martedì 18 aprile 2017

ARMI BIOLOGICHE

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Le armi biologiche sono recentemente considerate armi terroristiche e messe al bando da svariate convenzioni internazionali, sebbene si sospetti che Stati Uniti e Russia conservino abbondanti riserve di questi agenti nei loro laboratori. La supposta presenza negli arsenali iracheni di armi biologiche è stata una delle cause dichiarate della Guerra d'Iraq o seconda guerra del Golfo (2003).

Quando si parla di armi biologiche si parla di virus, batteri e tossine che possono causare un avvelenamento biochimico, possono colpire e debilitare un organismo e costituire la scintilla della diffusione di malattie infettive. Tutte queste sostanze sono presenti in natura, ma, nel caso delle armi biologiche, oltre alla pericolosità intrinseca e naturale dei vari germi, è necessario tenere conto delle enormi potenzialità che sono offerte oggi dall’ingegneria genetica.
Durante la fase di sintesi e preparazione, i vari agenti biologici possono essere modificati in modo che ne aumenti la stabilità nell’atmosfera, che aumentino i vantaggi e le possibilità di diffusioni e che i nuovi ceppi siano resistenti agli antibiotici. Ecco perché le spore di antrace diffuse per posta nel 2001 hanno provocato casi di antrace respiratoria: erano sicuramente state manipolate in laboratorio dato che le spore esistenti in natura non sarebbero abbastanza fini da raggiungere i polmoni e dare quindi avvio alla malattia.
I batteri sono microrganismi costituti da un’unica cellula priva di un nucleo vero e proprio. Alcuni batteri (solo una piccolissima parte al contrario di quella che si pensa) sono patogeni, cioè fonte di malattie e infezione per l’uomo. Di solito contro i batteri patogeni la terapia antibiotica è efficace.
I bacilli sono un tipo particolare di batteri a forma di bastoncino (se si usa il nome latino, sono quelli che appartengono al genere Bacillus, come il batterio responsabile dell’antrace). Il termine bacillo è spesso usato, erroneamente, come sinonimo di batterio. I batteri in alcuni casi, possono dare origine a spore (è il caso dell’antrace).
I virus sono parassiti che si introducono all’interno di cellule di vario genere, ne modificano il patrimonio genetico, e quindi la funzione e le caratteristiche, e si moltiplicano all’interno di un organismo.
I virus sono molto più piccoli dei batteri (quindi si possono diffondere più facilmente) e gli antibiotici sono inutili per contrastare l’azione virale. E’ possibile difendersi dai virus con la vaccinazione, nel caso in cui esista un vaccino per la singola malattia, ma il vaccino deve essere somministrato prima dell’esposizione all’agente biologico ed è ovviamente impossibile prevedere quale virus impiegheranno eventuali bioterroristi.
Le tossine sono sostanze proteiche di solito nocive. Possono essere di varia origine (per esempio Ricinus communis, possibile agente patogeno inserito nell’elenco delle sostanze biologiche pericolose, è una tossina di origine vegetale), ma le tossine più note sono quelle di origine batterica, la cui produzione è dovuta all’azione di alcuni batteri. Molti dei batteri potenzialmente utilizzabili per la costruzione delle armi biologiche (quello dell’antrace o quello del botulismo) sono responsabili della produzione di tossine. In questi casi le armi biologiche non sono costituite direttamente dalle tossine, ma da batteri che le producono.
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Gli agenti biologici utilizzati nella realizzazione di questo tipo di armi si dividono in base alla loro tipologia:

virali, come il Marburg U, in grado di uccidere un uomo in 72 ore, causando una devastante febbre emorragica (analogamente alla febbre gialla). La mortalità raggiunge picchi del 90% .
batteriologici, come la peste
biologici ad effetto indiretto, il cui danno all'organismo umano deriva dalle tossine da loro liberate, ad esempio il botulino.



Le popolazioni barbare usarono fin dall'antichità le armi biologiche, senza esserne coscienti, essendone portatori sani. I barbari del nord dell'euroasia avevano infatti una proteina recettore presente nei linfociti che attacca i batteri Yersinia, responsabili delle pesti, mentre la popolazione mediterranea era dotata della proteina CCR5, inefficace contro tali batteri.

Durante il Medioevo, gli attacchi biologici venivano compiuti lanciando i cadaveri nelle città nemiche coi trabucchi o lasciandoli nelle riserve d'acqua per avvelenarle. Nel 1347 in Crimea, i corpi di alcuni guerrieri tartari di Gani Bek morti di peste, vennero gettati oltre le mura della colonia genovese di Caffa (oggi Feodosia, Ucraina) dopo un assedio protrattosi per mesi. Questo episodio potrebbe essere stato responsabile dell'avvento della peste nera in Europa tramite il traffico marittimo.

Per armi biologiche controllate si aspetterà fino in epoca contemporanea ed il loro sviluppo si protrarrà fino alla guerra fredda nonostante la convenzione di Ginevra lo bandisse fin dal 1864.

Durante la seconda guerra sino-giapponese, agli ordini del generale Shiro Ishii, l'unità 731 fu incaricata di studiare e testare armi chimiche e biologiche, violando il Protocollo di Ginevra che il Giappone aveva sottoscritto nel 1925, e che metteva al bando questo tipo di armi. L'Unità 731 testava il frutto del proprio lavoro (agenti chimici e biologici) attraverso la diffusione tra la popolazione civile ed i prigionieri, ad esempio lanciando dagli aerei sciami di zanzare infette, o contaminando con agenti patogeni i pozzi.

