sabato 11 luglio 2015

BELLANO



Bellano è un comune situato sulla sponda orientale del Lago di Como.
Alla foce del Pioverna, sulla sponda orientale del Lario poco più a nord della punta di Bellagio, si adagia Bellano, in favorevole posizione che consente il controllo dello sbocco della Valsassina.
Nel secolo scorso furono frequenti i ritrovamenti di sepolture d'età romana.
Dal 905, ma con probabilità già da alcuni secoli, la città era di proprietà dell'Arcivescovo di Milano, che vi aveva fissata una sua residenza.
Si è molto discusso sull'origine della Pieve, forse già del VII secolo, vista anche l'antichità della titolazione ai SS. Nazaro e Celso, ai quali poi si aggiunse S. Giorgio.
Passata come la Valsassina sotto il controllo dei Torriani, venne poi non senza contrasto in possesso dei Visconti dalla fine del Duecento, e dal 1370 godette del diritto di formulare i propri Statuti.
La città tre-quattrocentesca rivestiva una posizione di rilievo nel Lario: le mura, il Pretorio, la vecchia Parrocchiale presso il Pioverna, i numerosi palazzi, la precocità dell'insegnamento (scuole grammaticales sono attestate dal 1417) conferivano a Bellano notevole prestigio, che spiega sia la frequenza dei saccheggi (celebre quello veneziano del 1447) sia le resistenze ai tentativi d'infeudazione (nel 1467 ai Rusca, nel 1471 a Lorenzo da Pesaro), fino all'assegnazione nel 1480 con gran parte della Riviera a Pietro Dal Verme e Chiara Sforza. Nonostante le frequenti espropriazioni e i danni (distruzione delle mura per volontà del Medeghino), la Sforza seppe mantenere il controllo della situazione fino alla morte (1530), mentre i suoi eredi Fregoso preferirono cedere Bellano e gli altri feudi agli Sfondrati nel 1533. Notiamo con interesse come proprio gli anni 1520-1530, tumultuosi e spesso drammatici, videro in Bellano una notevole fioritura d'arte, ben testimoniata nella fabbrica della Parrocchiale.
Dal 1533 al 1788 la città fu parte importante del feudo Sfondrati della Riviera, pur subendo dure prove come le pestilenze del 1576-1577 e 1630 e i saccheggi Montalto (1629) e Rhoan (1634).

Il figlio più illustre di Bellano è Tommaso Grossi (1790-1853), noto per i romanzi storici: Marco Visconti e I Lombardi alla Prima Crociata e per la stima che aveva di lui Alessandro Manzoni. Tra i personaggi contemporanei non possiamo dimenticare lo scrittore Andrea Vitali nato in paese nel 1956, vincitore del premio Bancarella con il romanzo La figlia del Podestà. Bellano è un polo culturale di primo ordine, qui ogni anno il comune organizza un festival lirico che nel mese di agosto attira centinaia di spettatori.

La chiesa dei Santi Nazaro e Celso risalente al 1348, è una costruzione in stile gotico, notevolmente restaurata; all'esterno, sulla facciata, il rosone presenta una pregevole cornice di grandi dimensioni; tra il portale ed il rosone è situata una edicola gotica impreziosita da una statua di Sant'Ambrogio oggi locata all'interno. All'interno sono presenti molti affreschi risalenti al XVI secolo.

Pregevoli gli affreschi della volta centrale oltre ai due grandi confessionali in legno intagliato e al battistero in marmo.
L'interno a tre navate ha subito diversi restauri nel corso dei secoli, soprattutto in seguito alle visite pastorali di San Carlo, cui si deve la costruzione della sacrestia e del campanile nell’anno 1567.
Su entrambe le navate, all'altezza della quarta campata, sono poste due mensole in marmo a sostegno delle acquasantiere.
L'affresco raffigurante la Madonna col Bambino e i santi Nazaro e Celso fu inserito all’interno della chiesa nell’anno 1960. Di notevole importanza la ricca collezione di oggetti e arredi liturgici antichi.

Numerose le chiese nelle frazioni sparse sui colli: il tempio più antico è S. Nicolao (XIII sec.), ora sconsacrato ed utilizzato per mostre ed eventi culturali, segue La Parrocchiale dei Santi Nazaro e Celso dalla gotica facciata bianca e nera, sorta nel 1348 per opera di Giovanni Ugo di Campione e di architetti della Valle d'Intelvi.
Bellano è un ottimo punto di partenza per tante gite in Valsassina e nella Valle di Vendrogno, circondata dai dirupi della Grigna Settentrionale.

