Ballabio è un comune posto all'inizio della Valsassina, tra la Grignetta e il monte Due Mani. Ballabio inferiore sorge lungo la SP 62 "della Valsassina" ed è raggiunta dalla SS 36 racc, Ballabio superiore all'imbocco della val Grande, dove scorre il torrente Grigna e da dove parte la strada per i Piani Resinelli.
Il comune si divide in due quartieri: Ballabio Superiore e Ballabio Inferiore.
Anticamente apparteneva alla Pieve di Lecco. Per la sua strategica collocazione nel XVI secolo il borgo fu posto a difesa della gola di Balisio con castelli, trincee e muraglie. La strada che lo collega a Lecco risale ai primi del secolo e venne cosfruita su una via precedente tracciata ai tempi di Maria Teresa d'Austria.
Paese ricco di recenti costruzioni, strutturalmente modificato da quello che era 70/80 anni or sono, allorché esistevano due unità comunali: Ballabio Inferiore e Ballabio Superiore (unificati nel 1927).
Ognuno dei due paesi era costituito da case-casine arroccate su sé stesse, con popolazione dedita esclusivamente all’allevamento del bestiame e a attività casearie.
Il paese, un tempo solo vaste ed ondulate praterie, declina dolcemente nell’ampia conca tra la Grigna Meridionale ed il Monte Due Mani.
Attorno all’anno 1000 vennero innalzate fortificazioni nella valle di Balisio a difesa della Valsassina.
Il paese diede i natali ad Umberto Locatelli (della notissima “Mattia Locatelli”) eletto poi senatore del Regno d’Italia;
Nel 19° secolo vennero fondate in Ballabio le due grandi aziende casearie “Galbani” e “Mattia Locatelli”.
Ai giorni nostri Ballabio sviluppa notevoli e varie produzioni nelle fabbriche della zona artigianale. I turisti ed i villeggianti sono ben accolti e possono godersi le aspre vette della Grigna sino alla dolce serenità dei paesi valsassinesi e di quelli lacustri.
Ballabio Inferiore è la sezione di minor altitudine e più meridionale dell'abitato di Ballabio, contrapponendosi a Ballabio Superiore dalla quale era amministrativamente separato fino al 1927.
Nel periodo tardorinascimentale, dopo la caduta del Ducato di Milano nelle mani della Spagna, il tessuto amministrativo locale della Lombardia si evolse verso un'estrema parcellizzazione, andando oltre la sostanziale coincidenza fra parrocchia e comune per approdare all'attribuzione della potestà comunale quasi ad ogni centro abitato. Fu così che la località di Ballabio, formata da due scindibili insediamenti seppur estremamente ravvicinati ed uniti da un breve tratto di strada, sviluppò due diverse amministrazioni comunali, uno per l'agglomerato di case di altimetria superiore, ed uno per il più basso. Tale situazione non turbava certo le autorità iberiche, disinteressate alle vicende locali e la cui unica preoccupazione era la regolare riscossione fiscale.
Il primo a valutare tale assetto come antieconomico ed irrazionale fu il governo di Napoleone che, nella sua ideologica battaglia contro le tradizioni divenute anacronistiche, nel 1809 assegnò i due comuni a quello di Laorca, di cui 335 portati dal borgo inferiore. Il ritorno degli austriaci, a loro volta animati da un'ideologia reazionaria, comportò il cieco annullamento di tutti gli atti riformatori dei francesi, e i due Ballabio tornarono ad una vita separata. Con lo spopolamento della montagna, i residenti di Ballabioo Inferiore oscillarono dai 243 del 1859 ai 378 del 1901 e ai 444 del 1921.
Fu il fascismo a riprendere in mano il tema della razionalizzazione amministrativa dell'abitato, unitosi urbanisticamente in un unico centro lungiforme, e nel 1927 deliberò la fusione nell'unico comune di Ballabio.
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