Angolo Terme è un comune della Val Camonica, ed è una stazione di cura e soggiorno grazie alle acque termali, al clima mite e alle stazioni sciistiche del Colle Vareno e del Monte Pora. Ha avuto un rilevante sviluppo dal 1960 quando iniziò a svilupparsi l'attività turistica. Dal 1963 il nome del paese è stato modificato da Angolo in Angolo Terme per rimarcare la vocazione turistica del territorio.
La località si presenta caratterizzata da boschi di abeti bianchi e rossi e da pascoli con le tipiche malghe. In estate si possono effettuare numerose escursioni naturalistiche. La presenza di impianti sciistici collegati a quelli del Monte Pora, uniti alle bellezze paesaggistiche, rappresentano motivo di attrazione turistica invernale.
Sempre nel territorio comunale di Angolo, è il Lago Moro, piccolo lago alpino e nota meta di turisti durante l'estate.
Angolo dà anche il nome a una formazione geologica sedimentaria del Triassico inferiore (Calcare di Angolo).
Angolo, così chiamato per il sensibile mutamento di direzione della valle formante quasi un angolo retto, comprende i centri abitati di Angolo, Anfurro, Mazzunno e Terzano. Di origine celtica, con struttura urbanistica medievale, Angolo ha condiviso in gran parte le sorti storiche ed economiche della Vallecamonica ed è carico di storia e di vestigia nobiliari. Importante luogo strategico durante la dominazione romana, fu centro minerario fin dal IV sec. a.C., costituendo un punto notevole di raccordo con i forni fusori della Valle Scalve. Si caratterizzò sempre come centro di produzione agricola e artigianale particolarmente nel campo del legno e vetro. Angolo fu prima possedimento del Vescovo di Brescia e passò poi al Comune di Brescia; sottomesso ai Visconti nella prima metà del '300, divenne feudo di Federici. Tolto ad essi nei primi anni del '400 da Pandolfo Malatesta, fu riconquistato dai Ghibellini guidati dai Federici. Entrato a far parte della Serenissima, vi appartenne fino al 1797. Angolo ha avuto rilevante sviluppo nella seconda metà dell'800 con la costruzione della strada Angolo-Dezzo, ma ha assunto ancor maggiore importanza dal 1960, quando incominciò a svilupparsi l'attività turistica e termale. Dal 1963 il paese è stato denominato Angolo Terme.
La Parrocchiale di San Lorenzo, di origine antica, è stata rifatta nel 1694 ed ampliata in seguito nel 1757. I portali laterali sono in pietra simona. Le quindici formelle dell'artistico portone d'ingresso rappresentano gli Episodi della vita di Cristo, mentre il portale è in marmo bianco. L'interno è ad unica navata con volte a botte, decorate con quattro medaglioni settecenteschi. In presbiterio è possibile ammirare l'elegante altare maggiore composto da marmi pregevoli come il diaspro, il verde antico, il giallo di Spagna ed il marmo di Carrara. Oltre il pregio dei marmi, sono incastonati, in posizione simmetrica, due lapislazzuli ovvero pietre preziose del gruppo degli zaffiri, sparse di venature color oro, con coloratura di fondo tra il celeste e il turchino. Di pregevole fattura sono poi il coro settecentesco con pannelli raffiguranti le figure degli apostoli, la pala dell'altare maggiore raffigurante il martirio di San Lorenzo di Angelo Paglia. Di fronte all'organo un grandioso quadro, anch'esso raffigurante il martirio del santo, di Marziale Carpinoni. Meritano poi i cinque altari laterali rispettivamente intitolati a S. Antonio da Padova, realizzato da Andrea Fantoni nel 1701, alla Madonna del Rosario (inizio sec. XVII), all'Addolorata (sec XVIII) , al Crocifisso (metà del sec. XVIII) e a S. Giuseppe. Di particolare interesse una tela di Gian Paolo Cavagna raffigurante la Madonna circondata dai santi Domenico e Lorenzo, il committente dell'opera, un nobile Albrici e i 15 misteri. Le medaglie della volta e quella raffigurante la SS. Trinità sopra il presbiterio sono attribuiti al pittore Enrico Albrici. Il campanile turrito risale al 1500.
