venerdì 22 maggio 2015

LA VILLA OTTOLINI-TOVAGLIERI A BUSTO ARSIZIO



La villa, costruita per Enrico Ottolini nel 1903, è la seconda dimora commissionata all’architetto Camillo Crespi Balbi dalla famiglia industriale degli Ottolini, che qui aveva il proprio stabilimento cotoniero.

Rispetto alla residenza del fratello Ernesto, la villa di Enrico presenta un impianto più semplice e simmetrico, che assume le forme di un palazzo cittadino. La scelta stilistica fu dettata anche dal fatto che questa villa era l’unica delle grandi residenze di inizio Novecento ad essere collocata entro la cerchia muraria del borgo antico. Al corpo centrale su tre piani si addossano due ali laterali a due piani sormontate da terrazze. Sobrio il contrasto cromatico tra il grigio della pietra e il bianco degli elementi decorativi.
La villa ha due ingressi principali, uno su via Volta, l’altro su via San Michele. Quest’ultimo, più scenografico perché rivolto verso il borgo, è costituito da una veranda cui si accede attraverso una terrazza con scalinata.

Notevoli i ferri battuti che completano l'edificio, capolavoro del grande artista lodigiano Alessandro Mazzucotelli che qui raggiunse il suo massimo estro creativo.

La struttura portante delle cancellate è ben ripartita: lo zoccolo inferiore cieco arriva quasi all’altezza del muro di recinzione per garantire la privacy della famiglia; mentre la parte superiore, realizzata con barre di ferro a sezione quadrata, risulta molto trasparente e permette di ammirare l’architettura della villa. Nodi e giunture non sono mascherati ma trasformati in motivi decorativi circolari.

Su questo impianto lineare si innestano decorazioni di grande qualità espressiva: foglie e frutti di ippocastano, nastri, viticci e spirali. Le foglie palmate, osservate dal vero, sono fedelmente riprodotte in tutti i loro aspetti – fresche e aperte, tenere perché appena uscite dalla gemma, oppure chiuse e appassite – con grande effetto naturalistico. Straordinarie le lumache ottenute con due spirali coniche, poste alla sommità dei cancelli, che sembrano colte nel loro naturale strisciare e arrotolarsi.

Ai lati delle due cancellate il reticolo portante scompare del tutto, lasciando il posto a un intreccio sinuoso e articolato di nastri e fronde, dove il ferro sembra diventare una materia fluida.

Lo stesso disegno, semplificato, si ritrova nei tre cancelletti pedonali.

Sempre del Mazzucotelli sono i ferri battuti dei lampioni e delle lampade a parete che ornano le facciate. Tra i motivi decorativi si riconoscono fiori penduli di fucsia e grossi girasoli dispiegati a ricevere la luce del sole.

L'interno rivela un forte gusto per la decorazione. L'ampio e luminoso spazio d'ingresso a sud presenta pavimenti policromatici, affreschi alle pareti e un lavorato soffitto a travi a vista. È sorprendente il gioco di luci filtrate dai colori delle vetrate. Il salone all'angolo nord-ovest della villa è un vero e proprio campionario di preziosismi decorativi dell’inizio del XX secolo ed è dominato dal camino, collocato in posizione centrale nella parete est. L'imponente scalone che collega il piano rialzato al primo piano è un vero esempio del carattere autoritario della villa, grazie alla preziosità dei diversi marmi e all'affresco.

 Oggi è sede dell’assessorato alla Cultura cittadino.




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