Colere è composto da numerose frazioni e situato sulla destra orografica del torrente Dezzo, in Val di Scalve.
L’origine del borgo origine risale al periodo della dominazione romana, quando venivano utilizzate le grandi risorse minerarie di ferro e zinco della zona. Tale tesi è suffragata da ritrovamenti avvenuti nella contrada Carbonera, che attestano l’esistenza di piccoli insediamenti.
Alcune leggende narrano di una cruenta battaglia avvenuta in queste zone, sulle pendici della Presolana, tra i Romani stessi ed il popolo degli Alani per il controllo della zona.
I secoli successivi videro il borgo passare sotto il controllo del Sacro Romano Impero guidato da Carlo Magno, che donò l’intera zona ai monaci di Tours. Questi successivamente la permutarono in favore del Vescovo di Bergamo, il quale diede investitura feudale ai Capitani di Scalve.
Questi ultimi furono di fatto esautorati dalla costituzione dell'Universitas di Scalve, una piccola istituzione feudale molto simile ad una repubblica, che garantiva grandi privilegi agli abitanti ed un’autonomia al limite dell’indipendenza. Questa garantiva l’esenzione del servizio militare, libertà di caccia e pesca, nonché sgravi fiscali e la possibilità di sfruttamento delle miniere presenti in zona.
Con il passaggio alla Repubblica di Venezia, avvenuto nel XV secolo, Colere mantenne i privilegi conquistati precedentemente, ma venne aggregato nella Comunità grande di Scalve.
Soltanto nel 1797, con la fine della Serenissima e l’avvento della Repubblica Cisalpina, acquisì la propria autonomia comunale, inglobando nei propri confini anche la parte della contrada di Dezzo posta alla destra dell’omonimo torrente ed il borgo di Teveno.
Lo status di comune durò poco più di un decennio, dopodiché venne nuovamente accorpato alla Repubblica di Scalve con sede di Vilminore, unitamente al vicino borgo di Azzone.
La fine della dominazione francese ebbe ripercussioni anche sulle piccole comunità scalvine che riaquisirono la propria autonomia, anche con le nuove delimitazioni territoriali: Colere perse Teveno.
Con l'attivazione dei comuni della provincia di Bergamo, in base al compartimento territoriale del regno lombardo-veneto, venne collocato, con 417 abitanti, nel distretto XIV di Clusone; fu confermato nel medesimo distretto in forza del successivo compartimento territoriale delle province lombarde. Nel 1853 fu inserito nel distretto XVI; a quella data era comune, con convocato generale, di 588 abitanti.
In seguito all'unione temporanea delle province lombarde al regno di Sardegna, in base al compartimento territoriale stabilito con la legge 23 ottobre 1859, il comune di Colere con 584 abitanti, retto da un consiglio di quindici membri e da una giunta di due membri fu incluso nel mandamento I di Clusone, circondario III di Clusone, provincia di Bergamo. Alla costituzione nel 1861 del Regno d'Italia, il comune aveva una popolazione residente di 677 abitanti (Censimento 1861). In base alla legge sull'ordinamento comunale del 1865 il comune veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio. Nel 1867 il comune risultava incluso nel mandamento di Vilminore, circondario di Clusone e provincia di Bergamo. Popolazione residente nel comune: abitanti 711 (Censimento 1871); abitanti 787 (Censimento 1881); abitanti 766 (Censimento 1901); abitanti 964 (Censimento 1911); abitanti 1.008 (Censimento 1921). Nel 1924 il comune risultava incluso nel circondario di Clusone della provincia di Bergamo. In seguito alla riforma dell'ordinamento comunale disposta nel 1926 il comune veniva amministrato da un podestà.
Questa situazione durò fino al 1927, anno in cui il regime fascista fece una grande opera di accorpamento tra parecchi comuni del regno d’Italia. Fu il caso anche di Colere, che si trovò nuovamente unito ad Azzone, con la denominazione di Dezzo di Scalve.