La Chiesa di Santa Elisabetta (o della visitazione) sorge lungo la strada che porta in Val di Scalve, è stata edificata tra il XV ed il XVI secolo. All'interno è possibile ammirare affreschi di scuola milanese e una statua risalente al 1700 raffigurante la Madonna.
Il Santuario eremo di S. Silvestro ad Angolo fu iniziato nella prima metà del '500 e terminato nel 1745. Possiede un elegante loggiato, mentre gli stipiti del portale sono in granito finemente lavorato. All'interno c'è un altare in porfido rosso, una pala di G. Cossali e una statua "Madonna con Bambino" della scuola del Fantoni.
.Terzano è l'unico paese della Valle Camonica che abbia il suffisso "tar" comunissimo invece in molti centri della pianura padana. "Tar" = torre di difesa o avvistamento. La posizione sopraelevata che dominava i vecchi sentieri e le mulattiere che conducevano da e per la Val di Scalve poteva essere, fin da tempi remoti, usata come punto di osservazione e controllo.
Il paese si trova sulla riva sinistra del fiume Dezzo. Il borgo è circondato da splendidi castagni resi rigogliosi dall'acidità del suolo formatosi sulle poderose coltri di deposito degli antichi ghiacciai. Dalla parte più alta di Terzano partono alcuni sentieri,si possono raggiungere suggestive località, quali il "font dei Ris", oppure la chiesetta di S. Giovanni, circondata da abeti. Dai sentieri si possono raggiungere Prave, o Mazzunno, altra frazione di Angolo terme. nei dintorni del cimitero si apre una zona di campagna,con frutteti e pascoli, un sentiero, passando da questa bellissima zona, porta al centro storico di Gorzone.
Un tempo Terzano era comune autonomo; nel 1861 contava 181 abitanti, nel 1901 222, nel 1921 249. Nel 1928 fu unito, secondo le leggi fasciste, al comune di Angolo (che diventerà nel 1963 Angolo Terme), di cui tutt'oggi è frazione.
La chiesa Parrocchiale è dedicata a Santa Giulia, a ricordo di una cappella eretta nello stesso luogo prima dell'anno 1000, edificata su ordinazione del potente monastero bresciano di Santa Giulia. Sull'altare maggiore troneggia una pala di Gaspare Gasparini, molto pregiata, raffigurante la Madonna, risalente al 1669. Presente una Fuga in Egitto di Pietro Ricchi, detto il Lucchese. Pregevoli anche alcuni suppellettili e mobili del '500-'700.
La Chiesa di S. Giovanni è posta sul sentiero che da Terzano porta alla località Dosso (1280 m), realizzata nel 1870. La muratura portante è a vista, la volta a vela. Interessante una Ultima cena lignea.
Il Centro storico, seppur piccolo, è ricco di viuzze, portali, archi e palazzi, tra cui spicca la ex casa Scalvinelli, nelle vicinanze della parrocchiale; ha uno sviluppo prettamente longitudinale e una forma a "L". Il corpo principale, che da nord si protende a sud, presenta quattro piani e forma un angolo retto con il secondo corpo di fabbrica che è di dimensioni minori e di solo tre piani. Le finestrelle del piano più alto hanno particolare forma ottagonale. Il palazzo risale al '600.
Mazzunno diverse le etimologie possibili di questo nome: potrebbe derivare da "mas" = cascina sui monti, oppure da "maag" o "maegh" = terrapieno o arca naturale, o dal latino "mansio" che identificava le antiche stazioni di posta anche per la sua posizione di transito obbligatorio tra le due valli (Scalve e Camonica). Infatti prima del 1864 la Valle di Scalve comunicava con la Valle Camonica solo con alcuni sentieri e passi di montagna localizzati anche sopra il piccolo centro di Mazzunno e tracciati già in epoca pre-romana.
Di proprietà della famiglia Federici, nel 1410 viene confiscato da Pandolfo Malatesta e dato al fedele Comicino Federici.
