Taceno è un comune della provincia di Lecco.
Il clima di Taceno è un tipico clima di fondovalle prealpino, con forti escursioni termiche giornaliere. Le temperature medie minime invernali si attestano sui -5/-6 °C, le medie massime estive invece sui 26/27 °C. Raramente e solo nelle estati più calde la temperatura supera per più giorni i 30°. Mentre le gelate sono assai diffuse da Novembre ad Aprile, con frequenti giornate di ghiaccio. Le minime raggiunte nelle notti serene con terreno innevato sono notevoli rispetto a località poste alla stessa altitudine. Infatti ogni anno la temperatura scende al di sotto dei -10° e raramente scende al di sotto dei -15°. Il record per temperatura più bassa è del Gennaio 1985 con -26°, il record massimo è del luglio 2003 con 34°. Essendo posto sul fondo della valle, Taceno ha un clima con note di tipo Continentale, estati calde e inverni freddi e lunghi. Frequenti sono le nebbie notturne in inverno, dovute a inversione termica, che si sollevano però con l'insolazione. Da Novembre a tutto Aprile, soprattutto durante le irruzioni di aria artica dal nord Europa, sono frequenti episodi di fhon, ( vento di caduta dalle Alpi) che può raggiungere velocità considerevoli (80/100 km/h). La piovosità media annua è tipica di una località prealpina e si aggira sui 1200/1400 mm. Molto frequenti sono le nevicate con una nevosità media di circa 100 cm all'anno, neve che permane al suolo per circa 90/120 giorni l'anno.
Il comune di Taceno, piccolo centro di soggiorno della Valsassina, è situato ai piedi dei Pizzi di Parlasco, presso lo sbocco del torrente Maladiga nella Pioverna..
A quasi un chilometro da Taceno si trova Tartavalle, una volta stazione termale rinomata, dove venivano sfruttate le acque sorgive alcalino ferrose di due fonti per la cura dei disturbi al fegato, all'apparato digerente e per le malattie della pelle.
L'acqua termale fu scoperta nel 1839. Il tratto del torrente Pioverna che attraversa il paese è uno dei tracciati preferiti per le finali dei campionati italiani di pesca sportiva.
Un maglio idraulico di interesse storico è il fulcro di un nuovo progetto di itinerari di archeologia industriale programmato dalla Provincia di Lecco.
La cinquecentesca Descritione della Valsassina di Paride Cattaneo Della Torre rileva che «nell’entrar di detta terra si passa una valle detta la Maladica et questa tal acque si rivolge molte rote de molini et altri edificj»; e aggiunge che «si pervien poi alla sua chiesa di novo ristorata, dedicata alla gloriosa Vergine Maria», prima di elencare le principali famiglie del luogo e rimproverare i suoi abitanti che «hanno assai fertile territorio, ma per la loro dapochagine mal coltivato».
La prima testimonianza riguardante il paese si trova in un codice della fine del XIII secolo, nel quale si cita la chiesa di S. Maria in "Taxeno"; ma la località, forse sviluppatasi da una cascina, deve avere origini più antiche, data la sua ubicazione nel punto di biforcazione delle strade dirette verso Bellano da una parte, Casargo e Premana dall'altra. Il primo percorso soprattutto era molto frequentato; nel 1636 vi passò anche l'esercito del duca di Rohan, fermato poi a Lecco.
Intorno alla metà del XV secolo, durante le guerre promosse da Venezia per assicurarsi il dominio della valle, Taceno fu sede di una podesteria e, dal 1575 al 1577, di una vicepretura, trasferita poi a Cortenova. In queste occasioni il borgo appare come il luogo di coagulo degli interessi di quella che viene storicamente definita l'Alta Valsassina. Nel 1757 vi fu istituita una delle due cancellerie della valle, mentre col Regno d'Italia divenne sede del Cantone della Valsassina, trasferita poi, col nome di distretto, ad Intròbio, a partire dal 1819. Nel 1917, durante l'emergenza bellica, venne sorvegliato il ponte di Taceno, dov'era la presa d'acqua della Società Elettrica Briantea. Nel 1944 il paese fu interessato alle azioni partigiane e nell'ottobre dello stesso anno ad un rastrellamento italo-tedesco.
Nel XVIII secolo gli abitanti, che usavano trasferirsi per lavoro a Venezia, avevano raggiunto una certa agiatezza, com'è attestato dai ragguardevoli donativi alla chiesa divenuta parrocchiale a partire dal 1406. L'edificio fu ricostruito negli anni 1740-1743 a pianta centrale, mentre il campanile del 1631-1634 fu rialzato al principio del Settecento con un'agile loggia. La cupola reca una Gloria della Vergine dipinta nel 1864 da Giovan Maria Tagliaferri; nel presbiterio si trovano due quadri ottocenteschi e un Crocefisso di Giovanni Bellati (1745-1808), che forse eseguì anche le belle tele della Via Crucis. Degni di nota due confessionali intagliati del 1725 e una statua dell'Assunta anteriore al 1630. All'interno si trova anche un antico organo costituito da 619 canne.
Sulla piazzuola antistante, contornata da cappellette, di fronte ad un recente portico, sorge il neoclassico oratorio della Confraternita del Santissimo (1855), con dipinti del Tagliaferri. Un Buon Pastore affrescato sulla canonica viene attribuito a Marc'Antonio Brugora introbiese della fine del XVI secolo. Nell'abitato si può ammirare infine qualche buon dipinto murale settecentesco, oltre alle antiche case di via Stoppani e di via Chiarello.
Il Paese è la base di partenza per raggiungere tutta l'alta valle fino a Premana oppure per scendere fino a Bellano e quindi percorrere la riva orientale del Lago di Como.
Coloro che amano fare lunghe passeggiate possono arrivare fino a Parlasco percorrendo l'antica mulattiera della "Bissaga", raggiungere Vendrogno lungo il sentiero che passa dalla frazione di Comasira oppure il comune di Margno attraverso la mulattiera della "Bagnala".
Il tratto del torrente Pioverna che costeggia il paese è uno dei tracciati preferiti per gli amanti della pesca sportiva.
Poco distante dal Paese si trova Tartavalle, una volta stazione termale rinomata per le acque curative.
Parte del territorio è ricompreso nel Parco regionale della Grigna Settentrionale.
Nel vecchio nucleo tredici «finestre sul passato» perché il ricordo non sbiadisca. Immagini, volti e lavori che rimandano ad un lungo periodo della cultura alpina.
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