e il sovrastante Faro. Numerosi sono inoltre i monumenti d’interesse storico ed artistico (il Faro Voltiano, la parrocchiale, le ville) e molte e varie le possibili mete d’escursione. Fra gli itinerari ricordiamo la cosiddetta "dorsale del Triangolo Lariano", percorso in quota che collega pedonalmente Brunate con Bellagio.

Il paese è noto soprattutto per la presenza di numerose ville in stile eclettico e liberty, per essere collegato alla città di Como tramite una funicolare e per i numerosi punti panoramici da cui si può vedere l'intero arco alpino occidentale, la Pianura Padana e gli Appennini, caratteristica quest'ultima che l'ha reso noto come il "Balcone sulle Alpi". Una curiosità è che in paese vissero vari santi della Chiesa cattolica.

Il territorio comunale di Brunate si trova nelle Prealpi lombarde, in corrispondenza del vertice sud-ovest del cosiddetto Triangolo Lariano, ad un'altitudine compresa tra i 562 ed i 1027 metri (località CAO) sul livello del mare. Il paese di Brunate vero e proprio è situato ad una quota di 715 metri, addossato al crinale del monte Tre Croci, esposto sul versante sud della montagna. Il suolo su cui è costruita Brunate è di natura calcarea, ma la presenza di depositi glaciali morenici ha reso molto fertile il sito.
Poco più a valle del paese è presente un piccolo altopiano (la località Piani di Brunate), collegato al centro storico da una strada carrozzabile stretta e tortuosa inaugurata il 15 giugno 1935.
Il territorio è in prevalenza ricoperto da boschi; le specie più presenti di alberi sono aceri, frassini, pini, betulle, robinie, querce, castagni e faggi.
I corsi d'acqua sono pressoché assenti, ridotti a rigagnoli che non raggiungono una grossa portata nemmeno nei periodi di pioggia. Sono invece presenti numerose sorgenti: la più nota è la fonte Pissarottino, situata in fondo all'omonima via, in prossimità di uno dei principali punti panoramici del paese.

La chiesa parrocchiale di Brunate è dedicata al patrono Sant'Andrea Apostolo e si trova in piazza della Chiesa.
Le sue prime notizie risalgono al Trecento, insieme all'annesso monastero oggi demolito; ampliata da ultimo tra il 1914 ed il 1927 (da qui la presenza di due facciate), all'interno presenta affreschi dei Recchi (famiglia di pittori comaschi) realizzati alla fine del XVII secolo; nella volta sono raffigurati i patroni Sant'Andrea e San Maurizio, mentre nei medaglioni sottostanti si ammirano Sant'Ignazio di Loyola, San Michele Arcangelo, San Bartolomeo e la Beata Maddalena Albrici.

All'interno della chiesa, in una nicchia lungo il lato destro, c'è un altare dedicato a Maddalena Albrici (1390-1465), sotto il quale sono conservate le sue reliquie. Badessa dell'antico monastero di Sant'Andrea, fu beatificata l'11 dicembre 1907 da papa Pio X.
Nella chiesa è conservato inoltre un organo a canne costruito dai fratelli Prestinari di Magenta nel 1827 riutilizzando il materiale fonico di un precedente organo Serassi del 1774. Modificato nel corso del XX secolo, lo strumento, che ha 2 tastiere di 58 tasti ed una pedaliera piana di 27 note, è stato restaurato da Ilic Colzani nel 2005.

La chiesetta della Madonna di Pompei è in pieno centro storico, all'incrocio tra le vie P. e M. Monti e A. Manzoni.
La chiesa del Sacro Cuore di Gesù è immersa nel verde della località Piani di Brunate affiancata da un piccolo campanile (via ai Piani).
La chiesa di San Maurizio è posta nell'omonima località (via G. Scalini), presenta sulla facciata un affresco raffigurante il santo guerriero.
Il santuario di Santa Rita si trova in località CAO (via alle Colme).
Il centro storico di Brunate è caratterizzato da viuzze a scalinata che si arrampicano sul pendio e tagliate trasversalmente dalla via P. e M. Monti, strada principale del centro stesso.

In esso sono presenti antichi edifici, portali in pietra e diverse corti: le più importanti sono la corte del Castello, uno dei luoghi più antichi di Brunate, e la corte degli Ebrei, risalente al XIV secolo.
Appena usciti dalla corte degli Ebrei, in una piazzetta si trova la cosiddetta Cappelletta, piccola chiesa dedicata alla Madonna di Pompei.

