mercoledì 10 giugno 2015

I TEATRI DI MANTOVA



Il teatro Bibiena fu costruito tra il 1767 e il 1769. Il teatro fu progettato dal parmense Antonio Galli Bibiena su commissione del rettore dell'Accademia dei Timidi, conte Carlo Ottavio di Colloredo, con la finalità di ospitare principalmente adunanze scientifiche, ma aperto anche a recite e concerti.

Il teatro, non più a gradinata come quelli rinascimentali, presenta una pianta a forma di campana ed è disposto su più ordini di palchetti lignei, secondo il genere di struttura inventato nel Seicento e che ormai imperava.
Con vivacità prodigiosa pari alle risorse dell'estro, l'architetto Bibiena adempì in soli due anni all'obbligo che nel 1767 aveva contratto coi Timidi: ideò lo speciale teatro, ne diresse i lavori di fabbrica ed infine, con abilità di pittore oltre che di architetto, affrescò personalmente gli interni dei numerosi palchetti con figurazioni monocrome, anch'esse documento prezioso dell'attività artistica dell'insigne maestro. La classica facciata fu invece realizzata da Giuseppe Piermarini da cui trae il nome il salone posto al primo piano del teatro.

Lo “scientifico”, finito di tutto punto, il 3 dicembre 1769 poteva essere ufficialmente inaugurato: risultava essere un gioiello squisito per gli equilibri fra movimento ed eleganza e una delle formulazioni architettoniche più significative del tardo Settecento europeo. Poco più di un mese dopo l'inaugurazione, il 16 gennaio 1770 il giovinetto Wolfgang Amadeus Mozart, appena quattordicenne, giunto a Mantova nel giro della sua prima tournée italiana, consacrava l'incipiente vita del leggiadro teatro “scientifico” dandovi insieme al padre Leopold un memorabile concerto.
Tuttora il teatro viene utilizzato per ospitare rassegne musicali, concerti e convegni di alto livello.
Il Teatro Sociale di Mantova è il maggiore teatro storico situato nel Comune di Mantova; teatro di tradizione, si trova nel centro storico della città ed è di proprietà della Società dei Palchettisti. Venne realizzato, tra il 1817 e il 1822, dal noto architetto ticinese Luigi Canonica.
Al termine del periodo napoleonico, esistevano in Mantova due teatri: il Teatro Regio, costruito nel 1783 dal Piermarini (da poco ribattezzato, all’austriaca, ‘Imperial-Regio Teatro’), nonché il ‘Teatro Scientifico’, costruito da Antonio Bibiena (il figlio di Ferdinando) nel 1769.
Il dibattito circa la necessità di un nuovo teatro si aprì il 4 dicembre 1816, circa un anno e mezzo dopo l’abdicazione, proprio a Mantova, del Viceré del Regno d’Italia Eugenio di Beauharnais, che segnò l’inizio della dominazione austriaca.
Il 12 gennaio 1817 venne formata una speciale commissione di notabili cittadini incaricata di selezionare una forma architettonica ed un progettista adeguati. Mentre ancora era da decidere chi avrebbe ottenuto l'incarico, certa era invece la collocazione del nuovo edificio: in un'area molto centrale, alla confluenza di sette strade, occupata da circa dieci edifici da abitazione che si sarebbero acquisiti ed abbattuti.
La commissione scelse di non rischiare e si rivolse al noto progettista Luigi Canonica, già architetto reale e, fra l’altro, autore di notevoli progetti come: l’allargamento del Teatro alla Scala di Milano, la nuova sala del Teatro Grande di Brescia e la riedificazione del Teatro della Condordia di Cremona. L'architetto propose due progetti e tra di essi la commissione scelse quello più maestoso, che presentava il Teatro ornato con un peristilio di sei colonne.
L'esigenza di erigere un nuovo teatro nella città di Mantova fu evidenziata da Luigi Preti nel 1816. Mancava infatti un Teatro nella zona più centrale della città, considerato inoltre che durante la stagione invernale era difficile usufruire del Teatro Regio a causa delle intemperie e del clima rigido, in quanto distante dal centro cittadino dell'epoca; il Teatro Regio era infatti collocato in Piazza San Pietro, l'attuale Piazza Sordello. La facciata del Teatro Sociale fu pertanto studiata con un largo peristilio anche per facilitare l'arrivo delle carrozze, da cui si poteva scendere al coperto.
Il 24 giugno 1818 alle ore dieci e mezzo, alla presenza del Conte Ferdinando Arrivabene, del Marchese Francesco Zanetti, di Luigi Preti e dell'architetto Giovanni Battista Marconi, incaricato della direzione dei lavori, venne posta la prima pietra.
L'edificio fu concluso nel 1822 e aperto la sera del 26 dicembre. A tal proposito narra Luigi Preti : " (...) per merito de'virtuosi e per venustà di decorazioni, superò persino l'aspettativa che pure se ne aveva grandissima."
Il Canonica disegnò un edificio ispirato agli schemi più caratteristici del teatro d'opera italiano di gusto neoclassico. Che vennero, in effetti, formati proprio dal Canonica e dal suo maestro Piermarini. Il cantiere venne realizzato dall'architetto Marconi.
La facciata si presenta con un peristilio d'ordine ionico a sei colonne e frontone triangolare. Sul frontone si legge " Aere Sociali Anno MDCCCXXII". Scrive a tal proposito il Preti: " La simmetria architettonica delle finestre e di ogni parte della facciata e dei fianchi, non che l'ordine inferiore a bugnato, contribuiscono molto al suo ornamento. " Nella facciata sono collocate le statue di Melpomene e Talia, opere di Antonio Spazzi.
Da un lato del Teatro si costruì una " Bottega del Caffè", sull'altro lato dei locali per le abitazioni "de' Virtuosi" .
