La Val di Livigno, interamente compresa nel comune di Livigno, è la più grande valle dell'Alta Valtellina, ed è attraversata dall'Aqua Granda che, in Italia, forma il lago di Livigno e, entrato in Svizzera, attraversa la val dal Spöl e si getta nell'Eno. La val di Livigno con Livigno (1.816 m) raggiunge il comune più abitato oltre i 1.500 m di quota in Italia e con la frazione di Trepalle (2.069 m) raggiunge la frazione abitata stabilmente più alta d'Europa. Questa valle non appartiene alla Regione fisica italiana essendo tributaria del grande bacino idrografico del Danubio.
La val di Livigno tramite la Forcola di Livigno (2.315 m) è collegata a Poschiavo e a Sankt Moritz, mentre tramite il Passo del Foscagno (2.291 m) è collegato a Tirano e quindi a Sondrio, Sankt Moritz e Edolo e tramite il Tunnel Munt la Schera appena dopo il lago di Livigno ma già in Svizzera è collegata alla val Monastero e quindi all'Alto Adige e a Zernez quindi all'Engadina.
Già parte della Contea di Bormio, entrò a far parte poi del Ducato di Milano e nel 1512 fu occupata dai Grigioni e quindi alla Svizzera. Nel 1797 venne staccata da Napoleone Bonaparte insieme alla Valtellina dai Grigioni e entrò a far parte della Repubblica Italiana e poi del Regno d'Italia. Col Congresso di Vienna entrò a far parte dell'Impero d'Austria sotto il regno del Lombardo Veneto, nel 1859 entrò a far parte dell'Italia unita e dal 1943 al 1945 entrò a far parte della Repubblica Sociale Italiana di cui seguì le sorti.
Il territorio di Livigno è nettamente diviso in due settori strutturali da una faglia, la Linea dello Zebrù, che attraversa la valle all’altezza del ponte delle Capre per poi dirigersi verso il passo di Cassana a Est ed il monte Crapene a ovest. A nord di questa linea affiorano le Dolomiti dell’Engadina costituite da rocce sedimentarie stratificate in grande prevalenza calcareo – dolomitiche.
Esistono in questa zona, ad esempio in val Federia e in val Alpisella, alcune interessanti località fossilifere, che hanno fornito tra l’altro ammoniti e belemniti molto ben conservate. A sud affiorano rocce scistoso cristalline friabili molto più antiche, rappresentate soprattutto dalle Filladi di Bormio.
Prima che la strada scendendo dal Passo d’Eira, si addentri nel bosco di pino cembro e larice (bosco di Santa Maria) sotto la cima del Mottolino (2317m), la valle di Livigno si presenta in tutte le sue originali caratteristiche. La strada che scende dal Foscagno incontra, prima di giungere sul fondovalle, le case di Livigno che si trovano sulle pendici del monte Sponda (2578 m.) all’uscita del bosco. Qui si stacca dalla statale sulla sinistra una strada che corre a congiungersi, al di là dello Spöl, alla strada per la Forcola tra la contrada di San Rocco e quella di Florino.
Glicerio Longa, originario di Livigno, osservava nel primo novecento come le forme aspre si questo paesaggio sembrino precludere a un luogo “… dove le nude rocce, gli scoscendimenti e i ghiacciai si disputino il dominio di una deserta regione. Tale aspettazione acuisce infinitamente la sorpresa e la meraviglia di vedere dalla sommità d’Eira… il placido Spöl, l’acuqa granda, che scorre giù in fondo all’ampia vallata … e si delineano, lungo la strada e il limite dei boschi che fanno il alto corona, le case per lo più nereggianti di vecchi legnami …”. Ora, in effetti, agli occhi del visitatore che raggiunge il valico, si presenta uno spettacolo che, se è molto diverso nei particolari della struttura insediativa, è invece intatto nei caratteri complessivi che soni il pregio dell’ambiente naturale e umano della valle di Livigno.
La valle, cui il paesaggio dei ghiacciai quaternari ha impresso la tipica forma ad U, ha un orientamento sud – nord. Il versante sul quale si snoda la strada e che è in parte boscoso, è delimitato dai monti delle Mine (2883 mt), della Neve (2785 m.), Sponda (2578 m.) e dal Mottolino (2317 m.) che da sud giungono al Passo d’Eira; oltre questo passo vi è il monte Crapene (2429 m). Sulla sinistra il monte Campaccio (3007 m), il Pizzo Cantone (2904 m.) e la vetta Blesaccia (2796m) separano la valle di Livigno da quella di Federia.
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