Il Faro Voltiano è una torre ottagonale alta 29 metri eretta nel 1927 sulla vetta del Monte Tre Croci (località San Maurizio) in occasione del centenario della morte di Alessandro Volta. Nella volta centrale del faro fu collocato un busto del fisico comasco, rappresentato in età avanzata, donato dai postelegrafonici. Il faro fu inaugurato l'8 settembre 1927 con l'intervento dell'allora Ministro delle Comunicazioni, Costanzo Ciano. Progettato dall'ingegnere Gabriele Giussani, ha al suo interno una scala a chiocciola di 143 gradini che permette di raggiungere due balconate circolari: la prima poco sopra il portone d'ingresso, la seconda all'esterno della lanterna; da questi punti è possibile vedere panorami che spaziano sull'arco occidentale della catena alpina, fino al Monte Rosa. Il faro, a partire dal tramonto e fino all'alba, emette alternativamente luce verde, bianca e rossa.

Nel territorio comunale sono presenti numerose ville in stile eclettico e liberty disseminate per il territorio e circondate da sontuosi parchi, oggi purtroppo non più frequentate come un tempo in estate, ma comunque nobili testimoni di un'epoca felice. Si trovano in particolare lungo le vie Pissarottino, Roma, A. Pirotta e G. Scalini.

Sulla costa del monte di Brunate troviamo l'eremo di San Donato eretto dai francescani nel XV secolo. Il convento esiste ancora, da cinque secoli domina la città con la sua mole severa, ma non è più luogo di preghiera poiché è sconsacrato da quando Maria Teresa d'Austria abolì i privilegi della chiesa lombarda e soppresse numerosi conventi.

Brunate è frequentata dai turisti soprattutto per ammirare i panorami che hanno contribuito a ribattezzare il paese come "il Balcone sulle Alpi". In giornate limpide è infatti possibile vedere distintamente i grattacieli di Milano, ma soprattutto l'intero arco alpino occidentale (da cui si staglia in particolare il Monte Rosa), la Pianura Padana e gli Appennini. I migliori punti panoramici sono posti in fondo alla via Pissarottino, sul Piz Belvedere (all'incrocio con via A. Pirotta), in piazza A. Bonacossa e sul faro Voltiano.

La popolazione di Brunate ha subito un grande incremento nel secondo Dopoguerra. Sono principalmente due i fattori che hanno contribuito ad un aumento di residenti così rilevante in quindici anni (+ 117,46% tra il 1936 ed il 1951): innanzi tutto si è verificato un vertiginoso aumento delle nascite rispetto al periodo pre-bellico e poi sono aumentate le immigrazioni di persone, anche provenienti dal Sud Italia, alla ricerca di posti di lavoro che, a quell'epoca, a Brunate non mancavano.
Dal censimento del 2001 al 2011 la popolazione residente a Brunate, dopo una lunga fase di stallo, ha ripreso a crescere. Un fatto decisamente insolito per un Comune montano qual è Brunate, ma che è dovuto principalmente alla sua posizione strategica rispetto a Como, città raggiungibile in soli sette minuti di Funicolare: in pratica, alla pari di altri paesi della cintura comasca come Grandate, Lipomo, Montano Lucino, Cernobbio, Maslianico e San Fermo della Battaglia, Brunate è diventato un sobborgo del capoluogo lariano.
L'incremento degli ultimi anni è dovuto all'immigrazione di persone provenienti dall'estero, in particolare da Romania, Turchia, El Salvador, Ucraina e Marocco, che trovano per lo più impiego presso le relativamente numerose imprese edili artigiane presenti sul territorio comunale oppure presso le ville brunatesi in qualità di domestici.