Fronteggia la Parrocchiale la chiesa di Santa Marta insieme all'ex sede dell'omonima confraternita, oggi centro parrocchiale.
La scuola è documentata dal 1387, mentre la chiesa è citata per la prima volta nel 1455 dalla visita pastorale di Gabriele Sforza. L'ancona e le pitture descritte in quel testo sono scomparse, tranne una Pietà tardogotica sulla facciata e un frammentario San Giacomo nella prima cappella sinistra, che si è riferito nell'ambito di Bartolomeo Benzl da Torno.
Rimane il prezioso gruppo ligneo di nove statue a grandezza naturale raffigurante la Deposizione ed attribuito allo scultore Giovanni Angelo Del Maino, noto dal 1496 al 1536.
La facciata, frutto di un intervento che modificò l'asse della vecchia chiesa, conserva gli archetti gotici, mentre il portale a timpano spezzato, sormontato da una nicchia con statua del Battista, dovrebbe riferirsi al 1589, anno dell'aggregazione della Scuola all'Arciconfraternita della Basilica Lateranense in Roma. A pochi anni prima (1582) risale la splendida decorazione a stucco ed affresco del tiburio: negli intradossi dei due archi scampati, Profeti e Sibille, nei pennacchi i Profeti Maggiori nel tamburo i SS. Nazaro e Celso e le SS. Marta e Maria Maddalena, negli spicchi della volta, allegorie e Angeli coi simboli della Passione. E', probabilmente di fine Cinquecento, l'asimmetrica e vigorosa sistemazione dell'innesto del presbiterio con un sistema di semipilastri compositi. Al secolo XVII risalgono interventi diversificati nella chiesa: il campanile, gli interessanti panconi del presbiterio, rustica opera locale, il mobile di sacrestia, i pezzi più antichi del tesoro e alcuni dipinti: l'Apparizione della Vergine col Bambino a S. Antonio da Padova nella prima cappella destra, opera di un morazzoniano, la Supplica di Marta e Maria a Cristo (rara iconografia) sull'altar maggiore, e due tondi con S. Giovanni Battista e S. Giovanni Evangelista.
La decorazione del presbiterio venne ultimata nel 1706 coi due quadroni dei Miracoli di S. Marta.
Agli anni intorno al 1739, trovandosi nella cappella edificata in quel tempo, dovrebbe ascriversi l'ovale con la Madonna col Bambino e i SS. Michele come Angelo custode e Nicola da Tolentino, attribuita a Pietro Ligari.
La Confraternita venne soppressa nel 1786.

Dietro l'abside della Parrocchiale, vicino al torrente Pioverna, che a breve distanza precipita nel famoso Orrido, sorge la chiesa dei SS. Rocco e Sebastiano al Ponte, la cui costruzione nel 1489 è attestata dalla data incisa sull'architrave del portale. La chiesa venne consacrata nel 1502 e resa nel 1587 sede dell'omonima Confraternita, che l'amministrò sino alla soppressione del 1786.
Restaurata nel 1969, è ora Sacrario dei caduti e ospita due tele del pittore bellanese Giancarlo Vitali.
Più che le dimesse forme architettoniche sei-settecentesche della chiesa, del portico antistante e del campanile, meritano cenno la Croce trionfale con l’architrave e l’altare ligneo col Cristo risorto e i SS. Rocco e Sebastiano, vigorose opere seicentesche vicine allo stile del confessionale e dell’altare del Rosario nella Parrocchiale. Il Paliotto con S. Rocco è discreta opera settecentesca, simile a quelle di Pagnona. Sono invece perdute la pala (Madonna col Bambino e i SS. Sebastiano e S. Rocco) e l’affresco absidale (Crocifissione coi SS. Sebastiano e S. Rocco) citate dalla Visita pastorale del 1611.

Nella parte più antica di Bellano si trova la Chiesa di San Nicolao.
Attualmente sconsacrata e di proprietà dell'Amministrazione comunale, che la utilizza per iniziative culturali, fu anticamente un punto fermo per la religiosità di tutta la zona.
Notevoli sono gli affreschi che la decorano e che testimoniano la sua passata importanza.

