Compreso nel Parco nazionale dello Stelvio, il Cevedale è la terza vetta più alta del massiccio, dopo l'Ortles e il Gran Zebrù. La montagna si colloca al confine tra due regioni: la Lombardia e il Trentino-Alto Adige. La sommità della montagna è costituita dalla cima principale e da due anticime, poste a nord-est rispetto ad essa e collegate da una cresta affilata. La cima più alta è collocata esattamente sul confine tra le province di Sondrio e Trento: è il punto più alto del Trentino.
L'anticima meridionale ("Cima Cevedale", oppure "Cevedale II", oppure Südliche Zufallspitze in tedesco) è alta 3.769 m e segna il punto in cui si incontrano le province di Sondrio, Trento e Bolzano. Poco più bassa è l'anticima settentrionale (Nördliche Zufallspitze in tedesco), quotata 3.757 m.
Il Cevedale costituisce un nodo orografico importante, in quanto è il punto di convergenza delle dorsali montuose che dividono la Val de la Mare (ramo laterale dell'alta Val di Peio), la Val Cedec (tributaria della Valfurva), l'alta val Martello.
Geologicamente, questa parte del massiccio dell'Ortles-Cevedale fa parte delle cosiddette falde austroalpine, che caratterizzano gran parte dell'edificio alpino a nord della Linea Insubrica. Si tratta di rocce antichissime, che hanno subito grandi sollecitazioni e trasformazioni nel corso dell'orogenesi alpina. Hanno principalmente struttura scistosa e sono facilmente attaccabili dall'erosione, e ciò spiega la morfologia dolce e poco impervia del rilievo. Come per la maggior parte delle vette che si elevano al di sopra della dorsale principale del massiccio, la varietà di roccia più diffusa sono filladi quarzifere.
La salita normale dal versante trentino inizia da "Malga Mare" in Val di Peio, a quota 2.029. Il facile sentiero, passando per il rifugio Larcher porta al Passo della Forcola a quota 3.032 m. Da qui la via di salita procede lungo la facile cresta rocciosa con qualche tratto di neve fino a raggiungere la cima minore del Cevedale a quota 3.757 m (Zufallspitze) sormontata da una croce. Un attraversamento del ghiacciaio, con qualche breve tratto aereo, conduce alla cima principale a quota 3.769 m. Il tempo di salita è di circa 5 ore.
La storia alpinistica indica la prima salita alla cima minore del Cevedale il 13 agosto 1864, da parte di E. Mojsisowicz e S.Janiger dal versante nord, partendo dal "Passo del Cevedale". La salita alla cima principale porta la data del 7 settembre 1865 da parte di J. Payer, J. Pinggerra e J. Reinstadler.
La scalata del Cevedale è facile da tutti i versanti in quanto la montagna presenta pendii di modesta pendenza che richiedono allenamento fisico ed esperienza di ghiacciaio. I più gettonati sono:
Via normale: è l'itinerario più seguito che percorre il ghiacciaio dal rifugio Casati senza difficoltà di rilievo e pendii di modesta inclinazione, ritenuta F+.
cresta nord: è il crinale delle due cime del Cevedale percorso integralmente da Oskar Schuster con Johann Reinstadler e Franz Zischig nel 1889, PD+.
Parete sud-ovest: è l'unica parete del Monte Cevedale salita da Aldo Bonacossa e Carlo Prochownick nel 1914 lungo un canale nevoso di modesta pendenza. È isolata e faticosa e raramente percorsa, AD.
Traversata delle 13 Cime: è uno degli itinerari in cresta più lunghi e spettacolari delle Alpi, compiuto nel 1891 da T. Christommannos, A. von Krafft e R. H. Schmitt. Parte dal Pizzo Tresero ed attraversa tutte le cime del Ghiacciaio dei Forni per una lunghezza complessiva di 17 km e difficoltà complessiva AD.
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