mercoledì 19 agosto 2015

OSPITALETTO



Ospitaletto è un comune della provincia di Brescia.
Sorto come Hospitium tra il VII e l’VIII secolo, luogo in grado di offrire ospitalità a viandanti e viaggiatori che ha dato origine al nome stesso del Comune, dalla metà dell'Ottocento ha subito una pesante trasformazione da borgo agricolo a centro primariamente basato sull'industria metalmeccanica, sull'artigianato e i servizi.

Il territorio di Ospitaletto è complessivamente omogeneo: esso è interamente pianeggiante  e l'unico corso d'acqua che scorre nel paese è la "Seriola di Chiari", canale un tempo utilizzato per l'irrigazione dei campi.

Secondo quanto riportato da Mazza (1986), l'attuale centro di Ospitaletto è sorto verso il XIV-XV secolo prevalendo sul precedente nucleo di Lovernato, attualmente (2012) grosso cascinale nella campagna a meridione dell'abitato principale.

Le prime attestazioni di Lovernato risalgono all'807, quando viene citato in un documento un signore longobardo, Dragone di Rodermundo, abitante in Vico Luernaco. In un altro documento, conservato nel Codice diplomatico Sant'Ambrosiano e risalente ai primi anni del IX secolo, è citato un Rodolfo di Biosmondo de vico Luberniaco fine bresciana.

Il Guerrini ipotizza che presso Lovernato sorgesse una stazione di cambio sulla consolare Brescia - Bergamo, la quale sarebbe ricordata nell'Itinerario burdigalense come mutatio tetellus, non lontano da Brixia.

Di epoca romana nel territorio di Ospitaletto sono state trovate numerose epigrafi, resti murari, monete del III-IV secolo e tombe di tipo alla cappuccina. Una lapide conservata al Museo della città a Brescia, ricorda il legato di un certo Lucio Vezzo Orsiniano al Collegio dei Seviri per celebrare gli annui parentali in memoria di Clodia Elia Cirilla, sua moglie. Alla Baitella fu ritrovata una lapide che ricorda il seviro Picazio Trofino, mentre in un muro della parte sinistra del presbiterio della chiesa di Lovernato è conservata un'epigrafe di un voto fatto da Tarquinio Alipio nelle mani di Publio.

La prima attestazione dell'Hospitale S. Jacobi, dedicato a Giacomo di Compostela, protettore dei viandanti, risale all'843, quando il vescovo di Brescia Ramperto ne affidò la giurisdizione al monastero di san Faustino. Nel documento è definito hospitale ducis e hospitale denni, facendo intuire che in epoca longobarda era stato soggetto al Duca di Brescia.

Il paese viene menzionato come Comune per la prima volta nel 1369, a causa di una disputa tributaria con il Comune di Passirano. In quel periodo faceva parte dei territori viscontei ed era governato dal Sindaco Giovanni da Offlaga.

Altri riferimenti si hanno quando il comune viene citato nell'Estimo Visconteo del 1385 come Hospedaleto e appartenente alla quadra di Rovato. Secondo quanto riportato da Mazza (1986), il Guerrini afferma che il prevalere di Ospitaletto su Lovernato fu il frutto di repentini avvenimenti, tuttavia Mazza confuta tale tesi riportando varie testimonianze che rivelano il persistere di una comunità a Lovernato con proprie istituzioni almeno fino al XVII secolo.

Nel corso del XV secolo passò, come tutto il territorio bresciano, alla Repubblica di Venezia che inserì il comune all'interno della quadra di Travagliato. Giovanni Da Lezze nel suo Catastico Bresciano (1610) oltre ad elencare il numero di abitanti e di case e a dare un giudizio qualitativo sulle terre, avverte che metà dei proprietari terrieri risiedeva a Brescia, mentre l'altra metà abitava in paese.

Nel 1630, il paese fu colpito dalla peste, giunta da Palazzolo e che sterminò buona parte della popolazione, passando così dai 1500 abitanti riportati nel 1610 ai 1058 residenti del 1658.

Nel 1687, la comunità chiese al Doge il permesso di costruire una nuova chiesa parrocchiale, che fu completata nel 1720.

Con l'occupazione napoleonica del territorio bresciano (1796), la successiva istituzione dell'effimera Repubblica bresciana (marzo 1797) e il suo incorporamento all'interno del Dipartimento del Mella della Cisalpina (novembre 1797) il comune di Ospitaletto fu inserito nel cantone di Garza occidentale. Nel maggio 1798, fu poi inserito nel Distretto di Garza occidentale. Dopo la riforma amministrativa della seconda repubblica Cisalpina (maggio 1801) fu assegnato invece al Distretto I di Brescia e in tale veste si mantenne con il passaggio alla napoleonica Repubblica Italiana.

Con l'avvento del Regno d'Italia, vi fu una nuova riforma amministrativa: il comune fu definito di terza classe e fu inserito all'interno del cantone II di Brescia appartenente al Distretto I, avente medesimo capoluogo, sempre del Dipartimento del Mella.

Nel 1810 ottenne il territorio dei soppressi comuni di Paderno e Castegnato, ricevendo inoltre la contrada di Borbone, appartenuta in precedenza a Rodengo.

Dopo il Congresso di Vienna (1815), il comune di Ospitaletto perdette le acquisizioni territoriali napoleoniche e fu assegnato, come tutto il territorio bresciano, al Regno Lombardo-Veneto retto dagli Asburgo. Fu capoluogo del Distretto II della provincia di Brescia, disponendo quindi di un ufficio postale.

