domenica 7 settembre 2014

LA DONNA OGGETTO

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La "malafemmina" e la donna-oggetto

Questa figura femminile è stata creata dopo la rivoluzione sessuale. Attualmente è l'immagine più utilizzata dagli spot, poiché erroneamente viene considerata più efficace. Questo tipo di messaggio come il primo si riferisce all'immaginario comune maschile, anche se più esplicitamente molti pubblicitari di utilizzare il corpo femminile per vendere prodotti dedicati a consumatori di sesso femminile. La pubblicità ricorre maggiormente a questa figura femminile per pubblicizzare cosmetici, prodotti da uomo, lingerie femminile, automobili, vacanze e talvolta anche prodotti alimentari. La figura femminile rappresentata appare semi nuda o nuda, con caratteri estremamente sessualizzati, mediante l'accentuazione delle caratteristiche erotiche femminili e di una femminilità ambigua ma allo stesso tempo passiva, comunemente definita oggetto sessuale, poiché allude ad un tipologia di donna il cui ruolo deriva dall'amante, concubina o prostituta, donna dedita alla soddisfazione dei bisogni sessuali maschili. Si parla di erotizzazione quando:

    il valore di un individuo è ricondotto esclusivamente al suo sex-appeal o al suo comportamento sessuale;
    un individuo è considerato un oggetto-sessuale, vale a dire destinato ad essere usato da terzi come tale, invece che essere stimato per la sua autonomia e capacità decisionale;
    La sessualità viene imposta ad una persona in modo inappropriato e stereotipato.
    un individuo è tenuto a conformarsi ad un modo di pensare che equipara l'attrattiva fisica con il sex-appeal.

Negli ultimi anni la pubblicità per cosmetici con soggetti maschili forti ci sono da decenni...
 si diffonde anche l'uomo oggetto, raffigurato in campagne riguardanti l'intimo maschile o la cosmesi. È un uomo giovane che cura molto l'aspetto estetico. Un esempio è l'ultima campagne di Armani con Cristiano Ronaldo ma anche David Beckham nei precedenti anni.

Ancora oggi però è la donna semi nuda ad essere ritenuta dalla società occidentale come immorale: infatti per questo il nudo femminile viene altamente erotizzato rispetto a quello dell'uomo , che anche se seminudo, invece, suggerisce virilità attraverso le pose e il modo in cui è rappresentato. Ancora oggi c'è la credenza che il corpo nudo rappresenti una sorta di liberazione sessuale, ma in realtà si tratta di un ostacolo alle cariche liberatorie che la sessualità stessa dovrebbe comprendere.Da qui nasce il concetto di donna-oggetto e la convinzione che il corpo femminile induca l'uomo al peccato. In alcune pubblicità possiamo notare la sacralizzazione maschile, tali segni di "sacralizzazione maschile" vengono rappresentati da stereotipi che metaforizzano la virilità, come auto, moto e aerei.

Negli ultimi anni si è diffusa la tendenza di utilizzare alcune parti più erotiche del corpo femminile: labbra, seni, gambe e glutei. Questo tipo di immagini sono diventate ancora più offensive riducendo ancora di più la donna ad oggetto sessuale, annullando maggiormente la soggettività che la donna nel suo insieme esprime. Un esempio è la pubblicità dei traghetti TTTlines S.P.A, che per rappresentare Vesuvio e l'Etna usava i seni di una modella e successivamente dei sederi per descrivere la bellezza delle poppe delle proprie navi. Le pubblicità hanno sollevato polemiche.

Donna determinata
"Rosie la Rivettatrice". Manifesto pubblicitario della seconda guerra mondiale che invitava le donne a prendere il posto di lavoro degli uomini partiti per il fronte: «Noi possiamo farlo!».

Nonostante le pubblicità del secondo tipo siano ancora molto diffuse, si avvertono dei timidi segnali che il ruolo femminile rappresentato sta uscendo da questi schemi. Sono donne impegnate, lavoratrici, sportive, indipendenti, padrone della propria vita e non più elementi ornamentali, amano l'avventura e mettersi in gioco o occupano ruoli che prima erano considerati prerogativa maschile, come ad esempio guidare una vettura. La diffusione di queste pubblicità riguarda maggiormente i canali televisivi e poco la carta stampata.
La manager

Ancora meno diffusa della donna determinata, questa figura femminile, mostra una donna in veste professionale. A differenza della determinata non è una donna lavoratrice dipendente, ma occupa un posto di rilievo. È la classica donna in tailleur, che sta dietro una scrivania e partecipa alle riunioni di lavoro. Tipico esempio è la protagonista di una campagna della Banca Nazionale del Lavoro, dove i suoi dipendenti maschi si rivolgono a lei chiamandola "capo".

La vendicativa

La donna vendicativa, ancora meno utilizzata dai pubblicitari, è una donna che si libera dal suo ruolo di donna-oggetto o casalinga mediante una vendetta nei confronti del "maschio oppressivo".
Un tipico esempio è quello della pubblicità di Coloreria Italiana, dove una casalinga stanca di vedere suo marito disordinato, sporco, e fannullone, decide di infilarlo dentro una lavatrice e improvvisamente salta fuori l'uomo dei suoi sogni.

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