Novate Mezzola è un comune della provincia di Sondrio.
Nell'alto medioevo fu soggetta fin dall'epoca longobarda ai monaci della potente abbazia di San Colombano di Bobbio, che vi fondò il monastero di San Colombano nella frazione di Campo.
Il museo dello scalpellino è stato istituito per rievocare una parte molto importante della storia di Novate Mezzola, dove, per circa due secoli, l´attività principale della popolazione fu quella del "picapréda". Intere generazioni di Novatesi hanno estratto e lavorato il Sanfedelino, così chiamato perché la prima cava fu aperta, nell´ultimo ventennio del Settecento, quasi a ridosso del tempietto eretto nel X secolo sul luogo nel quale erano stati rinvenuti i resti del martire Fedele, vittima nel 298 della persecuzione di Massimiano. Il granito Sanfedelino era principalmente destinato alla pavimentazione stradale delle città; troviamo infatti vie e piazze lastricate con questo granito grigio a Milano, Como, Pavia e Bologna (fu calcolato che nel quinquennio precedente il primo conflitto mondiale oltre 82 mila tonnellate di granito lavorato fu spedito dalla stazione ferroviaria di Novate Mezzola in direzione del capoluogo lombardo, Piacenza, Modena, Reggio Emilia e, soprattutto, Bologna). Quando nelle grandi città, a causa dell'intensificarsi del traffico per la comparsa dei tram e delle prime automobili, ci si trovò davanti alla necessità di rivedere i sistemi di pavimentazione (che presentavano marciapiedi rasoterra e trottatoie) per proteggere i pedoni, ecco che il granito Sanfedelino fu utilizzato per erigere i corduli dei nuovi marciapiedi rialzati. Nel Novecento, dagli anni Venti alla seconda metà degli anni Trenta, la produzione del granito Sanfedelino visse il suo momento più fortunato; un numero elevatissimo di operai, attratti da un´eccezionale offerta di lavoro e distribuiti su una ventina di cantieri, erano occupati nelle cave di Novate. Ne seguì una lenta e inesorabile crisi che raggiunse l'apice alla fine degli anni Sessanta. Oggi è solo una la cava in funzione. Il museo occupa gli spazi del ex "dopolavoro degli scalpellini", edificio di ritrovo e svago realizzato col solo contributo finanziario dei soci nel 1933, e ristrutturato dall'Amministrazione Comunale. Oggi è un'interessante esposizione di pannelli illustrativi dell'attività dello scalpellino, completati da oggetti e attrezzi di lavoro.
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