sabato 15 agosto 2015

COLOGNE

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Cologne è un comune  situato in Franciacorta, ai piedi del Monte Orfano.

Presenza idrograficamente importante nel territorio è la seriola "Fusia" e la sua diramazione chiamata "Mirandola", adibite entrambe a scopi irrigui, la prima taglia il comune da ovest a est e la seconda da nord verso sud.

L'abitato urbano si è nel tempo ampliato a macchia d'olio verso sud, ma rimane sostanzialmente composto dal nucleo storico centrale e da due frazioni, ad oggi maggiormente inglobate, denominate "Macina" e "Mirandola", oltre ad un discreto numero di cascine sparse dislocate sul territorio agricolo.

L'area occidentale, in leggero declivio come quella di Spina e Zocco d'Erbusco, attraversata da canali che si univano a fosse naturali di probabili palafitte, portò ad un notevole sviluppo dell'agricoltura, mentre la particolare posizione geografica favorì la creazione di una larga rete viaria. I primi insediamenti umani, detti poi colonie in periodo romano dai “coloni” che lavoravano la terra (di qui l'origine del nome, esteso successivamente a tutta la zona), si possono far risalire almeno al II secolo a.C. ed agli antichi Cenomani. In quell'epoca essi si stabilirono “saldamente” nella zona e sul monte Orfano in particolare, per sorvegliare la principale strada della Transpadania da una sua fortezza risalente agli Etruschi (VI sec. a.C.), che intrattennero rapporti commerciali con le popolazioni Celtiche (X-VI sec. a.C.). Oggi, quell'agglomerato di cascine rurali dalle origini che si perdono nel tempo, è divenuto un ridente centro di Franciacorta. Fino al 1945 si è presentato ancora ad economia prevalentemente agricola, alimentata dal lavoro di un cospicuo gruppo di famiglie di contadini intelligenti e operosi. Subito dopo la fine dell'ultimo conflitto mondiale, ha cominciato ad affermarsi una consistente attività artigianale e piccolo-industriale con conseguente richiamo dalla campagna di tanta parte della popolazione, che si inseriva nella vita del paese. A distanza di poco meno di un sessantennio, quella che si era manifestata come una timida inversione di tendenza ha nettamente cambiato il volto di Cologne. Si è avuta una proliferazione di officine meccaniche e di complessi produttivi e così l'economia del paese da agricola è divenuta prevalentemente industriale. Ora le attività produttive assorbono tutta la manodopera locale e la disoccupazione, piaga sociale di tanti paesi, esiste solo nel ricordo dei più anziani.
I Cenomani, ai quali si possono far risalire i primi insediamenti umani nella zona, guidati da Elitovio, giunsero in Italia per la via del Monginevro tra il VI ed il V secolo a.C., appena usciti dal periodo preistorico. Del gruppo celtico degli Aulerci, occuparono il territorio ma si mantennero lontani dagli altri popoli galli e assai più vicini agli abitanti della zona. Di costumi rozzi e semplici, si dedicarono all'agricoltura ed all'allevamento di bestiame. Vivevano in villaggi fortificati legati tra di loro da patti, con un capoluogo ove si riunivano in assemblea. La città di Brescia, che controllava il territorio fino al fiume Oglio, venne scelta come sede del loro nuovo dominio che si estendeva nell'ambito compreso all'incirca tra Bergamo e Trento, con in mezzo le province di Como, Cremona, Mantova, Verona e Vicenza. Ciò fa pensare che la città esistesse anche al tempo degli Etruschi. La loro espansione fu fermata definitivamente dai Veneti. Appresero l'uso delle armi, a coltivare i campi e a lavorare i metalli dagli Etruschi, che poi combatterono e sconfissero, costringendoli a ritirarsi sui monti della Rezia, così detti dal nome del loro capo, Reto. Riservarono un culto particolare al dio Bergimo (Berg=monte, altura). Dai Romani assimilarono il senso dell'ordine e la civiltà, e con essi tante volte si allearono: nel 225, perché in lotta continua con le tribù galliche dei Boi e degli Insubri (che occupavano la parte occidentale della Lombardia), mentre i Romani si organizzavano per la guerra gallica; -nel 218, quando con i Romani non seppero sostenere l'assalto degli elefanti di Annibale, alla Trebbia, e furono sconfitti. Ma, ancora sotto la paura di Annibale, da essi si staccarono nel 199 per assalire, con gli alleati Insubri e Boi, le colonie latine di Piacenza e di Cremona. La battaglia del Mincio, che li vide di nuovo alleati dei Romani, contro gli Insubri tornati nemici, segnò la fine dello stato cenomane (197). Console Cornelio Cetego (196)- che celebrò il trionfo sui Cenomani “senza però disarmarli e privarli della sovranità sulla provincia”- la Transpadania cominciava a latinizzarsi per effetto delle colonie latine, per l'infiltrazione dei nuclei Italici e per la costruzione della via Emilia, che favorì il diffondersi della civiltà romana. Nel 194 a.C. i Cenomani con un trattato di alleanza divennero Soci Federati di Roma ed ottennero la concessione del diritto latino (“Ius Latii”) per essersi mantenuti fedeli a Roma nella guerra sociale. E mentre l'intera Gallia cisalpina era sottoposta al regime di provincia – e quindi governata militarmente (82-42 a.C.) - i Bresciani e i Transpadani ricevettero la cittadinanza romana.
