La val Paisco è una valle alpina, tributaria laterale meridionale della Valle Camonica.
È percorsa dal torrente Allione che sfocia nell'Oglio all'altezza di Forno Allione, nel comune di Berzo Demo.
Il suo imbocco è a circa 466 metri di quota, in corrispondenza del paese di Forno Allione, mentre la sua testata è data dal passo del Vivione a 1828 m s.l.m.
Al suo interno sono compresi gli abitati di Paisco, Loveno e Grumello.
Seguì le vicende della valle Camonica, possesso del comune di Brescia, dei Visconti e poi della Repubblica di Venezia, dal 1428 al 1797. L'agricoltura produce cereali, ortaggi (patate e fagioli), frutta e foraggi per l'allevamento bovino; è presente una piccola azienda manifatturiera, attiva nel settore dell'abbigliamento (biancheria intima).
Paisco (Paìsch) potrebbe derivare dal latino "pagus", da "pagensis" per indicare un luogo abitato, oppure da "paésh" o "paìsh" (paese, borgo). Altri studiosi di toponomastica propongono la sua origine dal termine dialettale "pàia" (paglia).
Loveno (Loè) invece deriverebbe da "lupus" (lupo), animale che in antichità doveva essere presente in questa stretta valle che sale verso il passo del Vivione.
Questa bella ma impervia e stretta valle, su cui insistono i due paesi di Paisco e di Loveno e molti altri piccoli e caratteristici agglomerati di case rurali o cascine, per la sua collocazione geografica e le grandi difficoltà a percorrerla, ha mantenuto, per secoli, un certo isolamento con il resto della Valle Camonica. Notizie di insediamenti abitativi o di gruppi organizzati in broghi o castellieri prima dell'XI secolo non si hanno con certezza ma la ricchezza in zona di minerali di ferro avrebbe attratto nella zona una notevole attività di carbonai e minatori fin da epoca precedente l'anno Mille.
Anche la vicinanza della Val di Scalve (attraverso il passo del Vivione) dove, fin dalla preistoria, vi era una forte attività legata alla lavorazione dei metalli, fa pensare ad alcuni insediamenti, forse stagionali, di lavoratori impegnati nell'estrazione del minerale grezzo e in tutto il ciclo della primitiva metallurgia.
Paisco Loveno è un comune formato da tre abitati principali: Loveno, posto più a monte, Grumello, a qualche centinaio di metri da Loveno, e Paisco, posto più a valle.
Il paese di Paisco giace in una posizione tale da rimanere diversi mesi l'anno (quelli invernali) senza luce del sole.
Nella località di Loveno di Saviera e Traversagna vi erano quattordici miniere di ferro.
Nell'aprile 1299 i consoli della vicinia di Paisco e di Loveno si recano ad Cemmo dove è presente Cazoino da Capriolo, camerario del vescovo di Brescia Berardo Maggi. Qui giurano secondo la formula consueta fedeltà al vescovo, e pagano la decima dovuta.
Il 14 ottobre 1336 il vescovo di Brescia Jacopo de Atti investe iure feudi dei diritti di decima nei territori di Cerveno, Ono e Cricolo, Esine e Paisco Oprandino Codaferri da Cemmo.
Alla pace di Breno del 31 dicembre 1397 il rappresentante della comunità di Paisco, Andriolo Baratiero (anche notaio), si schierò sulla sponda ghibellina.
Il 17 settembre 1423 il vescovo di Brescia Francesco Marerio investe iure feudi dei diritti di decima nei territori di Monno, Cevo, Andrista, Grumello, Saviore, Cemmo, Ono, Sonico, Astrio, Malegno, Cortenedolo, Vione, Incudine e Berzo Demo a Bertolino della Torre di Cemmo .
Con l'unione al regno d'Italia (1859) si crea il comune di Loveno Grumello (prima nel nome risultava solo Loveno). Nel 1928 i comuni di Paisco e Loveno Grumello si uniscono formando Paisco Loveno.
Nel territorio comunale presso il Passo del Torsoleto a 2645 m s.l.m. è presente il Bivacco Davide Salvadori.
