La villa Ottolini-Tosi è la più grandiosa delle ville di Busto Arsizio ed era di proprietà di Ernesto Ottolini, uno dei tre figli di Carlo Ottolini, il padrone del cotonificio omonimo. La villa costituisce un vero e proprio monumento al potere economico della borghesia industriale della città di Busto Arsizio.
La villa sorge al limite nord del vecchio borgo, nelle vicinanze della chiesa di San Michele. È collocata a poca distanza dalle altre due residenze che ospitavano la famiglia di Ernesto ed Antonio Ottolini. Il progetto della villa fu redatto da Camillo Crespi Balbi, l'architetto di fiducia degli Ottolini. L'edificio fu costruito nel 1902 ed acquisito dal comune di Busto Arsizio nel 1969 dall'allora proprietario Dott. Gino Tosi . Oggi è sede di uffici pubblici del Parco Alto Milanese e della scuola di musica Gioacchino Rossini.
Villa Ottolini Tosi è ritenuto uno dei maggiori siti architettonici della città di Busto Arsizio. Costruita dall’architetto di formazione boitiana Camillo Crespi Balbi (1860-1932) nel 1902 su commissione dell’imprenditore bustese Ernesto Ottolini, vanta un assetto costruttivo ispirato alla tipologia del castello medievale e decorazioni eclettiche fuse con elementi prettamente liberty, tra cui gli straordinari ferri battuti di Alessandro Mazzucotelli (1865-1938), vere opere d’arte che impreziosiscono l’edificio al suo esterno e interno. Villa Ottolini si classifica come tipica abitazione di tipo borghese, costruita, per volere sello stesso committente, in stretta prossimità dello stabilimento produttivo tessile di sua proprietà – il Cotonificio Carlo Ottolini poi Bustese – appena fuori dal limite del vecchio borgo. L’edificio, immerso in un ampio parco oggi ridotto rispetto al passato, si presenta come una somma di volumi “innestati l’un nell’altro lungo una spina rettilinea”: la facciata sud si apre su un’ampia scalinata che raccorda il viale d’accesso con il corpo centrale di due piani, leggermente arretrato, scanditi da una loggia a colonnine binate; in alto a destra si legge la firma dell’architetto Balbi. Sul lato corto del volume di sinistra un sottopasso carrozzabile è coperto da un terrazzo porticato, mentre nella parte centrale del corpo in aggetto di destra sporge il balcone a loggia con quattro esili colonne che reggono un tetto ricco di decorazioni architettoniche e pittoriche. La facciata posteriore (nord) è invece caratterizzata dall’alta torre che svetta di alcuni metri rispetto all’altezza dell’intera costruzione; il suo significato autocelebrativo è da interpretarsi come retaggio della tradizione medievale, sottolineato, inoltre, da un ricco apparato architettonico-decorativo. Anche su questo fronte è presente una scalinata che conduce al portone d’ingresso caratterizzato da un massiccio architrave poggiante su due colonne. Sempre sulla sinistra, fra la torre e il corpo centrale, trova posto un ampio rosone in pietra bianca con disegno a fiore che contrasta con il rosso del laterizio. Proprio l’uso dei materiali – il tipico mattone rosso a vista di tradizione lombarda e la pietra chiara – dona unità e organicità all’intero edificio, creando inoltre passaggi cromatici di un certo effetto.
Veri capolavori di artigianato artistico sono però i ferri battuti del Mazzucotelli che trasformano alcuni elementi strutturali della villa in eleganti e originali decorazioni. Le forme a cui si ispira l’artista-artigiano sono quelle del nuovo stile “floreale”, pertanto i ferri raffigurano motivi fito e zoomorfi come le corde arrotolate che diventano pannocchie o i fiori di cardo (simbolo di lunga vita) sui parapetti delle terrazze, il grande girasole dell’angolo nord-est, le cadenti fucsie che pendono dai lampioni, l’elegante pensilina sul lato orientale o i fiori delle grate delle tre porte d’ingresso. Tra i ferri compaiono anche originali creature fantastiche di ispirazione medievale come i grifoni scheletrici reggi bocce e le teste di levriero che fungono da supporto ai lampioni per illuminare le terrazze; curiosi anche i porta-anelli ad altezza uomo sempre con teste canine presenti sui muri esterni dell’edificio. Il monumentale cancello sull’attuale via Volta, ideato dal Mazzucotelli come vero e proprio “status symbol”, è ciò che rimane di una più articolata recinzione presentata all’Esposizione delle Arti Decorative di Torino nel 1902. Sull’impianto statico e simmetrico si innestano stelle alpine, i già citati fiori di cardo e girali realizzati con i motivi a nastro “spiegazzato” o terminante a “colpo di frusta”. Tutte queste decorazioni in ferro battuto si replicano anche all’interno della villa, integrandosi con le ricche decorazioni pittoriche di gusto liberty presenti nei vari ambienti – si ricorda Notte e Amore di Mario Chiodo Grandi sul soffitto della camera da letto (1903) – con i sontuosi arredi e con le stupende vetrate e marmi policromi che ricoprono diverse superfici.
Nel parco rimangono grandi sculture bronzee di Ernesto Bazzaro (1859-1937) e Achille Alberti (1860-1943), opere monumentali facenti parte di un gruppo originario di sette ed eseguite da più autori che vennero collocate nel giardino per volere dello steso Ernesto Ottolini nei primi anni del XX secolo.
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