Nel territorio comunale di Brunate esistono anche altri nuclei abitati:

San Maurizio, situato poco al disotto della cima del Monte Tre Croci, dove sono presenti la chiesa di San Maurizio ed il Faro Voltiano;
CAO (acronimo di Club Alpino Operaio), posto al termine della strada in pavé che da San Maurizio porta al sentiero della Dorsale del Triangolo Lariano, in questa località c'è un piccolo santuario dedicato a Santa Rita;
Nidrino, centro residenziale ad ovest del centro storico, sviluppatosi soprattutto negli anni Settanta, in cui si trova il centro sportivo comunale;
Piani di Brunate, anch'esso costituito in prevalenza da villette edificate negli anni Settanta sull'altopiano presente al disotto del centro storico, dove ci sono la caratteristica chiesetta del Sacro Cuore di Gesù e il già citato Castello;
Carescione, piccolo nucleo di case posto tra la località Piani ed il tracciato della funicolare;
Laghetto, situato nella parte orientale del territorio comunale, così chiamato per la presenza in passato di un piccolo lago, che alimentava l'antico lavatoio oggi demolito. Questo invaso venne prima coperto (1939) e poi del tutto prosciugato (1975) per far spazio ad un parcheggio. Nei pressi c'è la stazione dei Carabinieri.

La funicolare Como–Brunate fu inaugurata nel 1894.
Fino agli inizi del XIX secolo, il paese di Brunate era praticamente isolato: dapprima una mulattiera, tracciata nel 1817 e che lo collegava a Como, e poi le tortuose e strette carrozzabili da Como e da Tavernerio, costruite nella seconda metà del XIX secolo, contribuirono a rompere questo isolamento. Ma tutto ciò non bastava.
Fu soprattutto grazie all'impulso della famiglia Bonacossa, che possiede tuttora una villa a Brunate, che si decise di intraprendere la costruzione di una funicolare a vapore che collegasse Como a Brunate, ponendo così fine in modo definitivo alle difficoltà di accesso al paese.
Così, l'11 novembre 1894, dopo meno di un anno di lavori, la funicolare Como-Brunate fu solennemente inaugurata: tra le personalità che parteciparono alla cerimonia, spiccava la presenza del cardinale Andrea Carlo Ferrari, da pochi mesi arcivescovo di Milano.
La sua costruzione ha contribuito non poco allo sviluppo turistico della località collinare, grazie anche allo spettacolare panorama su Como e sull'omonimo lago che si può ammirare durante il viaggio.
Nel 1911 la trazione divenne elettrica.
Nel 1934 l'impianto della funicolare e la stazione di Brunate vennero completamente ristrutturate e le carrozze sostituite; il tutto fu inaugurato il 15 giugno 1935; altri cambi di vetture sono avvenuti nel 1951, nel 1989 e nel 2011.
Fino al 1981 la funicolare è stata gestita dalla Società Anonima Funicolare Como/Brunate (tra gli azionisti c'era il conte dott. Cesare Bonacossa), successivamente la funicolare venne gestita dalla Regione Lombardia. La funicolare appartiene al Ctp SpA consorzio fondato dai comuni della provincia di Como.
Dal 2005 il Consorzio Mobilità Funicolare & Bus gestisce la funicolare. Il ruolo operativo di gestione è assegnato all'Azienda Trasporti Milanesi S.p.A., la quale fa parte del consorzio.
La funicolare ha le sue stazioni di partenza/arrivo in piazza A. De Gasperi a Como ed in piazza A. Bonacossa a Brunate; lungo il tragitto vi sono due fermate a richiesta: una a Como Alta ed una a Carescione (frazione di Brunate).
La funicolare, su unico binario e raddoppio a metà tragitto, ove s'incrociano la vettura in salita e quella in discesa, supera un dislivello di 493,92 metri con una pendenza media del 46% ed una punta massima del 55,10%; il percoso sull'inclinata misura 1074,08 metri.
A metà tracciato, sul pianerottolo della cantoniera costruita a fianco dello scambio, vi è il cosiddetto cannone di Mezzogiorno: installato nel 1912, in servizio fino agli anni settanta del XX secolo e riattivato nel 1990, tutti i giorni a mezzogiorno spara un colpo a salve.
Il viaggio dura sette minuti ed il servizio si effettua tutti i giorni dalle 6:00 alle 22:30 (il sabato ed in estate turno prolungato sino alle 24:00), con partenze di regola ogni mezz'ora, che diventano ogni quarto d'ora negli orari di punta.
Le due carrozze attualmente in uso, realizzate in occasione della revisione generale dell'impianto appaltata dal C.P.T. s.p.a. nel 2011, una per ciascun senso di marcia e contraddistinte dai numeri 12 e 13, sono in servizio dal 13 agosto 2011, anche se l'inaugurazione ufficiale è avvenuta il 10 settembre 2011; la n. 12, chiamata BRUco, è di colore malva, mentre la n. 13, ribattezzata bruCO, è rossa. Progettate dallo studio di architettura Lucia Rimoldi di Milano e costruite dalla Agudio S.p.A. di Leinì e dalla Carrosserie Gangloff SA di Berna, le vetture sono lunghe 13,40 metri ed hanno una capienza di 80 persone ciascuna (24 sedute e 56 in piedi); a differenza delle carrozze precedenti, hanno quattro ruote (anziché otto) e cinque porte a scorrimento per lato (anziché tre) ed è stata eliminata la cabina dei conduttori, sostituita da un'ampia vetrata panoramica. Gli interni ricalcano lo stile liberty: i sedili hanno inserti in rovere, mentre i corrimano, le cappelliere, i portapacchi ed i portabiciclette sono in ottone bronzato; è anche presente un impianto di aria condizionata.

