venerdì 3 luglio 2015

TEMU'



Temù è un comune della Val Camonica circondato da verdi prati, boschi di conifere e dalle imponenti cime innevate del gruppo dell'Adamello.

La storia di Temù, fin dai primordi, vista la vicinanza e la continuità territoriale, unita anche dalla lunga comunanza politico-amministrativa, è legata a quella di Ponte di Legno e agli altri piccoli borghi (Villa D'allegno, Pontagna ecc) sorti nell'estrema propaggine nord della Valle Camonica, alle pendici vallive poste di fronte al massiccio dell'Adamello e su quella linea di confine che per millenni, passando per il monte Tonale e il suo passo, è stata linea divisoria naturale tra la Lombardia e il Trentino. Fu solamente verso la fine del 1700 che il Senato veneto, con una apposita delibera dogale, diede autonomia, creandoli comuni amministrativamente indipendenti, gli antichi paesi di Villa D'Allegno, Pontagna e appunto Temù. Come scritto anche nella storia di Ponte di Legno il nome Daligno risulta citato per la prima volta nel 994, mentre con atto notarile del 1158, è documentata l'infeudazione, da parte del vescovo di Brescia Raiomondo, della potente famiglia bresciana dei Martinengo, in alcune proprietà della curia, con benefici e possibilità di riscossione tasse e decime. Circa duecentocinquant'anni dopo sulle terre di Temù, nel 1388, gli stessi diritti di riscossione vennero elargiti, con conferma nel 1399, a Francesco da Pontagna, nella veste di sindaco e procuratore a Dalegno, che agiva ancora in nome del vescovo. La curia bresciana, che era beneficiaria di diritti su vastissimi territori, vista la lontananza della città dall'alta valle e l'impossibilità di raccogliere direttamente le tasse e i balzelli, incaricò a più riprese per la riscossione dei diritti feudali e delle decime, dei suoi rappresentanti nominati tra i membri di alcune famiglie camune e nel 1442 i temunesi Pietro Capelli e a Giovanni Segalini vennero investiti di questo importante e lucroso compito. Le prime chiese che furono costruite e Temù e Pontagna furono quelle dedicate a San Bartolomeo e a Santa Maria ma per secoli dovettero dipendere dalla più antica parrocchia di Ponte di Legno. Era il 1410 quando il signore di Milano Giovanni Maria Visconti, in una delle tante concitate fasi delle continue guerre tra il ducato milanese (con i Visconti e poi gli Sforza) e la Serenissima Repubblica Veneta, creò una "Contea Franca" che si estendeva territorialmente su tutta l'alta Valle Camonica. Questa zona era indipendente sia dalla giurisdizione bresciana che da quella camuna (con sede a Breno), aveva organi amministrativi e di Jureconsulto di alta e bassa giustizia e comprendeva i feudi di Mu, Dalegno ed Edolo. Infeudato nella neonata contea fu un Giovanni della potente e ghibellina famiglia Federici. Ma pochi anni dopo i milanesi furono definitivamente cacciati dalla Valle Camonica dalle truppe della Serenissima Repubblica Veneta. Il Senato veneto, malgrado l'aperta partigianeria di numerosi dei Federici per Milano e i continui cambiamenti di parte degli stessi, confermò, agli eredi di Giovanni alcuni dei diritti feudali in alta Valle. Temù vide, durante la dominazione Napoleonica, il periodo austriaco e poi nel risorgimento italiano, vide il continuo passaggio di truppe alpine sia Francesi che Austriache che Italiane. Durante il primo periodo del regno d'Italia e fino all'inizio del ventennio fascista, anche a Temù, come in altri poveri borghi della Valle Camonica, si presentò il triste ma inevitabile fenomeno dell'emigrazione per molti giovani che dovettero andarsene dal proprio paese e cercare fortuna e lavoro lontani dalla casa natale. Come Ponte di Legno anche Temù era posto nelle dirette prime retrovie sul fronte di guerra nel primo conflitto mondiale e il massiccio dell'Adamello, che domina dall'alto il paese, fu teatro di sanguinose battaglie, di cruenti scontri e di atti di eroismo tra gli alpini Italiani e quelli Austro-Ungarici. Questo periodo storico è ricordato nelle varie stanze del bel museo della "Guerra Bianca" che, sorgendo proprio a Temù, ha assunto anche un particolare significato evocativo e simbolico. Negli ultimi anni la vocazione turistica di Temù è stata evidenziata da un notevole sviluppo dell'edilizia residenziale che ha cambiato il volto dell'antico borgo e la vicinanza col vasto comprensorio sciistico Ponte di Legno-Tonale pone Temù, Pontagna e Villa D'Allegno in posizione ottimale per chi vuole raggiungere i campi da sci in breve tempo.

