mercoledì 10 giugno 2015

LE TORRI DI MANTOVA

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La città di Mantova è una città ricca di torri che ne testimoniano il passato storico e nobiliare e che la caratterizzano nel suo sky line maestoso, ammirabile al suo ingresso dal Ponte di San Giorgio. Le principali torri di epoca comunale che si possono vedere sono: la Torre della Gabbia (la più alta 55 metri), la Torre degli Zuccaro, la Torre dei Boatieri, la Torre dei Gambulini, la Torre del Salaro (già dei Poltroni), la Torre delle Ore (torre del Palazzo Podestà) da non confondere con la Torre dell’orologio, più recente e situata in Piazza Erbe. Oltre una decina di torri di epoca comunale sono andate distrutte e ne restano solo testimonianze nei documenti storici. La funzione svolta da una torre oltre ad essere di tipo militare, per difesa e presidio del territorio, era anche quella, nell’XI secolo, periodo comunale di crescita degli edifici in città, di rappresentare segno di sviluppo e simbolo della presenza di ricche famiglie di nobili. Tanto più importante era la famiglia nobiliare, tanto più la torre si innalzava per farsi notare. Così l’altezza della torre serve, quando svolge funzione di difesa a potenziare la distanza degli aggressori e per i Signori a dimostrazione del proprio potere e della propria influenza politica ed economica sulla città.

La Torre dell’Orologio, di impianto rettangolare e costruita nel 1472-73 su progetto di Luca Fancelli su richiesta del marchese Ludovico II, è così detta per l’antico orologio realizzato da Bartolomeo Manfredi, meccanico, matematico e astrologo alla corte dei Gonzaga, noto anche come Bartolomeo dell’Orologio.
L’Orologio venne inaugurato nel dicembre del 1473.
Il quadrante indica le ore contrassegnate da numeri romani, e riporta altre indicazioni come i segni zodiacali, le ore planetarie, i giorni della Luna, la posizione degli astri utile a sapere se un certo momento della giornata è sotto l’influsso di pianeti favorevoli.
All'interno della Torre, con accesso dal salone di Palazzo della Ragione, è allestita una prima esposizione degli oggetti e degli ingranaggi tralasciati o sostituiti nel corso del tempo da chi mise mano all’orologio.
Sarà così possibile ammirare la corona quattrocentesca le lancette, i segni zodiacali in rame sbalzato,  il pendolo del Fontana e inoltre le due strutture ottocentesche in legno e lamiera intagliata che, ruotando dietro le finestrelle ottagonali consentivano la lettura anche notturna dell’orologio.

La torre degli Zuccaro è una costruzione medioevale che si innalza nelle immediate adiacenze della Cittadella Ducale dei Gonzaga e della storicamente principale piazza della città, piazza Sordello. Dalla popolazione locale è conosciuta dialettalmente come "Tor dal Sücar", torre dello zucchero, consuetudine probabilmente originatasi dalla deformazione linguistica del nome della famiglia che ne fu proprietaria nel Cinquecento. Altresì lo storico mantovano Davari ritenne che il nome derivasse dall'utilizzo della torre, fino al 1769, come magazzino del sale, minerale che nel dialetto locale veniva denominato sücar brüsc, zucchero di sapore aspro.
La torre fu edificata nel 1143. Appartenne alla famiglia dei Da Ripalta divenendo poi proprietà di Pinamonte Bonacolsi,e successivamente del suo nipote Rinaldo e nel 1314 di un altro Bonacolsi, Filippino detto Ravazolo. Con il colpo di Stato del 1328 i Gonzaga subentrarono nel governo della città di Mantova e acquisirono al loro patrimonio i beni bonacolsiani, tra questi la torre che avrebbe preso l'attuale nome dalla nobile famiglia mantovana degli Zuccaro che ne divennero proprietari tra il Quattrocento e il Cinquecento.
La torre subì gravi danni nel 1540 a causa di un fulmine che mozzò la sommità distruggendo i quattro finestroni che davano luce all'edificio. Dopo un primo restauro del 1553 la copertura fu rifatta nel 1717.

