Primaluna è un comune della provincia di Lecco, considerato il borgo d'origine della famiglia nobile dei Della Torre o Torriani Signori di Milano anche se in realtà la famiglia era milanese ma era stata infeudata dall'Arcidiocesi di Milano della contea della Valsassina con il borgo fortificato di Primaluna come capoluogo.
Dal 2006 Primaluna, insieme ad Introbio, Taceno, Cortenova e Parlasco, forma la Comunità della Madonna della Neve.
Le origini di Primaluna risalgono alla notte dei tempi, quando ritirandosi le acque che occupavano la valle, un popolo chiamato Orobii, occupò questo territorio. Più tardi si insediarono anche i Galli che formarono con i primi abitanti un unico popolo, gli Insubri. Ad essi succedettero prima gli Etruschi e poi i Romani. Risale a questi periodo la prima testimonianza del cristianesimo in valle, grazie al ritrovamento, nell'oratorio di San Lorenzo in Cortabbio, di una lapide funeraria che nomina una certa Flora morta il 25 aprile del 495. Deriva da ciò una delle possibili interpretazioni del nome del paese e cioè "Primum Lumen" ossia "Prima Luce" del cristianesimo che si contrappone ad altre due possibili interpretazioni etimologiche. Infatti si potrebbe pensare che il nome derivi dal fatto che il paese è la prima terra posta di fronte all'arco di luna formato dalle Grigne, oppure, interpretazione storica, il nome è stato dato in onore a Martino Della Torre, il quale strappò la prima bandiera ai nemici musulmani durante l'assedio di Damasco. Dopo la dominazione romana, fu la volta dei Barbari che fondarono il feudalismo, forma di governo consolidata dai Longobardi. Risalgono a questo periodo le prime notizie inerenti alla famiglia Della Torre. Siamo nel 1147 e capostipite della famiglia è il Conte Tazio Della Torre il quale sposa le due figlie e discendenti dei re di Francia. Si va avanti con il già citato Martino Della Torre, eroico protagonista delle crociate contro i musulmani. A quel tempo Primaluna è un grosso borgo protetto da ben sette porte e tre torri fortificate. La storia continua con Pagano Della Torre che, per aver ospitato i Milanesi fuggiti all'arrivo di Federico II, venne eletto Podestà di Milano.chiesa Barcone Ma la loro signoria sulla Valsassina sta per cedere sotto i colpi dei Visconti che si rivelarono però dominatori molto crudeli, con assassini e guerre fratricide, contrapponendosi le fazioni di guelfi e ghibellini. Estinguendosi la linea maschile, i Visconti lasciarono il governo al condottiero Francesco Sforza, il quale dovette affrontare le incursioni dei Veneziani. La pace conclusa tra le due potenze portò alla valle un fiorire del commercio e dell'agricoltura. Ma dal 1449 la valle fu ancora teatro di scorrerie da parte di rancesi, Grigioni e Spagnoli, portando la popolazione alla fame e alla disperazione. In questo periodo visitò la valle il carismatico San Carlo Borromeo, soggiornando a Primaluna, nell'antica casa Torriani, il 27 ottobre 1566. Nel 1629 il popolo fu duramente provato dal passaggio dei Lanzichenecchi che, oltre alla loro crudeltà, portarono anche la peste, seminando morte ed orrore. Fu poi la volta del domino Spagnolo fino al 1700 quando subentrarono gli Austriaci con l'imperatrice Maria Teresa d'Austria. Dell'anno 1762 bisogna ricordare la disastrosa frana del Monte Acrella che il 15 novembre distrusse Gero e parte di Barcone, causando la morte di 119 persone 400 capi di bestiame. Ma la rivoluzione francese era alle porte e la valle tornò sudditi dei Francesi. Questa continua successione di domini impoverì la valle e nel 1817 vi fu una grande carestia che decimò di nuovo la popolazione. Ed anche le successive guerre vollero il loro tributo di sangue dalla Valsassina, nome di una valle che un tempo era disseminata solo da sassi e massi erratici, ma punto strategico talmente ambito da aver attirato l'attenzione di tutti i popoli che si sono avvicendati nella storia.
