Spinone al Lago è un comune italiano della provincia di Bergamo, in Lombardia.
Situato sulla riva occidentale del lago di Endine, in val Cavallina, dista circa 26 chilometri a est dal capoluogo orobico.
Fino a qualche decennio fa il paese aveva la denominazione di Spinone dei castelli (ed inglobava anche i vicini centri di Monasterolo e Bianzano), nome che denota una storia molto ricca, specialmente nel periodo medievale, grazie alla presenza della famiglia Suardi che comandava anche su gran parte dei paesi limitrofi.
L’abitato è a monte della statale del Tonale che costeggia il lago, sulle rive del quale si trova la parte commerciale e turistica. Salendo verso il paese, immersa nel verde si trova la splendida chiesetta duecentesca di San Pietro in Vincoli. Nulla rimane invece in paese dell’antico castello dei Suardi, abbattuto nel XV secolo per obbedire al decreto veneto che ordinava la demolizione di numerose fortificazioni della valle. La nobile famiglia bergamasca ristrutturò come propria abitazione un antico edificio, tutt’ora in parte riconoscibile sia pure notevolmente alterato. Nella signorile residenza pare abbia pernottato nel 1575 San Carlo Borromeo di ritorno da una delle sue visite pastorali in Valle Seriana.
Qualche albergo e le fonti San Carlo rappresentano oggi il sostegno economico di Spinone. A proposito di Fonti, nella valle del Tuf, sgorga una sorgente minerale fredda sulfurea da molto tempo conosciuta, e commercialmente sfruttata fin dal 1900, dapprima con un semplice chiosco, poi con un alberghetto-terme e ora con lo stabilimento per l’imbottigliamento delle acque. Il comune ha realizzato un chiosco per garantire il libero accesso alla sorgente.
Come recita il cartello turistico posto in loco: “L’acqua della Valle del Tuf scende da uno sperone di tufo riconoscibile a vista. Le acque un tempo precipitose si immettevano nel fiume Cherio a valle del lago originando una palude che venne bonificata dagli austriaci attorno al 1835. Nella valle oltre al tufo, sono presenti lastroni calcarei e marne nere. Le numorose sorgenti sono captate per l’imbottigliamento e per uso pubblico.”
Dal 1982 attorno a questa fonte è stato attrezzato a cura del Comune, con l'ausilio degli Alpini e dei volontari, il Parco fontanino degli Alpini dove, oltre ad attingere comodamente l'acqua della Fonte spinosa, si può sostare o passeggiare liberamente nel folto della vegetazione.
Risalenti rispettivamente al XVII e XVIII secolo sono villa Valzelli e la ex-villa Patirani. Di quest'ultima resta solo il ricordo e una parte dell'allora esteso parco che giungeva fino al lago.
Al centro del paese si situa la Chiesa Parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo.
Chiesa di San Pietro in Vincoli è un caro ricordo, monumento nazionale protetto dalle belle arti, chiaro esempio di arte romanica. Fu la prima chiesa parrocchiale di Spinone; nel 1400 fu sottoposta ad un intervento di ristrutturazione ed ampliamento. Nei secoli subì vari restauri.
La parte più antica corrisponde allo spazio tra l'entrata e l'arco, disposta, secondo l'uso, con l'abside a oriente (verso il lago). Internamente a sinistra si nota l'antica apertura, con l'architrave in legno ancora nel muro. Nell'ampliamento fu demolita la parte nord, chiusa la porticina, creato il portale, rialzata la facciata e aperto in essa un rosone. L'affresco più antico, ma deteriorato, si trova sull'arco mentre un'altra mano pare abbia eseguito quelli sulla parete frontale. Tra gli affreschi più integri, una Madonna con bambino, recante la data del 1528.L’interesse maggiore spetta ai dodici riquadri affrescati sulla faccia inferiore dell’arcone del presbiterio, in cui sono rappresentati sei profeti (Davide, Isaia, Geremia, Ezechiele, Abacuc e Mosé) alternati a sei sibille (Eritrea, Samia, Delfica, Chimica, Ellespontica e Persica), ritenuti d’influenza lottesca. Le figure sono, in effetti, copie molto fedeli dei tondi dipinti dal Lotto nell’oratorio Suardi a Trescore e pertanto risulterebbero posteriori al 1524.
Tetto, pavimento e altare sono di recente fattura. Il campanile è del 1500: raro esempio la caratteristica copertura a "pigna" in cotto.
All’esterno della chiesa, addossata all’abside romanica, si nota una particolare copertura tombale, di tradizione medievale, costituita da un masso di porfido segnato con croci.
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