Soltanto nell’immediato dopoguerra, precisamente nel 1947, i comuni si separarono definitivamente, con Dezzo nuovamente relegato a ruolo di frazione, diviso a metà tra Colere ed Azzone.
Attualmente Colere fa parte della Comunità Montana di Scalve, composta dai Comuni di Azzone, Colere, Schilpario e Vilminore di Scalve.
Il Comune abbraccia le frazioni di Cantoniera della Presolana, Albarete, Valle Sponda, Castello, Valle Richetti, Carbonera, Valzella, Dezzo di Scalve.
L’origine del nome Colere è avvolto da un alone di mistero.
Diverse sono infatti le ipotesi sulla genesi della sua denominazione:
Correnti di pensiero sostengono che il nome Colere derivi dalla radice Indoeuropea KWEL che significa coltivazione, proprio perchè i primi abitanti basavano la loro sussistenza sulle attività connesse all’agricoltura prettamente montana.
Un’altra interpretazione è strettamente legata all’attività di estrazione mineraria da dove deriverebbe il nome CARBONERA.
La terza è sostenuta dal geografo Nangeroni il quale legherebbe il nome Colere alla denominazione scientifica delle piante di nocciolo ovvero CORYLUSAVELLANA di cui i boschi circostanti son particolarmente ricchi.
Le miniere erano molto importanti perchè rappresentavano l’unico posto di lavoro dal quale i residenti guadagnavano un modesto salario per sfamare le famiglie. Nelle miniere di Schilpario si estraeva la siderite, mentre nelle miniere di Colere si estraeva la flourite. Oggi, quest’ultime non sono più in funzione, ma prossima sarà la loro apertura, grazie alla società che gestisce il parco minerario “A.Bonicelli” di Schilpario.
Possono essere visitate da chi vuol rivivere quella drammatica situazione di lavoro caratterizzata da moltissimi minatori morti di silicosi (malattia che colpisce i polmoni a causa della continua esalazione di polvere).
A Colere ogni angolo, anche nelle frazioni, parla di un profondo amore dei suoi abitanti per la montagna: a Magnone, per esempio, oltre all'antico idolo pagano si può ammirare il panorama incantevole di tutta la Valle di Scalve, immersa nella sua verde conca alpina; l'ambiente è incontaminato e la prorompente bellezza della natura è sempre la caratteristica principale di ogni veduta. La frazione Magnone sembra aver preso il nome dal passaggio in loco di Carlo Magno con le sue truppe. Nella zona del Gromo, dove esiste un piccolo pittoresco borgo storico, si trova anche il Cesulì, antica parrocchiale del paese risalente al 1600 circa, posta su una piccola altura panoramica. Da Colere si può partire per moltissime escursioni trekking: il Rifugio Albani, posto a 1939 mt., oltre ad una vista incantevole, offre un valido punto di arrivo o di partenza per chi ama scoprire le Orobie; per gli appassionati della corda, si possono fare ascensioni in parete di varie difficoltà, sulle numerosissime vie della parete nord della Presolana. Gli impianti sciistici sono rinomati da diversi anni non solo per le kilometriche piste innevate fino a primavera inoltrata, ma anche per l'incomparabile bellezza del paesaggio in quota: cime rocciose e ripidi pendii fanno di Colere uno dei paesi più attraenti di tutto l'arco alpino bergamasco. Sopra il paese, inserita nella cresta della Presolana Orientale, spicca la composizione rocciosa delle quattro Matte a cui è legata un'antichissima leggenda che ancora affascina e sorprende. Una ricca flora montana, impreziosita anche da parecchie specie rare e una notevole varietà di piante e arbusti caratterizzano da sempre la Valle di Scalve, la cui vita economica del passato è stata strettamente legata alla presenza massiccia di aree boschive che ancora oggi conferiscono un aspetto affascinante alla Valle di Scalve. Ogni cosa in questa piccola valle parla esplicitamente dello stretto legame che unisce la vita della gente scalvina alla montagna, e che ancora si manifesta nel rispetto quasi integrale dei ritmi naturali che qui si impongono.