Attraversando la Valsassina, per la via che seguirono i Lanzichenecchi di manzoniana memoria e tanti altri eserciti, è rimasto assai poco che riguardi torri e castelli. Merita una sosta Primaluna, per secoli il centro religioso della Valle, e anche culla e sede dei della Torre, «ricchi e battaglieri Signori, che tennero a lungo il dominio di Milano e della Lombardia», come ricorda Fermo Magni nella sua «Guida illustrata della Valsassina». A quei tempi Primaluna aveva un castello ed era circondata – scriveva il canonico Paride Cattaneo della Torre, nella seconda metà del Cinquecento – «d’antica muraglia con sette porte per intrare et uscir della terra, dalle sette virtù cardinali assomigliate acciocché curino queste non entrino li sette vitii capitali, quali tutto il mondo infettato hanno». E soggiungeva che «la prima porta dal Oriente è detta della Torre per passar per questa a una Torre pocho lontana dalla terra, le cui vestigi, si vedono sopra un collicello un tiro di mano dalla Porta lontano, alquanto elevato sopra un sasso. Questa Torre era cinta di tre ordini di mura la maggior parte de quali sono cascati dalla vecchiaia, fu distrutta detta torre al tempo delle parti dai Guelfi et Giubellini, poi di novo fu riedificata, ma non compita». Qualcosa si intravede ancora, fra gli alberi del bosco, sopra i tetti. Il defunto prevosto don Egidio Meroni, autore di ricerche e studi su vicende locali, esprimeva l’opinione che un’antica torre fosse stata trasformata nel campanile della chiesa plebana di San Pietro.
La parrocchiale, dedicata ai Santi Pietro e Paolo, affiancata da un antico campanile romanico terminante con una lanterna barocca, è stata ampliata nel 1892 e più volte rimaneggiata. All'interno si possono ammirare, oltre ai cinque altari e alle numerose tele del 500 e del 600, anche tre quadri della scuola di Tiziano, acquistati a Venezia nel 1607. Una tela, la più bella, rappresenta il martirio di San Pietro mentre le altre due raffigurano San Giovanni Battista e San Girolamo. Altro quadro importante è la Pala dell'Assunta, sita nella frazione di Barcone, che fu fatto dipingere da Tommaso Cattaneo Torriani nel 1646. Fra gli arredi sacri ricordiamo invece e la Croce dei Torriani, tipico esempio di pregevole arte orafa.
A parte alcuni portali antichi con scolpito lo stemma della famiglia Torriani e la vetusta torre che domina il paese, la parte più importante ed esplicita dell'arte in Primaluna viene a trovarsi nelle varie chiese del territorio.La Chiesa di San Lorenzo in Cortabbio è dotata di una magnifica pala d'altare raffigurante il Santo sulla graticola. Il Santuario di Maria Bambina ospita invece una tavola attribuita allo stile del Borgognone. Un discorso a sè stante merita il pezzo unico di importanza primaria nella storia degli organi presenti nella valle, il SERASSI, orgoglio del paese, che ogni anno richiama numerosi estimatori per gli apprezzatissimi concerti che si tengono nel mese di agosto e a fine anno. Esso fu costruito nel 1858 dai fratelli Serassi di Bergamo ed oggi è monumento nazionale protetto dalle Belle Arti.
Alcuni anni fa venne istituito a Primaluna un Museo Etnografico per raccogliere testimonianze della vita quotidiana del passato. Vi è inoltre testimoniato il cammino di industrializzazione dei diversi tipi di artigianato, specialmente nella lavorazione del ferro.