Altra caratteristica che rende Brunate un'importante località turistica è quella di essere un punto di partenza per numerose camminate che interessano il Triangolo Lariano.
La "Strada Regia" è un percorso inaugurato nel 2006 dopo interventi di ripristino e di messa in sicurezza; parte nei pressi del Centro Sportivo Comunale del Nidrino e permette di raggiungere Bellagio camminando su sentieri a mezza costa. Tale percorso, che un tempo fungeva da mulattiera di collegamento tra i paesi della sponda orientale del Lago di Como prima della realizzazione della nuova strada carrozzabile, permette di scoprire monumenti naturali come i massi erratici (in particolare, con piccole varianti dal percorso, la Pietra Nairola, il Sasso del Lupo e la Pietra Pendula) ed i massi avello (sepolcri di epoca barbarica scavati nei massi erratici) e paesini caratteristici.
Il percorso del Triangolo Lariano permette di raggiungere Bellagio camminando sul sentiero che percorre la cresta del Triangolo Lariano, sfiorando i monti Boletto, Bolettone, Palanzone e San Primo. Tale tracciato, percorribile anche in mountain bike, offre agli escursionisti spettacolari panorami sul Lago di Como e sulle zone circostanti.
Il percorso Brunate-Como-Torno inizia vicino alla fermata della funicolare. Lungo la strada si possono ammirare le sontuose ville Liberty. Proseguendo lungo via Nidrino, la strada si biforca sulla sinistra, si raggiunge il campo sportivo, s'inizia il sentiero nel bosco che, a tratti, lascia intravvedere tra la ricca vegetazione, bei panorami del lago. Lungo il sentiero vi è un enorme monolito di granito ghiandone proveniente dalla Val Masino. La leggenda dice che sotto, nella caverna, viveva un lupo terribile che rapiva i bambini cattivi.
Dopo due ore circa si raggiunge l'abitato di Montepiatto con l'antica chiesetta dedicata a santa Elisabetta, in una splendida posizione panoramica, poco distante appare l'imponente pietra Pendula, un enorme fungo in precario equilibrio che si staglia nel bosco. Proseguendo verso nord si percorre una strada in discesa che conduce a Piazzaga e percorrendo una bella mulattiera acciottolata che attraversa antichi terrazzamenti coltivati si scende a Torno. Percorso facile che permette di scoprire monumenti naturali come i massi erratici (in particolare, la pietra Nairola, il sasso del Lupo) ed i massi avello (sepolcri di epoca barbarica scavati nei massi erratici).

L'agricoltura e la silvicoltura in passato hanno rivestito una grande importanza per l'economia brunatese: le coltivazioni si trovavano in località Laghetto ed erano disposte su terrazzamenti artificiali; venivano coltivate tutte le specie di ortaggi ad eccezione delle patate, che non si adattavano alla tipologia del terreno. In particolare Brunate era rinomata in tutto il territorio lariano per la coltivazione delle cipolle. A Brunate inoltre venivano coltivati i castagni da frutto.
A partire dagli anni della Seconda guerra mondiale le coltivazioni di ortaggi e di castagni sono state del tutto abbandonate: in particolare, i terrazzamenti sono oggi ricoperti da robinie.
Tra i secoli XVII e XIX Brunate era nota per la produzione artigianale di strumenti di fisica, in particolare di barometri e termometri. Questi artigiani, chiamati baromèta, erano particolarmente rinomati non solo nel circondario, ma anche in tutta Europa, tanto che numerosi baromèta lasciarono definitivamente Brunate per stabilirsi soprattutto in Francia, ove trovarono condizioni favorevoli per gestire i loro affari.
Inoltre, grazie alla presenza di fitti boschi, a Brunate era fiorente l'artigianato del legno: dal castagno si ricavavano i serramenti, dal frassino i mobili e dall'olmo (essenza oggi scomparsa dai boschi di Brunate) i ceppi per i macellai.
Oggi, scomparsi quasi del tutto i falegnami, le imprese artigiane sono presenti nel settore dell'edilizia.
L'industria nel senso di esistenza di fabbriche e simili non è mai esistita a Brunate. Erano invece presenti sul territorio una cava di sabbia (chiamata Cassinella), una di pietre (da cui si ricavavano i sassi per i terrazzamenti) ed una d'argilla; particolarmente attiva quest'ultima, da cui si estraeva il materiale per la produzione dei coppi dei tetti delle case di Brunate. Anche questo tipo di attività è venuto a cessare negli anni della seconda guerra mondiale.

