sabato 6 giugno 2015

IL PALAZZO MOZZANICA A LODI

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Il palazzo fu l'elegante dimora del conte Lorenzo, feudatario di Turano e Melegnano, personaggio di spicco della corte milanese del Moro, capitano di cavalleria e poi commissario generale delle regie armate di Luigi XII in Italia. Probabilmente negli anni Ottanta del secolo, il conte entrò in possesso del palazzo che era stato fatto edificare nel Trecento dalla potente famiglia Vignati, cui appartenne Giovanni, signore di Lodi all'inizio del Quattrocento e di cui restano alcuni stemmi nel portico del cortile.
Spetta dunque a Lorenzo Mozzanica l'ampliamento dell'edificio gotico e la sua riqualificazione in senso rinascimentale per mezzo di un vocabolario decorativo che, se attinge da un lato al repertorio del classicismo quattrocentesco, tra Bramante e Mantegna, affonda dall'altro, e saldamente, le proprie radici nella secolare tradizione lombarda dell'ornato monumentale in terracotta.

L'edificio ha una struttura organizzata intorno ad un cortile rettangolare interno porticato su due lati consecutivi, con colonne dotate di capitelli ionici e chiuso sul fondo dallo scalone d'onore d'epoca settecentesca. La facciata su strada, tipicamente bramantesca e rinascimentale, si presenta a due ordini separati da un fregio scolpito in cotto. La fascia marcapiano è composta da elementi scultorei, realizzati con la tradizionale tecnica a stampo, ed è decorata con ghirlande e figure mitologiche (tritoni e naiadi si azzuffano vivacemente tra i flutti, alternandosi a tritoni che sostengono ghirlande fitomorfe mentre Nettuno e Proserpina reggono una corona d'encarpi). L'opera decorativa è attribuita ad Agostino de Fondulis, attivo anch'esso a Lodi nella realizzazione della Chiesa dell'Incoronata.
L'ordine inferiore della facciata è costituito da un alto basamento in cotto con cinque finestre a strombo e portale decentrato; l'ordine superiore presenta, disposte irregolarmente, una serie di finestre arcuate incorniciate con motivi archiacuti anch'essi in cotto.
L'ornato del fregio, che insieme al portale, costituisce l'elemento di maggior spicco, rielabora un motivo decorativo proveniente dal repertorio d'orbita mantegnesca ed utilizzato dal De Fondulis anche in altre occasioni.
Le cinque aperture a strombo del piano terra, e ancor più le finestre archiacute con ricche ghiere in cotto del piano superiore, appaiono distribuite in modo irregolare e scarsamente correlato tra loro e con il portale. Sullo spigolo dell'edificio è possibile vedere un grande stemma marmoreo.
Il portale in pietra d'Angera, decentrato nella parte sinistra della facciata e fiancheggiato da due colonne a candelabro ed è arricchito da elementi decorativi: bassorilievi floreali e da quattro medaglioni all'antica con ritratti di profili che confermano l'epoca della realizzazione e rimandano al ruolo che Lorenzo Mozzanica svolgeva;  le quattro medaglie sforzesche decorano l'ingresso, di cui le maggiori nei pennacchi dell'arco avrebbero all'interno i busti di Francesco Sforza e sua moglie Bianca Maria Visconti mentre le più piccole nell'entasi delle due colonne sarebbero di Gian Galeazzo Maria Sforza e Isabella d'Aragona.
L'interno del piano superiore ospita numerosi affreschi.
Secondo la testimonianza dello storico Giovanni Agnelli il 29 luglio 1509  il re di Francia Francesco I alloggiò nel palazzo.



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