mercoledì 10 febbraio 2016

LA VALLE DEL BRAULIO



La Valle del Braulio è una valle secondaria della Valtellina, situata interamente all'interno della Provincia di Sondrio. Partendo dalla località di Bormio, arriva fino al Passo dello Stelvio che la mette in comunicazione con la Valle di Trafoi in Trentino Alto Adige. Anche il monte che la sovrasta e il torrente che la percorre, prendono lo stesso nome. Una sua diramazione porta al Passo Umbrail e quindi nella Val Monastero nel cantone svizzero dei Grigioni.

Valle e passo sembrano essere appannaggio di appassionati delle due ruote, mosse dall’energia delle gambe umane o da quella ben più potente di rombanti pistoni. Questa valle non manca, però, di motivi d’interesse escursionistico. La più elegante, panoramica e remunerativa escursione è, senza dubbio, quella che, partendo dal confine italo-svizzero al gioco di Santa Maria (o passo d’Umbrail) porta a toccare la cima del piz Umbrail, e che può essere prolungata con un’indimenticabile traversata alla punta di Rims, con ritorno al punto di partenza per la Valle della Forcola di Rims e la forcella della Forcola. Un’escursione che, nella sua prima parte, è alla portata di tutti, mentre nella seconda richiede attenzione ed un po’ di pratica escursionistica.
Enormi masse di calcare scendono a precipizio dall'una e dall'altra parte. La parete che s'alza lungo la sponda destra del Braulio ascende perpendicolarmente per oltre 800 metri, termina in una cresta, frastagliata nel più bizzarro modo, e lungh'essa precipitansi dall'alto in belle cascate diversi ruscelli. Consta di nuda roccia divisa in strati, non interrotta che in un luogo solo da un piccolo pianerottolo coperto di pascoli e di pini. Dopo la Prima Cantoniera la strada s'innalza in due andirivieni e quindi attraversa le Gallerie del Diroccamento; alcune sono, almeno in parte, scavate nella roccia, altre, costruite in legno o in muratura, coprono i tratti della via più esposti alle valanghe e alle frane. La gola si fa sempre più orrida. Anche a destra sopra la via sono immense masse di rocce sovrasporgenti, non interrotte che da scoscesi franamenti. Queste rocce e queste frane formano la costa di Glandadura.
Si tratta di un tormentato versante che scende dal limite occidentale della Reit, versante che pose (e pone tuttora) i maggiori problemi di progettazione e manutenzione della strada, soggetto, com’è, a frane e slavine. Superata la confluenza, da destra, della valle dei Vitelli, siamo al versante di Spondalunga, che viene vinto con una serie di tornanti al termine della quale si trova la II Cantoniera o Casino dei Ròtteri (m. 2176). Siamo  13,7 km da Bormio. La singolare denominazione della Cantoniera deriva dal cavallo di testa delle carovane, che era chiamato, dopo abbondanti nevicate, a “rompere” la neve fresca tracciando di nuovo il solco della strada. Appena sotto la Cantoniera, a sinistra della strada, ad un tornante dx, lo sguardo incontra lo spettacolo potente della cascata del Braulio, le cui acque cadono spumeggiando e ruggendo con una violenza che colpisce.

Oltre la II Cantoniera e la stretta denominata “Bocca del Braulio”, ecco che la valle opera una sorta di repentina metamorfosi, dismette l’abito orrido per indossare quello bucolico ed ameno. Siamo all’ampia piana dell’alpe Braulio (m. 2320), dove troviamo la III Cantoniera:  “Non molto dopo la strada, varcato il torrente che scende a destra della piccola Valle Scorluzzo, entra per la Bocca del Braulio in un vasto altipiano tutto pascoli: anche le pendici dei monti, meno scoscese, sono coperte di verde. È questa l'Alpe Braulio. In mezzo ad essa trovasi la Terza Cantoniera al Piano del Braulio (2400 m.); e lì vicino una chiesetta dedicata a S. Ranieri con una bella tela del sommo Hayez e la casa del Cappellano erette quando si costrusse la gran strada.”
La tela non è più lì, ma è conservata al Museo Civico di Bormio: nella chiesetta, aperta, ne possiamo vedere la riproduzione fotografica. S. Ranieri fu viceré del Lombardo-Veneto al tempo della costruzione della strada, nel primo quarto dell’ottocento; a questa chiesetta è legata una storia riportata in calce a questa relazione. Vicino alla chiesetta un monumento riporta i nomi dei caduti sul fronte dello Stelvio durante la grande guerra. Nota per gli escursionisti: parte di qui un tracciato, ben visibile e segnalato, che sale alla bocchetta della Forcola di Rims, punto nodale dal quale passa anche l’escursione che andremo a raccontare. Proseguiamo, dunque, sulla statale, che risale tranquilla un ampio e verdissimo dosso. Alla nostra sinistra è ben visibile la muraglia rossastra di un lungo crinale di rocce dolomitiche, sul quale non sembra spiccare alcuna cima. È un susseguirsi di guglie e pinnacoli, apparentemente inaccessibile. Invece, sull’opposto versante, in territorio elvetico, corre la traccia che ci consentirà di traversare, senza troppi patemi d’animo, dal piz Umbrail, sul limite destro, alla punta di Rims, che di qui non si vede.
Raggiunta la sommità del dosso, siamo alla IV Cantoniera (m. 2502), a 18,8 km da Bormio. L’edificio è oggi Caserma della Guardia di Finanza, perché a poco più di trecento metri corre il confine italo-svizzero. Infatti, al tornante dx della statale, si stacca, sulla sinistra, la strada che porta al confine ed alla Dogana Svizzera. Al parcheggio posto appena prima del tornante possiamo lasciare l’automobile.

