La conferenza di Jalta fu un vertice tenutosi dal 4 all'11 febbraio 1945 presso Livadija (3 km a ovest di Jalta), in Crimea, nel Palazzo di Livadija, vecchia residenza estiva di Nicola II a Jalta, fra il 4 e l'11 febbraio 1945, pochi mesi prima della sconfitta della Germania nazista nel conflitto mondiale. Esso fu il secondo ed il più importante di una serie di tre incontri fra i massimi rappresentanti delle grandi potenze alleate, iniziati con la Conferenza di Teheran (28 novembre – 1º dicembre 1943) e conclusisi con la Conferenza di Potsdam (17 luglio-2 agosto 1945).
Gli accordi ufficialmente raggiunti a Jalta inclusero:
una dichiarazione in cui si affermava che l'Europa era libera, e che invitava allo svolgimento di elezioni democratiche in tutti i territori liberati dal giogo nazista;
la proposta di una conferenza (da tenere nell'aprile 1945 a San Francisco) in cui discutere l'istituzione di una nuova organizzazione mondiale, le Nazioni Unite (ONU); in particolare a Jalta si considerò l'istituzione del Consiglio di sicurezza;
lo smembramento, il disarmo e la smilitarizzazione della Germania, visti come "prerequisiti per la pace futura"; lo smembramento (che prevedeva che USA, URSS, Regno Unito e Francia gestissero ciascuno una zona di occupazione) doveva essere provvisorio, ma si risolse nella divisione della Germania in est ed Ovest che finì solo nel 1989;
furono fissate delle riparazioni dovute dalla Germania agli Alleati, nella misura di 22 miliardi di dollari;
in Polonia si sarebbe dovuto insediare un "governo democratico provvisorio", che avrebbe dovuto condurre il paese a libere elezioni nel più breve tempo possibile;
riguardo alla Jugoslavia, fu approvato l'accordo fra Tito e Šubašic (capo del governo monarchico in esilio), che prevedeva la fusione fra il governo comunista e quello in esilio;
i sovietici avrebbero dichiarato guerra al Giappone entro tre mesi dalla sconfitta della Germania; in cambio avrebbero ricevuto la metà meridionale dell'isola di Sachalin, le isole Curili e avrebbero visti riconosciuti i loro "interessi" nei porti cinesi di Port Arthur e Dalian;
tutti i prigionieri di guerra sovietici sarebbero stati rimandati in URSS, indipendentemente dalla loro volontà.
Inoltre in Romania e Bulgaria furono insediate delle Commissioni Alleate per governare tali Paesi, appena sconfitti. Nella relazione finale venne inserito l'impegno a garantire che tutti i popoli potessero scegliere i propri governanti, impegno palesemente disatteso nei decenni successivi.
Gran parte delle decisioni prese a Jalta ebbero profonde ripercussioni sulla storia mondiale fino alla caduta dell'Unione Sovietica del 1991. Per quanto, nei mesi immediatamente successivi, sovietici ed anglo-americani proseguissero con successo la loro lotta contro tedeschi e giapponesi, molti vedono nella conferenza di Jalta il preludio della Guerra fredda.
Ancora oggi, nei manuali di storia la conferenza di Jalta viene descritta come l'evento in cui i tre leader mondiali si spartirono l'Europa in sfere d'influenza. Benché fosse già chiaro, alla fine del conflitto, che l'Unione Sovietica sarebbe stata la forza dominante nell'Europa Orientale e Centrale. Tale stato di cose fu deciso prima sui campi di battaglia russi nel 1942-1943, poi dall'incapacità degli Alleati di aprire un secondo fronte fino al giugno del 1944. Altri studiosi invece ritengono che si debba far riferimento agli accordi raggiunti alla Conferenza di Teheran, cui seguirono quelli presi a Mosca nell'ottobre del 1944, come vero inizio della divisione del mondo in blocchi contrapposti.
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