Torrazza Coste è un comune della provincia di Pavia.
Il profilo collinare di Torrazza offre immagini di spontanea e rigogliosa vegetazione, di caratteristici nuclei abitativi e di ordinate esposizioni al sole di pregiati vigneti, nel carattere consono a tutto l'Oltrepò Pavese. L'economia locale è prevalentemente vitivinicola, ma oggi vi si aggiungono anche le attività di nuovi imprenditori artigiani, commercianti ed industriali. Inoltre, sono emergenti nuove risorse in campo agro-turistico ed eno-gastronomico, attività per le quali il territorio e la locale cultura rurale sono particolarmente vocati.
Il vasto territorio comunale comprende: Barisonzo, Buffalora, Cadelazzi, Casa Nuova, Castellaro, Colombara, Mogliazza, Nebbiolo, Pragate, Sant'Antonino, Trebbio.
9 località: Cadé, Casa Tuono, Casarone, Cascina Costa, Giarelli, Mancapane, Maresco, Molino, Riccagioia.
Dopo la distruzione dell'antico villaggio romano di Dianium (V° secolo d.C.), situato sull'altipiano di Maresco, degli abitanti superstiti che trovarono rifugio sulle alture circostanti, non si ebbero più notizie.
Una torre con fortizio eretta in località Torrazza di Fondo o Torrazza Vecchia, e precisamente presso l'attuale villa Racagni,costruita attorno all'XI secolo da un feudatario del luogo o forse dai signori di Nebbiolo quale vedetta avanzata dei castelli di Nebbiolo e S.Antonino, diede infatti nome e vita al capoluogo attuale.
A ridosso del fortizio,si stabilirono infatti i primi abitanti della sorgente Torrazza che costruirono le loro casupole.
Solo verso il XII secolo in un diploma imperiale di Federico I, si comincia a parlare di Torrazza Coste come località abitata, con il nome di Turris vetustae Turratiae appellate Costarum, (Torre antica di Torrazza Coste), o semplicemente Turris centum Costarum (Torre delle cento costi). Con questo primo documento storico ,che menziona il paese, l'imperatore Federico I tolse al vescovo di Tortona il feudo di Torrazza per annetterlo insieme ad altri luogi al principato di Pavia. Verso la fine di quel secolo il signore del luogo era Tedisio Cristiani.
All'inizio del XIV secolo, mentre si estende nell'Oltrepo Pavese il dominio dei Visconti per opera di Matteo Visconti (1295-1328), il nostro feudo passò alla potente famiglia dei Beccaria.
Nel 1362, essendo i Visconti in guerra con il marchese di Monferrato, parte dell'Oltrepo con la ghibellina Voghera, si ribellò al dominio dei Visconti per darsi al marchese di Monferrato, alleato di Papa Innocenzo VI, nel contesto delle lotte tra la Chiesa ed i Visconti che avevano usurpato i territori pontifici.
Questi assoldò una delle tante compagnie di ventura formata da mercenari inglesi al comando del capitanoAlberto Sterz, e la inviò nel vogherese. Galeazzo Visconti, informato dell'avvicinarsi del nemico, ordinò a Guidone Gaitano condottiero delle sue milizie in Voghera, di munire e fortificare i castelli e le torri del vogherese rimastegli fedeli come: Casteggio, Casei, Torrazza Coste ecc.
Il capitano Sterz con la sua Compagnia Bianca (uomini armati di lunghe alabarde) e composta da un migliaio di uomini, mise a ferro e fuoco il territorio vogherese, inveendo maggiormente contro i luoghi rimasti fedeli ai Visconti.
Così mentre i luoghi maggiormente fortificati resistettero al marchese di Monferrato, il fortizio di Torrazza meno munito anche per la sua naturale posizione, fu espugnato e distrutto.
Alla fine del XIV secolo, il feudo di Torrazza passò sia pure per breve tempo ai Cristiani che riedificarono la torre, unitamente alle fortificazioni esterne.
Successivamente il nostro feudo passò nuovamente ai Beccaria che con alterne vicende lo terranno fino agli inizi del XVII secolo.
