domenica 31 maggio 2015

LE CITTA' DELLA PIANURA PADANA : SONCINO

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Soncino è un paese dentro la cerchia muraria e nella ragnatela delle viuzze medievali dove la vita fluisce in un'atmosfera assorta, quasi trasognata. L'impianto urbanistico e il paesaggio architettonico, entrambi modesti ma singolari, fanno da sfondo e palcoscenico ad una storia lunghissima, originalissima e forse unica.
Il borgo di Soncino sorge al centro della pianura lombarda, sulla sponda destra del fiume Oglio che lo separa dalla vicina Provincia di Brescia. Proprio questa sua posizione strategia ne ha sempre fatto un ambito oggetto di conquista da parte delle potenze allora dominanti.
Il 18 novembre 2004 è stato riconosciuto il titolo di città dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Ha tre frazioni: Gallignano, Villacampagna e Isengo. Il 18 luglio 2008 è ufficialmente entrato a far parte del Club "I borghi più belli d'Italia".

Dista circa 35 km da Cremona, 32 km da Brescia, 34 km da Bergamo e 59 km da Milano.

Soncino si trova nella Pianura Padana, al centro della Lombardia al confine tra le province di Cremona, Brescia e Bergamo. Sorge sulle rive del fiume Oglio in una zona ricca di fontanili e risorgive. È sede culturale del Parco dell'Oglio Nord.

Il toponimo Soncino viene fatto risalire all’epoca delle invasioni germaniche dopo la disgregazione dell’impero romano: periodo in cui secondo la tradizione si collocherebbe la fondazione di Soncino. Il significato più probabile è “re delle acque”. Tuttavia non ci sono attualmente resti materiali, né si possiedono fonti documentarie che attestino questa tradizione.

L'origine di Soncino non è del tutto chiara: alcuni ritrovamenti archeologici sporadici (punte di freccia, raschiatoi in selce e un tesoretto in bronzo e rame) possono solo presumere un passaggio, un transito di popolazioni preistoriche attraverso il territorio soncinese, che in quest'epoca (dal periodo neolitico all'inizio dell'età del ferro) era bagnato dalle acque paludose del lago Gerundo. Il dosso su cui sorge l'odierno centro storico di Soncino doveva allora emergere dalle acque e, quindi, poteva essere un luogo molto ben protetto e sicuro.

L'arrivo dei celti (V-III secolo a.C.) coincide, probabilmente, con la nascita di una zona di confine. Inizialmente tra i celti e gli etruschi, che erano per lo più stanziati sulla sponda bresciana e mantovana del fiume Oglio. In seguito l'Oglio fu confine per due popolazioni celtiche gli Insubri ed i Cenomani.

Risalgono all'epoca romana (II secolo a.C.-IV secolo d.C.) numerosi ritrovamenti di materiale laterizio oltre che due ville ed alcune fornaci sempre nella zona settentrionale del comune di Soncino presso la frazione di Gallignano, che sembra essere la prima veramente abitata. Questo perché si trova ad un'altitudine superiore e, quindi, non interessata dalle acque del Lago Girondo. Anche in questo periodo il territorio soncinese si trova lungo una zona di confine, infatti è ancora incerto se appartenesse alla regione augustea X (Venetia et Histria) o XI (Transpadana). L'invasione delle popolazioni germaniche che provocò la caduta dell'Impero romano d'Occidente, coincide con il periodo tradizionale della fondazione di Soncino. Secondo i principali storici soncinesi furono i Goti, una popolazione di origine germanica, a stabilire un primo insediamento sul dosso attuale.

All'epoca delle invasioni ungare (IX-X secolo) nel Nord Italia si assiste alla nascita di numerose fortificazioni, fenomeno che probabilmente ha interessato anche Soncino, determinando una progressiva frammentazione del territorio. Il 1118 è una data fondamentale, infatti Soncino viene istituito a "borgo franco" segnando il passaggio dalla zona d'influenza bergamasca a quella cremonese. Questa istituzione comporta una notevole espansione demografica ed economica. Il controllo dell'attraversamento del fiume Oglio permette di incamerare notevoli ricchezze. Incominciarono, però, i violenti contrasti con i bresciani che nel 1118 fondarono il borgo franco di Orzinuovi per limitare il potere cremonese nella zona; divenne il secondo borgo franco in Italia ottenendo un proprio potere autonomo.

Nel XIII secolo, sotto la guida di Buoso da Dovara, avviene la prima importante militarizzazione di Soncino. Viene risistemata la vecchia rocca e si costruisce interamente in muratura la cinta muraria. È uno dei periodi più floridi di Soncino, così come in gran parte dei comuni del Nord Italia. L'aumento della ricchezza consente anche migliorie dal punto di vista dei pubblici servizi come la grandiosa costruzione del sistema idrico-fognario che permette anche il funzionamento dei numerosi mulini.

