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giovedì 5 marzo 2015

PONTI SUL TICINO : PONTE DELLA BECCA

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Il Ponte della Becca è un ponte della provincia di Pavia, costruito nel 1912 sulla confluenza tra i fiumi Ticino e Po. Parzialmente distrutto a seguito di bombardamenti subiti durante la seconda guerra mondiale, fu ricostruito nel 1950.

Il ponte è costruito con un'armatura in ferro che lo avvolge completamente. La strada che lo percorre è la Strada statale 617 Bronese, che percorre la tratta Broni-Pavia. È lungo in totale 1,081 km.

Alla fine del lato pavese del ponte è sorto, a partire dagli anni 1990, un complesso turistico estivo la cui finalità è lo sviluppo della navigazione fluviale. A causa delle frequenti esondazioni da parte dei due fiumi, che spesso sommergono completamente la zona durante la stagione fredda, l'unica attività consentita alla base del fiume è proprio quella basata sulla navigazione. Peraltro, i due fiumi non sono balneabili, a causa dei gorghi che tendono a formarsi proprio in prossimità dei plinti del ponte e, ovviamente, dell'inquinamento delle acque.

Il 28 novembre 2010 viene rilevato un cedimento di 4 centimetri di un giunto della struttura: a seguito di questo il ponte fu dichiarato non carrabile e quindi chiuso al traffico. Tale è rimasto fino al 30 dicembre dello stesso anno, quando il transito è stato riaperto ai soli mezzi più leggeri di 35 quintali (trasporti pubblici esclusi), a seguito di una parziale ristrutturazione.

Il 17 marzo 2011 si ha un nuovo incidente: durante un periodo di piena del Po, crolla improvvisamente il pilone 9 del ponte, che viene perciò dichiarato nuovamente inagibile e quindi chiuso ancora al traffico veicolare. Dopo aver riparato il pilone e anche provveduto all'installazione di barriere limitatrici di larghezza in cemento con sbarre per impedire fisicamente il transito al traffico pesante, dato che i precedenti divieti erano stati continuamente infranti, il ponte viene nuovamente riaperto al solo traffico leggero a senso unico alternato.

Tra il 6 e 7 giugno 2011 vengono eseguiti dei rilievi sul letto del fiume, per determinare quanto fosse profonda la probabile buca che ha causato il cedimento e il conseguente crollo del pilone 9. I dati ottenuti affermano che la buca che ha provocato il crollo del pilone 9 si sta allargando ed è arrivata a minacciare anche la base del pilone 8. Infatti il pilone 8 è sporgente in modo anomalo: penetra nel fondo per soli 2 metri, mentre gli altri piloni sono a 11 metri.

Altri lavori sono stati effettuati nel corso del 2011.

A oggi il ponte è transitabile dai soli veicoli inferiori ai 35 quintali, è stato ripristinato il doppio senso di circolazione e sono state installate nuove barriere limitatrici in larghezza in cemento.


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FEDERICO BARBAROSSA

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Federico I Hohenstaufen, meglio noto come Federico Barbarossa (Waiblingen, 1122 – Saleph, 10 giugno 1190), fu imperatore del Sacro Romano Impero. Salì al trono di Germania il 4 marzo 1152 succedendo allo zio Corrado III, e fu incoronato Imperatore il 18 giugno 1155.

Non sono noti con certezza il luogo e la data di nascita di Federico Barbarossa. È tuttavia certo che sia nato nel castello di Waiblingen, nella prima metà degli anni venti del XII secolo, le ipotesi spaziano tra il 1118 e il 1125. Il padre, che portava il suo stesso nome, era Federico II duca di Svevia. La madre di Federico era Giuditta di Baviera, sorella del duca di Baviera di Sassonia e marchese di Toscana, Enrico il Superbo e principessa dei guelfi, appartenente alla dinastia rivale dei Welfen, dal cui nome derivò quello del partito dei guelfi in Italia. Federico rappresentava agli occhi dei principali elettori dell'Impero una scelta accettabile per la corona, poiché appunto per linea materna aveva legami anche con la casata dei Welfen.

Federico nel 1147 succedette al padre come Federico III nel titolo di duca di Svevia, e nello stesso anno si aggregò allo zio Corrado III imperatore del Sacro Romano Impero, che guidò la seconda crociata assieme al re di Francia, Luigi VII. La crociata si concluse con l'abbandono da parte dei crociati dell'assedio di Damasco, il 28 luglio 1148.

Dalla crisi di potere seguita alla morte di Enrico V, incapace di assicurare in modo definitivo alla propria dinastia la successione al trono di Germania, si passò invece ad una elezione, alla morte di Corrado III, condivisa, con un consenso quasi totale. Non si ebbe contesa, come altre volte in precedenza, per l'elezione del re di Germania fra le due principali casate del regno; si risolse il 4 marzo 1152 a Francoforte pare grazie ad un compromesso: il cugino di Federico, il duca di Sassonia, Enrico il Leone, dei Welfen, uno dei principali pretendenti al trono, rinunciò ad esso in cambio della promessa della sovranità sulla Baviera. Re di Germania fu eletto Federico III di Svevia che prese il nome di re Federico I. Fu incoronato ad Aquisgrana il 9 marzo 1152 all'età di circa trent'anni.