Il “paese dei lupi” è raccolto intorno agli abitati di Ardinghelli, Case di Bornia, Case del Longo, Grumello, Loveno e Paisco, sorti nel Medioevo per dare alloggio ai lavoratori delle miniere di ferro dell’alta Val Paisco. Da Loveno si gode una straordinaria vista sull’antistante gruppo dell’ Adamello e d’estate gli abitati sono animati da turisti e villeggianti. Sulla destra idrografica della valle si trovano, da tempo immemorabile, alcune miniere per l’estrazione della barrite, un minerale di ferro; un esempio è dato dalla cava esistente, e ancora attiva, posta in prossimità di Malga Garzeto e del passo omonimo. Dall’abitato si possono effettuare escursioni interessanti e alla portata di tutti coloro che abbiano un minimo di allenamento e dispongano di un equipaggiamento da media montagna.
La Chiesa parrocchiale di Paisco è dedicata a san Paterio vescovo e sarebbe stata fondata dai benedettini nel 900 e questa data pone questo tempio tra i più antiche dell’alta Valle Camonica. Vari rifacimenti hanno snaturato la natura del primo edificio, infatti la costruzione attuale è in classico stile barocco. Il bel portale è in pietra locale e risale al 1700. La volta è affrescata ma l’autore è ignoto. E’ attribuita invece a Sante Cattaneo di Salò la pala dell’altare maggiore che rappresenta San Paterio ordinato vescovo. Tra altri dipinti presenti nella chiesa, interessanti sono l’ex voto dopo la peste del 1630 e le statue ottocentesche. Degno di menzione particolare il coro in noce e l’organo del 1700.
La Parrocchiale di Loveno-Grumello è dedicata a Sant’Antonio da Padova e divenne parrocchia autonoma solo nel 1639. La prima costruzione risale al 1300, poi una vasta ristrutturazione con ampliamento fu eseguita nel 1700. Altri lavori, sempre di ampliamento furono messi in cantiere nel secolo scorso e portati a termine in questo secolo. Contiene affreschi del 1711 di Alberto Uberti e dipinti del loverese Volpi e del bresciano Emilio Pasini.
A quota 1910 m s.l.m. si sviluppa il sito minerario di “Gaviera”; in quest’area sono stati individuati numerosi resti di alzati in pietra a secco ed individuate tracce di estrazione di minerale, accessi e cunicoli sotterranei che risultano ostruiti da detriti o da smottamenti di versante. In particolare si notano in superficie grandi accumuli di roccia portata all’esterno da parte di scavo. Non sappiamo ancora con ragionevole certezza quanto l’uomo abbia cominciato a scavare ferro in questo sito e molto più in generale lungo la Valle dell’Allione. Dato quindi che lo sfruttamento minerario attraversa varie epoche, le miniere più antiche non sono più accessibili; molto più evidenti invece sono i resti del più recente impianto che si articola tramite una struttura destinata al ricovero dei minatori un complesso di fornaci, un settore di scavo, i resti di un forno fusorio, un sistema di invio del minerale verso il fondo valle tramite teleferica. Delle miniere di Gaviera si hanno notizie di estrazione di minerale di ferro sin dal 1400; si sa con certezza che alla fine del 1800 l’industriale Giovanni Andrea Gregorini riunisce tutte le miniere, prima suddivise in tanti proprietari, e i forni fusori che anticamente appartenevano alle “Vicinie” cioè alla comunità, in un’unica ditta la “Franchi Gregorini”.
Il Giardino Botanico Alpino Vivione ospita circa 250 specie caratteristiche delle Orobie orientali, suddivise in 15 settori corrispondenti ad altrettanti habitat, che partono dai fiori del fondovalle fino ad arrivare alla flora dei ghiaioni e delle vallette nivali. Percorrendo i sentieri del Giardino è possibile incontrare culture autoctone, tra le quali spicca la coltivazione del Fagiolo di Paisco, piante igrofile, specie del sottobosco, delle zone umide e dei pascoli. Di particolare importanza è la torbiera d’alta quota, accuratamente ricostruita dopo lo studio delle torbiere del passo del Vivione, da cui è tratto il nome del Giardino.
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