La sala è composta da tre ordini di palchi e due di galleria. Per le decorazioni interne, Canonica si affidò all’Hayez (che realizzò medaglioni rappresentanti Apollo e Minerva, ad ornare la volta della platea). Agli interni lavorarono gli stuccatori Staffieri e Berazzi ed i pittori mantovani Bustaffa e Orsi, che si era fatto conoscere per il lavoro realizzato presso il Teatro Sociale (Rovigo) ed era stato a suo tempo allievo di Alessandro Sanquirico, scenografo già operativo per gli interni del Teatro alla Scala.
Il 17 dicembre 1817 la commissione appaltò i lavori. Il teatro venne inaugurato il 26 dicembre 1822, con il melodramma ‘Alfonso ed Elisa’ del Mercadante e ‘Gundeberga’, un balletto del Coppini.
Gli stucchi interni sono opera di un altro ticinese, Gerolamo Staffieri, figlio di una nota famiglia di stuccatori di Bioggio.
Nel 1825 l'imperatore d'Austria Francesco Primo e la consorte giungono a Mantova. La sera del primo maggio la sala del Teatro ospita la coppia imperiale. A seguito di questo evento il Teatro Sociale ottiene il riconoscimento di primato sugli altri teatri della città.
Nel 1845 il Teatro rimane chiuso dal 22 maggio al 25 dicembre per importanti interventi di ristrutturazione e decorazione: i pittori milanesi Luigi Mauro Galli e Gaetano Borgocarati indorano e dipingono il Teatro. Viene difatti dipinto il sipario,il "comodino", ed il soffitto. I nuovi rideaux vengono rifatti in seta e le specchiature dei palchi sono colorati in bianco listato oro. Vengono inoltre costruiti leggii in ferro per l'orchestra, tuttora utilizzati.
Il 18 marzo 1848, con il diffondersi delle notizie della Rivoluzione di Vienna e della possibile concessione della Costituzione una folla si riversa nelle piazze mantovane per inneggiare alla Costituzione. La giornata termina tra le mura del Teatro. Albany Rezzaghi nel testo "Quarantotto Mantovano " racconta: Più tardi il teatro, inghirlandato di tricolori, è riboccante di persone colà convenute per festeggiare l'avvenimento. Fra grida di evviva all'Italia e alla Costituzione si passa la serata cantando l'inno di Pio IX e fraternizzando coi militari e colle autorità costituite.
Nel 1866 Vittorio Emanuele II, Re d'Italia assiste alla rappresentazione de " Un ballo in maschera".
Il 9 marzo 1867 è ospite del Teatro Giuseppe Garibaldi, che assiste a " Il Trovatore". Il giorno successivo Giuseppe Garibaldi si candida a deputato democratico di Mantova con un comizio elettorale in Teatro.
Nel 1888 sono eseguiti importanti lavori di ristrutturazione.
Il 10 ed 11 novembre 1906 il cortile del Teatro Sociale (retrostante il Teatro) ospita il primo spettacolo cinematografico della Città .
Tra il 1915 ed il 1918 il l'attività viene sospesa a causa della Prima guerra mondiale.
Il 21 settembre del 1952 il Teatro ospita il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi per la commemorazione solenne dei martiri Mantovani.
Nel 2011 viene restaurato il lato est del Teatro, il lato quindi su Corso Umberto I.
Durante l'estate del 2014 viene restaurata completamente la facciata, in Piazza Cavallotti, del Teatro.
Domenica 19 aprile 2015 è ospite il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, in occasione del lancio della candidatura a sindaco di Mantova di Mattia Palazzi.
Il Teatro Sociale di Mantova è ubicato in Piazza Cavallotti. Al tempo dell'edificazione la piazza si presentava in modo molto differente da come è oggi.
Il teatro fu infatti costruito in quello spazio un tempo occupato da Porta Leona, sul retro della chiesa di San Giacomo. La chiesa di San Giacomo fu demolita dopo dodici anni di inattività, nel 1801. Numerose altre abitazioni furono demolite per lasciare spazio alla costruzione del Teatro.
Accanto al teatro oggi scorrono due importanti strade del centro storico di Mantova.
Su un lato si trova infatti corso Umberto I, dove sono collocati il Caffé Sociale (accanto al Foyer), i negozi di proprietà del Teatro Sociale concessi in affitto a negozianti e commercianti, e l'ingresso del Ridotto del Teatro Sociale. Corso Umberto I è una delle vie maggiormente percorse del centro cittadino.
Sull'altro lato si trova piazza Teofilo Folengo. Qui sono collocati gli ingressi per gli uffici amministrativi del teatro, la segreteria, le sale riunioni, l'ingresso per loggia e loggione, e l'ingresso tecnici ed artisti dal quale si accede direttamente al palcoscenico.
Al centro si trova piazza Felice Cavallotti, e di fronte al teatro sorge Corso Vittorio Emanuele II, sicuramente una delle più maestose e importanti arterie della città.
La Società dei Palchettisti venne finanziata da una società di novanta palchettisti (in origine i cittadini ‘più illustri ed agiati’), che finanziavano anche l'allestimento degli spettacoli. Tale ‘Società dei Palchettisti’ si è conservata sino ad oggi, conservando la proprietà del teatro, come accade per pochissimi altri teatri, in particolare il Sociale di Como. Organizza una stagione lirica tradizionale e diverse rassegne teatrali.
Il Teatro Sociale di Mantova conserva un vastissimo archivio.
Sono presenti infatti la maggior parte degli storici manifesti originali, fin dalle prime rappresentazioni del 1822. Tutta la prima parte, dall'Ottocento al novecento è stata poi digitalizzata e resa disponibile sul sito internet del Teatro, fruibile a chiunque. Sono state conservate inoltre fotografie di rappresentazioni del passato, manoscritti e documenti.
L' 11 ottobre 2011 la Fondazione Banca Agricola Mantovana ha assegnato la borsa di ricerca post laurea alla Dott.ssa Alessandra Moreschi, che ha proposto un progetto di ricerca su "Riordino, catalogazione e digitalizzazione dei manifesti dell’archivio storico del Teatro Sociale di Mantova".

