La considerazione sociale del comportamento bisessuale nel corso della storia e presso le varie civiltà è stata molto varia. Relativamente alla cultura occidentale si è andati dall'apprezzamento del mondo greco, quando esercitato secondo precisi canoni, alla assoluta condanna della tradizione giudaico cristiana, che riteneva comunque inaccettabile l'attività sessuale fra individui dello stesso sesso.
Queste relazioni erano generalmente strutturate in base a classi di età (come nella pratica della pederastia nel bacino mediterraneo dell'antichità classica o la pratica dello "Shudo" nel Giappone premoderno), o strutturato in base al genere (come nella tradizione dei "Due Spiriti" proveniente dai nativi americani, o nelle pratiche dette "Bacha Bazi" dell'Asia centrale).
Molto più recentemente, nel quadro della laicizzazione o secolarizzazione del mondo occidentale, ha cominciato a svilupparsi un consistente movimento di opinione che considera la condotta bisessuale accettabile e naturale quanto la condotta eterosessuale o omosessuale.
All'opposizione verso la bisessualità delle morali tradizionali si è aggiunta, almeno in alcuni casi, una forte opposizione di molti gruppi omosessuali, che vedono tale pratica come sinonimo di promiscuità, oppure come contraddizione alla teoria della natura innata degli orientamenti sessuali, e perciò negano il concetto stesso. Ciò ha portato alcuni sostenitori del movimento bisessuale a parlare di bifobia, intesa come avversione alla bisessualità, come equivalente, specialmente in determinati settori gay, dell'omofobia.
La bisessualità è oggi molto lontana dal ricoprire l'importanza sociale che ha avuto nel mondo antico.
Si definisce bisessualità l’orientamento sessuale di una persona che trae piacere nell’avere rapporti sessuali e/o affettivi con persone sia dello stesso che dell’altro sesso, persone per le quali prova anche attrazione fisica. Si deve fare attenzione a non confondere la bisessualità con l’ermafroditismo, una condizione per la quale, nello stesso individuo, si ha la contemporanea presenza delle caratteristiche anatomiche sessuali sia dell’uomo che della donna.
La bisessualità è nota fin dai tempi più antichi e, storicamente, la valutazione della società nei riguardi di questo fenomeno ha attraversato fasi alterne: apprezzata presso la civiltà greca (che non accettava però di buon grado i soli rapporti omosessuali), tollerata (a seconda del contesto) dalla civiltà romana, ma condannata a livello assoluto dalla tradizione giudaico-cristiana.
Non è facile quantificare l’ampiezza del fenomeno della bisessualità; secondo alcune indagini, la percentuale di persone bisessuali oscilla tra il 2 e il 6% della popolazione globale, ma sussistono dei dubbi relativi all’ampiezza e all’attendibilità dei campioni presi in esame. Si è iniziato a studiare scientificamente la bisessualità verso la prima metà del 1900. La prima inchiesta statistica su larga scala relativa ai comportamenti sessuali dell’uomo si deve ad Alfred Charles Kinsey (1894-1956), un sessuologo statunitense che usò i dati raccolti per la stesura delle sue due opere più note (Sexual Behaviour in the Human Male (Il comportamento sessuale dell’uomo; 1948) e Sexual Behaviour in the Human Female (Il comportamento sessuale della donna; 1953), scritte in collaborazione con Wardell Pomeroy e altri. Kinsey, sulla base dei risultati ottenuti, arrivò a ipotizzare che la maggioranza delle persone avesse una certa componente bisessuale. In un passo della sua opera Kinsey afferma:
Il mondo non è diviso in pecore e capre. Non tutte le cose sono bianche o nere. È alla base della tassonomia che la natura raramente ha a che fare con categorie discrete. Soltanto la mente umana inventa categorie e cerca di forzare i fatti in gabbie distinte. Il mondo vivente è un continuum in ogni suo aspetto. Prima apprenderemo questo a proposito del comportamento sessuale umano, prima arriveremo a una profonda comprensione delle realtà del sesso.
