Il passo del Maloja è un importante valico stradale svizzero delle Alpi Retiche occidentali.
Il toponimo "Maloggia" deriverebbe dall'antichissima radice mal, che indicherebbe un luogo posto in alta quota, mentre secondo altri deriva dal termine dialettale maloss, che indica l'ontano, una pianta molto diffusa nella zona.
Il passo della Maloggia fu sicuramente frequentato fin dall'antichità, ma fu con i Romani che acquisì importanza commerciale nei traffici verso le terre germaniche, anche se la vicinanza con l'altrettanto storico passo del Settimo (Pass da Sett) ne condizionò in parte il volume di traffico.
Restato sempre sotto il controllo elvetico, mantenne la propria importanza commerciale fino all'apertura del moderno tracciato, insieme a quello dello passo del Giulia, nel 1826-1828; l'evoluzione dei trasporti e la loro espansione, tuttavia, gli fecero preferire poco dopo vie più agevoli e dirette, sulle quali fosse più semplice tracciare grandi strade e ferrovie. Il passo non conobbe però decadenza, in quanto legò il proprio destino al sempre maggiore sviluppo del turismo, estivo e invernale, che avrebbe fatto dell'Engadina una delle zone privilegiate e più frequentate delle Alpi.
Si trova a 1.815 m di altitudine e mette in comunicazione la Valchiavenna/Val Bregaglia con l'Engadina, unendo le due cittadine di Chiavenna e St. Moritz, distanti 50 km. Si trova nel cantone Grigioni, distretto di Maloggia.
Dal punto di vista orografico separa le Alpi del Bernina (a sud-est) dalle Alpi dell'Albula (a nord-ovest), entrambe sottosezioni delle Alpi Retiche occidentali.
L'ampia insellatura del passo si apre tra le moli rocciose del Piz Lunghin a nord e del Piz da la Margna a sud, e la sua linea spartiacque segna il limite dell'Italia geografica (entro cui è ascritta la val Bregaglia) ed il confine tra il bacino del Mediterraneo, nel quale confluiscono le acque che scendono con il fiume Mera dalla Val Bregaglia, e il bacino del Mar Nero, verso cui dirigono le acque del fiume Inn, attraversando l'Engadina. La morfologia del passo è nettamente asimmetrica: sul lato della val Bregaglia il suo fianco precipita con una parete rocciosa fino al fondovalle e la strada vi si inerpica con numerosi tornanti; sull'altro versante si trova l'ampio piano dell'alta Engadina, con i suoi celebri laghi e la strada che non presenta alcun tornante per raggiungere il passo.
Il passo della Maloggia segna il confine tra l'Italia geografica e i territori transalpini, le cui acque sono tributarie del Mar Nero. Tale confine è anche linguistico, in quanto nella val Bregaglia, situata a sud dello spartiacque alpino, si parla lombardo e italiano, mentre nell'Engadina sono diffusi il romancio e il tedesco.
La vicinanza con le località di villeggiatura dell'Engadina, distanti pochi chilometri e capaci di attirare turisti lungo tutto l'arco dell'anno, segna il carattere turistico del passo. La stessa Maloggia, la località sulla culmine, è una piccola ma attrezzata stazione turistica con negozietti, alberghi, ristoranti e infrastrutture sportive varie, sulla riva del Lej da Segl; nota nella stagione invernale per essere il "capolinea" dei percorsi fondistici che percorrono l'intera Engadina, è anche punto di partenza per escursioni alpinistiche e sciistiche verso il Piz Lunghin, il Piz da la Margna, con le sue vette adiacenti, e le cime soprastanti la valle del Forno, sul lato nordorientale del gruppo del Masino, dove si trova un grande ghiacciaio vallivo. Da Maloja, attraverso la valle e il Passo del Muretto, è inoltre possibile passare in Italia giungendo in alta Valmalenco oppure, sull'altro versante, scendere a Bivio (unico paese oltralpe a parlata italiana) transitando dal passo Lunghin.
La Maloggia è nota anche per essere stata dimora, negli ultimi anni di vita, del pittore Giovanni Segantini, che vi si trasferì nel 1894 e qui venne sepolto nel 1899, dopo la morte che lo colse a pochi chilometri di distanza, sopra Pontresina, mentre stava dipingendo. Sono aperte al pubblico per le visite la casa che il pittore abitò e l'adiacente atelier, nel quale creò alcune delle sue opere più celebri, oggi conservate al Museo Segantini di St. Moritz; è inoltre percorribile una sorta di sentiero tematico, il Segantini Weg, che transita attraverso la piana del passo su percorsi che lo stesso Segantini seguiva durante le proprie passeggiate quotidiane, sul cui tragitto si incontra anche il piccolo cimitero nel quale il pittore italiano venne tumulato.
Valli spettacolari, natura incontaminata e una strada a serpentoni tra le più celebri del mondo, il Passo del Maloja è anche il punto di accesso alla valle Engadina. Il villaggio ai piedi del passo è un'oasi dove soggiornare per godere della natura che fa spettacolo sulle rive Lago di Sils.
E' in questo luogo che si verifica uno straordinario evento metereologico conosciuto come Serpente del Maloja. Un vero e proprio serpente di nebbia che si può osservare nelle prime ore del mattino, nel periodo autunnale.
Una nube si snoda lungo i versanti delle montagne quando sul Maloja sale aria umida dalla Bregaglia che si trasforma in nuvole o nebbia, formando un enorme serpentone bianco e spesso che aleggia per aria.
Le nubi ristagnano a bassa quota fino a scomparire nelle valli quando la temperatura inizia a salire. Questo fenomeno è reso spettacolare dai raggi del sole che illuminano la parte superiore. A seconda del vento, lo spettacolare serpentone può scomparire anche in tempi rapidi.
Il serpente di nebbia del Maloja è stato ripreso nel 1924 dal tedesco Arnold Fanck che gli dedicò il documentario "Das Wolkenphänomen von Maloja". Quindi, già nel secolo scorso è stata filmata questa "apparizione nebbiosa" che oggi è assai nota e visibile nelle prime ore del mattino della stagione autunnale.
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