Prima dell’apertura della strada dello Stelvio, di qui passava una delle più importanti vie di comunicazione fra Valtellina, e quindi pianura padana, e territori di lingua tedesca di Tirolo ed Austria. Si tratta della “via breve di Val Venosta”.
In alta valle i passi ed i percorsi più importanti verso l'Engadina e la Val Venosta, frequentati probabilmente anche in epoche preistoriche, ma comunque largamente utilizzati dal Medioevo fino agli inizi del XIX secolo furono il passo di Umbrail o Ombraglio denominato "via breve di Val Venosta" e il passo di Fraele o "via lunga di Val Venosta".
Entrambi avevano come punto di partenza Bormio dove si giungeva attraverso il passo del Gavia o seguendo la Valtellina per Bolladore, Serravalle, Cepina. Il primo itinerario all'uscita da Bormio, oltrepassato il torrente Campello e raggiunto il bivio da cui si divideva la strada per Fraele, proseguiva a destra per Molina, attraversava il bosco di Morena (l'attuale parco dei Bagni Nuovi) raggiungeva il difficile passaggio delle "scale dei Bagni" sotto la chiesetta, costruita probabilmente in epoca carolingia, di San Martino dei Bagni; con un altro pericoloso tratto si portava sotto la torre detta Serra frontis, oggi scomparsa, che faceva parte di un sistema di fortificazioni citato per la prima volta in un documento del 1201, ma sistemato e reso sicuro nel 1391 per volontà di Gian Galeazzo Visconti.
Da lì la strada scendeva al ponte sul torrente Braulio, poi, senza tornanti ma con una ampia curva, risaliva il versante opposto per raggiungere l'imbocco della valle della Forcola di Rims, superato il passo omonimo, affacciato sulla valle del Braulio, attraverso il passo di Umbrail e la valle Muranza scendeva a Santa Maria in Val Monastero.Nei pressi del passo, poco prima dell'inizio della discesa c'era una "hostaria", storicamente documentata dal 1496, che costituiva un sicuro ricovero per i viandanti soprattutto in inverno. Essa venne distrutta e successivamente ricostruita due volte nel corso del '600.
Lungo questo itinerario passò Bianca Maria Sforza per andare incontro al suo sposo Massimiliano I d'Asburgo nel 1493, ancora vi passò Ludovico il Moro nel 1496, quando si recò a Mals per incontrare l'imperatore Massimiliano, probabilmente accompagnato da Leonardo da Vinci. Invece di scendere in Val Monastero, vi era la possibilità di salire fino al passo dello Stelvio e, con un percorso piuttosto accidentato, raggiungere Malles lungo la valle di Trafoi. Questo itinerario, percorribile solitamente solo alcuni mesi in estate, fu aperto nell'inverno del 1485, quando si scatenarono forti dissidi con gli abitanti della Val Monastero per ragioni commerciali. Fu utilizzato anche dal Duca di Feria nel 1633, quando, non volendo passare sul territorio dei Grigioni, con imponenti truppe raggiunse il Tirolo… Tra le merci trasportate era soprattutto il vino della Valtellina ad avere il posto d'onore nell'esportazione verso oltralpe, mentre veniva importato dal Tirolo il sale di Halstatt, considerato merce preziosissima, perché permetteva di conservare gli alimenti. Solo negli ultimi anni del XVIII secolo, anche a causa del clima più crudo, era infatti in atto la cosiddetta piccola glaciazione napoleonica, fu decretato ufficialmente l'abbandono della via di Umbrail a favore di quella di Fraele più comoda e sicura.”





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