Aprica costituiva originariamente una frazione del Comune di Teglio, il cui capoluogo è situato sul versante opposto della Valtellina; dal 1927 è municipalità a sé stante. Fin dal Medioevo, ma con ogni probabilità già dall'epoca romana, l'omonimo passo rappresentava un'importante via di comunicazione tra Valtellina e Valcamonica.
Le fortune del villaggio furono segnate dalla costruzione, a partire dal 1848, su iniziativa del governo austriaco del Regno Lombardo Veneto, di una strada (oggi la Strada statale 39 dell'Aprica) che collegò, appunto tramite il passo dell'Aprica, Edolo e la Val Camonica con Tresenda e la Valtellina. Ciò consentì di evitare i perigliosi Zapéi d'Abriga (Zappelli di Aprica) e gli altri valichi più a monte: il Passo di Piatolta (Pian di Gembro), il Passo di Guspessa, il Passo del Mortirolo e il Passo dello Stelvio, questi ultimi impraticabili per molti mesi l'anno. La strada fu terminata dagli Austriaci proprio alla vigilia della II Guerra d'Indipendenza, che li avrebbe definitivamente cacciati dalla Lombardia.
Subito dopo l'Unità d'Italia, Aprica chiese di divenire Comune autonomo. Tale richiesta fu reiterata nel 1871 e 1879, ma soltanto negli anni venti dello scorso secolo iniziò formalmente e si concluse l'iter amministrativo definitivo, sfociato nel distacco di Aprica da Teglio nel 1927.
Verso la fine del XIX secolo prese avvio in paese l'attività turistica che, dapprima integrandosi con quella agro-pastorale, poi gradualmente soppiantandola, è arrivata ad essere oggi di gran lunga il principale settore economico locale. In realtà Aprica ha sempre avuto, da secoli, una naturale vocazione all'ospitalità, favorita dall'essere punto obbligato di passaggio e dalla splendida geografia. Nella contrada di San Pietro - detta in origine Ospitale - già in epoca medioevale esisteva infatti uno xenodochio, dove sostavano gruppi più o meno numerosi di viandanti, specie soldati dei più svariati eserciti e pellegrini. Il primo albergo degno di tal nome, l'Hotel Aprica cosiddetto dei Negri (ora residenza turistico-alberghiera sotto altro nome), fu edificato già prima del 1870. Vi furono ospiti anche personaggi del mondo aristocratico, alto borghese e scientifico ottocentesco; come la famosa violinista Teresina Tua in Quadrio che soggiornava in estate in una villa vicino alla Chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo e il rettore dell'Università di Pavia - primo premio Nobel italiano - Camillo Golgi, Premio Nobel per la Medicina 1906, originario della vicina Córteno, che vi soggiornò dal 1880 al 1913.
Ad Aprica si celebra ogni anno, a fine febbraio, Sunà da Mars (letteralmente: "suonare di marzo"), una delle più antiche e sentite tradizioni folcloristiche legate alla cosiddetta chiama dell'erba. Falangi di scampanatori in costume locale, provenienti da ciascuna delle sei contrade (Liscedo, Liscidini, Santa Maria, Mavigna, Dosso e San Pietro) s'incontrano e confrontano, scuotendo ritmicamente i loro grandi e fragorosi campanacci, prima in Piazza Mario Negri scultore (davanti al Municipio), indi in Piazza del Palabione. Qui, al termine della lunga e assordante tenzone, tutti s'acquietano e partecipano al rito conviviale del mach, rustica pietanza locale. Sunà da Mars, di antica origine, è una delle più originali manifestazioni nazionali - e in particolare montane - dai significati ancestrali legati al risveglio primaverile della Natura.
Legate ad Aprica sono alcune leggende valtellinesi, di cui un paio fanno riferimento alla figura storica di San Carlo Borromeo.