L'area ora occupata dal Museo archeologico nazionale di Mantova era inclusa nel perimetro del Palazzo Ducale e a partire dal 1549, committente il cardinale Ercole Gonzaga e progettista l'architetto Giovan Battista Bertani, su quest'area sorse il primo teatro della Corte dei Gonzaga. Andato distrutto da un incendio fu ricostruito tra il 1591 e il 1592. Un terzo teatro progettato dall'arch. Antonio Maria Viani fu inaugurato nel 1608 con la rappresentazione della tragedia di Claudio Monteverdi L'Arianna. In epoca austriaca un quarto teatro, Nuovo Teatro Arciducale, fu inaugurato il 27 febbraio 1733. I primi disegni furono di Ferdinando Galli da Bibbiena e il lavoro fu portato a termine da un suo allievo, Andrea Galluzzi. Un quinto teatro, su disegno di Giuseppe Piermarini, ebbe la luce il 10 maggio 1783. Il Regio, così venne denominato nel corso del secolo XIX, a causa della concorrenza del nuovo Teatro Sociale venne abbandonato poco alla volta. Nel 1896 il Teatro Regio, venduto dal demanio, fu acquistato dal Comune di Mantova che lo trasformò radicalmente prima a mercato dei bozzoli, poi a mercato ortofrutticolo ed infine destinato alla funzione attuale di sede del Museo Archeologico Nazionale di Mantova.

