Idro è un comune sparso italiano della provincia di Brescia, in Lombardia. Situato in valle Sabbia, all'estremità meridionale del lago omonimo. Il comune appartiene alla comunità montana della Valle Sabbia. Sede comunale è la frazione di Crone.
La storia di Idro è indissolubilmente legata a quella del lago, le cui vicende nel corso dei secoli hanno interessato direttamente quelle del comune, caratterizzandone l’evoluzione dal punto di vista socio-economico.
Secondo alcune fonti epigrafiche i primi abitanti della Valle Sabbia sono stati i Sabini, mentre una loro tribù, gli Edrani, erano stanziati sulle rive del lago di Idro. Non tutti gli storici, però, concordano su questo aspetto. L’unica cosa certa è che i Reti nel primo millennio A.C. erano stanziati nell’area compresa tra le valli trentine e il cremonese.
I Romani arrivano in Valle Sabbia nel 117 A.C. quando il console Quinto Marcio Re porta a termine una spedizione contro gli Stoni. Resti romani sono stati rinvenuti in località Castel Antico di Idro nel 1975.
Proprio il villaggio retico-romano di “Ponte” (oggi Castel Antico) è stato il motore abitativo dell’area lacustre. Qui si organizza la pieve cristiana, una delle più vaste della Diocesi di Brescia, che si spinge fino alla conca di Valvestino, comprendendo Treviso e Capovalle, territori ricchi di boschi.
Nel periodo medioevale l’insieme di interessi e la loro difesa riuniscono i valligiani per “vicinanza” di insediamento nella Vicinia, sotto la garanzia del reciproco giuramento, vincolati dall’uso e dalla proprietà di terreni comuni, stretti dall’obbligo della mutua difesa in un nucleo quasi chiuso ad influenze esterne e ad immigrazione di nuovi abitanti, uniti dal vincolo religioso intorno alla chiesa. La pieve, oltre che luogo di culto, diventa struttura sociale, elemento essenziale della vicinia. La crisi alimentare del XIV secolo contribuisce all’estensione della forma associativa del comune rurale, che via via assorbe le funzioni della forma vicinale. Tuttavia, le specifiche funzioni delle vicinie non tramontano con il Medioevo. Solo nel 1803 alcune disposizioni napoleoniche declassano le vicinie dal loro stato di enti di diritto pubblico, ma esse continuano a vivere e a conservare alcune importanti funzioni nella vita associata di Valle per molto tempo ancora.
Nel corso dei secoli, lentamente ma inesorabilmente, la sede della Pieve si sposta dalla riva destra del lago a quella di sinistra seguendo l’evoluzione urbanistica dell’abitato che andava sviluppandosi in posizione più lontana dal tracciato della “strada valleriana” per motivi di sicurezza. La nuova Pieve, costruita sul luogo di un’antica cappella longobarda dedicata a San Michele è pronta nel 1557.
Idro ha sperimentato, come il Bresciano, la lunga appartenenza alla Repubblica Veneta, passando in quel Dominio ufficialmente nel 1454. Da tale anno, sino al 1797, ha fatto parte della “Quadra di Montagna” della “Magnifica Patria” di Salò con i paesi della Valle Sabbia in sinistra idraulica del fiume Chiese.
Nel corso del 1800, poi, come “Terra di confine” Idro è stato coinvolto attivamente nelle guerre risorgimentali.
Lo stemma del Comune di Idro rappresenta un’idra con sette teste, un mostro mitologico legato alla presenza dell’acqua.
Non è ben chiara la ragione di tale stemma ne ben note le cause del consolidarsi di una presenza mitologica sino a diventare l’emblema di una comunità.
La leggenda che sta alla base della raffigurazione narra delle fatiche sopportate da Ercole, che, passando da queste parti, incontrò una terribile idra con sette teste.
Il mostro doveva incutere grande timore se l’eroe dovette impiegare tutta la sua forza, quasi divina, per domarlo e per tagliare le diverse teste, una ad una.
La leggenda, sicuramente legata alla presenza del lago, vissuto dalle antiche popolazioni del luogo, come gli Eridiani, come presenza non sempre benigna per le sue tempeste particolarmente forti e pericolose si è via via consolidata nel tempo intrecciando le sue sorti a quelle delle nascenti borgate, unite nella comunità di Idro.
