giovedì 21 maggio 2015

LA BASILICA SI SAN GIOVANNI BATTISTA A BUSTO ARSIZIO



La basilica di San Giovanni Battista è il principale luogo di culto cattolico di Busto Arsizio, dedicato al patrono della città. Come la chiesa di San Michele Arcangelo, anche questo edificio sorge sui resti di una cappelletta longobarda di circa otto metri di larghezza.
Nel 1948 la chiesa è stata elevata alla dignità di basilica minore.

Il luogo venne dedicato a san Giovanni Battista dai Longobardi ed era, all’epoca, esterno all’originario villaggio. Come spesso accadeva, infatti, i dominatori Longobardi si sistemavano in nuovi alloggi esterni al nucleo dei paesi che avevano conquistato. Sul lato opposto a San Giovanni, sempre opera Longobarda fu la fondazione di San Michele.
A detta del cronista del '600 Crespi Castoldi, che vide emergere le fondazioni di detto antico edificio durante i lavori per la nuova chiesa, si trattava di una cappelletta di circa otto metri di larghezza. Assimilabile alle cappellette dei paesi sperduti di montagna che possiamo ammirare ancor oggi.
Alla primitiva cappella dedicata dai Longobardi a San Giovanni, loro santo protettore, fu una prima volta sostituita, alla fine del XIII o all’inizio del XIV secolo, da nuova costruzione in forma di basilica romanica con tre navate e tre absidi semicircolari. Il sontuoso campanile (1400-1418), fu opera di grande impegno tecnico ed economico, a base quadrata, alto, massiccio, con otto campi sovrapposti su ogni faccia, cella campanaria con bifore, cuspide conica, realizzato in mattoni in vista secondo una tradizione costruttiva tipica Lombarda. Ha un concerto di 9 campane in “la”.
Poiché l’edificio risultò presto insufficiente, si ritenne di intervenire per le aumentate esigenze di culto, aggiungendo due cappelle laterali (1466-70). Nel frattempo, però, la Pieve veniva trasferita da Olgiate a Busto Arsizio, per ordine di San Carlo Borromeo, sicchè venne ampliato presbiterio (1582-99), ma alla fine si decise per la ricostruzione, non senza ripensamenti e difficoltà.

Il campanile a base quadrata, in muratura a vista, risale al periodo tra il 1400 e il 1418; costituisce la parte più antica dell'edificio attuale.

È una delle più importanti opere barocche della provincia di Varese. La prima pietra della nuova basilica venne posata il 26 maggio 1609, ma la prima funzione si celebrò solo nel 1614, a lavori ancora non ultimati, in occasione della festa patronale. All'epoca erano state realizzate solo l'abside e il transetto con le relative cappelle: non erano ancora presenti le tre navate. I lavori proseguirono e la cupola venne ultimata nel 1635, dopo 26 anni dall'inizio dei lavori. La basilica venne consacrata nel 1646 (o 1640) dal vescovo di Bobbio Monsignor Francesco Maria Abbiati.

L'imponente facciata è costituita da un ordine inferiore di lesene binate ioniche, un protiro con frontone arcuato, porte di rame e bronzo con bassorilievi raffiguranti la vita di San Giovanni Battista (opera di Enrico Astorri del 1908), statue di Sant'Ambrogio, San Carlo Borromeo, Fede e Carità e altre innumerevoli opere risalenti a varie epoche. Tuttavia la facciata risultava ancora incompleta: la parte superiore venne completata fra il 1699 e il 1701 da Domenico Valmagini, il quale vi inserì un grande finestrone ovale, un frontone spezzato a doppia curvatura, le statue di San Pietro, San Paolo e di quattro profeti (tutte opere di Giovanni Pozzi), e la statua centrale di San Giovanni Battista (di Siro Zanelli), che rappresenta il punto più alto della facciata.

Edificato nei primi anni del XV secolo, il campanile della basilica fu realizzato per due motivi: uno, ovviamente, religioso, in quanto nel 1400 il borgo di Busto Arsizio stava vivendo un periodo di pestilenze che aumentò la commozione religiosa al punto di realizzare un'opera concreta simbolo di devozione dei bustocchi. Il secondo era militare: la costruzione del campanile fu, infatti, finanziata in parte dal Comune, in quanto sarebbe potuto essere utilizzato come torre di avvistamento a scopo difensivo, in quanto la chiesa si trovava non lontano dal centro del rettangolo delle fortificazioni. Nel 1409 venne fusa e collocata sul campanile la campana maggiore, mentre la costruzione fu ultimata nel 1418, anno della venuta di papa Martino V a Milano per la consacrazione dell'altare maggiore del Duomo. Il costruttore fu Pietro Francesco Crespi Castoldi.