La torre dei Gambulini (o della SS. Trinità) è una costruzione medioevale che si innalza nelle immediate adiacenze di piazza Broletto e di piazza delle Erbe.
La torre, il cui nome deriva dall'illustre famiglia, fu edificata nel XII secolo. La famiglia dei Gambulini la cedette ai Ripalta che a loro volta la vendettero, nel 1249, ai Da Oculo. Nel 1289 pervenne in proprietà a Guido Corradi, padre di Ludovico I Gonzaga, che sposò in seconde nozze Tommasina di Ottobuono Da Oculo.
La torre, con annesso palazzo (ora Archivio di Stato), passò a Rodolfo Gonzaga che la lasciò in eredità al figlio Aloisio, marchese di Castel Goffredo. Aloisio abitò il palazzo dopo le nozze nel 1519 con Ginevra Rangoni e fece abbellire gli interni con dipinti del pittore veronese Giovanni Maria Falconetto. Qui, il 30 novembre 1526, morì il condottiero Giovanni dalle Bande Nere, in seguito alle ferite riportate a Governolo nella battaglia contro i lanzichenecchi.
L'edificio rimase in proprietà dei Gonzaga di Castiglione col marchese Ferrante, padre di san Luigi, sino al 1569. Acquisito nel 1584 dai Gesuiti, fu trasformato in convento e collegio.
All'inizio del XIX secolo, la torre venne utilizzata per impiantarvi il telegrafo e nel 1868 gli edifici divennero proprietà dello stato italiano, che furono trasformati in Archivio di Stato.

La torre della Gabbia è una costruzione medioevale che si innalza sul lato opposta della storicamente principale piazza della città, piazza Sordello.
La torre costruita dalla famiglia Acerbi fu venduta nel 1281 a Pinamonte Bonacolsi. Dopo la decadenza dei Bonacolsi la torre fu trascurata a lungo fino a quando fu ristrutturata per essere ricompresa nel sottostante palazzo Guerrieri. In particolare fu rifatta la facciata rivolta verso l'attuale Via Cavour.
La torre acquisì il suo nome attuale quando, nel 1576, il duca Guglielmo Gonzaga fece costruire la grande gabbia in ferro come "carcere all'aperto". Fino ad allora era nota come torre degli Acerbi. Nella gabbia sospesa venivano esposti alla pubblica piazza i condannati che a volte vi rimanevano anche per lungo tempo; famoso è il caso di un borsaiolo dell'epoca, tale Marchino Ziganti, che vi fu rinchiuso per ben tre mesi. All'inizio del Cinquecento Francesco II Gonzaga ne fece dono, con il palazzo attiguo, alla famiglia Guerrieri divenuti poi Guerrieri Gonzaga. Nel 1850 la proprietà passò al senatore Giuseppe Cadenazzi fino a quando in occasione di una divisione condominiale, la torre, bisognosa di restauri, fu donata al comune di Mantova.
La torre è alta cinquantacinque metri. Costruzione medievale che, comunque, ha subito una parziale ristrutturazione nel Cinquecento, quando la facciata rivolta sulla attuale Via Cavour, fu adeguata agli stili tipicamente rinascimentali con l'inserimento di eleganti lesene marmoree e decorazioni di scuola mantegnesca.
La gabbia, che dà il nome all'edificio, è formata da spesse sbarre di ferro che racchiudevano uno spazio ristretto, due metri di lunghezza, un metro di larghezza e un metro e poco più in altezza. Ovviamente lo spazio angusto era tale perché destinato ad acuire le sofferenze degli "ingabbiati".
All'interno della torre è conservata la cappella della famiglia Bonacolsi, ornata da un ciclo pittorico del Trecento di stile giottesco.
La scossa di terremoto del 20 maggio 2012 (Magnitudo 5.9 - epicentro la zona di Mirandola) che ha interessato anche la città di Mantova, pare abbia provocato danni anche alla Torre della Gabbia, con la caduta di mattoni e calcinacci e l'apertura di crepe.
La Torre di Sant'Alò (o Torre Nuova) fu edificata nel 1370 circa per sorvegliare il lago che circonda la città, assunse il ruolo di difesa dei palazzi abitati dai Gonzaga già ai tempi di Francesco I, che fece costruire anche il Castello di San Giorgio. La torre sorgeva allo sbocco nel lago del Fossato dei Buoi (ora via Accademia), che proteggeva la città vecchia.
L'interno è diviso in sei piani e il piano terreno era adibito a deposito dei vasi di vino.
A fianco della torre sorge il fabbricato, del Cinquecento, adibito alle scuderie ducali ed occupato attualmente dalla Galleria storica del corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Il nome della torre deriva probabilmente dall'effigie di Sant'Eligio, protettore dei maniscalchi, che appariva su un gonfalone della corporazione al tempo dei comuni.