Il CinemaTeatro multisala Ariston di Mantova viene realizzato secondo gli schemi allora in voga, che si rifacevano alla progettualità nata dall’esperienza della Metro Goldwyn Mayer: ampio ingresso con scale laterali, sala platea con pavimento concavo, colonne a cintare il boccascena, maschere teatrali ai lati delle colonne. Il cinema Teatro Ariston rimane sostanzialmente intatto sino alla fine degli anni ’70 e subisce un forte degrado nei primi anni ’80, a causa di vari passaggi gestionali che non garantiscono una adeguata manutenzione. Nell’ottobre 1987 riapre l’Ariston dopo una profonda ristrutturazione, che, se da un lato mantiene la struttura iniziale, dall’altro ne ridisegna l’aspetto esteriore. Alla fine del 2004 viene posto in vendita e acquistato dal Comune di Mantova. La struttura riapre definitivamente nella primavera 2006. Sorge nella centrale Via Principe Amedeo. È una struttura moderna con platea e galleria. Utilizzato anche come sala cinematografica, ha una capienza di 800 posti ed è il luogo mantovano ove si organizzano le stagioni di prosa, i concerti di musica classica e contemporanea, conferenze ed incontri culturali di varie tipologie.

L'Accademia Teatrale F. Campogalliani ha la propria sede nel centro storico di Mantova presso il Palazzo d'Arco,provvista di sala teatrale dove viene effettuata una stagione che va da ottobre a maggio dell'anno successivo.
Il palazzo museo ha mantenuto un carattere domestico e ciò lo rende attraente e interessante. Il visitatore, dopo aver salito l'ampia scala entra nella sala degli Antenati, dov'è accolto da numerosi personaggi della famiglia, ritratti fra il '500 e la prima metà del '700 su tele un tempo collocate nella residenza comitale di Arco di Trento. Le sale costituiscono una cospicua pinacoteca. Nelle vetrine sono ceramiche, armi, libri e strumenti musicali.
Abitualmente l'Accademia presenta due o tre spettacoli del proprio repertorio e, talora, ospita produzioni di altri gruppi teatrali invitati.

Il Teatreno di Mantova è una struttura nata nel dopoguerra come dopolavoro delle FS. Spazio per feste danzanti e pattinaggio. Negli anni '70 viene trasformato in cinemateatro. Alla fine degli anni '80 non gli viene più rinnovata l'agibilità come cinema e nel 1994 è dato in gestione alla compagnia "Teatro All'Improvviso" che continua a gestirlo svolgendovi una intensa attività teatrale per ragazzi. Qualche anno fa la Civica Scuola d'arte drammatica Paolo Grassi vi aveva fatto la propria sede decentrata. Da alcuni anni è tornato ad ospitare il cinema, grazie alla presenza fissa dell’associazione “Il cinema del carbone” che ha contribuito a farne un punto vitale per la ricerca culturale di Mantova. Situato in comoda posizione di fronte alla stazione dei treni è a pochi minuti dal centro della città.

Il Teatro San Leonardo situato in Piazza San Leonardo, il teatrino è gestito dall’omonima parrocchia. La parrocchia di San Leonardo si trova nel quartiere del Corno, così denominato perché si innesta a forma di corno nel Lago di Mezzo. La Chiesa ubicata nella piazza omonima è di antichissime origini, fu una delle prime fondate in città e fu ricostruita per ben cinque volte , l'ultima nel 1795, anno in cui fu ridotta alla forma attuale. Unici avanzi delle precedenti costruzioni sono il Campanile con la loggia finale con tre archi per faccia sorretti da esili colonne in marmo (sec.XII) e il cornicione dell'oratorio in terracotta. All'interno, nell'oratorio di San Gottardo vi è un affresco attribuito a Lorenzo Costa il Vecchio che raffigura Cristo in Croce che versa il Sangue dalle ferite con ai piedi quattro profeti.
La chiesa parrocchiale dedicata a San Leonardo è tra le strutture più antiche della città (568); ha subito alcuni rifacimenti lungo i secoli ed oggi si presenta con una linea barocca.

Creato nel 1997 a pochi passi dal centro di Mantova nelle vicinanze del parcheggio pubblico Anconetta, il Centro culturale ARCI Papacqua rappresenta la più grande isola naturale nell’area urbana di Mantova. Il Circolo culturale Arci Papacqua è molto attivo nell’organizzazione di corsi di lingua e di discipline e tecniche orientali e occidentali, nonché di seminari e conferenze volti a promuovere riflessioni e confronti su tematiche ambientali e umane. Dal 2001 nell’area si sono aggregate diverse realtà che hanno come scopo quello di contribuire ad un mondo più sano: la Cooperativa “L’Albero” che si occupa di alimentazione naturale e “Mappamondo”, bottega del commercio equo e solidale. Fa parte del complesso anche il “Bio Bar” del Papacqua in cui è possibile consumare prodotti biologici, scelta volta a promuovere la cultura di un alimentazione equilibrata e sana.




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