Oltre alla lingua italiana, a Brunate è utilizzato il locale dialetto comasco, una variante della lingua lombarda. Come tutti i dialetti lombardi occidentali, anche il comasco è sostanzialmente una lingua romanza derivata dal latino.

Brunate è interessata, soprattutto in estate, da diverse manifestazioni a carattere culturale (conferenze, letture, concerti, proiezioni), che si svolgono in prevalenza nell'auditorium della nuova Biblioteca Comunale. Altre manifestazioni musicali hanno luogo nei giardini delle ville presenti sul territorio e nel centro storico.
Brunate era rinomata per la "Festa del Narciso", un tempo fiore tipico dei prati brunatesi, che si teneva nel mese di maggio; organizzata per la prima volta nel 1936, divenne nel 1966 "Brunate in fiore" e dal 1967 "Armonie fiorite". L'ultima edizione si tenne nel 1973. Dal 1996 al 2008 si è invece tenuta la rassegna "Appuntamenti Musicali", che consisteva in concerti eseguiti nelle ville brunatesi.
La Sagra patronale di S. Andrea si svolge il 30 novembre e dura tre giorni, nel corso dei quali si organizzano manifestazioni e una fiera di merci di vario genere e si espongono prodotti gastronomici tipici.
La Sagra di S. Maurizio è organizzata la terza domenica di settembre dagli alpini ed è animata da giochi e gare sportive.
La Festa bulgara si tiene prima della stagione estiva per volontà del consolato bulgaro in memoria dello scrittore e patriota Penco Slavejkov, morto a Brunate il 10 giugno 1912 in una camera dell'Albergo Bellavista (piazza A. Bonacossa n. 2).

Il centro sportivo comunale del Nidrino comprende un campo di calcio ad 11, una palestra, un campo da tennis e una struttura coperta polivalente.
La locale squadra di calcio, l'Associazione Sportiva Dilettantistica Brunatese, partecipa ai campionati giovanili organizzati dalla F.I.G.C e ai tornei amatoriali organizzati dal C.S.I.

Alessandro Volta (Como, 18 febbraio 1745 – Camnago Volta, 5 marzo 1827), scienziato, la cui balia era una brunatese, moglie di un fabbricante di barometri, ha trascorso presso di lei a Brunate l'infanzia e la fanciullezza. La sua presenza in paese è testimoniata da due lapidi poste accanto all'ingresso laterale della chiesa di Sant'Andrea e da un'altra lapide collocata al civico 5 della via che porta il suo nome, ove probabilmente era la casa della sua nutrice.
Alberto Bonacossa (Vigevano, 24 agosto 1883 – Milano, 31 dicembre 1953), chimico, dirigente sportivo e - dal 1929 - proprietario de La Gazzetta dello Sport, possedeva una grandiosa villa a Brunate, in cui la sua famiglia risiede tuttora. La famiglia Bonacossa è stata, tra l'altro, una dei promotori della costruzione della Funicolare Como-Brunate.
Penčo Slavejkov (Trjavna, 27 aprile 1866 - Brunate, 10 giugno (28 maggio secondo il calendario giuliano) 1912)poeta bulgaro, oggi ricordato da due lapidi poste su una facciata dell'albergo ove morì e da un busto inaugurato il 24 novembre 2007 nel giardino della Biblioteca Comunale.
Claudio Gentile (Tripoli, 27 settembre 1953 - ), calciatore, difensore della Nazionale italiana, campione del mondo nel 1982 è anche vissuto, nella prima adolescenza, a Brunate.









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