La presenza di Roma che si protrasse per circa sei secoli, lasciando tante testimonianze, valorizzò tutt'intorno l'attività agricola, favorita dalla centuriatio, suddivisione del territorio in piccoli appezzamenti agricoli con al centro la cascina, ove risiedevano i coloni addetti alla lavorazione dei campi. Ma ebbe anche l'effetto di rivitalizzare la funzione difensiva del Monte Orfano, posto in posizione strategica rispetto al sistema viario (strada consolare) che congiungeva l'oriente all'occidente. Una traccia delle fortificazioni che vi furono costruite resta ancora oggi nella base di una grossa torre romana, che alcuni ragazzi della scuola media statale “Arcangelo Mazzotti” di Cologne, nel 1974, riportarono alla luce sotto la guida di Don Gianni Donni, dopo di averla ripulita da rovi, erbacce e sterpaglie che la nascondevano agli occhi di tutti. Un'altra importante testimonianza è data dal ritrovamento, nell'area dell'ex Tecnogiocattoli, di una necropoli risalente all'epoca di Augusto, presso la quale sono stati rinvenuti in una tomba resti di ossa umane in perfetto stato di conservazione, ora in mostra in una teca collocata nella galleria del nuovo Palazzo Municipale. In S. Eusebio, la chiesetta del Cimitero, è stata rinvenuta e vi viene conservata un'ara, che attesta una prima presenza dei cristiani, ed un pluteo (VIII sec., longobardo), scoperti dallo storico Don Gianni Donni. Nell'area attorno al monte Orfano, sia pure ad oltre venti secoli di distanza, è possibile riconoscere le tracce della peculiare organizzazione agricola romana e di quella militare, amministrativa e civile. Infatti, oltre alla torre di avvistamento, prima ricordata, nell'area di S. Giacomo (convento dei Cappuccini) si trovano resti di un complesso militare (terrazzamenti, bastioni, muraglie, cisterne, ecc.), a guardia della sottostante pianura che si estende da Spina a Coccaglio, particolarmente adatta ad accampamenti militari di notevoli dimensioni, come lascia presumere la necropoli ivi scoperta. Il sistema viario che l'attraversava, (la rotabile pedemontana detta “via Gallica”: Aquileia-Verona-Brescia-Bergamo-Milano e la Brescia-Iseo), testimonia infine l'alto livello di organizzazione del territorio e delle strutture raggiunto, sia pure con una popolazione ancora a lingua gallica. Le orde barbariche invasero la zona frequentemente e più agevolmente, favorite anche da questa viabilità che rendeva facili i loro passaggi. Per sfuggire alle loro scorrerie, le popolazioni si ritiravano nelle fortificazioni del monte Orfano e tornavano ad occupare la pianura sottostante solo nello scampato pericolo. L'arrivo dei monaci benedettini portò a Cologne il Cristianesimo che si diffuse rapidamente, come è provato anche dalle diverse cappelle che furono costruite in tante contrade del contado. Pellegrini e viandanti vi si raccoglievano in preghiera, prima di affrontare una nuova tappa del loro viaggio da nord verso sud e da est verso ovest e viceversa, per chiedere protezione e difesa da ladri e malfattori.
Il Medioevo è documentato da tombe longobarde, dallo xenodochio di S.Giacomo sul monte Orfano e dallo stesso convento detto dei Cappuccini, per oltre due secoli centro di cultura, poi soppresso da Napoleone.nel 1805. I Longobardi, condotti dal re Alboino, occuparono il bresciano nel 569 e proseguirono verso Pavia, che successivamente divenne la capitale. Dominarono per poco più di due secoli (206 anni) e da essi prese nome la Lombardia. Non mancano testimonianze precise delle dispute e delle contese tra le potenti famiglie guelfe e ghibelline, che si dividevano la proprietà di terreni e di palazzi: i Martinengo, gli Avogadro, i Federici, i Confalonieri, gli Oldofredi, i Palazzi, i Lantieri di Paratico, i Soardi, ecc. fino ad arrivare, in tempi un pò diversi e più recenti, alla famiglia Gnecchi. La caduta del Sacro Romano Impero conseguente alla morte di Carlo Magno, il quale aveva sconfitto i Longobardi, portò secoli di miseria e di lotte con la discesa dell'imperatore di Germania Arnolfo. Si dovette attendere l'XI secolo per un'effettiva ripresa economica.
Dopo l'anno mille l'attività agricola ebbe un grande sviluppo, che diede origine al feudalesimo e ai grandi feudi delle note famiglie bresciane già citate e portò come conseguenza un miglioramento delle condizioni economiche, politiche e sociali. In proposito, una realizzazione importante che cambiò la vita dei colognesi, fu la costruzione, intorno alla prima metà del XIV sec. (1347), della roggia Fusia ad opera degli Oldofredi. L'acqua favorì lo sviluppo dell'agricoltura, fornì energia ai mulini e costituì un'ottima via di comunicazione per il trasporto di prodotti e merci, promuovendo lo sviluppo economico, politico e sociale dell'intera zona che aveva al proprio centro il Monte Orfano. Parecchie lotte, comunque, caratterizzarono quasi tutto il XV secolo.