Le idee sulle cause della bisessualità non sembrano chiarissime dal momento che le opinioni che circondano l’argomento sono le più variegate: alcuni ritengono la bisessualità un fenomeno normale, altri una deviazione, altri ancora sostengono addirittura che la bisessualità in realtà non esista e che non sia altro che un’omosessualità mascherata. Per esempio non si può negare (e lo affermano anche alcune organizzazioni bisex) che la bisessualità possa essere un periodo di transizione legato a periodi particolari della vita (adolescenza, detenzione ecc.).
Le associazioni di psicologi sono molto divise sull’argomento. L’APA (American Psychological Association) ha espresso giudizi che per molti bisessuali sono offensivi; per esempio il concetto che il vero bisessuale è di natura poligamico perché di fatto è incapace di relazioni di tipo monogamico. Altre fonti vedono il fenomeno come una naturale evoluzione dell’umanità (Simonelli: “una maggiore libertà, dagli stereotipi e dai pregiudizi. Il fenomeno è appena agli inizi: perché prenda consistenza dovremo aspettare almeno due o tre generazioni”) fino ad arrivare alla dichiarazione dell’oncologo Umberto Veronesi secondo il quale “in futuro l’umanità sarà bisessuale”. Fra l’altro, la tesi di Veronesi si basa sul fatto che gli organi preposti alla procreazione si atrofizzeranno e minore sarà la produzione di estrogeni, legando di fatto la bisessualità alla discutibile ipotesi di una scarsa carica sessuale.
In realtà sembra che ognuno dia del fenomeno l’interpretazione che più gli piace senza avere particolari prove a sostegno.
La classificazione di Kinsey, la spaziatura categoriale può essere meglio gestita giudicando solo adulti con una sessualità permanente e valutandoli in base ai soli rapporti.
L’attrazione fisica di un monosessuale deriva dalla caratteristiche anatomiche del sesso target (sesso che è uguale al proprio per l’omosessuale ed è opposto per l’eterosessuale). Nel caso dei bisessuali il sesso passa in secondo piano e le caratteristiche anatomiche (non solo gli organi genitali) non sono alla base della scelta della persona con cui avere una relazione; secondo Veronesi, il sesso resterà come gesto d’affetto. In sostanza, la negazione del meccanismo di attrazione-repulsione è la causa della vera bisessualità.
Il Well-being non dà nessuna valutazione morale al fenomeno, ma lo ritiene una condizione esistenzialmente penalizzante; di fatto la negazione del meccanismo di attrazione-repulsione mette il bisessuale un po’ al di fuori del mondo che, in gran parte, accetta questo meccanismo, meccanismo sul quale la maggioranza della popolazione fonda parte della propria personalità.
La qualità della vita è penalizzata perché il bisessuale vive con più difficoltà i rapporti di amicizia. Non a caso, i bisessuali si ritengono discriminati sia dagli omosessuali sia dagli eterosessuali. Lasciando perdere discriminazioni sul piano morale che si devono fermamente condannare, sul piano esistenziale la negazione del meccanismo di attrazione-repulsione, che è alla base della sessualità dei monosessuali, rende complicata l’amicizia totale con un monosessuale (che potenzialmente potrebbe diventare oggetto d’innamoramento del bisessuale); per capirci, un uomo eterosessuale difficilmente diventerà amico totale di un uomo bisessuale perché di fatto quest’ultimo potrebbe “innamorarsi” e voler passare dall’amicizia a una relazione. In sostanza il confine fra amicizia e relazione non è mai ben definito a priori (cioè prima che il rapporto diventi più stretto).
Ovviamente non è ancora equilibrato il “bisessuale transitorio” che vive nella confusione di non avere ancora deciso. Il fatto di non aver ancora trovato il modo ottimale di gestire il proprio corpo evidenzia il disequilibrio.
Non è equilibrato il bisessuale della classe 1, eterosessuale che determinate circostanze (come la detenzione) portano alla omosessualità per soddisfare un bisogno fisico.
Non è nemmeno equilibrato il bisessuale appartenente alla classe 2 che per mancanza di forza e di coraggio non esplicita la sua condizione di omosessuale. Non a caso molti ritengono che la classe più numerosa (fra 1-2-3) sia proprio la 2 e che molti bisessuali siano omosessuali nascosti (a sé stessi o a gli altri).