Con il privilegio del 1311 Soncino viene sottoposto direttamente all'Impero (diventa terra separata) senza il controllo di nessuna altra città, come lo era stato prima con Cremona. È il periodo, quindi, di maggiore indipendenza. I privilegi concessi erano di natura prettamente economica che intendevano favorire l'espansione commerciale di questo territorio. Nel 1313 lo stesso Enrico VII, con diploma imperiale, investe in feudo Soncino a Giovanni I conte del Forese. Un'infeudazione più sulla carta che reale e, certamente, non impedì l'assoluta indipendenza e libertà della comunità soncinese.

Nel periodo visconteo (1385-1454) Soncino diventa la più importante roccaforte di difesa lungo la linea di confine del fiume Oglio tra Milano e Venezia. Per ben tre volte nel XV secolo la Repubblica di Venezia riuscì ad impadronirsi di Soncino, dando sempre prova di buon governo. Si sviluppa grandemente l'attività imprenditoriale sia con la famiglia degli ebrei che con alcune famiglie locali, soprattutto Amadoni e Azzanelli continuando anche nel secolo XVI. Ciò permette una diffusione maggiore dei famosi pannilana soncinesi, ormai richiesti su tutti i mercati europei.

La seconda grande militarizzazione del borgo soncinese avviene nell'epoca sforzesca (1454-1536) con il rifacimento completo della cerchia muraria e con la costruzione della nuova rocca. Gli Sforza ebbero grande considerazione di Soncino per la sua posizione strategicamente importante all'interno dello scacchiere militare dell'Italia settentrionale, per questo lo dotarono di imponenti strutture difensive.

Con l'arrivo degli spagnoli (1536) inizia il periodo di decadenza del comune soncinese. L'infeudazione ad opera di Carlo V in favore dei marchesi Stampa limita i numerosi privilegi avuti nei secoli passati da Soncino. Lo stanziamento di numerose truppe militari spagnole contribuisce, inoltre, all'impoverimento del territorio ed alla progressiva e costante perdita di vitalità economica. Tra il XVIII e la prima metà del XIX secolo avviene la completa smilitarizzazione ad opera prima degli austriaci mediante l'abbattimento delle quattro porte medioevali e poi di Napoleone. Questi ultimi avvenimenti determinarono la fine della storia indipendente del borgo soncinese.

Soncino è un borgo con un centro storico di impronta medioevale ancora completamente racchiuso in una cinta di mura del XV secolo.

La Rocca sforzesca (XV sec.) è un importante struttura militare formata da un cortile principale attorniato da quattro torri, tre a pianta quadrata ed una cilindrica. Antistante al cortile principale, verso il borgo, sorge un caratteristico rivellino separato dalla Rocca e dal borgo da quattro ponti levatoi.
Cerchia delle mura e sotterranei. Lungo i due chilometri di mura medioevali sorgono sei torrioni ed in diversi punti si stanno recuperando interessanti strutture sotterranee che facevano parte della difesa militare quattrocentesca.
Il museo bellico è collocato al piano terra della torre di Nord-Ovest del castello e conserva una collezione di divise garibaldine, cimeli e documenti della I e II guerra mondiale: elmetti di varie forme, mostrine, fotografie, lettere, piccoli diari, gavette e borracce segnate dai proprietari con il proprio nome. Sono esposte inoltre sciabole, pugnali, pistole, medaglie, proiettili e una mitragliatrice con raffreddamento ad acqua.

Ospitato all’interno della splendida cornice della Rocca Sforzesca, il Museo civico ripercorre, attraverso un percorso cronologico e tematico articolato in diverse sezioni, le tappe del popolamento nel territorio dalla preistoria fino al XVII secolo inoltrato.
La scelta della sede espositiva si rivela particolarmente adeguata per le caratteristiche dell’edificio, palinsesto strutturale e simbolo storico della città.
Pregevole la sezione dedicata alla seconda età del Ferro che si caratterizza per la presenza di splendidi corredi celtici di armati databili alla metà del III secolo a.C.; alla fase più recente della medesima epoca si collocano invece le sepolture di Isengo (fine II- metà I secolo a.C.), testimoni della progressiva romanizzazione delle popolazioni a seguito alla conquista della Gallia Cisalpina.
L’età romana è documentata dai numerosi reperti recuperati in località Bosco Vecchio a Gallignano, uno tra i pochi siti pluristratificati della Provincia di Cremona; l’esistenza di una villa rustica con annessi impianti produttivi per la fabbricazione di materiale laterizio è confermata dai marchi di fabbrica impressi, recanti i nomi dei produttori (F.P.Q., Q.DELLI, Q.VAL, Q.V.H.).
Il percorso di visita si chiude con una sala dedicata al Borgo e alla Rocca Sforzesca dove trova spazio la selezione di ceramiche rinascimentali recuperate durante gli interventi di pulitura e sgombero dei cunicoli e dei bastioni delle mura.

