Tra il Lago Maggiore e il Lago di Varese si trova un altro piccolo lago di origine glaciale: il Lago di Comabbio.
Il lago di Comabbio si trova in una conca naturale delimitata a Ovest dal massiccio del Monte Pelada e Monte Calvo, a est dal Monte San Giacomo e a nord-est da un leggero falsopiano, intervallato da piccole e basse colline, che collega la sponda ternatese alla sponda biandronnese che si affaccia sul Lago di Varese. Dal punto di vista floristico è un’oasi naturalistica ricca di piante rare, soprattutto galleggianti. È alimentato da alcune sorgenti e da piccoli torrenti, quindi non risultano immissari ed emissari di particolar rilievo. Un tempo, il lago era collegato al lago di Varese con il quale formava un unico grande bacino; ora i due laghi sono collegati attraverso la palude Brabbia. Attualmente il lago è considerato, soprattutto per motivi naturali e a causa della sua bassa profondità, eutrofo. Rappresenta, infatti, in modo evidente, quel processo evolutivo irreversibile che porterà i laghi prealpini ad un grado di trofia e di interramento sempre maggiori. Dal punto di vista naturalistico offre una ricca varietà di specie faunistiche e floreali, grazie anche al divieto di utilizzare barche a motore. Una caratteristica di questo lago è sempre stata la sua pescosità (luccio, lucioperca, pesce sole, scardola, carpa, tinca e anguilla) mentre la sponda meridionale, meglio nota come baia di Corgeno, è anche zona di rifugio e nidificazione di molte specie di uccelli acquatici e di anatre. A causa delle sue ridotte dimensioni, d’inverno ghiaccia molto facilmente trasformandosi in una grande pista di pattinaggio. Si dice che molto tempo fa, circa nel 2000 a.C., il lago di Comabbio e il Lago di Monate fossero uniti. Ciò potrebbe essere la risposta alle numerose falde acquifere sotterranee che si trovano tutt'oggi ad alimentare principalmente il Lago di Monate.
Sulla sponda orientale in località Corgeno, nell'area naturale del Parco del Ticino, si trova buona parte di quell’area del lago che viene chiamata la palude di Mercallo; si tratta di una zona in cui è documentata la presenza di antiche popolazioni chiamate Corogennates, vocabolo di derivazione celtica. Nello spazio d’acqua molto paludoso di fronte a Corgeno furono rinvenuti gli unici insediamenti palafitticoli di tutto il lago risalenti all'età del bronzo. Il Lago di Comabbio, come gli altri laghi varesini, venne acquistato dal vescovo Biglia nel 1652, venduto poi nel 1779 ai Litta Visconti di Arese e infine ai Borghi, industriali tessili varesini che nel 1819 impiantarono una grande tessitura a Varano. Da diversi anni è vietata la navigazione a motore sul lago, il quale da un paio di anni ospita i Campionati Italiani di canottaggio a sedile fisso organizzati dalla Canottieri Corgeno. Il lago è circondato da una bella pista ciclopedonale di circa 12 Km di lunghezza.
Comabbio è la graziosa e piccola cittadina che da nome al lago. La spiaggia è molto ben attrezzata e il territorio è prevalentemente boschivo. Nel centro storico sorge anche l'interessante chiesa di San Giacomo, eretta nel XVI secolo.
A sud di Comabbio, dall'altra parte del lago sorge Mercallo, conosciuta anche come Mercallo dei Sassi. Anche qui troviamo una spiaggia attrezzata e alcune strutture interessanti. Innanzitutto la Parrocchiale di San Giovanni Evangelista, medievale, e la Cappelletta dei Re Magi. Qua intorno sono presenti numerosi massi erratici, da cui i sassi del nome.
Sulla sponda occidentale passava l'antica via che collegava il basso novarese con i passi alpini, passando da Sesto Calende, Mercallo, Comabbio, Ternate, Travedona, Malgesso, Besozzo, Gemonio e da qui attraverso la Valganna a Ponte Tresa e quindi la Svizzera. Ancora nel sec. XVI questa strada veniva detta strada merchantesca a testimonianza dell'intenso traffico commerciale che la percorreva. A Ternate, allo scopo di offrire ospitalità e rifugio ai viandanti, nel 1018 venne fondato da Ansegiso, nobile franco di Orleans, il monastero del Santo Sepolcro. Di quell'antico complesso, sono rimaste soltanto delle cascine in località S. Sepolcro.
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