Il 6 agosto 1688 una Madonna Addolorata effigiata da un rilievo in gesso custodito presso la cappelletta di Lezzeno avrebbe pianto.
In suo onore, con l'approvazione dei vescovi di Milano e Corno e con l'interessamento del parroco di Bellano, Paolo Antonio Rubini, venne fondato nel 1690 un Santuario su progetto di Giovanni Battista Quadrio, ultimato nel 1704, di cui è ancora ben leggibile l'elegante struttura, con facciata mistilinea, campaniletto e interno dall'elegante e robusto tono classicista.
Della fase sei-settecentesca della chiesa avanzano numerose testimonianze: l'altar maggiore (1746); l'altare di S. Giuseppe a sinistra con la pala coeva; l'altare dei SS. Anna e Gioacchino a destra, con una copia del dipinto di Francesco Albani; i confessionali in noce; i numerosi exvoto; gli oggetti più antichi del tesoro.
Nel 1896 la chiesa veniva elevata a Santuario arcivescovile e in tale occasione Luigi Morgari realizzò coi suoi collaboratori una complessa decorazione ad affresco dell'edificio, comparabile con quella del Santuario di Rho. E' scomparso l'oratorio di S. Giuseppe fondato nel 1676.

Bellano vive oggi soprattutto grazie al settore terziario.
Nel secolo scorso, invece, fu giustamente definita dallo scrittore bellanese Antonio Balbiani 'la piccola Manchester del Lario' per i suoi grandi stabilimenti di industria serica (Gavazzi, Cotonificio Cantoni, Lanificio Rossi).
Nel 1859 i Badoni di Lecco impiantarono un laminatoio ai piedi dell'Orrido di cui sfruttavano l'enorme massa di acqua. Successivamente Eugenio Cantoni affittò gli opifici esistenti e iniziò lo sua attività di filatura.
Nel 1868 funzionavano ben 8600 fusi e veniva costruita una casa per gli operai in piazza San Giorgio.
Lo stabilimento fu ricostruito nel 1898 dopo un disastroso incendio e venne costruita una nuova casa per i dipendenti, chiamata il Convitto.
Gli occupati superavano il migliaio e giungevano da tutti i paesi della zona.
Di questo grande sviluppo industriale oggi resta solamente il grande stabilimento Cantoni di Via Roma, in pietra di Moltrasio, esempio straordinario di archeologia industriale.
A Bosio interessante è l'Oratorio dedicato ai SS. Filippo Neri e Francesco da Paola.
E' del XVIII sec., con balaustre barocche di marmo nero e rosso a specchio. Al suo interno è custodita la pala dell'altare raffigurante La Madonna di Caravaggio

A Bonzeno troviamo l'Oratorio dedicato ai SS. Filippo Neri e Francesco da Paola.
E' del XVIII sec., con balaustre barocche di marmo nero e rosso a specchio. Al suo interno è custodita la pala dell'altare raffigurante La Madonna di Caravaggio.

Poco sopra il lago, si raggiunge Grabbia con una scalinata a partire dalla strada provinciale per Dervio, poco prima della galleria.

Il Sentiero del Viandante, sistemato e segnalato dall’Azienda di Promozione Turistica del Lecchese nel 1992, percorre la sponda orientale del lago di Como e unisce Abbadia Lariana al Santuario della Madonna di Valpozzo, nel comune di Piantedo, alle porte della Valtellina. Non parte da Lecco perché i lavori di costruzione della ferrovia e della strada provinciale hanno spazzato via ogni traccia dell’antico percorso.

Ombriaco è una caratteristica località di antichissima origine, è la frazione più popolata di Bellano. Notevole l'Oratorio dedicato ai SS. Bernardino e Sebastiano del XV secolo.

Oro si trova sotto la strada panoramica si trova la chiesa di San Gottardo del XVI sec .E' famosa perché in essa fu rinvenuto l'antico messale con l'annotazione della distruzione nel 1341 della chiesa dei SS. Nazzaro e Celso a causa di una piena del fiume Pioverna.

Pendaglio si trova sulla via che percorsero i Lanzichenecchi nel 1629. La chiesa di San Domenico fu edificata nel 1680 con oblazioni degli abitanti.

Pennaso Portone è posta lungo la strada che porta in Valsassina. La località è nota per il suo portone dal quale i bellanesi, con altre popolazioni limitrofe, respinsero i soldati della Repubblica di S. Marco.

A Pradello oltre al bellissimo panorama, troviamo un Oratorio dedicato a San Carlo Borromeo, costruito tra il '500 ed il '600.

Anticamente esisteva a Rivalba una sorgente sulforosa detta "Tartavallino" di cui non c'è più traccia; magnifica la zona completamente immersa nel verde.

Verginate, già citata in antichi documenti come frazione di Bellano, è oggi un agglomerato urbano composto da poche abitazioni, ma il paesaggio che si può ammirare e che abbraccia l'alto ramo del Lago di Como ne fa un luogo ricco di suggestioni romantiche.

L'orrido di Bellano è una cascata situata in una gola naturale che si formò 15 milioni di anni fa, a causa dell'erosione delle acque del torrente Pioverna. Nel XV secolo divenne famosa per la lavorazione del ferro.


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