Il 10 settembre 1445 la riscossione delle decime viene concessa ai Vicini di Mazzunno, ma vent'anni dopo viene investito a Leonardo fu Obertino Federici.
Nel 1846 Mazzunno, assieme al comune di Angolo, posto amministrativamente in provincia di Bergamo, chiede di tornare in provincia di Brescia.
Il 1º dicembre 1923 il disastro del Gleno comportò ingenti danni al paese.
La Parrocchiale di S. Giacomo è del secolo XVII e all'interno c'è la pala d'altare del Palma il Giovane.
La Cappella dei Morti, dedicata a S. Rocco è edificio del quattrocento ampliato nel seicento.
Anfurro anticamente era diviso in due contrade distinte: una a mezza costa, l'altra posta sopra una collinetta sulle pendici di un monte ed è per questo che alcuni studiosi di toponomastica suppongono che il nome possa derivare da "in-foras" = in-fuori o addirittura" supra(an)-forram", sopra forra: qualcuno la configura come la forra sul Dezzo sottostante.
Sorge in posizione panoramica sulla media Val Camonica ed il Lago d'Iseo.
Nel XII secolo è ricordato come Amphoro, nel secolo XVI come Anfur mentre Giovanni da Lezze nel 1609 lo chiama Honfurro.
Anfurro è ricordato come ribelle ai diritti feudali del vescovo di Brescia nel 1389.
Nel 1409 Comicino Federici di Angolo esorta i guelfi di Anfurro a consegnarsi al Malatesta, stanco delle scorrerie fatte a suo danno nella zona.
L'11 maggio 1465 sono investiti delle decime feudali Bernardino Mastarino e Pasino Federici di Artogne.
Il comune rimase autonomo fino al 1927, quando venne unito a quello di Angolo Terme.
Nel 1973 40 famiglie dovettero sgomberare dalle loro abitazioni a causa di una frana.
La Parrocchiale dei santi Nazzaro e Celso è una costruzione della fine del 500 in pietra simona. All'interno opera della scuola fantoniana.
Il Santuario della Madonna della Neve (o delle "crape") è una costruzione barocca con colonne in pietra di Sarnico.
L'ex palazzo Albrici-Federici è del secolo XVI con portale in pietra di Sarnico.
La prima porzione della costruzione del Palazzo Laini risale al 1500, mentre quella più recente è stata eretta nel 1768. All'interno vi sono numerosi camini in marmo, soffitti decorati e pitture.
Passeggiando nel centro storico di Angolo è possibile ammirare numerose fontane, realizzate in pietra Simona. La più interessante è sicuramente la fontana dell'Olmo, in via Timo Bortolotti, di semplice ma elegante fattura. Inoltre sono visibili testimonianze del passato in molte abitazioni, per esempio portali in pietra, affreschi, volte e balconi lignei.
Le Terme di Angolo sono uniche nel loro genere per il microclima, la frescura estiva ma soprattutto per le acque curative e le cure termali anche convenzionate. L'ingresso è gratuito. Le proprietà curative delle acque della fonte S. Silvestro di Angolo sono note da secoli. La tradizione e la consuetudine hanno da sempre attribuito a queste acque, classificate come "solfato-bicarbonato-calciche", capacità curative per molte malattie dello stomaco, dell'intestino, dei reni e delle vie urinarie. Ciò nonostante solo nel 1957 ad opera dell'Avvocato Giovanni Ghezza di Breno si è provveduto alla loro valorizzazione, sostituendo al vecchio sgabuzzino di legno che proteggeva la sorgente un primo centro termale con annesso stabilimento; dal 1973 è in funzione uno nuovo moderno Centro di Cure Termali. Il complesso è immerso in un parco di 35.000 mq in una zona pianeggiante situata sulla sinistra del fiume Dezzo. All'interno del parco sgorgano copiose le acque della salute: San Silvestro e Fonte Nuova, recentemente scoperta e utilizzata per la preparazione di cosmetici termali rinomati in tutta Europa. Acqua e natura costituiscono un binomio di salute da riscoprire: cure termali e passeggiate disintossicanti si addicono perfettamente.
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