lunedì 25 maggio 2015

LA CHIESA DELLA MADONNINA DEI RONCHI A LEGNANO

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La costruzione fu eretta nel 1641, periodo della Controriforma, dopo la concessione da parte di un erede di Oldrado Lampugnani di trasformare la cappella familiare in chiesa. In questo periodo i nobili del luogo donavano grandi somme di denaro alla Chiesa al fine di guadagnare i favori degli arcivescovi. L’edificazione avvenne attraverso la trasformazione della precedente cappella del XVI secolo. Numerose opere furono poste nella Chiesa che, più tardi, furono traslocate nel Santuario delal Madonna delle Grazie. Nel XVIII secolo le dimensioni del monumento furono estese. La Chiesa Madonnina dei Ronchi conserva al proprio interno tre pale raffiguranti la Madonna con San Sebastiano e San Rocco, dipinti rappresentanti San Francesco e San Giuseppe, tutte opere dei fratelli Lampugnani. All’interno del monumento si possono ammirare le copie di due importanti quadri di Legnanino, una volta conservati nella Chiesa. La facciata dell’edificio di culto presenta due stili architettonici, quello dorico e quello corinzio.

La costruzione della chiesa risale alla Controriforma. I nobili legnanesi, in questo periodo storico, erano avvezzi ad elargire cospicue donazioni verso la Chiesa e nei confronti della comunità in cui risiedevano con l'obiettivo di conquistare il favore dell'Arcivescovo di Milano. Inoltre, era ancora forte spinta del mecenatismo, che tanto diede all'Italia tra il Quattrocento ed il Cinquecento.

Secondo gli scritti del prevosto Agostino Pozzo, nel 1650, fu possibile erigere la chiesa della Madonnina dei Rochi grazie a offerte elargite per alcune guarigioni riconosciute prodigiose e ricollegabili alla Madonna. Per costruire questo nuovo luogo di culto, una cappella-oratorio anteriore al XVI secolo, che si trovava lungo la Strada magna (oggi corso Sempione) all'angolo con l'attuale via dei Ronchi, fu trasformata in una chiesa vera e propria. La chiesa della Madonnina dei Ronchi fu progettata da Francesco Maria Richini. Questo edificio religioso richiama la chiesa di San Giuseppe di Milano, anch’essa progettata dal Richini.

Nel XVIII secolo l'edificio fu ampliato con la costruzione, dietro l'abside, di un edificio a due piani dove trovò spazio l'abitazione del canonico.

Il tempio ha pianta ottagonale allungata grazie alla presenza dell'abside e di una cappella d'ingresso, dove è presente l'organo. La prima ha una volta a crociera, mentre la seconda a botte. Anche la volta principale è a crociera. La facciata, più larga del corpo dell'edificio, è a due ordini con stile architettonico dorico e corinzio ed è ricoperta da un intonaco. La facciata presenta una finestra centrale che illumina il locale dell'organo.

Le pareti esterne restanti sono invece in cotto. L'edificio è stato costruito in una posizione sopraelevata rispetto al piano stradale. La base della chiesa si trova infatti a 1,8 m sopra corso Sempione. Sulla sinistra, è presente il campanile.

All’interno della chiesa sono conservate una pala d'altare barocca di Francesco Lampugnani riproducente la Madonna con San Sebastiano e San Rocco, e alcune pitture situate alle pareti della cappella d'altare raffiguranti San Francesco e San Giuseppe, che sono invece opera dei fratelli Lampugnani.

Nell'edificio erano conservanti un tempo due quadri del Legnanino. Nel 1815 sono state trasferiti all'interno del Santuario della Madonna delle Grazie. Nel 1828, a Beniamino Turri, venne commissionata la realizzazione di una copia delle tele da conservare nella chiesa della Madonnina dei Ronchi in sostituzione dei quadri traslati. Il soffitto, adornato da lesene e stucchi, è invece opera di Daniele Turri. Gli affreschi della volta invece sono di Mosé Turri senior.

Durante la costruzione della chiesa furono collocate alla pareti est, sud e sud-ovest tre meridiane in modo tale da indicare l'ora, in qualsiasi momento della giornata, ai viandanti che passavano nell'antica Strada magna. Nel 1984, per celebrare il sesto centenario della morte di Giovanni da Legnano, grazie all'interessamento della Famiglia Legnanese, della contrada di Sant'Erasmo e della locale Associazione Antares, le meridiane sono state riportate all'antico splendore. Esse rappresentano gli unici orologi solari funzionanti in tutto il Legnanese.




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