Il vero bisessuale può essere una persona equilibrata, ma spesso non arriva all’equilibrio perché vive la sua condizione in modo non totalmente sereno, non riuscendo ad accettare che chi ha intorno ragioni in modo non conforme al suo.
In molti ambienti bisessuali si pensa che la bisessualità sia fortemente discriminata. A mio avviso ciò non accade per motivi ideologici: chi discrimina i bisessuali in genere lo fa anche con gli omosessuali. Fortunatamente questa discriminazione sta contraendosi e interessa le zone più retrograde della società.
La bisessualità subisce probabilmente una forte discriminazione pratica che non è che l’esercizio del monosessuale di scegliere liberamente i propri contatti e le proprie relazioni. Se per una donna è molto facile avere un amico maschio gay (o viceversa), nell’ottica di ridurre al minimo i problemi nella vita (che è uno degli obiettivi del Well-being, ma è anche una scelta di puro buon senso) che senso ha che un uomo (donna) scelga una donna (uomo) bisex? A parità di altre condizioni, l’unico risultato che ottiene è di avere il doppio dei problemi, statisticamente di avere una relazione meno stabile e di essere impotente nel capire e nel gestire certe situazioni: che fare se entro in competizione con una donna (uomo)? Stesso discorso con l’amicizia totale: un uomo etero (donna) cosa si può aspettare da un uomo (donna) bisex? Sesso oppure no? Nessuno può negare che la confusione possa penalizzare la qualità della vita.
Nonostante vi siano molte manifestazioni contemporanee di bisessualità, questa continua a rimanere uno dei grandi tabù moderni. Ciò è in parte dovuto al fatto che molte persone, pur essendo in realtà bisessuali, tengono occultato il fatto e non lo esprimono, impedendo così l'emergere di una vera visibilità della bisessualità. Esistono anche alcuni termini alternativi per descrivere le varie forme di bisessualità, ma molti di essi sono considerati neologismi non universalmente accettati.
La Bi-curiosità è un aggettivo che si applica a qualcuno che, pur definendosi eterosessuale o omosessuale, mostra più o meno occasionalmente un certo interesse o fantastica d'aver relazioni con una persona del sesso da cui solitamente non viene attratto, pur continuando a non assumere o rifiutando l'etichetta di bisex. Secondo un recente studio statunitense la "Bi-curiosità" è una tendenza molto comune tra le donne che si considerano eterosessuali: il 60% di loro ha sperimentato una sorta di eccitazione sessuale verso un'altra donna, mentre al 45% è capitato di baciarsi con una donna. L'accademica britannica Yvonne Jewkes afferma che, a causa dei molti tabù ancora esistenti su ogni tipo di relazione sentimentale al di fuori di quella etero, molte persone bi-curiose utilizzano Internet come modo per socializzare affettivamente con persone dello stesso sesso, mentre pubblicamente continuano a mantenere una facciata di perfetta eterosessualità. Si osserva inoltre che il concetto di bi-curiosità, anche se l'interesse che suscita nei media dato il suo apparente aumento non influisce sulla egemonia etero, consente ad alcune donne di sperimentare in modo alternativo la propria sessualità. Spesse volte questo interesse e curiosità può essere importante anche per gli uomini, essi però non paiono impegnarsi con la stessa facilità delle donne in un comportamento o stile di vita bisex in quanto la reazione sociale nei loro confronti è meno favorevole. La sessuologa clinica Nathalie Mayor constata che internet ha cambiato radicalmente la situazione preesistente, si parla molto più spesso di prima di sesso a tre ad esempio, o di scambismo. Le donne hanno sempre più voglia di provare, la curiosità è di molto accresciuta; per gli uomini invece è ancora un argomento difficile da affrontare, pur essendo ben presente (almeno tanto quanto vi è nelle donne) il desiderio di provare. Alcuni soggetti sono spesso ritenuti omosessuali oppure bisessuali (anche se in modo non appropriato), che però non accettano la loro omosessualità (in questo caso si parla di omosessualità latente). La parola bi-curioso può inoltre essere usata per classificare chi è "Bi-passivo", "Bi-permissivo" oppure aperto a rapporti bisessuali. "Bi-passivo" descrive una persona eterosessuale o "bi-curiosa" che è "aperta" a contatti sia "casuali" che intenzionali, contatti che spesso si realizzano durante il sesso di gruppo con persone dello stesso sesso, solitamente in modo passivo, ovvero dal lato che riceve la stimolazione (o la penetrazione) da parte del soggetto attivo. "Bi-attivo" descrive una persona "bi-curiosa" o bisessuale che inizia a stabilire un contatto diretto con persone dello stesso sesso, e svolge un ruolo attivo nel rapporto, praticando la stimolazione o la penetrazione del partner.