Nel Medioevo il paese era cinto da mura con sette torri e sette porte (e vi era un passaggio sotterraneo che conduceva al Pioverna). Una vera e propria fortezza controllata dalla famiglia Della Torre (poi Torriani) che finì anche con il governare Milano. Una storia gloriosa, quella di Primaluna. Si dice che la mezzaluna conservata nello stemma sia legata al ricordo di Martino Della Torre, ucciso nel XII secolo a Damasco durante una crociata (ma il nome del paese non ha nulla a che fare con quel simbolo, derivando invece da Prima Calauna), mentre i gigli evocano discendenze dai nobili franchi. Capoluogo politico e religioso per molti secoli, a Primaluna si trovava la chiesa plebana cui facevano riferimento l'intera Valsassina, la Valtaleggio e Averara (il Pioverna stesso sarebbe "il fiume della Pieve").
Le miniere di barite di Cortabbio si snodano nelle viscere della Grigna con un percorso di circa 1.600 metri che conduce all’interno della miniera “Nuovo Ribasso”, scavata dal 1980 al 1988, e “Vittoria” che è stata utilizzata per servizio ed emergenza. Il viaggio all’interno farà scoprire un ambiente unico con colori diversi della roccia a seconda del minerale che la compone insieme alla bianca barite.
Barcone fu un antico comune del Milanese.
Nel 1722 fu registrato come un villaggio di 300 abitanti connesso alla vicina Gerro, a cui fu unito dall'imperatrice Maria Teresa nel 1757. Il 15 novembre 1762 fu anch'esso danneggiato dalla frana che distrusse completamente Gerro. Nel 1786, anno che marcò anche un effimero tentativo di ridare vita alla comunità gerese, Barcone entrò per un quinquennio a far parte della Provincia di Como, per poi cambiare continuamente i riferimenti amministrativi nel 1791, nel 1797 e nel 1798.
Portato definitivamente sotto Como nel 1801, alla proclamazione del regno d'Italia napoleonico nel 1805 perse la denominazione comunale ad honorem di Gerro, ma nel 1809 l'intero municipio fu soppresso su risultanza di un regio decreto di Napoleone che lo annesse per la prima volta a Primaluna. Il comune di Barcone fu tuttavia ripristinato con il ritorno degli austriaci, e nel 1853 risultò essere popolato da 308 anime, scese a 304 nel 1871. Nel 1921 si registrarono solo 227 residenti, segno dello spopolamento delle località di montagna. Fu il regime fascista a decidere nel 1927 di sopprimere definitivamente il comune, unendolo nuovamente a Primaluna.
La Valsassina è divisa in due bacini dallo sperone di Baiedo; quello di Pasturo - Barzio, il più largo, e quello di Introbio - Taceno, allungato per una decina di chilometri. E' in questo bacino che si trova il paese di Primaluna, peraltro piuttosto esteso, ricoprendo esso un territorio di kmq. 22,82. A sud è delimitato dalle Grigne, a nord dal Monte Olino e Monte Agrella, a est dal orrente Troggia che lo divide da Introbio e ad ovest dalla frazione di Cortenova, Prato San Pietro. A metà circa del suo territorio, vi è una zona molto estesa di fertili prati, attraversati dal torrente Pioverna. Salendo verso le pendici della Grigna si incontrano fitti boschi di castagni, faggi ed una salubre pineta. Il sottobosco è ricco della classica flora, ciclamini, campanule, rododendri, genzianelle ed il piuttosto raro giglio martagone. Per vedere le stelle alpine bisogna invece spingersi sopra i nevai. La fauna è invece piuttosto ristretta, raro infatti vedere volpi e caprioli, rarissime volte i falchi che hanno nidificato sopra Primaluna, ormai impossibile avvistare l'aquila.
Per rallegrare l'estate vi sono le varie feste patronali, il 29 giugno San Pietro e Paolo a Primaluna, il 26 luglio Sant'Anna a Vimogno con tanto di fiera e l'8 settembre Natività di Maria Vergine a Cortabbio. Vi sono poi le feste degli Alpini di Primaluna e Cortabbio nel mese di luglio e varie Messe commemorative in luoghi predisposti ad ospitare, finita la parte religiosa, allegre scampagnate con polenta taragna e salsicce.
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