domenica 22 febbraio 2015

MILANO & SALUTE - OSPEDALE MAGGIORE -



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La Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico, meglio nota come Ospedale Maggiore o Policlinico di Milano è il più antico ospedale di Milano.

Nel 1456 il duca di Milano Francesco Sforza fondò la Magna Domus Hospitalis (Ca' Granda), un nosocomio dedicato all'Annunciata, sostanzialmente per accattivarsi il favore del popolo, ancora fedele alla famiglia dei Visconti di Milano, sebbene il nuovo Duca avesse da tempo sposato Bianca Maria Visconti.

Il comandante, entrando vittorioso in Milano il 25 marzo 1450, giorno dell'Annunciazione, fece voto di dedicare un'istituzione benefica all'Annunciata: fu così che la nuova fondazione divenne lo Spedale della Nunciata. Progettato dal celebre architetto Filarete, l'ospedale rientrò nel proposito dello Sforza di dare compimento e stabilità alla riforma degli ospedali cominciata dall'arcivescovo Rampini negli anni della Repubblica Ambrosiana.

Benché nato come ospedale dei poveri, fu però fin dall'inizio un ospedale in cui si curavano malati con speranza di guarigione. Le malattie croniche venivano curate in ospedali fuori città. Per questo motivo l'ospedale maggiore è sempre stato il centro di informazione e rilevamento della situazione sanitaria della città.

Tra il 1895 e il 1929, con costruzioni realizzate in più lotti, si decise lo spostamento dell'ospedale al di là del naviglio (dove aveva già cominciato ad espandersi); questo avvenne con la concomitante fondazione dell'Università statale. La Statale prese possesso dei vecchi edifici della Ca' Granda (dove si trova tuttora); l'Ospedale Maggiore, come Policlinico Universitario si spostò in una vasta area compresa fra le vie Francesco Sforza (dove era il naviglio), il corso di Porta Romana, le vie Lamarmora e Commenda.

Il primo istituto ad essere inaugurato fu quello Ostetrico ginecologico, voluto da Luigi Mangiagalli (primo rettore dell'Università) e che oggi porta il suo nome.

Insieme allo spostamento si era deciso di creare un grande ospedale generale: l'area venne trovata a Niguarda, un comune limitrofo che nel 1923 era diventato parte di Milano. Il nuovo ospedale di Niguarda, su progetto di Giulio Marcovigi, Ulisse Arata ed Enrico Ronzani, fu realizzato tra il 1932 e il 1939. L'ospedale di Niguarda mantenne il nome di Ca' Granda, mentre il Policlinico tenne il nome di Ospedale Maggiore.

Ulteriori "propaggini" dell'ente ospedaliero furono l'Ospedale San Carlo Borromeo di Milano e l'ospedale di Sesto San Giovanni. L'ente venne successivamente smembrato, dando così autonomia a diversi istituti, mentre altri nacquero indipendentemente e vennero inglobati successivamente. Nel 1909 i fratelli Adelina e Marco De Marchi fondarono l'Asilo per le madri povere legittime "Regina Elena", che visse una sua storia indipendente fino agli anni 1990. Nel 1957 tale Opera Pia fu trasformata in ospedale specializzato, mentre divenne Ente Ospedaliero nel 1968 come Istituto di Ostetricia-Ginecologia e Pediatria "Regina Elena". Nel 1992 la "Regina Elena" è stata un presidio della USSL 75/1 (poi AUSSL 36 di Milano). Dal 1998 al 2004 gli Istituti Clinici di Perfezionamento Devoto, Mangiagalli e Regina Elena vennero posti sotto un'unica egida.

Nel 2004 viene fondata la Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena.

Nel 2010 cambia il nome riacquistando la vecchia dicitura di Ca' Granda.

Il sigillo dell'Ente riportava la scena dell'Annunciazione e il motto ave gratia plena. Successivamente lo stemma fu semplificato nella sola colomba dello Spirito Santo.

La rappresentazione araldica, ancora alla base dell'attuale logo della Fondazione, è strettamente connessa all'impresa viscontesa della tortora col fiammante e raggiante. Alla colomba fu aggiunto in seguito il ramo d'ulivo nel becco. Fino al 1825 l'Ente aveva il compito dell'assistenza dei trovatelli o bambini esposti che, considerati "figli dell'ospedale", ricevevano il cognome di "Colombo", dall'ispirazione dell'insegna ospedaliera.

In seguito anche gli ospedali di Niguarda, Sesto San Giovanni e il San Carlo Borromeo ottennero insegne o sculture che ne richiamano la dedicazione.

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