martedì 5 luglio 2016

I PILASTRI DELL'ISLAM

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Per i musulmani i 5 pilastri sono degli obblighi fondamentali che il fedele è tenuto a rispettare. Essi sono la testimonianza della fede, la preghiera, fare zakat (l'elemosina), digiunare nel mese di Ramadan e il pellegrinaggio alla Mecca almeno una volta nel corso della vita.

Per il Corano "non esiste divinità al di fuori di Allah e Maometto è il suo profeta". La testimonianza della fede viene chiamata Shahada ed è una formula che il musulmano pronuncia giornalmente.

Secondo il Corano, il Libro Sacro dell'Islam, "Non esiste divinità all'infuori di Dio (Allah), e Maometto è il Suo profeta". Questa dichiarazione di fede viene detta ayyab, una semplice formula che il musulmano pronuncia giornalmente. Intrinseca in questa azione è l'accettazione del Profeta Maometto: "Maometto non è padre di nessuno dei vostri uomini, egli è l'Inviato di Allah e il sigillo dei profeti. Allah ha piena conoscenza di tutte le cose". (Corano 33:40)

La preghiera va recitata cinque volte al giorno: all'alba, a mezzogiorno, a metà pomeriggio, al tramonto e di notte. Ogni preghiera dura pochi minuti ed è un collegamento diretto tra il fedele e Dio. Per gli uomini è obbligatorio riunirsi in una moschea per pregare (chi è malato può restare a casa), ma per le donne no.

Per gli uomini è obbligatorio riunirsi in una moschea per pregare (chi è malato può restare a casa anche se il profeta Maometto, in caso di malattia, andava lo stesso alla moschea), ma per le donne no. Al venerdì, giorno festivo per i musulmani, la preghiera congregazionale (jumua) si tiene a mezzogiorno, ed è ritenuta obbligatoria per gli uomini e facoltativa per le donne. Un musulmano può pregare praticamente ovunque, anche sul lavoro o a scuola. È raccomandato però che si metta una stuoia pulita a terra dove pregare e di rivolgersi in direzione (qibla) della Mecca durante la preghiera.

Prima di fare la preghiera bisogna essere in stato di purità, o wudu. Wudu è il nome del rito dell'"abluzione minore", una pulizia rituale con acqua pura o, in caso d'impossibilità, sostituibile col tayammum (sfregarsi con terra pulita invece di acqua), in cui le parti lavate comprendono: le mani, la bocca, il naso, il volto, le braccia, la testa, le orecchie e i piedi fino alle caviglie.

Se il lavaggio viene eseguito con acqua, il musulmano è considerato in stato di ahara (purità rituale), il che significa che si è ripulito dai peccati per il periodo che intercorre tra due preghiere. In altre parole, a meno che il musulmano non faccia qualcosa per rimuovere questa pulizia, non ci sarà bisogno di altri lavaggi prima della preghiera successiva. Quando invece viene fatto il tayammum e cioè viene usata la sabbia, la pulizia è temporanea e solo per quella preghiera, indipendentemente dal fatto che venga o meno commesso un atto impuro. Perciò, prima di eseguire un'altra preghiera, si dovrà procedere al lavaggio rituale del wudu.

Tradizionalmente la salat deve essere recitata in arabo (anche se la persona non lo parla né lo comprende, dato che comunque le preghiere vanno recitate a memoria): l'arabo è una lingua sacra ed è la lingua nella quale è stato rivelato il Sacro Corano. La salat comprende la testimonianza di fede in Dio (Allah) e nella missione profetica (shahada) di Maometto, che implica una richiesta di perdono e invoca la benedizione celeste. Si recitano la prima sura (al-Fatia) e una o più parti del Corano (imparate a memoria). L'intera sessione include varie posizioni (raka): in piedi, inchinati, inginocchiati e prostrati.

Un altro dei pilastri fondamentali è il credo che tutte le cose appartengono a Dio. Le ricchezze quindi sarebbero soltanto in custodia agli esseri umani. Il termine 'zakat' significa sia purificazione che crescita. Fare zakat vuol dire quindi "dare una percentuale di alcune proprietà ai bisognosi. La zakat viene calcolata individualmente e implica il pagamento annuale del 2,5% del capitale in eccesso a quello che serve per far fronte ai bisogni primari. Una persona può anche donare una cifra maggiore come carità volontaria, nella speranza di una ricompensa divina.

Nel mese del Ramadan non si può bere, mangiare, fumare e avere rapporti sessuali durante tutto il giorno, fino al calare del sole. Sono esclusi i malati e le donne durante il loro ciclo mestruale, che dovranno recuperare i giorni saltati il prima possibile.



Durante il mese lunare di Ramadan i musulmani trascorrono più tempo in preghiera o ascoltando ogni giorno una parte del Corano letto da lettori specializzati in moschea o in luoghi allestiti allo scopo. Il Sawm mira a disciplinarsi, rafforzando le virtù della pazienza (sabr) e dell'autocontrollo, e del fare anche capire e provare su di sé le difficoltà che provano coloro che a volte non hanno di che mangiare. Questi atti vengono fatti sempre dedicando l'aspetto penitenziale del tutto a Dio.

Infine c'è il pellegrinaggio a La Mecca (Hajj), il luogo sacro dei musulmani, che va effettuato almeno una volta nell'arco della vita per tutti quelli che siano in grado di affrontarlo, sia economicamente che fisicamente. Un pellegrinaggio "minore" e assolutamente facoltativo è la visita della Mecca nei mesi diversi da quello del pellegrinaggio "maggiore" canonico. Del pari non obbligatoria è la ziyara, la visita alla Moschea del Profeta a Medina.

Il pellegrino indossa una tenuta distintiva composta da due pezze di stoffa non cucite per lo più di colore bianco che non mostrino differenze di classe sociale e di cultura, perché tutti sono uguali davanti a Dio. L'esecuzione del Hajj coinvolge una serie di rituali, compresa la circumambulazione antioraria del più importante santuario islamico, la Kaba, una costruzione cubica coperta da un drappo nero (kiswa) che è situata al centro di una grande spianata sacra (matàf). Dopo aver percorso 7 volte a passo affrettato (ma non di corsa) il tragitto fra Safa e Marwà, un altro momento essenziale è costituito dalla sosta (wuquf) nella pianura di Arafa, qualche Km. a sud della Mecca, dal sacrificio di animali e dalla tonsura dei capelli che esaurisce l'intera cerimonia.

Sia pur assai meno che nei secoli scorsi, il Hajj costituisce ancora oggi una prova ardua e potenzialmente rischiosa e non sono infatti mancati negli ultimi anni gravi incidenti che hanno provocato un gran numero di morti fra i pellegrini. Comunque, con l'avvento dei moderni mezzi di trasporto e un'adeguata infrastruttura, l'Arabia Saudita ha mostrato di essere in grado di accogliere milioni di visitatori all'anno (2 milioni per il solo hajj). Un pellegrinaggio "minore" e assolutamente facoltativo è la visita della Mecca nei mesi diversi da quello del pellegrinaggio "maggiore" canonico. Del pari non obbligatoria è la ziyara, la visita alla Moschea del Profeta a Medina.

L'origine dei cinque pilastri è da attribuirsi al cosiddetto Hadith di Gabriele attribuito al terzo califfo Umar ibn al-Khaab .


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