All’interno delle mura, testimoni della ricchezza idrica di Soncino e dello sviluppo del commercio manifatturiero, ci sono i mulini ad acqua distribuiti sul territorio come quello di S.Angelo ancora esistente, che utilizzavano la forza motrice idrica; ma era soprattutto sotto al tratto meridionale delle mura che si concentravano gli insediamenti produttivi grazie alla presenza di una segheria affiancata al  mulino di San Giuseppe, la quale sfruttava l’ultimo salto delle acque che andavano poi ad irrigare le bassure dell’Oglio

La Torre Civica è una struttura difensiva edificata nel 1128, al Palazzo Vecchio fu affiancato il Palazzo dei Consoli con una nuova torre civica, a canna quadrata con un'altezza di 31,50 m (successivamente rialzata fino agli attuali  41,80 m ).

A metà '200, il podestà e signore Buoso da Dovara vi aggiunse il Palazzo Pretorio sotto le cui arcate trovò sepoltura Ezzelino da Romano (1249).

Al breve dominio veneziano si deve la torretta dei Matéi (o Mori 1506) che il terremoto del 1802 abbatté assieme a due campate del fabbricato, risparmiando però l'ala meridionale della metà '400 che s'affaccia sulla piazza maggiore del borgo.Durante la succesiva ricostruzione, la facciata venne integrata con l'orologio zodiacale  (il quadrante con i simboli astrologici in terra cotta è del 1977.
             
Secondo la tradizione nel palazzo venne rinchiuso Ezzelino da Romano, dopo che fu sconfitto nella battaglia di Cassano il 27 Settembre 1259 dal soncinese Giovanni Turcazzano. Narrano le cronache che Ezzelino si lasciò morire dopo pochi giorni. Per tradizione ogni mercoledì mattina alle ore 9:00 (in origine a mezzo giorno) il campanone della torre civica fa risuonare i lugubri rintocchi dell'agonia che ricordano la fine del tiranno.
L'interno del palazzo ospita nella bella sala della giunta l'importante Archivio Storico Civico, con documenti al partire dal 1311 e una raccolta di quadri.

Lungo i due chilometri di mura medioevali, nella parte settentrionale, sorgono sei torrioni a intervalli regolari, a pianta circolare con alta scarpa e tamburo cilindrico separato da una cornice a toro, che servivano quale strumento di difesa. Al loro interno vi erano ricavati dei magazzini dove potevano essere concentrati gli strumenti di difesa.Al contrario, la parte meridionale delle mura non presenta torrioni difensivi.

Si può osservare oggi  la particolare conformazione della struttura fortificata, alta sul piano di campagna con andamento prima rettilineo e poi inflesso delle mura. La tessitura non sempre uniforme dell'apparato murario e gli sporti su beccatelli che a tratti si evidenziano, testimoniano i molti rifacimenti e le numerose riparazioni
                                 
Oggi alcuni tratti di mura sono stati riutilizzati come base d'appoggio per costruire alcune case.

La Casa degli Stampatori,secondo la tradizione era la casa della famiglia di ebrei che a Soncino stamparono nel 1488 la prima bibbia ebraica completa al mondo ad opera di Ghershom Nathan Soncino e poi presero il nome dal borgo di Soncino. Attualmente è sede del Museo della Stampa..

Il quatrrocentesco Palazzo degli Azzanelli è il risultato della trasformazione di un precedente palazzo, acquistato dalla famiglia di mercanti soncinesi.
Il palazzo presenta un'elegante facciata decorata da monofore trilobate in cotto con putti e modanature a tortiglione, con cornice a marcapiano in cotto, decorata da festoni, ghirlande e putti reggi ghirlanda. Il cortile assume invece una monumentalità seicentesca nell'ampiezza degli archi ribassati e nella solidità delle colonne con entasi. Un tempo il palazzo presentava una ricca decorazione costituita da piastrelle in ceramica policroma.

