venerdì 1 luglio 2016

LA PROVINCIA DI LODI

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La provincia di Lodi confina a nord con la città metropolitana di Milano, ad est con la provincia di Cremona, a sud con l'Emilia-Romagna (provincia di Piacenza), ad ovest con la provincia di Pavia e con l'exclave di San Colombano al Lambro (città metropolitana di Milano).

Fu istituita il 6 marzo 1992, a seguito dello scorporo di 61 comuni dalla allora provincia di Milano.

Nella provincia cinque comuni si fregiano del titolo di città: Lodi, Codogno, Casalpusterlengo, Lodi Vecchio e Sant'Angelo Lodigiano.

Sebbene istituita di recente, le origini storiche di questa provincia ben inserita in una tipologia ambientale omogenea di bassa pianura e delimitata da grandi fiumi, risalgono almeno a 2 millenni fa.

Il primo riconoscimento giuridico si ebbe nell'89 a.C. con Gneo Pompeo Strabone e nel 49 a.C. con Giulio Cesare che concesse la cittadinanza romana ai cittadini di Laus Pompeia. Il territorio era conosciuto come ager laudensis.

La Diocesi di Lodi sorgerà nel 374, garantendo anche nei tempi più calamitosi la coesione di tutto il territorio.

Nel Basso medioevo ci fu un'eccezionale opera di bonifica dei vasti luoghi paludosi del territorio attraverso uno splendido lavoro di ingegneria idraulica, che rese il Lodigiano una delle terre più fertili d'Europa.

Nei secoli successivi all'età dei Comuni, al territorio venne riconosciuta dai vari dominatori una certa libertà amministrativa (contado di Lodi). Fu però con l'avvento degli austriaci nel XVIII secolo che si ebbe il riconoscimento pieno del Lodigiano; il contado infatti assunse forma di provincia nel 1757, e ne assunse formalmente il nome nel 1786, con la riforma di Giuseppe II.

Dopo la tumultuosa parentesi napoleonica (con l'effimera costituzione del Dipartimento dell'Adda nel 1797, poi annesso al Dipartimento dell'Alto Po con capoluogo Cremona), nel 1816 fu ripristinata la Provincia, che acquisì anche il Territorio Cremasco e prese il nome di Provincia di Lodi e Crema.

La Provincia venne abolita nel settembre 1859 dal governo del regno di Sardegna, dopo soli tre mesi dalla conquista della Lombardia (Decreto Rattazzi). Da allora furono avanzate richieste al Governo per la ricostruzione della Provincia, ma il tutto inutilmente. Il territorio lodigiano fu degradato a circondario della provincia di Milano, anch'esso soppresso nel 1927.

Nel dopoguerra il Lodigiano, che nel ventennio fascista aveva subito un periodo di stasi, cerca di recuperare le tradizioni: alla fine degli anni quaranta sorge l'ATSIL, associazione di tutela e sviluppo del Lodigiano. Nel 1959 si prende la decisione di far nascere un consorzio tra i Comuni lodigiani pur nell'ambito della Provincia di Milano; questo consorzio verrà costituito il 4 maggio 1965 con decreto prefettizio.

L'ipotesi di una maggiore autonomia si ebbe a partire dal 1970, quando vengono istituite le regioni.

Il 6 marzo 1975 viene istituito il Circondario di Lodi da parte della Regione Lombardia. È il riconoscimento di fatto che, per la Regione, il territorio lodigiano ha i requisiti del livello provinciale.

Tra il 15 gennaio e il 16 gennaio 1992 la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica esprimono parere favorevole all'istituzione della Provincia di Lodi. Il 27 febbraio 1992 il Consiglio dei ministri ne delibera l'approvazione. Il giorno dopo arriva anche il consenso della Regione Lombardia.

Con decreto legislativo del 6 marzo 1992 il Presidente della Repubblica istituisce ufficialmente la Provincia di Lodi.

Nel 1992 a Codogno è stato indetto un referendum popolare sull'adesione alla nascitura Provincia di Lodi. L'89% dei cittadini ha votato "no", testimoniando la volontà dei codognesi a restare nella Provincia di Milano. Nonostante ciò, il referendum di Codogno, così come quello della vicina Fombio, non ha avuto un'applicazione, e la città è stata inserita all'interno della nuova Provincia. Altri comuni, come San Colombano al Lambro, Cerro al Lambro, San Zenone al Lambro e Dovera sono invece riusciti a vedere applicata la volontà popolare, restando nelle province di appartenenza (Milano e Cremona).

Il territorio lodigiano si estende per circa 780 km² ed è quasi interamente delimitato dalla riva destra dell'Adda, dalla sponda sinistra del Lambro e dalla riva sinistra del Po. Gli elementi tipici sono proprio i corsi d'acqua naturali e artificiali, e una regolare pianura inclinata leggermente da Nord a Sud-Est (declivio circa dell'1.5 per mille). Unica eccezione, il limitato rilievo delle colline di San Colombano al Lambro, che raggiungono l'elevazione massima di 144 metri sul livello del mare. Il terreno è tipicamente alluvionale, generalmente composto di arena o siliceo calcarea, o argilloso silicea e calcarea che unita a strato di carbonato di calcio, mista spesso ad allumina, forma la crosta vegetale o arabile.

Il territorio, a ridosso della grande metropoli di Milano, pur rimanendo a vocazione agroalimentare, ha una caratterizzazione socio-economica determinata dal pendolarismo, dall'artigianato e dalla piccola e media impresa.Forte è l'impiego nel settore dell'industria e soprattutto in quello dei servizi.

Accanto a Lodi, città capoluogo, che conta circa 45.000 abitanti, esistono due città (Codogno e Casalpusterlengo) attorno alle quali fervono le attività e gli interessi del Basso Lodigiano affacciato sul Po; ci sono poi le città di Sant'Angelo Lodigiano (tra il Lambro e la provincia di Pavia) e di Paullo (centro nevralgico dell'Alto Lodigiano a una decina di chilometri da Milano), l'antica cittadina di Laus Pompeia (odierna Lodi Vecchio) e la borgata collinare di San Colombano al Lambro. Verso tutte queste differenti realtà gravitano le popolazioni dei territori circostanti.

Il terreno è tipicamente alluvionale e la composizione del suolo, reso fertile dall’instancabile opera di bonifica intrapresa già dai monaci cistercesi, lo rende particolarmente adatto alle coltivazioni.

Queste caratteristiche hanno indirizzato lo sviluppo economico verso la filiera agro-alimentare cioè in direzione della trasformazione, lavorazione e vendita dei prodotti di origine agricola. Il Lodigiano è infatti uno dei più importanti centri italiani per l’agricoltura e per l’allevamento, tanto da costituire un polo di livello europeo nel settore zootecnico: alle porte di Lodi, sorge il Parco Tecnologico Padano, polo internazionale per lo studio della genetica degli alimenti e per il sostegno e l’innovazione del comparto agro-alimentare.


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