Il passo del Mortirolo (1.852 m), detto anche passo della Foppa, mette in comunicazione la Valtellina con la val Camonica, a mezzo dell'omonima valle del Mortirolo, collegando la provincia di Brescia con quella di Sondrio attraverso i comuni di Monno e Mazzo di Valtellina.
Si tratta di una strada stretta e poco frequentata, in quanto l'alternativa del passo dell'Aprica è molto più agevole e sicura per raggiungere Bormio e la parte alta della Valtellina provenendo dal bresciano o dal Trentino.
Nell'aprile del 1945, durante la seconda guerra mondiale fu teatro di due battaglie tra i partigiani e le truppe tedesche in ritirata verso la Germania.
Il passo si può raggiungere da tre diversi versanti:
da nord dalla Valtellina partendo da Mazzo di Valtellina (bivio sulla Strada statale 38 dello Stelvio) oppure da Tovo di Sant'Agata secondo due differenti percorsi che risalgono lo stesso versante ricongiungendosi poi nel finale;
da sud dalla val Camonica, passando per Monno (bivio sulla strada statale 42 del Tonale e della Mendola, a breve distanza da Edolo);
Dopo essere rimasto per molti anni una strada secondaria di montagna, sterrata, il Mortirolo è salito alla ribalta a partire dal 1990, quando è stato inserito nel percorso del Giro d'Italia, a causa delle pendenze molto accentuate e costanti nel suo versante settentrionale.
Dopo essere stato asfaltato, è stato percorso in più occasioni durante la corsa ciclistica, con imprese entrate nella leggenda del ciclismo: si ricorda in particolare la fuga solitaria dell'allora emergente Marco Pantani nel Giro d'Italia 1994, che staccò quotati avversari come Miguel Indurain, Evgenij Berzin e il compagno di squadra Claudio Chiappucci.
Nel mese di maggio 2006 è stata posata al km 8 della salita, in località "Piaz de l'acqua", una scultura, realizzata da Alberto Pasqual, dedicata a Pantani. Il campione romagnolo è raffigurato durante uno scatto, con le mani basse sul manubrio, voltato a scrutare gli avversari.
Sempre nel 2006 il Giro d'Italia è passato per le strade del Mortirolo (versante di Mazzo di Valtellina): primo a transitare è stato Ivan Basso, poi vincitore di quell'edizione del Giro, con a ruota Gilberto Simoni.
Il Giro d'Italia 2010 ha nuovamente proposto il Mortirolo dal versante di Mazzo: primo a passare in vetta è stato vinto ancora una volta Ivan Basso seguito a ruota dal compagno di squadra Vincenzo Nibali e da Michele Scarponi. Basso si aggiudicherà anche quel Giro conquistando la maglia rosa proprio nella tappa del Mortirolo con arrivo all'Aprica strappandola allo spagnolo David Arroyo nonostante la tentata rimonta dello spagnolo in discesa.
Nel Giro d'Italia 2012 il valico è ritornato al centro dell'attenzione, ma dal versante inedito di Tovo di Sant'Agata, insieme al passo dello Stelvio, entrambi scalati nella stessa tappa il 26 maggio. Primo a transitare in vetta lo svizzero Oliver Zaugg.
Il versante nord, con inizio a Mazzo di Valtellina (552 m s.l.m.), oggi è considerato come una delle salite più dure d'Europa, assieme allo Zoncolan e all'Angliru, ed è meta di "pellegrinaggio" di molti cicloamatori che si cimentano nella difficile scalata; presenta una lunghezza di circa 12,5 chilometri per un dislivello di 1300 metri: la pendenza media è superiore al 10% (10,45%) e vi sono diversi settori con punte fino al 18%. Nel tratto tra il terzo e il nono chilometro le pendenze non scendono mai sotto l'11%, salvo addolcirsi solamente negli ultimi chilometri. I migliori professionisti lo percorrono in meno di 45 minuti (Ivan Gotti che detiene il record impiegò 42'40" nel Giro d'Italia 1996 e 43'10" nel Giro d'Italia 1997). Di pendenza media analoga, ma più irregolare e con un tratto cementato, è il percorso che sempre da nord parte da Tovo di Sant'Agata.
Il versante sud di Edolo, misura 17,2 chilometri, parte da quota 699 metri e ha una pendenza media del 6,7%; è più facile anche se più lungo. Si parte da Edolo e per il primo tratto di salita si segue la statale della Val Camonica per poi svoltare per Monno (1066 m s.l.m.), dove inizia la vera salita di 11,2 chilometri; vi sono alcuni tornanti abbastanza impegnativi ma poi la salita è regolare (circa al 6-7%) fino al quattordicesimo chilometro dove c'è addirittura un breve tratto in falsopiano. Il tratto più duro arriva in prossimità del sedicesimo chilometro, a quota 1720 m, con più di 500 metri abbondantemente sopra il 10%. Da questo versante il Giro transitò una sola volta, nel 1990 (la prima in assoluto sul Mortirolo), e vide transitare per primo sul passo Leonardo Sierra che poi vinse anche la tappa che si concludeva all'Aprica con partenza da Moena.
Il versante ovest dall'Aprica passante per Trivigno è invece il più lungo (circa 25 km) e il più facile con un lungo tratto suggestivo in quota (max 1940m s.l.m. circa) dopo un'ascesa di 12,2 km al 6% circa fino a poco dopo Trivigno. Una variante è quella che da Ronco di Corteno Golgi in Valcamonica sale al Monte Padrio (8,4 km al 10,7% di pendenza media) e quella che da Tirano in Valtellina sale a Trivigno (17 km al 7.4% di pendenza media): entrambe hanno poi in comune l'ultimo tratto in quota del versante dall'Aprica fino al Mortirolo.
I professionisti lo percorrono in meno di 45 minuti, e ogni anno migliaia di cicloamatori lo affrontano con grande entusiasmo.
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