La Pieve di S. Maria Assunta (XII sec.) è la chiesa più importante del borgo, fondata nel XII sec. fu una delle prime chiese della diocesi di Cremona. Venne rimaneggiata a più riprese, di cui l’ultima nel XIX sec. diede l’impostazione attuale. Rilevanti al suo interno un affresco raffigurante la trinità ariana, un dipinto di Mathias Stormer e due sculture lignee.
La Chiesa di San Giacomo (XIV sec.) nasce originariamente come un luogo di sosta dei pellegrini diventa poi un convento degli agostiniani (che vi ergono la torre eptagonale). Il culmine della sua importanza lo raggiunge con i domenicani che si insediano nel XV sec. e poco alla volta creano tre chiostri e soprattutto insediano una farmacia ed un importante biblioteca. Il convento fu retto come priore da Michelangelo Ghislieri divenuto poi Papa San Pio V. Pregevoli all’interno una pietà in terracotta policroma dello De Staulis e le vetrate di Fra Ambrosino da Tormoli. Contiene le spoglie di Stefana Quinzani, domenicana, venerata come beata dalla Chiesa cattolica.
Chiesa di Santa Maria delle Grazie (XV sec.) notevole esempio di architettura rinascimentale, eretta nel 1492 per i Carmelitani. Ancora oggi appare completamente affrescata con notevoli dipinti tra i quali emergono il Giudizio universale sulla controfacciata e le opere di Giulio Campi. Da ammirare anche l'elegante interno che presenta una preziosa decorazione in terracotta nello stile dello scultore Giovanni Antonio Amadeo in collaborazione con Agostino De Fondulis. Attualmente è retta dalle suore dell’Istituto Sacra Famiglia.

La chiesa di S. Pietro Martire si trova nel quartiere Ghibellino; situata nella via omonima, fu sede della Confraternita dei Crocesignati che si costituì nel 1451 ed ebbe quale prima sede la distrutta chiesa di S.Lino.

In seguito venne ospitata nell'Oratorio di S.Pietro Martire dei Disciplini, che erano già insediati nel castro davarese da circa un secolo.

I primi contrasti sorsero nel XVI secolo, ma divennero insanabili nel Settecento, allorché i Crocesignati denunciarono apertamente la pratica medioevale della flagellazione che i Disciplini ancora praticavano. L'autorità civile intervenne per vietare quella pratica, ma nel 1762 i Crocesignati dovettero lasciare la sede dei Disciplini che verò loro metà del valore dell'antica chiesa affinché potessero costruirne una nuova.

Nel 1765 venne eretto il nuovo Oratorio dei Crocesignati i quali ottennero di potervi traslare la dedicazione a S.Pietro Martire, mentre l'Oratorio dei Disciplini fu intitolato al Santo Crocefisso. Nel 1771, quando la confraternita fu soppressa, la chiesa passò sotto la giurisdizione della pieve. La chiesa presenta un'elegante facciata a doppio ordine con lesene e frontone triangolare.

L'interno, a navata unica, presenta due cappelle laterali. Sulla parete di fondo dell'abside possiamo ammirare la Madonna col Bambino tra Santa Caterina da Siena, S.Raimondo da Penyafort ed il Beato Francesco Cropello da Soncino, opera eseguita nel 1601 dal manierista cremonese Cesare Ceruti.

Notevoli sono pure le sculture lignee policrome raffiguranti S.Rocco ed il Cristo Morto, eseguite nel XVIII secolo. Quest'ultima è ospitata nell'urna che sino al 1784 aveva accolto le spoglie della Beata Stefana Quinzani e che, dopo la sua traslazione a Colorno, venne qui collocata.

L'area su cui sorge la chiesa corrisponde all'antica area incolta inglobata all'interno della nuova cinta muraria voluta da Buoso da Dovara nel XIII secolo. Qui si trovava, un tempo, un Oratorio dedicato a S.Giorgio.

La chiesa di S. Pietro Apostolo edificata nel XII, posta fuori le mura, subì un pesante rifacimento nel XVII secolo, mentre nel 1915 venne allungata di una campata con conseguente ricostruzione della facciata, dal lineare impianto classicheggiante.