Anzi, proprio durante il Medioevo, quando le leggende hanno avuto larga strada nell’immaginario della gente semplice, la storia dell’idra, figurazione forse derivata dalla inclinazione al femminile del nome Idro, si è definitivamente consolidata.
Un dato è certo.
Nel 1700 era già simbolo della vicinia di Idro anche se la formalizzazione dello stemma secondo la pratica ministeriale è assai recente.
Nello specchio centrale della cantoria dell’organo nella Chiesa parrocchiale di San Michele, l’idra trova a stento lo spazio ove allungare tutte le sue teste.
Questa cantoria è opera dell’ingegno e dello scalpello dei Pialorsi di Levrange, più conosciuti come “Boscaì”.
La datazione della scultura dovrebbe essere posteriore al 1730 e prima del 1750.
E’ quasi sicuramente dell’intagliatore Giovanni Battista che, con il padre Francesco ed ancora più con il figlio Antonio, lavorò moltissimo alle soase ed allo splendido tabernacolo dell’altare maggiore.
Questa è la prima rappresentazione documentata dello stemma di Idro, la più originale e la più artistica.
Ma se nel 1730 veniva addirittura scolpito in un arredo della Chiesa parrocchiale, ciò significa che intorno al mito dell’idra si ritrovava la comunità che viveva il “suo” lago come un elemento di vita, di sussistenza economica, esorcizzando i pericoli che da esso provenivano, immaginando di averli eliminati con l’uccisione del mostro che abitava nelle acque.
Ed il nome stesso del paese, cioè Idro, all’origine della leggenda.
Alcuni lo dicono derivato dal greco Ydor=acqua; altri dal supposto latino Litulum (piccola spiaggia) attraverso poi le forme Lidoro, Lidro, L’Idro; altri ancora dall’antico ligure Edrus; c’è invece chi lo mette in riferimento alla documentata presenza dell’antica tribù degli Edrani.
Una cosa è certa: è lo stesso paese a dare il nome al Lago e non viceversa.
E dal nome “Idro” è via via derivata questa stratificazione mitologica che ha successivamente legato il nome del paese a questo mitologico mostro unendo poi gli effetti di questa terribile presenza alla stessa natura del lago.
Oggi questa idra, che è dimostrazione certa della presenza di popolazioni intorno al lago sin dai tempi remoti, è simbolo della unione della civica comunità.
Gli Edrani prima, i Romani del centro di Pontis poi, i cristiani della prestigiosa Pieve ed infine la comunità odierna hanno sempre improntato la loro vita alla presenza del lago che è stato fonte di problemi e di speranze.
Nel comune vi è una sede dell'Associazione nazionale marinai d'Italia intitolata a Carlo Fecia di Cossato. La frazione di Crone ha un porticciolo turistico intitolato a Mario Tonni, nato nel 1930 a Provaglio Val Sabbia e scomparso nel 2005, unico ammiraglio della val Sabbia nella storia della Marina Militare. La cerimonia di intitolazione del Porto del lago d’Idro all'ammiraglio di divisione Mario Tonni si è tenuta in occasione della ricorrenza del 53º Anniversario del Gruppo ANMI e dell'inaugurazione della nuova sede sociale e del 150° dell’Unità d’Italia, a Idro il 7-8 maggio 2011. alla cerimonia hanno presenziato il sindaco di Idro Giuseppe Nabaffa, che ha invitato 25 Sindaci della Valsabbia tra cui il presidente della comunità montana e sindaco di Provaglio, paese nativo dell’ammiraglio Tonni, Ermanno Pasini in rappresentanza della Comunità della Valsabbia. La manifestazione ha visto anche la partecipazione degli alunni delle scuole di Idro Val Sabbia. Alla cerimonia erano anche presenti il capitano di vascello Andrea Tonni, addetto militare in India, Nepal, Bangladesh e Sri Lanka e il contrammiraglio Bruno Tonni, rispettivamente figlio e nipote dell'ammiraglio Mario Tonni.
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