La chiesa di San Nicola, sorta nel 1488 per un voto della popolazione e affidata all'ordine degli Agostiniani. La chiesa, a pianta rettangolare con navata unica, termina in un ampio presbiterio. Le pareti laterali sono occupate da sei cappelle per lato, nelle quali è possibile ammirare affreschi di Boselli e tele di Cifrondi, Previtali e Bassano. All'interno, un rarissimo esempio di organo Antegnati (1588) fa della chiesa un prestigioso luogo di concerti barocchi.
La nascita di questo complesso monastico agostiniano è dovuta principalmente alla peste degli anni 1484-86, a motivo della quale gli abitanti di Almenno avevano fatto il voto di costruire una cappella in onore dei SS. Sebastiano e Rocco. Passata l’epidemia, fra Pasquale da Gazzaniga, con la promessa di garantire alla popolazione la necessaria assistenza religiosa (il paese era senza clero), riuscì a convincere la popolazione a costruire una chiesa in onore di S. Maria della Consolazione e un convento per i frati agostiniani. La chiesa, in forme gotiche contiene numerosi capolavori pittorici a fresco e ad olio. Da segnalare anche il quattrocentesco organo Antegnati, il più antico della bergamasca. Gli Almennesi, grazie a donazioni (il Comune offrì il terreno e ben 1.000 ducati d’oro) ed elemosine, provvidero alle principali spese. Gli agostiniani vennero ad Almenno nell’estate del 1487. Dapprima costruirono una casa con una cappella provvisoria che venne in seguito chiamata il conventino (poi abbandonato) e solo l’anno seguente avviarono i lavori per la chiesa di S. Maria della Consolazione. La prima pietra fu posta il 10 agosto 1488. Grazie ai capitali iniziali e all’abbondanza delle elemosine, le strutture principali della chiesa (presbiterio, navata, matroneo, tetto) furono ultimate nel giro di alcuni anni. Già nel 1492 si avviarono i lavori di abbellimento delle cappelle laterali, che furono assegnate ad alcune delle famiglie più ricche del paese. Queste, in cambio della tomba di famiglia e di celebrazioni funebri per i loro defunti, dotarono i diversi altari di affreschi, quadri e suppellettili sacre. La chiesa fu consacrata nel 1517. Contemporaneamente si costruiva il convento, concluso nei suoi elementi principali nei primi anni del Cinquecento. E’ piuttosto piccolo, perché fu progettato per accogliere non più di dodici frati. Sta addossato al lato sud della chiesa ed ha una corte centrale quadrata, racchiusa entro un porticato formato su ogni lato da cinque eleganti archi in cotto a sesto acuto. Al piano superiore del convento, lungo due corridoi sui lati est e sud, sono disposte le celle dei frati, ciascuna dotata di camino e finestra, perché destinata ad accogliere un solo frate agostiniano eremitano. Sopra il porticato del lato nord, contro la chiesa è addossato un bel loggiato con archi in cotto a tutto sesto, impostati su pilastrini pure in cotto.
La chiesa di S. Maria della Consolazione è in stile gotico-rinascimentale. Ha una pianta rettangolare, con presbiterio quadrato meno ampio e abside semicircolare. La navata è costituita da sei campate divise da cinque archi gotici. Il soffitto ha travi in legno su cui poggiano formelle in cotto affrescate prevalentemente con motivi floreali. Nelle pareti laterali sono inserite sei cappelle per lato, aventi archi a tutto sesto e volte a botte. Sopra di esse corre un matroneo (in Bergamasca è l’unico esempio rimasto) che, in corrispondenza di ogni campata, si affaccia sulla navata con eleganti bifore. Il pavimento è ancora quello originale in cotto, con lastre tombali, alcune delle quali finemente scolpite (1503). Gli altari laterali, ricchi di opere d’arte (polittici, tavole e tele della fine del Quattrocento e dei primi decenni del Cinquecento), conservano ancora gran parte della dotazione decorativa originaria, opera di artisti di grande livello qualitativo. Si ricordano in particolare: la Trinità (1517) di Andrea Previtali; due polittici (1504 e 1515) di Antonio Boselli, oggi in deposito presso l’Accademia Carrara di Bergamo, e numerosi suoi affreschi; la Sacra Famiglia (1580 circa) di Francesco da Ponte detto il Bassano; i tanti affreschi della bottega degli Scipioni di Averara, in particolare di Iacopino Scipioni, che ornano le cappelle e la sacrestia; l’Annunciazione (inizi del XVI sec.) di autore ignoto di scuola fiorentina. Notevole infine è l’organo, il più antico della Bergamasca, inserito nel matroneo sopra la cappella dell’Annunciazione. Fu costruito nel 1588 da Costanzo Antegnati, uno dei più abili organari del suo tempo.
La chiesa nel corso dei secoli ha subito alcune modifiche non sostanziali, ma tali da offuscare il suo aspetto originario. Ciò avvenne a metà del Seicento, quando, con la convinzione di abbellire l’edificio, si è intervenuti a stuccare cinque delle cappelle laterali e parte del presbiterio. Qui, cancellati quasi del tutto gli antichi affreschi, al centro dell’abside fu collocata una tela dell’Assunzione, opera di Antonio Cifrondi (1705 circa). Alla prima metà del Settecento sarebbero da attribuire anche tutti gli altri affreschi del coro e del presbiterio: S. Monica piange la partenza del figlio Agostino; S. Ambrogio scaccia gli eretici, mentre il Papa distribuisce l’acqua della dottrina agli ordini religiosi; Ester davanti ad Assuero e Giuditta con la testa di Oloferne. Ignoti gli autori. Bello il coro ligneo, i cui diciassette stalli con colonnine tortili in alto e braccioli con cariatidi a figura di donna, furono costruiti nel 1626 da un mastro Angelo. Nella navata, poi, nel 1721 la cappella dedicata a S. Nicola fu rifatta per volontà della confraternita dei cinturati. La volta fu alzata fino ad occupare parte del matroneo e la precedente decorazione ad affresco, opera di Iacopino Scipioni, fu distrutta e sostituita da angioletti nella volta e da motivi floreali. Venne costruito un nuovo altare con ancona in stucco, angeli e nicchia dove collocare un’antica statua vestita della Madonna della Cintura (metà del XVII sec.). Anche la vicina cappella di S. Sebastiano nel 1740 cambiò intitolazione, quando fu dedicata alla Madonna del Buon Consiglio e dotata di tela sotto vetro raffigurante il miracoloso trasporto da parte degli angeli di un affresco della Vergine col Bambino.
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