L'interno, a navata unica con volta a botte, presenta quattro cappelle per lato intervallate da pilastri e colonne di ordine ionico. In alcune parti della chiesa si possono ammirare i frammenti della decorazione risalente ai secoli XIV e XV. Nella seconda cappella sinistra vi sono due affreschi votivi raffiguranti la Madonna con Bambino, mentre nella quarti vi sono frammenti raffiguranti una figura di Santo Incoronato, probabilmente S. Luigi di Francia o re Davide. Sopra le porte del presbiterio si possono ammirare altri frammenti raffigurante un altro Santo Incoronato, mentre a sinistra troviamo un Cristo Crocifisso, mentre l'affresco sopra il confessionale della quarta cappella a sinistra, raffigurante probabilmente i santi Cosma e Damiano, risale al XVI secolo. La cappella della Madonna presenta una Madonna del Latte, affrescata nel XV secolo e trasportata agli inizi del XVII dall'altare precedente. Fu in quell'occasione che l'affresco venne ampliato con l'aggiunta di S. Lucia e S. Agata ai lati, mentre sopra venne affrescato il Padre Eterno e due angeli che incoronano la Vergine. Nella lunetta vi è affrescata un'Annunciazione. Sul secondo altare destro troviamo una copia antica raffigurante S. Antonio da Padova, opera di Carlo Francesco Nuvolone ed eseguita nel XVII secolo per la chiesa di Trenzano. Al secondo altare troviamo un Battesimo di Cristo, opera secentesca di scuola veneta, mentre al terzo troviamo una pala raffigurante S. Anna, la Vergine e S. Fermo, opera di scuola lombarda del XVIII, probabilmente del Picciotti. Alle pareti del presbiterio troviamo, a destra, S. Pietro liberato dal carcere, del casalasco Paolo Araldi, che lo dipinse alla fine del XVIII secolo, mentre a sinistra troviamo l'Immacolata ed i Santi Francesco d'Assisi e Margherita da Cortona, opera settecentesca di Giandomenico Cignaroli. Pregevoli sono pure l'altare maggiore e le balaustre.

La Chiesa dei SS. Paolo e Caterina già appartenente all'ex-convento omonimo, presenta una navata unica con doppia volta ad ombrello. Sull'altare conserva un grande affresco raffigurante la Crocifissione con la Madonna, S. Giovanni, S. Paolo e la Beata Stefania Quinzani, opera attribuita a Francesco Carminati che la dipinse nel XVI secolo. A destra troviamo una copia in stucco del primo sepolcro cinquecentesco della Beata Stefania, che si trovava nella chiesa pubblica. Alle pareti laterali vi sono monumenti sepolcrali ottocenteschi appartenenti alla famiglia Galantino. Il più sontuoso è quello di Francesco Galantino. In controfacciata troviamo una Conversione di S. Paolo, opera eseguita nel 1579 dal bresciano Grazio Cossali.

A Soncino ci sono altre chiese:Sant' Imerio a Gallignano, San Bartolomeo a Isengo, San Bernardo a Villacampagna.

Il Museo della seta di Enzo Corbani è all'interno dell'ex Filanda Meroni e vi sono esposti antichi strumenti per l'allevamento del baco e lavorazione della seta.

Soncino è sede culturale del Parco Oglio Nord e sul territorio comunale sorgono due riserve naturalistiche sul fiume stesso: la Riserva naturale Bosco de l'Isola e la Riserva naturale Bosco di Barco. Inoltre nel territorio comunale è presente anche una porzione del Pianalto della Melotta (PLIS) Parco Locale di Interesse Sovraccomunale. Dal punto di vista naturalistico hanno rilevanza anche due canali: il Naviglio Grande Pallavicino e il Naviglio Nuovo Pallavicino.

Il paesaggio naturalistico più rilevante è il Terrazzo Alluvionale del fiume Oglio, tutta la porzione di territorio a Sud del borgo e delle mura plasmato nei secoli dal lento scorrere dell'Oglio.

Interessante dal punto di vista naturalistico il Parco del Tinazzo, che sorge a un paio di km a nord del borgo sulla strada Calciana. Creato dalla famiglia Cerioli nell'800 custodisce accanto a tipiche piante locali, di cui alcune secolari, anche essenze provenienti da altri continenti.

Nel territorio comunale esiste anche un sito di interesse archeologico dove probabilmente sorgeva una villa romana.

Gallignano è la maggiore frazione del comune di Soncino, conta oggi circa 1000 abitanti tra il nucleo principale e le numerose cascine e la località San Gabriele.

La genesi più accreditata del paese dice che i primi insediamenti umani furono per la lavorazione dell'argilla in zona Bosco Vecchio, cascina esistente fino agli anni 90 del secolo scorso, poi a San Gabriele, situato lungo la via romana ricordata come barbaresca. San Gabriele, ora località di 15 cortili organizzati con un evidente criterio urbanistico di comunità, non crebbe a causa della pericolosità della via romana: dopo la caduta dell'impero la popolazione si spostò a fondare Gallignano, l'attuale località di riferimento per una vasta campagna. A Gallignano è presente il gruppo archeologico Aquaria che ha censito molte prove a suffragare la probabile cronologia appena esposta.

Da visitare in paese la chiesa parrocchiale e un palazzo privato in cui sostò Napoleone.