"Bisessuale-chic": questo termine descrive persone che s'impegnano in rapporti di seduzione nei confronti sia di uomini e donne con l'intento di far parlare di sé in una prospettiva glamour. Un esempio è la cantante statunitense Madonna (cantante) la quale ha inventato lei per prima il concetto, con il videoclip della sua canzone del 1990 Justify My Love in cui la si vede baciare alternativamente un uomo e una donna. Ella ha poi anche fortemente sorpreso il pubblico nel 2003 baciando apertamente sulla bocca Britney Spears durante un concerto. Da allora in poi con sempre maggior frequenza lo stesso termine ha cominciato ad esser applicato a molte altre donne famose.
La bisessualità-chic al maschile è invece attualmente più rara, anche se in gran parte presente già negli anni '80 riferita ad artisti del calibro di David Bowie, Mick Jagger, Marlon Brando e Lou Reed. Più in generale sembra che proprio il vedere due belle donne che si baciano tra loro sia una delle maggiori fantasie moderne maschili.
"Bi-permissivo" (in inglese Bi-permissive) indica qualcuno che non cerca attivamente relazioni sessuali con persone di un sesso specifico, ma che è "aperto", ossia disponibile a fare nuove esperienze. In questa categoria può essere fatta rientrare l'omosessualità (o se è per questo eterosessualità) cosiddetta opportunistica, che descrive l'eccezionale disponibilità a rapporti omosessuali (o eterosessuali) legata alla mancanza contingente di partner disponibili del sesso preferito - il caso più classico restando quello degli ambienti sessualmente segregati. Le persone che rispondono a questa descrizione potrebbero identificarsi come eterosessuali o omosessuali, e potrebbero essere incluse nella Scala Kinsey ai posti 1 o 5, pur avendo normalmente rapporti sessuali con persone di sesso opposto.
"Ambisessuale" indica un'indiscriminata attrazione che si rivolge verso persone di ambo i sessi. Chi si identifica come ambisessuale può provare attrazione verso qualcuno da un punto di vista fisico, emotivo, intellettuale o spirituale, a prescindere dal sesso o dal genere, mentre conferma i suoi criteri selettivi in altri ambiti. D'altra parte, alcuni potrebbero sperimentare nei confronti di un soggetto, un'intensa attrazione forse causata da particolari qualità riguardanti proprio il sesso o il genere. Una persona con questo orientamento può essere inclusa nel settore 3 della scala Kinsey, anche se alcuni potrebbero identificarsi a pieno titolo nei posti 2 o 4 (nonostante alcuni possano pensare di essere, invece, "bi-permissivi").
"Tri-sessuale" è sia una variante di "bisessuale" che un gioco di parole sempre collegato alla parola "bisessuale". Comunque, nel suo significato più tecnico, indica persone attratte da uomini, donne e transgender (cioè transessuali o crossdresser). In termini più generici, può indicare persone interessate a "tutte" le possibili e variegate esperienze sessuali.
"Down low": all'inizio del XX secolo con tale termine s'intendeva lo stile di vita proprio di certi afroamericani che intessevano rapporti omosessuali di nascosto, pur continuando a mantenere una vita pubblica di relazione con le rispettive mogli o fidanzate.
Fluidità sessuale: i termini fluidità sessuale o sessualità fluida si riferiscono a cambiamenti di comportamento sessuale nel corso del tempo, da eterosessuale a omosessuale e viceversa. Nell'inglese americano questa parola viene a volte utilizzata per sostituire "bisessuale". La natura fluida della sessualità può anche significare che l'orientamento sessuale non è esclusivo o monolitico, ma può muoversi in alternanza o passare da una monosessualità all'altra. Il termine è spesso associato con la vita emotiva delle donne, che appaiono all'interno delle società moderne come maggiormente in grado rispetto agli uomini di riconoscere per sé l'attrazione o il desiderio di relazioni omosessuali.