Federico I mostrò subito di voler rafforzare l'autorità imperiale, per cui, nel marzo del 1153, indisse una dieta a Costanza a cui parteciparono anche gli ambasciatori di papa Eugenio III (1145-53); ad essi Federico espresse la convinzione che potere politico e spirituale potessero collaborare su un piano di parità, per cui ribadì i suoi diritti in materia di elezione dei vescovi tedeschi ma allo stesso tempo assicurò di voler rispettare prestigio e potenza della Chiesa in cambio della promessa di essere incoronato imperatore; inoltre fu anche stabilito che nessun territorio della penisola (italiana) doveva essere ceduto a Manuele I Comneno, imperatore bizantino, anzi si presero misure per scacciarlo dalla penisola.

Le esatte circostanze della morte di Federico sono sconosciute. È ipotizzabile che l'anziano imperatore sia stato disarcionato da cavallo, oppure che, stanco della marcia attraverso i monti e oppresso dalla calura, abbia voluto rinfrescarsi e lo shock dovuto all'acqua fredda gli abbia causato un arresto cardiaco, oppure che, appesantito dalla sua stessa armatura e fiaccato dall'intensa calura del giugno siriano, Federico I, data anche l'età, non abbia resistito all'impeto della corrente. Federico affogò nelle acque che a malapena arrivavano ai fianchi, secondo quanto riferisce il cronista arabo Ibn al-Athīr nel suo al-Kāmil fī taʾrīkh (La perfezione nella storia). Il peso dell'armatura di quel giorno, progettata per essere la più leggera possibile, fu tale comunque da trascinare con sé un uomo in salute in acque poco profonde.

La morte di Federico gettò il suo esercito nel caos. Senza comandante, in preda al panico e attaccati da tutti i lati dai turchi, molti tedeschi furono uccisi o disertarono. Il figlio del Barbarossa, Federico VI di Svevia, proseguì con i soldati rimasti, con l'obiettivo di dar sepoltura all'imperatore a Gerusalemme, ma gli sforzi per conservare il cadavere utilizzando l'aceto fallirono. Quindi le spoglie di Federico Barbarossa furono seppellite nella chiesa di San Pietro in Antiochia di Siria, le ossa nella cattedrale di Tiro e il cuore e gli organi interni a Tarso. Solo 5.000 soldati, una piccola frazione delle forze iniziali, arrivarono ad Acri, verso la fine del 1190. E all'assedio di San Giovanni d'Acri, nel 1191, perse la vita Federico VI.

L'improvvisa morte di Federico lasciò l'esercito crociato sotto il comando dei rivali Filippo II di Francia e Riccardo I d'Inghilterra che, giunti in Palestina separatamente via mare, lo portarono infine a dissoluzione. Riccardo Cuor di Leone continuò verso Est dove affrontò il Saladino con alterni esiti, ma senza raggiungere il suo obiettivo finale, la conquista.

Federico I di Svevia è il protagonista di molte leggende ed era tenuto in grande onore dalle popolazioni germaniche sue contemporanee, che diffuse la leggenda nelle quali Federico non fosse realmente morto ma si fosse nascosto ai suoi nemici per tornare più forte di prima.

Una versione più mitologica della sua morte è basata sull'ipotesi che fosse in possesso della leggendaria Lancia del Destino. Secondo il mito, chiunque possieda la lancia è imbattibile, ma se il portatore ne fosse privato, perderebbe la vita di lì a poco. Federico morì guadando un fiume e, in quel momento, alcuni resoconti dicono che la lancia cadde dalle sue mani.

Un'altra leggenda è quella dell'eroe dormiente, come le più antiche leggende britannico-celtiche di Artù e Bran il Benedetto. Tale leggenda vuole che egli non sia morto, ma addormentato coi suoi cavalieri in una caverna nelle montagne di Kyffhäuser in Turingia e che quando i corvi cesseranno di volare intorno alla cima, si desterà e porterà la Germania alla sua antica grandezza. Secondo la leggenda, la sua barba rossa sarebbe cresciuta attraverso il desco al quale siede. I suoi occhi sarebbero mezzi chiusi nel dormiveglia, ma di quando in quando alzerebbe la sua mano e manderebbe un fanciullo all'esterno per vedere se i corvi abbiano smesso di volare.
La saga di Kyffhäuser era nata per suo nipote Federico II, ma nel corso del secolo XIX, alcuni scrittori tra cui i fratelli Grimm, nell'opera le Saghe germaniche, ripresero la saga di Kyffhäuser, attribuendola al Barbarossa, dove egli è addormentato, seduto ad un tavolo e la sua barba rossa cresce smisuratamente e ha già fatto due giri intorno al tavolo. Quando si completerà il terzo giro, Federico si sveglierà e combatterà una straordinaria battaglia: sorgerà il giorno del giudizio.


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