A San Gabriele un palazzo privato di proprietà della famiglia Manenti e la chiesetta santuario di Villa Vetere, posta in aperta campagna, ricostruita dopo il terremoto di Soncino del 1802, su un preesistente luogo di culto documentato dal 1600 ma con ogni probabilità risalente ai tempi dei primi insediamenti. Ovunque nel territorio ci sono risorgive di acque di falda, qui particolarmente vicina alla superficie e da tempo immemorabile scavata e condotta sui prati.

Isengo è la piccola frazione di circa un centinaio di abitanti che sorge a nord-ovest del capoluogo; ha qui sede lo stadio delle Robinie, impianto calcistico e centro nevralgico della comunità. Nel suo territorio sono state ritrovate diverse testimonianze archeologiche.

Villacampagna è la frazione posta lungo la strada per Cremona. È stata sede di una delle prime case dell'Istituto Sacra Famiglia.

Nel quartiere San Martino sorge il palazzo dei Conti Covi: una costruzione che segue l'andamento della strada con un bel portale a tutto sesto e ghiera di pietre bugnate.Sono interessanti all'interno le rinascimentali assette dei soffitti, e all'esterno la fascia ornamentale in tera cotta. In origina il palazzo doveva presentarsi in forme non dissimili da quelle di palazzo Azzanelli ; l'interno era spesso impreziosito da soffitti a cassettoni con tavolette dipinte a soggetti araldici e cavallereschi.Nel cornicione si compongono motivi di serie tardo medievale e rinascimentale: putti alati, inginocchiati che reggono festoni sui quali un tempo si affacciavano angeli musicanti e tutt'ora affiancano ghirlande racchiudenti lo stemma del nobile casato.
Ancora ben conservati sono i cortili, porticati e colonnati dei secoli V e VI secolo. Il più caratteristico è ora sede dell'enoteca "Ai cinque frati" che presenta una serie di colonne in marmo con dei capitelli fogliati quattrocenteschi.

La Piazza San Martino così denominata in onore del patrono del Borgo, S.Martino di Tours(316c.-397).
                                                   
A seguito di questo i Soncinesi fecero un voto e nel 1276 eressero una chiesa dedicata al Santo.L'oratorio che affiancava la chiesa era di una sola navata con tetto a capriate e pavimento in mattoni.(oratorio)

Le pareti erano decorate con affreschi e l'interno prendeva luce da tre finestre: due rettangolari e una rotonda;il portale in legno posto sulla facciata era l'unico accesso alla chiesa.La cappella maggiore ospitava l'altare in mattoni al di sopra del quale si poteva ammirare una statua lignea di S.Martino. Dietro l' altare la sacrestia.

Il 7 dicembre 1775 l'oratorio venne profanato per esigenze viabilistiche e al suo posto si aprì l'attuale piazza del mercato.

Accanto alla piazza si trovano i "Portici Rossi", fatti costruire tra il 1878 e il 1879 dal comune sull'area di antiche abitazioni civili destinati al mercato di pollame ed ortaggi, denominati così dalla popolazione in riferimento al pavimento in mattoni a coltello.
 Formelle in calda terracotta rossa decorano le pareti con la rappresentazione di mesi, vecchi mestieri e giochi infantili, opera del gruppo Deca.

Leonardo Da Vinci nei suoi scritti annota: a Sonsino sol cremones accanto a un disegno di canali irrigui. Una probabile testimonianza di un suo passaggio a Soncino.

Nel corso dell’anno si tengono diverse manifestazioni sia di lunga tradizione sia più recenti. Le principali sono: Festa di Primavera (quarta domenica di maggio) – Sagra delle Radici (quarta domenica di ottobre) – Rievocazione storica (primo week-end di ottobre) Halloween a Soncino (31 ottobre di sera) – Carnevale (si festeggia la domenica e il martedì grasso) – Sagra di S.Luigi (seconda domenica di settembre) – Soncino Fantasy (25 aprile) – Festa del Fiume (seconda e terza settimana di giugno). Inoltre le sagre delle tre frazioni sono le seguenti: per Gallignano è il 21 ottobre S. Imerio, per Isengo è il 24 agosto S.Bartolomeo e per Villacampagna è il 4 maggio S.Gottardo.