La Torre del Salaro un tempo si chiamava torre dei Poltroni, dove Poltroni è il nome della famiglia che la possedeva. Curioso è il fatto che la Torre del Salaro sia stata abbassata in altezza proprio a testimoniare il potere decaduto della famiglia dei Poltroni che erano stati cacciati dal Comune di Mantova e la torre venne adibita a magazzino del sale: ecco il perché del nome “Salaro”. La Torre del Salaro, di epoca medievale (XII secolo) si può vedere a fianco della Casa del Mercante, in Piazza Erbe. La Torre delle Ore o Torre civica del Palazzo Podestà Torre Palazzo del Podestà La torre delle Ore, alta 47 metri, è la torre civica del palazzo del Podestà, di epoca medievale, fondata come il palazzo del Podestà nel 1227 e non è collegata al nome di nessuna famiglia o storia di qualche famiglia gentilizia. Si trova a fianco del Palazzo del Podestà e, in Piazza Broletto, mostra il lato in cui si ammirano l’orologio, la cui presenza ne determina la denominazione e lo stemma del Podestà Ginori del 1494 (in copia, originale al Museo civico Palazzo di San Sebastiano). La torre delle Ore non deve essere confusa con la torre dell’Orologio di Piazza Erbe, tra Palazzo della Ragione e Rotonda di San Lorenzo. Nel corso del tempo la torre delle Ore venne usata come punto di osservazione e come prigione.
Mantova oltre al suo turrito skyline, dal profilo unico, conserva anche due esempi di casa torre: la casa torre in vicolo Bonacolsi e la casa torre in via Calvi di fronte alla Camera di Commercio. Casa bottega, la torre dei Boateri, di epoca medievale è l’unico esempio di casa torre ancora abitata e utilizzata in città, nella centrale via Calvi, di fronte al palazzo della Camera di Commercio. Dalle testimonianze ricavate dai rogiti post 1282 si sa che la famiglia dei Boateri, era un’antica ricca famiglia mantovana del quartiere di San Martino, proprietaria di molte case in città, possedeva anche una casa torre e che tutti gli edifici erano nelle vicinanze della chiesa di Santa Maria della Carità (in via Corridoni). In vicolo Bonacolsi (che collega via Sant’Agnese con piazza Sordello), unico vicolo medievale di accesso a piazza Sordello, si può ammirare la casa torre Bonacolsi, fatta costruire da Pinamonte Bonacolsi potente esponente della famiglia Bonacolsi per difendere ancora di più i sui possedimenti dopo che divenne proprietario del Palazzo e della torre degli Acerbi (attualmente palazzo Bonacolsi in piazza Sordello e torre della Gabbia). La torre Bonacolsi della casa torre si innalzava sull’ancona di Sant’Agnese.

La Torre degli Arrivabene sorge in via Arrivabene e venne eretta assieme all'omonimo palazzo di famiglia, attribuito a Luca Fancelli, nel 1481.
La Torre di San Domenico sorge a fianco delle Pescherie di Giulio Romano ed è quanto resta della chiesa e del convento di San Domenico eretti in stile gotico nel 1466.



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