Nel 1943 i Tedeschi attuarono il primo ed unico attacco bioterroristico contro gli Alleati (e contro la popolazione civile) finora noto, infestando la provincia di Latina, bonificata pochi anni prima da Mussolini, con il plasmodio della malaria.

A parità di peso, le armi biologiche sono da 150 a 200 volte più efficaci di quelle chimiche: spesso ne bastano pochi milligrammi per provocare effetti letali sull'organismo.

Per diffondere l'agente biologico si può nebulizzare una soluzione acquosa o una polvere ipersottile contenente il virus, il batterio o la tossina; le particelle in ogni caso devono essere molto piccole, per poter penetrare i polmoni umani in profondità ed avviare il contagio. Questa modalità è ideale per la diffusione aerea.

Gli agenti possono essere portati sugli obiettivi da mano umana, o lanciati da mezzi di dispersione aerea, o caricati in bombe, missili e proiettili d'artiglieria.

Pertanto le modalità attraverso cui può essere esplicata l'azione di un'arma biologica sono:

diffusione aerea con conseguente inalazione
contaminazione dei viveri e delle acque.
contaminazione delle schegge dovute all'esplosione delle bombe e dei proiettili (è il caso della tetanotossina e della tossina della cancrena gassosa), specialmente se caricati nelle granate del tipo "a frammentazione", o del tipo "a saturazione-diffusione".

Fra i batteri, uno dei più terribili e micidiali è quello dell'antrace: provoca una malattia che in genere colpisce gli animali, ma che occasionalmente può contagiare l'uomo per via inalatoria, provocando una polmonite rapidamente mortale. Le sue spore hanno la caratteristica di persistere nel terreno anche per decine di anni e di resistere a lungo nell'ambiente esterno (vengono distrutte esponendole per almeno 15 minuti a una temperatura di 121 °C, alla normale pressione atmosferica). Per la loro elevata resistenza agli agenti esterni, le spore possono essere nebulizzate in aerosol, attraverso speciali proiettili.

Microorganismi meno resistenti, come quello del tifo (Salmonella typhi) e del colera (Vibrio cholerae), ed i virus della poliomielite (Poliovirus) e dell'epatite virale (Hepatovirus), possono altresì essere dispersi nell'ambiente, tramite irrorazione o contaminazione mirata, provocando gravissime forme cliniche, quali gastroenteriti, epatiti, paralisi.

La dottrina di impiego ne prevede l'uso per l'avvelenamento di grossi quantitativi di derrate alimentari e dei bacini d'approvvigionamento idrico. Il loro campo elettivo d'applicazione è costituito dal bombardamento delle retrovie, il che causerebbe la completa paralisi del rifornimento alle prime linee. Qualora venissero usate contro le prime linee, causerebbero il caos totale nello sgombero dei colpiti. Un'epidemia di questo tipo potrebbe essere assai difficilmente controllabile e ritorcersi in ogni momento contro gli stessi utilizzatori (effetto "boomerang").

Le tossine sono prodotti del metabolismo batterico, fungino, algale e vegetale. Possono essere disperse nell'ambiente in vari modi: non escluso l'impiego di missili intercontinentali a testata tossica. Per la relativa facilità di produzione, queste armi vengono comunemente chiamate "l'atomica dei poveri".

La tossina botulinica provoca paralisi flaccida nella muscolatura volontaria scheletrica, mentre la tossina tetanica provoca la paralisi spastica della medesima muscolatura. La prima agisce se somministrata per via orale; la seconda per via iniettiva. In entrambi i casi la morte sopraggiunge per asfissia da paralisi della muscolatura respiratoria, in uno stato perfettamente mantenuto di coscienza. Queste tossine vengono oggigiorno prodotte industrialmente grazie alle tecniche d'ingegneria genetica e di biologia molecolare. Trenta grammi di questi veleni sono teoricamente in grado di uccidere l'intera popolazione umana; il loro punto debole è però la scarsa resistenza al calore.

Micidiale è anche l'effetto della tossina di alcuni funghi del genere Fusarium; diffusa nell'area-bersaglio in forma di polvere finissima, la cosiddetta "pioggia gialla", viene inalata e causa rapidamente necrosi della cute e delle mucose, emorragie sull'apparato digerente e su quello respiratorio; è tossica per il fegato e per il rene, con conseguente blocco della funzionalità epatica e renale). Anche il midollo osseo rosso, emopoietico, viene depresso, con effetti simili a quelli delle radiazioni ionizzanti.

Discorso analogo vale per le tossine dei funghi del genere Amanita e Cortinarius. Le tossine amanitina e falloidina sono letali in quanto bloccano l'RNA ribosomiale, con questo la sintesi proteica e la morte della cellula. Rene, fegato ed intestino vengono devastati dall'azione delle tossine dell'Amanita phalloides, dell'Amanita verna e dell'Amanita virosa. Letale è anche l'azione della tossina del Cortinarius orellanus. Tutte queste tossine risultano termostabili, ovvero non si degradano col calore durante la cottura dei cibi, per cui mantengono invariato il loro potere tossico.

Per l'uomo la dose tossica di queste tossine è pari ad 1 milligrammo per ogni chilogrammo di peso corporeo ed a nulla vale la lavanda gastrica: poiché esse passano indenni la barriera offerta dal succo gastrico, non suscitano il riflesso del vomito, non inducono senso di nausea ed agiscono appena dopo l'assorbimento intestinale. Una volta riversate nel sangue, l'unico presidio efficace, purché attuato entro 48-72 ore, è la plasmaferesi.



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