Il borgo è particolarmente attivo dal punto di vista culturale, infatti sono attivi diversi gruppi culturali. Oltre all’associazione Pro Loco, sono presenti altre associazioni che si occupano dell’aspetto turistico, come per esempio la Cooperativa il Borgo. Nella frazione di Gallignano da diverso tempo è presente l’associazione Aquaria che si interessa di archeologia sia dal punto di vista dei ritrovamenti sia della cura del Museo Archeologico. Altro gruppo particolarmente attivo è l’Associazione Castrum Soncini che si occupa di speleologia urbana, ovvero del recupero del patrimonio sotterraneo del centro storico, inoltre organizza manifestazioni rievocative. Il gruppo Deca invece si dedica alla lavorazione dell’argilla ed alla creazione di oggettistica in ceramica. Sono attive in città anche sedi locali di Lions Clubs International e Rotary International. Particolarmente importante è la Banda civica, ovvero l’Orchestra di fiati della città di Soncino, come recita la nuova denominazione. Sorta nel lontano ‘800 recentemente si è profondamente rinnovata con la partecipazione di maestri diplomati. Ciò ha portato alla pubblicazione di diversi CD e alla partecipazione a concorsi internazionali, tra cui si ricorda la vittoria del Flicorno d’Oro (Riva del Garda), Concorso per Bande di Valencia (Spagna), Concorso di Kerkrade (Paesi Bassi). Per quanto riguarda, invece, la musica leggera sono attivi alcuni gruppi tra cui il gruppo Kèi del furmai che propone canzoni pop-rock in dialetto soncinese. A Soncino è presente una delle migliori bande musicali italiane: La Banda Civica Musicale di Soncino, vincitrice di importanti premi internazionali come il "Concorso Internazionale per Bande" organizzato dal Comune di Valencia in Spagna. Dal 2001 ha cambiato denominazione in Orchestra di fiati città di Soncino, per poi tornare attualmente al nome originario.

Particolarmente attivi anche i diversi gruppi che si occupano di solidarietà. Oltre alle ormai consolidate Avis e Croce Verde sono presenti anche le seguenti associazioni: Scout Agesci, Gruppo F.Moreni, Caritas, Gruppo H – Quartiere Brolo, Argo, Acli, Centro Ricreativo Anziani, Protezione civile IL GRIFONE.

Il terremoto di Soncino avvenuto il 12 maggio 1802 con intensità pari a 8÷9 gradi della scala Mercalli.

Una prima scossa fu avvertita il giorno precedente, l’11 maggio verso le 18, con abbassamento del livello delle acque nei pozzi e presenza di odore di zolfo.

La scossa principale avvenne il giorno 12 verso le ore 9,30 e il suo epicentro dovrebbe essere posto nella media valle dell’Oglio nei dintorni della città di Soncino interessando una ventina di paesi.

A Orzinuovi si ebbero i danni maggiori con danni su 400 degli oltre 500 edifici del centro abitato. Si ebbero crolli nelle chiese di San Domenico, di San Francesco, nella Chiesa della Madonna, nell’Ospedale dei Poveri e nel convento di Santa Chiara.

A Soncino si rilevarono danni alla chiesa parrocchiale, alla chiesa di San Giacomo, alla chiesa di Santa Maria delle Grazie, con il crollo di un’arcata, alla chiesa di San Bernardo, cui danni ad una parte del campanile. A Soncino si ebbero anche 2 morti (oppure 2 feriti molto gravi). Baracche di legno improvvisate accolsero la popolazione che si dedicò a pratiche devozionali e penitenziali. Danni furono rilevati anche nella frazione di Gallignano e nel comune di Ticengo.

A Romanengo crollò la chiesa parrocchiale, tanto che venne ricostruita ex novo dopo pochi anni.

Si ebbero danni anche a Crema, con fenditure e crepe nella Cattedrale, nell’Arco del Torrazzo, nella chiesa di San Bernardino degli Osservanti; crolli al campanile del santuario di Santa Maria delle Grazie, le cappelle della basilica di Santa Maria della Croce furono scoperchiate.

Una fenditura si ebbe nel territorio di Credera Rubbiano con fuoriuscita di abbondate acqua.

La scossa fu avvertita distintamente anche a Lodi, Cremona e Brescia. Altre scosse si susseguirono fino al 24 giugno dello stesso anno.

L’economia locale è ancora molto legata all’agricoltura, il vasto territorio è in gran parte occupato da aziende agricole legate all’allevamento di bovini e suini. Soncino è il comune della provincia di Cremona con il maggior numero di allevamenti zootecnici. Per ciò che riguarda l’industria i settori più presenti sono quello cartario, siderurgico, laterizio. Esiste anche una zona industriale tra le statali per Cremona e Crema.

Un particolare prodotto dell'agricoltura locale è la cosiddetta "Radice di Soncino", una radice dal gusto amarognolo coltivata solo nella zona. Ad ottobre si tiene una sagra dedicata a tale prodotto.