Nel 1854 fu raggiunto dalla ferrovia Coccaglio – Verona, la stazione di Ospitaletto-Travagliato fu aperta tuttavia tre anni dopo.

A seguito degli eventi della seconda guerra d'indipendenza italiana (1859), il comune entrò a far parte della nuova provincia di Brescia del Regno di Sardegna, che nel 1861 divenne Regno d'Italia. Con il Decreto Rattazzi divenne capoluogo del Mandamento VI appartenente al Circondario I di Brescia, mentre l'amministrazione fu affidata ad un sindaco, coadiuvato da una giunta e dai consiglieri.

Nei decenni successivi all'Unità, il paese divenne centro produttore di seta con l'apertura delle filanda Serlini che a cavallo dei secoli XIX e XX occupò fino a 1200 persone. Nel 1885, l'energia elettrica fu impiegata per la prima volta in provincia di Brescia dal calzificio Corrado Forster e C..

Nel 1923 fu soppresso il Mandamento, mentre nel 1926 l'amministrazione fu affidata ad un Podestà. Durante la seconda guerra mondiale furono attive in paese le Brigate Fiamme Verdi. Nel 1946, l'amministrazione fu riconsegnata ad un sindaco, ad una giunta e ad un consiglio eletti dai cittadini.

La chiesa della Natività della Beata Vergine Maria di Lovernato è una chiesa campestre. Era stata costruita al di fuori della cinta cittadina, appunto a Lovernato, che da secoli è frazione di Ospitaletto, sebbene nei primi periodi di sviluppo di questa zona fosse in realtà il borgo principale. La chiesa, di origine quattrocentesca, è a navata unica, due grandi archi che la suddividono in tre campate, ed è dotata di un’abside di forma quadrata. Vi si accede attraverso un grande portale di marmo che porta scolpito lo stemma del Comune. Questo, insieme alla scritta “Comunis Hospitaleti”, fa pensare che la chiesa fosse di proprietà municipale. Le travi della copertura sono a vista e nella parte sinistra del presbiterio si trova murata una lapide romana molto consumata. Le sue condizioni fanno pensare che un tempo doveva essere stata utilizzata come coperchio di una sepoltura a terra. L’elemento di principale interesse della chiesa è costituito dal doppio registro di affreschi che, sebbene siano stati realizzati cinque secoli fa, sono stati scoperti solo negli anni Quaranta del Novecento. Affreschi che sono dedicati alla Madonna, ai Santi Antonio Abate, Erasmo, Firmo, Genesio, Rocco e Sebastiano, e al Beato Simonino da Trento. I dipinti sono di autori anonimi e sono datati 1479 e 1535. La varietà e la qualità delle pitture fanno di questa chiesa un esempio di grande importanza nel panorama artistico rinascimentale lombardo. In occasione di un recente restauro conservativo è stato edito il volume a cura di Paola Castellini “Santa Maria di Lovernato. Architettura e affreschi di una chiesa bresciana del Quattrocento” .

La Chiesa di SAn Giovanni apostolo è stata consacrata nel 1720, di schema tardo cinquecentesco: vano unico con volta a botte che sovrasta navata e presbiterio.
All'interno della parrocchia sono poi custodite numerose tele di notevole pregio attribuite agli artisti Antonio Paglia e Andrea Celesti.
Di Antonio Giardino è invece la grande tela della Resurrezione di Cristo in cui si trova incastonata una Pietà del Romanino.
Domenico Ghidoni 1857-1920 uno dei personaggi di Ospitaletto degni di nota, l'artista realizzo diverse opere per la Chiesa Parrochiale di S. Giacomo Maggiore in Ospitaletto, per il Duomo di Milano,di Montichiari,e diverse sculture realizzate per il cimitero Valentiniano di Brescia e per il Cimitero Monumentale di Milano.
In particolare le opere che meritano maggiore attenzione sono:"Gli Emigranti" del 1890 e "Le nostre schiave" del 1894. Numerose sono le opere realizzate succesivamente sempre caratterizzate da originalita' e realismo. Mori nel 1920 e sepolto nel cimitero di Ospitaletto.

Della chiesa di San Rocco poco si sà se non che è stata edificata nel 1700.
Questa chiesa, assieme a quelle dedicata a Santa Maria di Lovernato rappresentò in passato una delle due fazioni in cui il comune di Ospitaletto era suddiviso e che faceva comunque capo alla parrocchia dello stesso Ospitaletto.

I primi centri industriali sorsero ad Ospitaletto a partire dalla seconda metà dell'Ottocento: erano per lo più legati alla produzione della seta e alla lavorazione delle fibre tessili. Diverse filande e calzifici sorsero nel paese offrendo anche un certo benessere, date le paghe mediamente più alte rispetto a quelle delle aziende concorrenti della provincia.
Degna di menzione è la Filanda Serlini, che al tempo impegnava circa 1200 operai, considerando i diversi stabilimenti.

Nei primi anni anni settanta del XX secolo vennero edificati gli stabilimenti siderurgici che oggi operano sul territorio, si ricordano in particolare le aziende Stefana S.p.A., Ferrosider S.p.A. e ASO Siderurgica, impegnate nella produzione di acciai e semilavorati.

Ospitaletto è anche sede di Sabaf S.p.A., azienda di rilevanza internazionale specializzata nella produzione di componenti per il settore degli apparecchi per la cottura a gas e quotata presso la Borsa valori di Milano (Borsa Italiana: SAB).

Altra realtà industriale da annoverare nel panorama ospitalettese è la Gnutti Transfer S.p.A. (fondata nel 1955 come Officine di Ospitaletto Gnutti) che opera con successo nel settore delle macchine transfer pluriutensile.



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