Nei secoli successivi Cologne seguirà sempre le sorti di Brescia, con la dominazione veneta (1400), l'invasione francese (inizio 1500), la crisi e le carestie del 1600, la venuta di Napoleone e quella degli Austriaci, e quindi il corso degli eventi storici d'Italia.
Attualmente il paese ha raggiunto un notevole sviluppo industriale, che ha cambiato in meglio le condizioni di vita dei suoi abitanti, pur senza completamente rinunziare alla sua originaria economia agricola. Ciò grazie alla sua posizione strategica lungo l'asse Brescia-Bergamo-Milano, alla presenza nel suo territorio di infrastrutture di servizi che facilitano il lavoro degli operai, al suo inserimento nel triangolo industriale Chiari, Cologne,Palazzolo S/O.

Il centro storico è posto ai piedi del Monte Orfano e costituisce l’area centrale dell’abitato di Cologne. È costruito attorno al sistema di piazza Garibaldi, delle chiese – Parrocchiale SS. Gervasio e Protasio, del Crocifisso e di S. Lorenzo – poste a nord e del Palazzo Martinelli (ora Palazzo Municipale) a sud, anche se la parte più antica era più spostata tra il Castello e via della Chiesa. L’attuale centralità è connessa alla vicenda della ricostruzione, agli inizi dell’ottocento, della chiesa parrocchiale, con la facciata orientata verso sud-ovest, ai cui piedi venne realizzata la Piazza. In seguito dedicata a Garibaldi, la piazza, pressoché in asse con la chiesa, ha una forma rettangolare allungata, interamente di nuovo impianto, ricavata prevalentemente su un’area non edificata e mediante la parziale demolizione, in lato est, di fabbricati e manufatti preesistenti. La forma del centro storico, in corrispondenza della fascia pedecollinare, è più allungata verso est, per comprendere la villa Gnecchi con il relativo parco e i tessuti storici che fiancheggiano via Cominotti, via Facchetti e via Cadamocco. Particolare importanza riveste il rapporto che si è mantenuto tra il centro storico e l’ambiente naturale del Monte Orfano, che si trovano a diretto contatto fra loro per un buon tratto della perimetrazione in lato nord-est. La contiguità del parco della villa Gnecchi, consente di estendere il polmone verde del monte fino all’interno del centro abitato. Il centro storico ha una struttura più compatta nella parte settentrionale, in corrispondenza della fascia pedecollinare, mentre gli isolati a sud dell’asse di via Marconi, via Vittorio Emanuele, tendono, nella parte più meridionale, a una crescente perdita di chiarezza nel disegno dell’impianto urbanistico, originata probabilmente da una diversa struttura fondiaria, più legata alla dimensione agraria della pianura, e dovuta anche a una presenza di edilizia contemporanea diffusa e di edilizia “fuori scala”, che contraddistingue le attrezzature della Casa di riposo e dell’Oratorio, dotate di ampi spazi aperti, nonché il recente complesso residenziale, realizzato in sostituzione degli edifici produttivi dismessi della “Sebino”. Anche a ovest del Centro storico si nota una perdita di riconoscibilità dei margini dovuta all’intervento di sostituzione edilizia degli edifici produttivi della “Streparava”, cui va riconosciuto il tentativo di introdurre nella ricostruzione un nuovo carattere urbano, attraverso la formazione di piazze e porticati, ma la dimensione “fuori scala” e l’articolazione del complesso edilizio, l’arretramento dei fabbricati dal filo strada, la caratterizzazione degli edifici con numerosi elementi avulsi dal contesto, contribuiscono alla percezione dell’inserimento di corpi estranei, che tendono più a un’omologazione con i caratteri dell’espansione contemporanea, piuttosto che a una forte integrazione con quelli degli edifici, degli spazi scoperti connessi e degli spazi pubblici di antica formazione. Le strade si snodano secondo una maglia non regolare grosso modo ortogonale, con orientamento nord-est sud-ovest che segue l’andamento delle pendenze naturali delle pendici del monte. La tipologia più ricorrente è quella della casa a corte. Molti edifici fiancheggiano il lato sud dei due principali assi storici, di via della Chiesa e di via Marconi – Vittorio Emanuele, secondo il principio insediativo dell’”accostata storica” che ha originato, a tratti, significative cortine edilizie, in qualche caso con caratteristiche omogenee, che meritano di essere tutelate e riqualificate. Gli edifici, anche di categorie tipologiche diverse, sono disposti a diretto contatto tra loro, con impianto tradizionale, con fronte nord a filo strada e affaccio a sud sulla relativa corte. Tale principio insediativo è presente anche lungo il tratto sud di via Tese e lungo una traversa di via Cadamocco, che presentano lo stesso andamento dei precedenti.


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