Dalla stagione 2012/2013, Soncino ha una nuova squadra di calcio: la "San Paolo Soncino" (colori sociali bianco-rosso del gonfalone cittadino), nata dalla fusione tra la U.S.D. San Paolo Gallignanese e lo S.C. Soncino. La nuova società partecipa al campionato di seconda categoria. Sono attive le seguenti società sportive: San Paolo Soncino (calcio - seconda categoria)- Soncino Sporting Club (nuoto) – S.C. Imbalplast (ciclismo) – Gruppo Atletica Arvedi Soncino (atletica) – U.S. Acli Vassalli Karate Soncino (arti marziali) – Gruppo Alpinisti Anonimi (alpinismo) – Circolo Sportivo il Biliardo (biliardo) - Boneless Club (skate & bmx) - A.S.D Rainbow center (fitness e arti marziali) - Bronx Soncino (calcio - livello amatoriale).

Persone legate a Soncino:
Cabrino Fondulo, condottiero. Fu un abile militare che si fece valere nelle varie guerre tra le signorie del periodo. Ciò gli valse anche la nomina di Capitano delle milizia a Bologna e la cittadinanza di Firenze, nel 1420.
Beata Stefana Quinzani, fondatrice di un convento domenicano e grande esempio di santità, è salita all'onore degli altari con papa Benedetto XIV il 14 dicembre 1740.
Santa Paola Elisabetta Cerioli, fondatrice della Congregazione dei religiosi e delle religiose della Sacra Famiglia di Bergamo. È stata proclamata santa da Giovanni Paolo II il 16 maggio 2003.
Piero Manzoni, artista famoso per i suoi Acrhome e Merda d'artista; appartenente alla corrente dello Spazialismo insieme a Lucio Fontana.
Lisa Morpurgo (nata Dordoni), scrittrice e famosa esperta di astrologia.
Antonio Gussalli,(1806-1884), letterato.
A Soncino morì il celebre condottiero Ezzelino da Romano. La leggenda vuole che il suo corpo sia sepolto, assieme al suo tesoro, "all'ombra del campanile" della chiesa principale. Ancor oggi, settimanalmente, la campana della Pieve di Soncino batte un rintocco in ricordo della morte di Ezzelino.
Dal 1548 al 1550 fu priore del convento di San Giacomo di Soncino Michele Ghislieri, divenuto poi Papa Pio V e successivamente Santo. Famoso per la battaglia di Lepanto e per la sua attività di inquisitore.
Marianna de Leyva, meglio nota come la Monaca di Monza citata dal Manzoni ne "i Promessi Sposi", passò parte della sua infanzia a Soncino in quanto, rimasta orfana, venne affidata alla zia, sposata al Marchese Stampa. In particolare dimorò nella Rocca Sforzesca.
Altro particolare personaggio legato a Soncino attraverso la nobiltà locale è la Marchesa Luisa Casati, sposa del Marchese Camillo Casati Stampa di Soncino (Muggiò, 1877 - Roma, 1946). Fu un eccentrico personaggio di inizio Novecento che raccolse attorno a sé i maggiori artisti europei degli anni venti e trenta tra cui Gabriele D'Annunzio, Jean Cocteau, Filippo Tommaso Marinetti, Jack Kerouac, per i quali fu musa ispiratrice, mecenate e, spesso, amante.
Lara Consolandi, nuotatrice. Ha partecipato ai campionati mondiali ed europei di nuoto con buoni piazzamenti.
Eleonora Soldo, ciclista. Campionessa europea su pista e di altri titoli continentali.
Giovanni Zavaglio, calciatore. Ha giocato come attaccante negli anni sessanta con Atalanta, Catanzaro, Verona, Venezia e Cremonese. Militando nei campionati di serie A, B e C.
Renato Cappellini, calciatore. Ha giocato come attaccante con Inter, Roma, Fiorentina, Como, Genoa, Varese e Chiasso. Vincitore con l'Inter dello scudetto 1965/1966. Conta 2 presenze e un goal in Nazionale.
Mino Denti, ciclista. Vincitore del Tour de l'Avenir nel 1966. Ciclista di fama mondiale.
Sergio Borgo, calciatore. Ha giocato con Lazio e Pistoiese. Vincitore con la Lazio dello scudetto 1973/1974; è stato direttore generale del Novara fino al 2008.
Giacomo Losi, calciatore. Gioca dal 1954 al 1969 nella Roma come difensore. Soprannominato dai tifosi "Core de Roma", vince con la sua squadra la Coppa delle Fiere (oggi Coppa Uefa) nel 1961 e 2 Coppe Italia nel 1964 e 1969. Conta 11 presenze in nazionale. Oggi è allenatore della Nazionale Italiana Attori
Daria Albergoni. Nuotatrice e primatista italiana giovanile. Ha partecipato ai campionati europei nei 50 rana.






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