Gay for pay-gay a pagamento: il termine viene applicato a persone che si definiscono eterosessuali, ma che s'impegnano in rapporti sessuali con persone dello stesso sesso in cambio di denaro[. È cosa questa alquanto comune all'interno del settore della pornografia o della prostituzione e fra i gigolò; alcuni esempi sono i porno-attori Jeff Stryker, Ryan Idol e Ken Ryker.
Eteroflessibilità: questo termine di origine statunitense, spesso usato in tono derisorio o per negare la propria bisessualità, si riferisce a un individuo prevalentemente etero, ma che si può impegnare in un rapporto omosessuale occasionalmente perché si trova temporaneamente in un contesto favorevole ad esso.
Lesbiche fino alla laurea: questo termine descrive giovani donne anglofone le quali durante gli anni di studio all'università s'impegnano in relazioni con altre donne, per adottare poi, una volta laureate un atteggiamento rigorosamente eterosessuale e finendo con lo sposarsi con un uomo.
Uno studio del 2011 affermò che la bisessualità nell'uomo esiste, avendo così confutato la tesi di una ricerca del 2005..
A partire da Freud,col suo lavoro sulla psicologia della sessualità umana, la questione se la bisessualità sia la tendenza generale dell'uomo si ritrova sia nella cultura popolare che nella ricerca accademica.
Secondo il Journal of the American Medical Association «Gli esseri umani sono per natura psicologicamente bisessuali, vale a dire che hanno la capacità di amar persone di entrambi i sessi»
Una delle difficoltà nel quantificare con precisione l'entità della bisessualità all'interno della popolazione è che molti bisessuali, per vari motivi, si autodefiniscono o come eterosessuali o come omosessuali; infatti, quando viene chiesto direttamente tramite indagini statistiche, sono pochissime le persone che si considerano e si presentano come bisessuali; se invece vogliamo sapere chi ha provato un'attrazione romantico-sessuale o si è impegnato in relazioni con persone di entrambi i sessi, ecco che si viene ad ottenere una minoranza significativa (dal 43% al 46% degli intervistati, studi Hite e Kinsey) con certi casi in cui si raggiunge la maggioranza. Vi sono pertanto molte più persone che provano attrazione per entrambi i sessi rispetto a chi si identifica come bisessuale.
Il tema della bisessualità è un argomento di difficile trattazione per diversi motivi: esistono degli stereotipi, come nel caso dell'omosessualità, dettati da condizionamenti culturali oppositivi, che potremmo definire in termini di "bifobia", in analogia con il termine "omofobia". Per inciso, la fobia è una "paura razionalmente non motivata".
La bisessualità, rispetto all'omosessualità, è un concetto meno presente nell'opinione comune, poiché solitamente il bisessuale non viene identificato (nella realtà o solo nello stereotipo del senso comune) con i comportamenti considerati tipici o cliché omosessuali, come l'effeminatezza nei maschi. Di conseguenza la persona bisessuale non è percepita come soggetto che si discosti significativamente dallo stereotipo maschile o femminile corrente, cosa che ovviamente potrebbe risultare completamente difforme alla prova dei fatti. In altre parole, per il senso comune, il bisessuale semplicemente "non esiste" o non appare. Ciò ha avuto come effetto, sul piano sociale, che solo negli ultimi decenni, in particolare negli Stati Uniti, la bisessualità sia risultata visibile a livello pubblico. Anche come conseguenza di tale scarsa visibilità a livello di opinione pubblica, il comportamento bisessuale tende, presso alcuni, a essere assimilato con la tendenza eterosessuale tout court, l'uomo che ha rapporti sessuali come partner attivo, con uomini e con donne, rientra comunque nella categoria del "maschio". Presso altri è viceversa considerata una finzione, un camuffamento adottato per sfuggire alla disapprovazione sociale che in vasti strati dell'opinione pubblica circonda l'omosessualità. Un detto della cultura gay recita: Bi now, gay later (Bisessuale oggi, gay domani).
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