Aprica, con oltre 50 km di piste da sci alpino e i suoi impianti di risalita, è una delle più importanti stazioni turistiche invernali ed estive della Valtellina. Le skiaree del comprensorio Aprica - Corteno Golgi, ben collegate tra loro e tutte dotate di innevamento artificiale, sono quattro: Palabione, Magnolta, Baradello e Campetti, quest'ultima attigua a case e alberghi. D'inverno vengono anche allestiti uno Snowboard Initial Park, alcuni campi all'aperto per pattinaggio su ghiaccio, oltre a una parete di arrampicata su ghiaccio, situata presso l'area tennis. Sono presenti, a pochi km di strada dal centro, alcuni tracciati per sci di fondo, racchette da neve e sci-escursionismo: Pian di Gembro e Trivigno. In paese, località al Plà, si trova infine un anello di fondo più piccolo, lungo 0,8 km, una specie di campo-scuola ad accesso libero.
Durante il periodo estivo è possibile praticare trekking su più di 50 itinerari escursionistici segnalati dal CAI di Aprica. Per le mountain bike è presente in paese un bike skill center e, ad una quota di circa 1700 metri, un tracciato di cinque chilometri a mezza costa dal comprensorio del Palabione fino a Corteno Golgi. Ad Aprica sono fruibili campi da tennis, una piscina coperta con centro benessere, un campo pratica di golf, un campetto da calcio. È inoltre possibile praticare agevolmente l'arrampicata sportiva, la pesca sportiva e il parapendio.
La località è stata per tre volte sede, dal 1975 al 1981, della Coppa del Mondo di sci alpino e, dopo gli albori degli sport bianchi negli anni '1920, di numerose altre competizioni nazionali ed internazionali di sci alpino (oltre che in passato sci di fondo), tra cui le World Series (vincitore Ingemar Stenmark), prove di Coppa Europa, Campionati nazionali e Campionati italiani e mondiali Maestri (tra i vincitori dell'edizione 1982 Zeno Colò).
Aprica è stata la prima località invernale lombarda ad ospitare la Coppa del Mondo di sci alpino.
Aprica è sede di partenza e arrivo della Granfondo Giordana (ex Granfondo Marco Pantani), la cui decima edizione si è disputata il 22 giugno 2014 e che nel 2015 vedrà nuovamente il cambio di nome in La Campionissimo.
Ad Aprica, all'interno del Palazzetto dello Sport della località, dove i Climber Aprica hanno creato e allestito delle pareti artificiali tra le più tecniche del panorama nazionale, si sono disputate le quattro prove di Coppa del mondo lead di arrampicata.
Aprica è dotata anche dell'Osservatorio Eco-faunistico, struttura che si inserisce nel progetto di sviluppo del Parco delle Orobie Valtellinesi: sono state immesse nella zona sopra l'abitato, svariate specie di animali selvatici.
Da non perdere il museo etnografico e naturalistico e la sorgente Ferruginosa (località Camizzone). Interessanti la Parrocchiale di Santa Maria Assunta, esistente dal XVI secolo ed ampliata nel XVII-XVIII secolo e la Parrocchiale di San Pietro, esistente dal XIII secolo.
Il valico di Aprica svolse un ruolo molto importante sin dall'epoca preistorica. Infatti è attraverso questa naturale via di comunicazione che avvennero le prime relazioni tra le genti delle valli dell'Adda e quelle camune. Nel corso del Medioevo fu poi un'importante via di transito per mercanti, soldati e pellegrini che potevano spingersi sino alla Pianura Padana dopo aver sostato e trovato ristoro nello xenodochio di San Pietro.
Nel 1855 venne ultimata la carrozzabile e il paese, che anticamente dipendeva da Teglio, andò poco a poco aumentando la sua autonomia sino ad assurgere a Comune nel 1927.
Aprica è oggi una nota località turistica dotata di ogni tipo di servizio necessario ai villeggianti.
A causa della sua altitudine non eccessiva ha da sempre rappresentato la via di comunicazione preferenziale per scendere dall'alta Valtellina alla pianura padana; le alternative sono infatti il passo del Gavia ed il passo del Mortirolo che si trovano ad altitudini maggiori e che presentano tracciati più impegnativi.
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