Grosio è un comune della provincia di Sondrio.
Si tratta di un antico borgo nel quale sono presenti diverse testimonianze artistiche, storiche ed archeologiche tra le più interessanti a livello provinciale.
Il popolamento nella zona risale all'età del bronzo ed è testimoniato dal maggior monumento archeologico valtellinese: la Rupe Magna. Come nella più famosa e vicina Valcamonica anche qui troviamo delle incisioni rupestri.
Durante il medioevo il paese fu feudo dei Venosta. Testimonianze di questo periodo sono i due castelli che sovrastano l'abitato, il primo di fondazione vescovile, detto di San Faustino, il secondo detto castello nuovo o dei Visconti che risale invece al periodo delle lotte tra guelfi e ghibellini.
Durante il seicento il paese ebbe frequenti contatti con la Repubblica di Venezia. Molti grosini si recavano nella Serenissima per lavoro o come soldati. Il costume tipico del paese, diverso dagli altri della zona, viene fatto risalire a questo periodo e a questi contatti. Secondo le leggende deriverebbe da quello di schiave circasse, balcaniche od ottomane, comperate e poi sposate dagli abitanti di Grosio che si erano trasferiti come emigranti a Venezia. A queste origini risalirebbe anche il costume tipico delle donne, che molte grosine anziane continuano a indossare. Un'importante testimonianza artistica è la villa Visconti Venosta, ora sede del museo comunale. Nel cinquecento Grosio diede anche i natali ad uno dei più noti pittori locali Cipriano Valorsa. Altri personaggi di origine grosina furono Emilio Visconti-Venosta, ministro degli esteri del Regno d'Italia e suo fratello Giovanni, autore di Ricordi di gioventù e del poemetto satirico Il prode Anselmo. Nella storia di Grosio va anche ricordata la famosa fonderia di campane "Giorgio Pruneri", La fonderia Pruneri operò ininterrottamente dal 1822 al 1915 e dal 1949 al 1956, salvo l'apertura straordinaria del 1926 in occasione della fusione del Monumento ai Caduti di Grosio. Di questa rimane in paese la via intitolata al fonditore e le meravigliose campane della Prepositurale, oltre a molti altri concerti nel comune, in Italia e nel mondo.
Durante la Grande Guerra vennero costruite nei dintorni di Casale Lago - Vernuga delle fortificazioni per difendere la zona da un eventuale avanzata dell'esercito Austriaco.
Negli anni del Fascismo a Grosio, nell'edificio in fianco al comune chiamato "Palazzaccio", viene scritto il motto "Bisogna essere forti nel coraggio mai voltarsi indietro, quando una decisione si è presa ma andare sempre avanti"
Nell'immediato dopoguerra si è dato il via alla costruzione di importanti opere per la produzione di energia elettrica per conto di AEM, in particolare la centrale idroelettrica di Grosio con il bacino artificiale in località Fusino.
Durante la Seconda Guerra Mondiale molti grosini vennero arruolati come soldati ed inviati sui campi di battaglia in tutto il mondo: ancor oggi vi sono delle commemorazioni per gli Alpini caduti nella sacca di Nikolajewka, in Russia.
Nel luglio del 1987 l'alluvione che ha ferito la Valtellina ha lasciato il segno anche a Grosio, e gli abitanti sono stati costretti ad evacuare la zona per motivi di sicurezza.
L'artigianato locale è incentrato sull'arte del merletto che si può ammirare nei costumi tradizionali, oltreché nella lavorazione del peltro finalizzata alla produzione di oggetti artistici, monili, trofei, vassoi e piatti.
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