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venerdì 17 aprile 2015

PERSONE DI SESTO CALENDE : CESARE DA SESTO

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Pittore, nato a Sesto Calende nel 1477, morto a Milano il 27 luglio 1523.

Si formò a Milano a contatto con Leonardo da Vinci, di cui divenne un fedele seguace, rientrando nel fenomeno dei leonardeschi. Grazie ai suoi viaggi in particolare diffuse lo stile del maestro anche in aree da lui mai toccate, come il Meridione d'Italia. A lui vengono attribuiti alcune copie da Leonardo, come l'Ultima Cena di Ponte Capriasca o la Leda col cigno di Salisbury o quella della Galleria Borghese.

I primi documenti che lo riguardano risalgono al 1508, con pagamenti per la decorazione (perduta) di un ambiente dei Palazzi Vaticani a Roma, per conto di Giulio II. A questi anni risalgono probabilmente una lunetta con una Madonna con Bambino affrescata nel convento di Sant'Onofrio sul Gianicolo e alcune pitture recentemente rintracciate nella chiesa di San Giovanni Battista in Campagnano di Roma tra le quali di particolare importanza assunse la pittura su tela detta la Madonna del Ciliegio (o del Ceraso). A Roma, pur senza mai distaccarsi dalla matrice naturalistica lombarda, arricchì il linguaggio leonardesco con riprese dall'arte classica e da Raffaello. Al Castello di Ostia collaborò con Baldassarre Peruzzi alla stesura di grottesche, motivo ornamentale di recente introduzione.

Verso il 1513 si trasferì in Sicilia e dipinse, a Messina, un'importante pala d'altare per l'oratorio di San Giorgio dei Genovesi (oggi a San Francisco, California Palace of the Legion of Honor). A lui viene anche attribuita la tavola di Sant'Alberto, forse facente parte di un polittico andato perso, che si trova a Modica nella chiesa del Carmine. Trasferitosi poi a Napoli, realizzò nel 1515 un monumentale polittico per l'abbazia di Cava dei Tirreni.

Tornato a Milano, eseguì, assieme a Bernardino Bernazzano uno dei suoi capolavori, il Battesimo di Cristo oggi nella Collezione Gallarati Scotti, visto da Giovan Paolo Lomazzo nella raccolta di Prospero Visconti. In questi anni Cesare realizzò una serie di tavole che raggiunsero una certa fortuna fra i collezionisti milanesi dei decenni successivi: un San Girolamo (oggi a Southampton), già di Guido Mazenta, una Salomè, che fu del banchiere Cesare Negrolo e poi dell'imperatore Rodolfo II (oggi al Kunsthistorisches Museum di Vienna), e la Sacra Famiglia con santa Caterina (oggi al Museo dell'Ermitage), testimoniata sempre nel palazzo di Prospero Visconti.

Va segnalato, nel 1517, il suo ritorno a Messina, dove dipinse la sua opera più celebre, l'Adorazione dei Magi per la chiesa di San Niccolò (oggi a Napoli, Capodimonte), che divenne un modello da imitare per molti artisti del meridione.

Tornato in patria, cominciò a dipingere il Polittico di San Rocco (oggi alla pinacoteca del Castello Sforzesco), una delle sue opere più celebrate dalle fonti per aver riunito in un solo dipinto le maniere di Leonardo e Raffaello (il pannello centrale è ispirato alla Madonna di Foligno), lasciato incompiuto per il sopraggiungere della morte prematura dell'artista.



LEGGI ANCHE : asiamicky.blogspot.it/2015/04/le-citta-del-lago-maggiore-sesto-calende.html





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venerdì 10 aprile 2015

CESARE LIEVI

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Cesare Lievi (Gargnano, 1952) è un regista teatrale, poeta e drammaturgo italiano.

Dopo gli studi di filosofia fondò con il fratello Daniele (scenografo e architetto, 1951-1990) il Teatro dell’acqua nella sua città natale per il quale realizzarono Paesaggio con Barbablù di Tieck (nel 1984 presentato alla Biennale di Venezia).
Venticinque anni fa i fratelli Daniele e Cesare Lievi davano vita a Gargnano, sul lago di Garda, a un sodalizio intellettuale e a un progetto culturale destinato a entrare nella storia del teatro mondiale. Tutto cominciò nel salone di una vecchia caserma in disarmo con Quanto costa il ferro?  messo in scena da Cesare per aiutare il fratello e i suoi compagni all’esame di maturità. Arrivano subito dopo i primi successi internazionali, soprattutto in Germania e in Austria. Scomparso prematuramente Daniele, Cesare prosegue il lavoro registico. Oggi è considerato da molti l’erede di Strehler.

Ha fatto parte della redazione della rivista di poesia Niebo, diretta da Milo De Angelis e ha tradotto poesie dal tedesco (attività che ha continuato a fare). Tra le messe in scena di quel periodo, particolare successo ebbe lo spettacolo tratto dal Barbablù di Georg Trakl, che nel 1984 fu presentato alla Biennale di Venezia. L'anno successivo presentò a Francoforte La miniera di Falun di Hugo von Hofmannsthal, a cui seguirono negli anni successivi diverse regie in Austria e Germania tra cui Il ritorno a casa di Cristina di Hofmannsthal (1987), Sonata di fantasmi di August Strindberg (1988), Il nuovo inquilino di Eugène Ionesco (1988), Käthchen von Heilbronn di Heinrich von Kleist (1988), Enrico IV di Luigi Pirandello (1989), Il tempo e la stanza di Botho Strauss (1990), Il principe costante di Calderón de la Barca (2001), Erano tutti miei figli di Arthur Miller (2002). Nel 1996 è diventato direttore artistico del Teatro Stabile di Brescia. Nel 1997 ha diretto Graziano Piazza in Dreck - Schifo, opera di Robert Schneider,

Direttore artistico del Centro teatrale bresciano dal 1996 al 2010 (il 2 luglio la direzione andò ad Angelo Pastore, già consulente dal 2000). Introdusse una linea di abbattimento delle barriere convenzionali tra teatro di tradizione e teatro sperimentale, progettando spettacoli per spazi non teatrali alla ricerca di sempre nuove fasce di pubblico.
Tra le altre cose, ha scritto per il Centro, Fotografia di una stanza, Il mio amico Baggio (storia di due ragazzi brasiliani venuti in Italia in cerca di fortuna), La badante («Ho visto con quale durezza reagì mia madre alla prima badante che le affiancammo e visto che già avevo dedicato due opere all’identità bresciana che cambia in rapporto agli stranieri ho voluto concludere quest’ideale trilogia»).

Il più tedesco dei nostri registi, l’uomo che considera la Germania una sua nicchia sentimental-culturale, avendovi lavorato per anni» (Osvaldo Guerrieri).
Nel 2009 curò la regia di Cenerentola di Rossini al Metropolitan di New York. Vinse nello stesso anno il Premio Ubu al miglior testo drammaturgico con La badante, e il Premio Unesco alla Cultura. Successivamente nominato Sovraintendente e Direttore artistico per la Prosa del Teatro Nuovo Giovanni da Udine per gli anni 2010 e 2011.

È attualmente professore di Regia presso il Dipartimento di Storia dell'Arte, della Musica e dello Spettacolo dell'Università degli Studi di Milano.

Nel 2009 vince il Premio Ubu come miglior testo drammaturgico con La badante.

È stato nominato Sovraintendente e Direttore artistico per la Prosa del Teatro Nuovo Giovanni da Udine per gli anni 2010 e 2011.


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