La Chiesetta di Sant'Alessandro è forse il tempio cristiano più antico della zona, di origine romanica, si trova su un antico sentiero che portava da Temù a Vione. Il campanile fu eretto nel 1200 ed è ornato da bifore e piccole finestre. La chiesa fu ristrutturata ampiamente nel 1500.
La Parrocchiale di San Bartolomeo a Temù fu edificata nel 1600 e ristrutturata nel secolo scorso. Del primo edificio si sono conservati il bel portale in marmo chiaro proveniente dalle cave della vicina Vezza d'Oglio ed un piccolo portico laterale distinto dalla bella volta a crociera con quattro colonne in granito dell'Adamello. Il campanile, opera di artigiani camuni, forse di Sonico, è a bifore sulla cella campanaria ed è coronato da merlatura di classico sapore ghibellino, forse in ricordo della dominazione in zona dei ghibellini Federici. All'interno sono visibili belle opere pittoriche tra cui una tela raffigurante Anime purganti con l'agnello liberatore. Sono di notevole fattura anche i due paliotti d'altare databili nei primi anni del 1700 e attribuiti al Piccini. Il paliotto dell'altare maggiore databile nel 1600, è invece opera di Giovan Battista Zotti, autore pure della soasa e del tabernacolo.
La Chiesa dei Santi Martiri di Lecanù, conserva all'interno una statua del 1400, in legno opera di mastro d'ascia, anonimo, proveniente dall'Alto Adige.
La Parrocchiale di Pontagna è dedicata a Santa Maria e si caratterizza dal portale in marmo bianco su cui è visibile la data del 1627. La sua struttura è chiaramente in stile barocco e al suo interno è possibile osservare il ben dipinto raffigurante la Madonna col Bambino e Sant'Antonio da Padova opera di Giacomo Borgnini detto Bate che dipinse queste tele nella seconda metà del 1600. Questo dipinto è conservato in una soasa opera di Giovan Battista Ramus o della sua scuola. Un altro dipinto di maggior peso storico e superiore valore artistico raffigura la Madonna col Bambino e i Santi Gregorio e Rocco, opera databile per la sua fattura nel diciassettesimo secolo. Una seconda soasa, quella del presbiterio, pure opera di Giovan Battista Ramus, sempre del 1600 si ispira a moduli e stili nordici e scandinavi.
La Parrocchiale di Villa D'Allegno fu dedicata a San Martino già nel 1600, quando fu edificata in stile barocco. Al suo interno sono degli di menzione alcuni massicci mobili e dei paramenti del 1500. L'altare maggiore, con un paliotto opera di Giova Battista Zotti, è sovrastato da una pala del 1606 raffigurante la Madonna e Santi opera di Giovan Battista Galeazzi.

Il Museo della Guerra Bianca in Adamello raccoglie documenti, fotografie, armi, equipaggiamenti e altri oggetti appartenuti agli uomini, soldati italiani e austro-ungarici, che vissero e combatterono sul fronte d’alta e media quota esteso dal Passo dello Stelvio, attraverso i gruppi alpini dell’Ortles-Cevedale e Adamello-Presanella, sino all’Alto Garda Bresciano.

Pontagna è situata a Est di Temù e dista circa 2 km da Ponte di Legno.
L'ambiente è prevalentemente boschivo montuoso, con zone di pianoro.
Il paese è attraversato dal fiume Oglio.

Villa Dalegno è l'altra frazione del comune di Temù.

Le cime del gruppo dell'Adamello sono la nota peculiare del panorama di Temù. Situato in una conca di prati, il paese è letteralmente circondato dal verde dei boschi di conifere e dalle vette rocciose delle montagne. Le sue origini paiono appartenere alla comunità di Mu, di cui sono documentate la contese con gli uomini di Dalegno, antico insediamento dell'Alta Vallecamonica, già nel trecento. Nel Cinquecento, il borgo era dedito all'agricoltura e all'allevamento, ma presentava anche famiglie possidenti e dinastie di notai. La comunità visse momenti difficili verso l'Ottocento, secolo di emigrazione, che trovarono soluzione con i lavori di costruzione delle centrali idroelettriche e con lo sviluppo del turismo che rappresenta oggi il suo futuro. I piccoli borghi mantengono alcune costruzioni contadine con logge, balconi in legno, finestre in granito, e vecchie viuzze in selciato che si arrampicano per poi perdersi nei pascoli. La parrocchiale di San Bartolomeo, secentesca, ha un bel portichetto con volte a crociera, sostenuto da colonne ottagonali di granito e un campanile con merlature ghibelline, ingentilito da bifore in marmo di Venezia. L'interno è ricco di preziose sculture lignee del XVIII secolo che hanno avuto come modelli la gente del luogo.