Sul luogo dove si trova il celeberrimo Santuario della Madonnina, a 500 metri dal Dezzo salendo verso Schilpario, pare esistesse fin dal Quattrocento una modesta cappella molto venerata.
Un povero pastore di Borno, Bartolomeo Burat, era giunto faticosamente con il suo gregge in Val di Scalve. Il povero uomo, ammalato di tubercolosi, la mattina del 2 luglio 1654 si era spinto, camminando faticosamente, sino al Dezzo, in località Fontane, dove si trovavano una sorgente e una piccola cappella dedicata alla Madonna.
Mentre le pecore si abbeveravano, il pastore fissò l'immagine della Vergine pregando e cercando la forza per continuare. Fu colpito da un forte attacco tanto che credette di morire. Improvvisamente apparve, avvolta da una forte luce, una maestosa Signora che, immersa la mano nella fontana, toccò la fronte di Bartolomeo e scomparve. Il pastore si sentì subito perfettamente guarito e per la gioia gridò al miracolo. La notizia dell'apparizione prodigiosa si velocemente. I pellegrini vennero alla santella da ogni parte per pregare e chiedere grazie.
Il Cesuli piccolo gioiello quattrocentesco, reca inciso nel portale la data 1585, mentre il campanile sembra risalire al 1619. Presenta nell'abside tracce di affreschi del tardo '400. Il terreno circostante all'antica chiesa parrocchiale posta su una piccola altura, fu destinato, secoli fa, anche a luogo di sepoltura. Abilmente restaurata nel 1980 dal Gruppo Alpini locale, si presenta oggi con tutta la sua straordinaria semplicità, quale unico significativo monumento architettonico locale giunto fino a noi.
La Chiesa di San Michele in Valle Sponda è piuttosto antica: ci sono tracce della sua esistenza già nel 1576. Dedicata al'Arcangelo San Michele, è stata accuratamente restaurata e può essere considerata un piccolo gioiello locale.
La nuova parrocchia di Colere dedicata a San Bartolomeo venne costruita nel 1788, data incisa nell’architrave della porta centrale, dopo circa mezzo secolo di dispute e liti tra gli abitanti delle varie contrade per decidere se ristrutturare la vecchia chiesa o procedere ad una nuova costruzione.
Il Campanile venne completato tra il 1870 e il 1879 grazie alla tenacia del parroco Don Zaverio Cesari che dovette scontrarsi con non poche contraddizioni. Resta a testimonianza di ciò la pietra incastonata nel primo tratto del campanile riportante l’incisione I.M.A.C. “IN MEZZO ALLE CONTRADDIZIONI”
La Parrocchiale sorge praticamente nel centro del Paese ed è una delle più belle chiese di tutta la Valle per linee e temperanza degli stucchi.
La festa patronale in onore di San Bartolomeo è ancora oggi molto sentita. Celebrazioni solenni, la processione con la statua del santo per le vie del paese, i tradizionali botti e la fiera la rendono una giornata “speciale”.
Il nome – via Mala – dice già molto. E ripercorrendo questo antico tracciato (esisteva già nell’Alto Medioevo e venne rifatto tra il 1473 e il 1827) che collega la valle di Scalve alla Valcamonica, lungo la valle del Dezzo, la conferma arriva puntuale: i vertiginosi precipizi che terrorizzavano i viaggiatori del passato lasciano tuttora senza fiato, e anche se le auto utilizzano una nuova strada, quasi interamente in galleria, il vecchio itinerario può essere tranquillamente ripercorso. Si può, volendo, affrontare anche dal basso e cioè lungo il sentiero sul fondo della gola. Qui i precipizi si trasformano in pareti alte fino a 500 metri. E lo spettacolo è ugualmente suggestivo con un ponte osservatorio sulla stessa gola che ne è diventato il simbolo.
