sabato 2 maggio 2015

LA CASA DEL SENATUR

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Umberto Bossi (Cassano Magnago, 19 settembre 1941) è un politico italiano, già senatore della Repubblica ed europarlamentare, ora deputato della Repubblica, fondatore del movimento politico Lega Nord per l'indipendenza della Padania (di cui è stato segretario federale fino al 5 aprile 2012), è stato Ministro delle Riforme per il Federalismo.

È stato eletto per la prima volta al Senato nel 1987 (X legislatura), fatto per il quale ancora oggi è soprannominato, in lombardo, il Senatùr. Dal 1992 ha ricoperto per sette volte la carica di deputato (XI, XII, XIII, XIV e XVI e XVII). Per quattro volte ha ricoperto la carica di parlamentare europeo.

È entrato nel governo per la prima volta nel 2001, quando fu nominato Ministro per le Riforme Istituzionali e la Devoluzione nel Governo Berlusconi II.

Il 5 aprile del 2012, a seguito dello scandalo della distrazione di fondi del partito a favore della sua famiglia, ha rassegnato le dimissioni da segretario della Lega Nord, carica che aveva assunto nel 1989. Dopo questi fatti ha ricoperto un ruolo più marginale all'interno del partito, del quale è comunque Presidente.

La ristrutturazione c'è stata. E completa di tutto il villino che ospita casa Bossi. Ma risale al 1990. I lavori «incriminati», invece, sono stati effettuati nel 2007, e consistevano in un ampliamento della casa di Gemonio, relativamente al piano seminterrato. Finalmente arriva un po' di luce sulla vicenda della ristrutturazione all'abitazione della famiglia Bossi, nel paesino di Gemonio.
L'unica ristrutturazione completa dell'edificio risale ad oltre vent'anni fa datata 1990. Umberto Bossi e Manuela Marrone avevano da poco acquistato l'edificio, costruito verso la fine degli anni Trenta, dove servivano diversi lavori di manutenzione.


Da allora, per quasi due decenni, non figura nessun atto e nessuna richiesta. Fino al 2007, quando la famiglia ha avviato la procedura amministrativa per ampliare il piano seminterrato, ricavando un nuovo locale di 41 metri quadri. La villetta sorge lungo una discesa: il piano che è seminterrato dal lato alto, si apre in una sorta di terrazza sul davanti. Dopo la malattia, Umberto Bossi non poteva più essere costretto a dover salire le scale, quindi aveva bisogno di locali abitabili ai piani inferiori. Il villino si sviluppa su tre piani, con una scala centrale, e le camere sono ai piani superiori.  Scendendo lungo la via che porta dalla casa del Senatùr alla strada provinciale, si trovano edifici più moderni.


La villa che sarebbe stata ristrutturata con i fondi della Lega Nord. Il giorno dopo l’indagine che ha portato alle dimissioni del tesoriere del Carroccio Belsito, nessuno ha voglia di parlare. In paese però c’è anche chi dice: «Pensavate che Bossi fosse diverso?», mentre si accende lo scontro fra cerchio magico e chi è vicino a Bobo Maroni.

La villa dove vive il capo della Lega, citata come destinazione di fondi del partito all’interno del provvedimento della magistratura, è stata ristrutturata a partire dal 2004. In paese c’è chi mormora che la ditta che ha effettuato i lavori sia intestata a Giuseppe Leoni, architetto e già senatore del movimento padano. Un dettaglio che, se fosse vero, sarebbe di non poco conto perché Leoni è il fondatore – insieme a Bossi, sua moglie Manuela Marrone e Roberto Maroni – della Lega Lombarda.

I suoi ritratti a olio  tappezzano le pareti della casa di Gemonio,  crociato con l’armatura; Braveheart con lo spadone. Poi l’orologio con lui in camicia verde assieme a Gipo Farassino, la statua lignea a figura intera, piatti di ceramica, targhe di ogni misura, la foto con papa Woytjla, il Duomo di Milano con la bandiera della Lega… perfino la porta che dà sul tinello foderato di verde reca inciso sul vetro un Sole delle Alpi.

La villa liberty di Gemonio fu un affare non certo nato sotto una buona stella: la segnalò a Bossi il fidato Giuseppe Leoni. L’ immobile proveniva da un fallimento davanti al tribunale di Roma, ma sorsero presto controversie sul prezzo da pagare, circa 400 milioni di lire dell’ epoca. Le vere grane vennero dopo, come ricorda l' ex sindaco di Gemonio: «Segnalai per due volte Bossi alla magistratura perché aveva fatto lavori senza chiedere la licenza. In entrambi i casi intervenne il prefetto di Varese dicendo che le opere servivano a tutelare la sicurezza dell’ illustre personaggio».
E' stato acquistato un terreno adiacente ed è stato realizzato un piccolo parcheggio, poi risulta sia stato costruito un ascensore interno.  La villa di Gemonio, nel periodo della malattia del Senatur divenne una sorta di sede istituzionale decentrata .



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