Il Museo della Guerra Bianca nasce per iniziativa di un reduce della prima Guerra Mondiale, che combatté proprio sul Ghiacciaio dell’Adamello. Con l’aiuto di un gruppo di volontari sono stati raccolti manufatti, armi ed oggetti ritrovati sul ghiacciaio, a testimonianza delle fatiche e delle sofferenze di una guerra svoltasi a 3000 metri di quota, in condizioni estreme. All’interno del Museo, nelle tre sale che lo compongono, sono esposti molti esemplari di proiettili, bombe, armi, elmetti; molto suggestiva è la ricostruzione di una baracca in cui sono esposti oggetti di uso quotidiano come gavette, pentole e una stufa. Nei corridoi di passaggio sono appese parecchie fotografie scattate sui campi di battaglia. D'estate, in una sala adiacente al Museo, l’Associazione Museo della Guerra Bianca allestisce una mostra fotografica su una tematica specifica (gli alpini sciatori, i cimiteri di guerra, ecc.).
Il museo della Guerra Bianca nasce tra il 1972 e il 1974 ad opera di alcuni privati. Si trattava tuttavia di una apertura provvisoria e solo nel 1984 il museo, collocato nell'antica casèra, aprì le proprie porte al pubblico.
Le attività svolte dal Museo riguardano il censimento, il recupero, la catalogazione, la classificazione, la conservazione e l'esposizione dei beni relativi alla Guerra Bianca. Si tratta sia di beni mobili, come ad esempio reperti, manoscritti e fotografie, sia di beni immobili, come strade, sentieri militari e fortificazioni.
Nella vecchia sede del museo, nelle tre sale erano collocati oggetti e cimeli storici: armi, baracche da ricovero, oggetti di vita sul campo, stufe, coperte. Nelle sale, collegate da tre lunghi corridoi, erano state esposte al pubblico banbiere, scudi, attrezzature alpinistiche, bombe a mano, oggetti d'uso quotidiano.
La sede del museo è stata trasferita nella piazza del centro di Temù. L'edificio è suddiviso in due piani: al primo piano sono presenti una ricostruzione di una baracca con i materiali originali del conflitto e un cannone da 75/27 Mod. 1911. Si possono in oltre osservare i tipi di proiettili da cannone utilizzati nella guerra e alcune fotografie. Al piano superiore si trovano le bacheche con armi, munizioni, divise dei due eserciti e una ricostruzione di una teleferica anch'essa costruita con pezzi originali del conflitto.
Dal 2008 il Museo della Guerra Bianca in Adamello, grazie alla collaborazione della Regione Lombardia, ha preso in carico dal Comune di Colico la gestione di Forte Montecchio Nord, mentre dal 2012 ha avviato la gestione, in accordo con la Provincia di Lecco, del Forte di Fuentes.
Dal luglio 2011 è aperta al pubblico la nuova sede espositiva di Temù: qui sono esposte molte centinaia di oggetti recuperati direttamente sul terreno, presentati con testi e immagini storiche che aiutano il visitatore a comprendere gli elementi più caratteristici della Guerra vissuta e combattuta in alta quota: il muoversi e l’abitare, la sopravvivenza al clima, l’uso delle armi, dell’artiglieria, dei sistemi di trasporto e delle diverse attrezzature per la montagna, la vita di trincea in condizioni estreme, la sofferenza e, infine, la morte.
Alla base della realizzazione del nuovo stabile e del nuovo percorso espositivo c’è uno specifico progetto scientifico sviluppato dalla Commissione Tecnico-scientifica del Museo sia per valorizzare al meglio le peculiarità delle collezioni del Museo, sia per soddisfare gli standard di qualità regionali e ministeriali relativi ai servizi museali, in particolare l’ “Atto di indirizzo sui criteri tecnico-scientifici e sugli standard di funzionamento e sviluppo dei musei” (D.Lgs. N.112/98 art.150 comma 6 del Ministero per i Beni e le Attività Culturali).
La missione specifica cui tende il progetto scientifico del nuovo allestimento consiste nella valorizzazione degli elementi caratteristici della Guerra Bianca, “guerra di uomini, animali e materiali, combattuta per quattro anni sulle più alte quote di tutti i fronti della Prima Guerra Mondiale”. Tale assunto di base è stato il criterio informatore delle innumerevoli scelte fatte nel corso dell’attività progettuale sia per quanto riguarda il percorso espositivo sia per l’organizzazione della nuova struttura operativa. La presentazione al pubblico di beni musealizzati non può prescindere dallo studio approfondito del loro contesto originario. Anche alla luce delle esperienze espositive innovative di altri musei storici europei, il percorso di visita è stato realizzato in modo che risulti didatticamente coinvolgente nell’ambito di un corretto rapporto spazi-immagini-suoni: esso deve infatti facilitare al visitatore la comprensione delle valenze associate agli oggetti senza distorcerne la realtà in rappresentazioni coreografiche troppo spinte. A questo è stata associata la necessità primaria e imprescindibile della corretta conservazione dei beni attraverso opportuni sistemi di sicurezza e di controllo ambientale.
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