Tra le arterie panoramiche delle Alpi la Via Mala bergamasca detiene infatti un primato di spettacolarità che la colloca quasi alla pari con un’altra Via Mala molto più celebre. Si tratta della strada che collega Zillis, nel cantone svizzero dei Grigioni, capoluogo della valle dello Schons, e la cittadina di Thusis. Arteria antichissima, esisteva già nell’Alto Medioevo e venne rifatta nel 1473 e nel 1827.
La suggestiva grotta del ghiaccio, è così chiamata per la presenza, in ogni periodo dell’anno, di uno strato di ghiaccio che ne ostruisce l’ingresso.
Tutto il territorio fa parte del parco delle Orobie Bergamasche e vigono rigide normative per la salvaguardia della flora e della fauna.
Rinomato per le piste da sci in inverno e per le innumerevoli escursioni in estate, il borgo è stato recentemente interessato da un boom del turismo che ha di fatto modificato la vita degli abitanti stessi, da sempre dediti alla pastorizia ed all’agricoltura.
Le pendici della Presolana e del Monte Ferrante, esposte a nord, garantiscono un innevamento duraturo, permettendo talvolta la pratica di sport invernali (pattinaggio su ghiaccio, sci alpino e nordico) fino all’inizio della primavera, mentre nei mesi più caldi sono un’ottima palestra per arrampicatori ed appassionati di trekking.
Dal paese si può giungere, attraverso vari sentieri, abbastanza facili, al Rifugio Luigi Albani, inserito nel Sentiero delle Orobie orientali.
Fino agli anni 1970 la principale attività era quella estrattiva, con miniere di blenda e fluorite, risalente ai romani. Si insediarono aziende italiane e francesi, fino all'arrivo della Montedison e poi dell'EGAM (ente minerario dell'Eni).
Negli anni '70 del secolo XX l'Amministrazione Comunale realizzò una piccola area industriale, la prima della Lombardia in area montana, con indediamento di attività artigianali nel settore della meccanica e di collanti. Furono altresì ristrutturate le vecchie laverie del minerale, ricavandone locali per l'insediamento di Cooperative del settore dell'abbigliamento. Nel 2010 fu realizzato anche un Ecomuseo della Presolana, con una raccolta di reperti minerari e della montagna locale.
Tra i principali eventi sportivi che hanno interessato il paese, è d'obbligo segnalare l'arrivo della 19ª tappa del Giro d'Italia 2004,il 29 maggio 2004. L'arrivo, posto al Passo della Presolana, ha visto la vittoria di Stefano Garzelli.
Colere è la principale località sciistica della Val di Scalve. Le piste di sci di Colere, situate sotto la parete nord della Presolana, si affacciano sulla Val di Scalve ed il Pizzo Camino, coprendo un dislivello di ben 1200 metri e godono di un'esposizione che permette alla neve di mantenere un'ottima qualità durante tutta la stagione. L'auspicato collegamento con la val Seriana (stazione sciistica di Lizzola) potrebbe portare alla creazione di un unico polo turistico con evidenti vantaggi sull'economia di entrambe le valli. Le piste hanno ospitato varie edizioni dei Campionati Italiani Assoluti di Sci Alpino.
Colere ha ospitato anche alcune edizioni dei campionati italiani di sci alpinismo.
Inoltre, dal 22 al 25 marzo 2006, si sono svolti i Campionati Italiani di Snow-Board.
Dal 2007 tutti gli anni verso la fine di giugno viene organizzata una gara podistica in salita verso il Rifugio Luigi Albani di circa 5,2 km ma con 900 metri di dislivello.
La parete nord della Presolana è meta ambita e molto conosciuta da chi pratica l'arrampicata.
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