Verso la fine di quel secolo o all'inizio del secolo successivo, la torre venne mozzata, coperta dal tetto e adibita ad uso abitazione dalla famiglia Racagni divenuta signora del luogo, che eresse più tardi l'attuale villa inglobando nella costruzione l'antica torre e le vestigia di edifici preeistenti.
Dal 1973 il complesso è di proprietà del prof. Giovanni di Vito che lo restaurò unitamente alla vecchia torre.
Le prime località note del comune di Torrazza Coste sono state quelle sui colli che dominano l'attuale capoluogo. Nebbiolo è citato fin dal 1164, quando entrò a far parte del territorio pavese. Successivamente prevalse Sant'Antonino, che fu il nome con cui fu noto il comune fino all'inizio del XIX secolo, benché già da tempo il capoluogo fosse divenuto Torrazza Coste. Nell'ambito del dominio pavese, vi ebbe signoria la famiglia Cristiani; il territorio era incluso nella podesteria o squadra di Mondondone (oggi fraz. di Codevilla), che nel XV secolo fu infeudata ai Beccaria del ramo di Pieve del Cairo. Dopo la loro estinzione nel 1591, fu infeudata ai conti Rovida di Pavia, cui restò fino alla fine del feudalesimo (le notizie che si trovano nella storia locale su una successiva infeudazione di Torrazza Coste ai Paleari sono inesatte, derivando dalla confusione con l'attuale Torrazzetta di Borgo Priolo, allora detta anch'essa Torrazza). Nel 1800 il comune di Sant'Antonino comincia a essere chiamato Torrazza Coste. Nel 1818 viene aggregato a Torrazza Coste il piccolo comune di Barisonzo, che in passato aveva fatto parte del marchesato di Montebello.
Terra di religiosità silenziosa, intensamente vissuta, come dimostrano le chiese di San Carlo Borromeo (patrono del paese) e di San Rocco, e le cui vicende (al di là della storia ufficiale) vanno lette negli usi e costumi del posto. Costumi che trovano la migliore espressione nei momenti di aggregazione sociale, appuntamenti ricercati nel calendario dell’attività vitivinicola (quale la Vendemmia), nelle tradizionali feste locali e nelle molto sentite ricorrenze pubbliche e religiose.
Torrazza Coste fa parte dell'Associazione Nazionale Città del Vino, insieme ad altri 37 comuni lombardi. L'Associazione opera per la promozione e la valorizzazione delle risorse ambientali, paesaggistiche, artistiche, storiche e turistiche dei territori del vino compresi nei Comuni che aderiscono, coadiuvandoli nel favorire il loro sviluppo economico e sociale.
Nel settore della viticoltura il ruolo della ricerca è diventato centrale. Il modello è quello del polo di Riccagioia a Torrazza Coste. Si tratta di un centro di sperimentazione e selezione clonale, che presto diverrà il fiore all’occhiello del governo regionale, un importante strumento operativo per sostenere le aziende vitivinicole lombarde, capace di servizi d’assistenza tecnica e formazione professionale.
Una sinergia fra mondo produttivo e ricerca che ha convinto la Direzione Agricoltura della Regione Lombardia a puntare sul potenziamento delle attività esistenti con una previsione di investimenti nei prossimi anni pari a circa 9 milioni di euro. L’Ersaf, Ente regionale per i servizi all’Agricoltura e Foreste si prenderà cura infatti della trasformazione e della riqualificazione di Riccagioia, che disporrà, a lavori ultimati, anche di un vero “campus” universitario.
L’Università degli Studi di Milano ha già fatto sapere di voler trasferire, nell’Oltrepò pavese, l’intero corso di laurea in Vitivinicoltura ed Enologia. Una nuova cantina sperimentale, laboratori attrezzati e la possibilità di effettuare “prove sul campo” saranno la miglior garanzia per la qualità di formazione dei futuri tecnici enologi. Oltre alle attività didattiche e sperimentali, continuerà, con più mezzi a disposizione, il lavoro di catalogazione e studio del patrimonio genetico della vite.
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