A monte dell'abitato di Temù, sul versante orografico destro del fiume Oglio, si apre la stupenda e incontaminata Val di Canè che rientra in gran parte all'interno dei confini del Parco Nazionale dello Stelvio. Ampliato nel 1977 con l'inclusione delle bresciane valli Grande, di Canè, delle Messi e di Viso, il Parco è ora una realtà capace di consentire al territorio di evolversi ancora secondo le leggi immutabili della natura. I luoghi da visitare all'interno del Parco sono tutti di particolare bellezza. La possibilità di vivere a contatto con la natura in parte ancora selvaggia e di avvistare gli animali nel loro abitat sono alcune possibilità offerte all'escursionista che avrà la pazienza di spezzare il ritmo frenetico della vita per farsi coinvolgere dalle meraviglie sparse sul territorio. Per gli appassionati della "Guerra Bianca" non dovrà mancare una visita alle fortificazioni della Bocchetta di Val Massa, in alto alla frazione di Villa Dalegno, il più bell'esempio di architettura militare. Di rimpetto all'abitato di Temù si apre l'ampia Val d'Avio, con i suoi cinque chilometri di pianeggiante passeggiate, valle che si estende fino ai piedi della parete nord dell'Adamello, la valle, di origine glaciale, ospita a diverse altitudini ben cinque laghi artificiali, della complessiva capacità di quasi 50 milioni di mc d'acqua, che alimentano la centrale idroelettica di Edolo. Il territorio è ricco inoltre di moltissime testimonianze della Grande Guerra, durantela quale l'abitato di Temù divenne il fulcro di tutta l'organizzazione logistica di questa parte di fronte. Numerose e imponenti cime la sovrastano quali la Calotta, il Salimmo, il Corno di Mezzodì, il Monte dei Frati, Il Baitone e l'Adamello, solo per citare le più importanti. Lungo la valle si snoda il percorso che dà accesso al Rifugio Garibaldi, base di partenza di tutte le più suggestive ascensioni nel gruppo adamellino. Nella laterale Val di Salimmo è collocato il Bivacco Spera, dedicato alla indimenticabile figura di Sperandio Zani, emerita guida alpina di Temù nonchè fondatore del Museo. La costituzione del Parco Naturale dell'Adamello permette di valorizzare l'eccezionalità di questa vasta area, straordinario patrimonio naturale e storico, di cui dobbiamo tutti essere fedeli custodi.

Nel periodo invernale offre una ski area composta da 4 seggiovie con 8 piste di varie difficoltà, collegate a quelle della vicina Pontedilegno. In questo modo è possibile partire con gli sci ai piedi dal paese ed arrivare sino a quota 3.000 metri del ghiacciaio Presena, passando per Pontedilegno ed il Passo Tonale. La pista nera che scende in paese è una delle più interessanti dell’intero carosello sciistico.

Nel periodo estivo i bellissimi monti che circondano il paese sono meta preferita di bikers ed escursionisti. La seggiovia Roccolo Ventura, in funzione anche nel periodo estivo (verificare giorni ed orari) è dotata di ganci per le MTB proprio per agevolare la risalita da parte di tutti.
Verdeggianti alpeggi e meravigliosi boschi di larici sono luoghi incantevoli dove rinfrancare lo spirito.

Tutti gli anni ad agosto ospita Arte in strada, un meeting internazionale di scultura lignea dove è possibile ammirare gli artisti al lavoro lungo le vie del centro storico..

Il nuovo campo da calcio situato in prossimità degli impianti di risalita ospita durante il periodo estivo varie squadre calcistiche in ritiro pre campionato, è facile incontrare i calciatori ed ottenere fotografie ed autografi.

.Durante festa dell'epifania era consuetudine dare al gabinàt (da tedesco Gaben Nacht, notte dei doni): quando la mattina due persone s'incontravano, il primo che pronunciava la parola aveva aveva diritto di ricevere un piccolo dono. I padrini di battesimo facevano regali d'una certa consistenza ai loro figliocci.
Il 23 giugno Vigilia di San Giovanni Battista venivano accesi falò sulle alture.
Il 23 agosto Vigilia di San Bartolomeo in onore del santo patrono si bruciavano delle cataste di legna di abete sulle montagne. Era inoltre usanza illuminare le finestre delle case con lumicini ricavati da gusci di lumache (bogoni) durante la processione per le vie del paese.

Il territorio montano di Temù, un tempo utilizzato principalmente per l'agricoltura, ha visto nel tempo ridursi fin quasi a scomparire tutte le attività ad essa collegate quali piccoli caseifici, forni, segherie. L'attività turistica nel periodo estivo è sottodimensionata rispetto alla ricchezza naturalistica e di tradizioni del territorio, mentre eccessivo è lo sfruttamento nel periodo invernale, per l'attività sciistica.

Il Comune di Temù, come tutti i comuni limitrofi, a partire dagli anni sessanta è stato interessato da un progressivo fenomeno di emigrazione tuttora in atto. Non aiuta l'eccessivo sfruttamento della sola stagione invernale, che richiama localmente soltanto attività (e lavoratori) a carattere prevalentemente stagionale.



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