All'interno la chiesa è coperta con volte a botte e a vela, le tre navate sono separate da file di piloni ionici e da colonne. Sotto gli archi sono appese grandi tele raffiguranti la vita di san Giovanni Battista, dipinte tra la fine del Seicento e i primi del Settecento da autori ignoti, con l'eccezione di Gesù con i discepoli del Battista e di Erodiade e Salomè con la testa del Battista, attribuite a Carlo Preda. Il transetto sinistro ospita, invece, due affreschi del XVII secolo (Riposo durante la fuga in Egitto e Natività), attribuiti ad Antonio Crespi Castoldi.

Più recenti (tra il 1904 e il 1923) sono le decorazioni con graniglia rosata e marmo variegato (di Giuseppe Cerami e Pirro Bottaro) e gli affreschi della cupola (Glorificazione del Battista), dei pennacchi (Evangelisti) e delle volte (Beata Giuliana e beato Bernardino, Immacolata Concezione, L'Eucarestia e Il Papato) e del transetto minore (quattro profeti), nonché la Via Crucis in bronzo e i portali di Enrico Astorri (1908). Risalgono invece al Settecento le opere in legno scolpito come i pulpiti, il coro e la bussola. La maggior parte delle opere del presbiterio e dell'abside sono dovute a Biagio Bellotti.
La basilica di San Giovanni Battista ha in tutto sei cappelle laterali:
cappella di san Carlo Borromeo situata nella testata destra del transetto minore ed è contemporanea alla realizzazione della chiesa. Le tele e gli affreschi raffiguranti alcuni episodi della vita del santo sono di anonimi autori del Seicento;
cappella delle Reliquie situata nella testata sinistra del transetto minore ed è anch'essa contemporanea alla realizzazione della basilica, ma inizialmente era dedicata agli apostoli e a san Francesco. Contiene reliquari di legno e tele raffiguranti il martirio di San Sabino, il Perdono d'Assisi e la Madonna con il Bambino (di Gaudenzio Ferrari);
cappella di Sant'Ambrogio e Beata Giuliana realizzata nel 1780 da Biagio Bellotti e contiene una cornice con le figure della Fede e della Carità, una pala con sant'Ambrogio e la Madonna che incorona la beata Giuliana e il tabernacolo con raffigurata la chiesa che mostra le reliquie della beata;
nella cappella del Crocifisso si trovano affreschi di Francesco Maria Bianchi risalenti al 1727, un crocifisso del Settecento e il dipinto del 1623 Cristo morto con san Domenico di Daniele Crespi;
la cappella di San Giuseppe (già dedicata ai santi Giovanni Evangelista, Gerolamo ed Orsola presenta un altare in stile tardo-neoclassico di Pietro Olgiati (1856) e due affreschi (Miracolo di san Giovanni evangelista e Miracolo di sant'Orsola) del 1622 di Giovan Francesco Lampugnani;
la cappella della Madonna contiene una statua lignea dell'Immacolata, opera di Ambrogio Moioli (1905).

Sulle due cantorie ai lati dell'altare maggiore, si trova l'organo a canne Mascioni opus 310 costruito nel 1912 e restaurato dalla stessa ditta negli anni cinquanta del Novecento e nel 2012.

Lo strumento, a trasmissione elettrica, ha la consolle alle spalle dell'altare, nel coro, avente tre tastiere di 61 note ciascuna e pedaliera concavo-radiale di 32 note.

All'esterno della chiesa, sul fianco destro, si trova il "mortorio", un tempietto di autore ignoto, realizzato tra il 1689 e il 1692, che doveva ricordare ai passanti il mistero della morte, mediante esposizione dei teschi, ancor oggi visibili da via Milano. Al suo interno vi sono dipinti con angeli e simbolismi sulla Passione. Erano anche visibili dei dipinti all'esterno raffiguranti le età dell'uomo, i vari aspetti della morte, virtù, purgatorio e angeli piangenti, oggi trasportati nella chiesa di San Gregorio Magno.




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