Il quartiere Ghisolfa è situato nella zona nord-ovest della città di Milano, appartenente alla zona 8. L'area non è ben definita, ma con questo nome si indica solitamente la zona adiacente al cavalcavia Bacula, più noto ai milanesi come Ponte della Ghisolfa, che inizia dall'imbocco di viale Luigi Bodio e piazzale Lugano. Una parte del quartiere è nota anche come zona Mac Mahon: essa comprende sia la zona immediatamente prima del ponte in direzione del centro cittadino, sia quella verso sud, che confina a ovest con la vecchia zona di Villapizzone e la sua stazione, e a nord ovest, separata dalla ferrovia, con il quartiere della Bovisa.
La Ghisolfa è un piccolo quartiere a prevalenza di edifici popolari, per larga parte successivamente integrati con case moderne della piccola e media borghesia. Il quartiere si sviluppò nei due dopoguerra lungo la massicciata ferroviaria delle Ferrovie dello Stato e delle Ferrovie Nord, derivando il suo nome dal preesistente toponimo longobardo Ghisulf, che dava il nome alle Cascine Ghisolfa e Ghisolfetta collocate in prossimità del terrapieno della ferrovia. Il Ponte della Ghisolfa fu terminato nel 1941 (ed allargato negli anni novanta), e all'inizio degli anni sessanta venne idealmente prolungato lungo viale Monteceneri con la costruzione di una strada sopraelevata a quattro corsie che arriva fino a piazzale Stuparich.
La zona circostante piazza Prealpi, con i suoi palazzi Aler, è un emblema della Milano popolare, tristemente famosa per le vicende criminali che ne hanno caratterizzato la storia negli anni novanta, con l'egemonia della cosca 'ndranghetista dei Di Giovine.
La zona è oggi caratterizzata da un'accentuata multietnicità. In anni recenti il quartiere è stato citato a causa dell'accampamento di clandestini situato sotto il Ponte tra i binari delle Ferrovie Nord, nei pressi del CAM di via Pecetta, portando a una situazione di disagio, sia per i clandestini costretti a vivere in condizioni disumane, sia per i residenti.
Nel 1911 venne costruita, a lato del ponte, la scuola elementare "Rinnovata", a cura di Giuseppina Pizzigoni: si trattava di una scuola sperimentale, ancor oggi esistente, con piscina e fattoria. Costituì uno di quegli esperimenti che animarono la ricerca didattica nell'area milanese nei primi decenni del secolo XX.
Il quartiere ha fornito l'ambientazione per molti racconti scritti da Giovanni Testori, tra cui "La Gilda del Mac Mahon" e "Il Ponte della Ghisolfa", quest'ultimo è una famosa raccolta di racconti brevi.
Il film "Rocco e i suoi fratelli" (Luchino Visconti, 1960), tratto da "Il Ponte della Ghisolfa" di Testori.
Il quartiere è conosciuto anche fuori Milano per l'omonimo circolo anarchico a cui appartenevano anche Giuseppe Pinelli e Pietro Valpreda.
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